Nell’ultimo decennio e a seguito del rilascio di Final Fantasy XIII e XV, che furono accolti con non poco disappunto dalla critica e dagli stessi fan della saga, era ormai chiara la necessità di dover riportare in auge il leggendario franchise di casa Square. Già dal 2015, infatti, erano iniziati i lavori per il titolo che avrebbe rappresentato, in tutto e per tutto, la prima ventata d’aria fresca in quindici anni di franchise.

Un titolo portatore di idee nuove e rivoluzionarie, ma che nonostante ciò continua a tenere vivo lo spirito che ha fatto appassionare e immergere i videogiocatori nelle avventure dell’iconica serie; sviluppato presso la Creative Business Unit III di Square Enix, Final Fantasy XVI nasce dalla visione cristallina di Naoki Yoshida e Hiroshi Takai, che hanno spinto la saga in direzioni sconosciute e inesplorate.

Seppure i potenziali rischi a cui lo studio poteva andare incontro, con una svolta così radicale, fossero tanti, non dobbiamo però dimenticare che una gran parte del team di questo sedicesimo capitolo si è occupata del mastodontico revival di Final Fantasy XIV. Con un successo così grande alle spalle infatti, le preoccupazioni sulla buona riuscita del progetto erano ben poche.

Attorno a dicembre del 2022 fu annunciato che FFXVI sarebbe stato rilasciato durante l’estate dell’anno seguente su Playstation 5, portando con sé la novità di essere il primo Action-RPG nella serie principale con una forte componente Hack and Slash. Il team di sviluppo ha quindi preferito lasciarsi alle spalle il sistema ATB (Active Time Battle) che secondo loro era già stato esplorato completamente nei titoli precedenti. Era inoltre chiaro che il gioco sarebbe stato ambientato in un epoca medievale dark fantasy, ben lontana da quella degli ultimi capitoli, e che l’avrebbe esplorata fino in profondità.

In questo articolo andremo dunque a recensire minuziosamente gli elementi portanti di Final Fantasy XVI, valutando se l’attesa è valsa la pena, e se le promesse siano state mantenute. Imbarchiamoci allora per un viaggio verso le terre benedette di Valisthea e vediamo cos’hanno in serbo per noi.


Un addio ai combattimenti a turni

Final Fantasy XVI è stato, sin dal principio, concepito come un gioco d’azione in tutto e per tutto, distaccandosi completamente da quello che era il ben più comune sistema ATB e le sue molteplici variazioni. Seppure sia vero che, già da un po’ di tempo in realtà, Final Fantasy stesse tentando un approccio di gameplay decisamente più in linea con quello degli action moderni, è anche impossibile non notare quel qualcosa che ancora legava la saga al sistema di combattimento a turni dei vecchi tempi.

In questo caso, invece, parliamo di pura azione, più affine a quella di Devil May Cry 5 di Capcom o svariati titoli targati Platinum Games, come NieR o Bayonetta. È però chiaro che il cambio così repentino di uno stile di gioco che è sempre stato, in un modo o nell’altro, assolutamente distaccato da quella che è la complessità tipica degli hack ‘n’ slash, avrebbe lasciato molti videogiocatori smarriti.
Non a caso il team dietro Final Fantasy XVI ha incluso dell’equipaggiamento speciale, gli anelli, per rendere l’esperienza più agevole a chi preferisce un gameplay più semplice e guidato.


Visivamente spettacolare, ma non privo di lacune

Innanzitutto, per quanto sia impossibile non paragonarlo al già menzionato DMC5, in quanto il suo designer (Ryota Suzuki) ha curato personalmente il Combat System di FFXVI, quest’ultimo non presenta la profondità di gameplay della perla action di Capcom.
Nonostante si tratti di due tipi di gameplay molto vistosi e gradevoli all’occhio, quello di FFXVI risulta decisamente più semplificato rispetto ad hack ‘n’ slash come quelli citati poco fa, il che potrebbe essere una pecca per alcuni. Si tratta, però, di una scelta presa anche per dare spazio allo splendido comparto visivo, nella cui analisi degli spettacolari effetti grafici e animazioni fluide ci inoltreremo più avanti.

Dunque, anche chi non ha troppa dimestichezza con meccaniche del genere può tranquillamente godersi il gioco senza andare incontro ad un’eccessiva difficoltà, seppur sentendosi gratificato dalla bellezza visiva del tutto. Invece, chi è già abituato ad uno stile di gioco del genere potrebbe avvertire la presenza di alcune lacune, come la mancanza di attacchi direzionati dalla levetta di movimento o lo scarso numero di combinazioni di tasti e combo.


Meccaniche generali e abilità

Sin dai suoi primi momenti di gioco, FFXVI introduce il giocatore alla novità degli “Eikon“, potenti creature che possono essere incanalate dai “dominanti“, per usufruire delle loro abilità in combattimento. Il protagonista del gioco, nonché Lord Marchese, Clive, inizia incanalando il potere dell’Eikon Fenice ereditato dalla famiglia Rosfield, devota alla divinità protettrice.
Oltre agli attacchi di base (□), che possono essere potenziati dalle fiamme di Clive tenendo premuto il tasto, il giocatore avrà a disposizione altre due abilità fondamentali:

  • Magia Elementale (△): Ha le stesse proprietà dei colpi melee, in quanto può essere lanciata in raffiche o tenendo premuto il tasto corrispondente. Inoltre, se eseguita dopo ogni attacco fisico in una serie, può raddoppiarne il danno.
  • Abilità Eikon (O): L’abilità unica di ogni Eikon sbloccabile nel gioco. Nel caso della Fenice, per esempio, permette a Clive di avvicinarsi rapidamente ad un nemico lontano e continuare con un attacco consecutivo. Nessun’abilità è simile alle altre, e ognuna è capace di adattarsi bene al playstyle di ciascun giocatore.

Le abilità Eikoniche sono inoltre approfondite da un enorme albero abilità che comprende ben otto Eikon diversi tra cui scegliere, ognuno con le proprie peculiarità. I rami vengono sbloccati attraverso i PA (Punti Abilità) ottenuti sconfiggendo i nemici nelle battaglie, e ogni abilità può essere potenziata e padroneggiata grazie ad essi. Rimane però il fatto che il numero di PA ricevuti a seguito di una vittoria, che siano stati guadagnati normalmente o farmati, è sempre troppo basso per far provare un qualsiasi senso di gratificazione.

Per fortuna, però, questo problema è controbilanciato dal poter resettare qualunque acquisto effettuato nell’albero abilità e riutilizzare i propri punti per potenziare altri Eikon e creare build diversificate. Il gioco mette a disposizione tre diversi slot tra cui scegliere alla volta, a cui possono essere assegnati un Eikon e due abilità. Attraverso la padronanza infatti, un’abilità proveniente da un altro ramo può essere equipaggiata su quello selezionato, ma il processo può essere alquanto esoso, soprattutto per le mosse speciali.

Tutto questo viene unito per creare un combat system semplice ma efficace e, soprattutto, accessibile a più persone. Come detto in precedenza, il gioco non presenta però un grande livello di complessità, cosa che fa sì che gran parte delle combo siano in realtà una serie di semplici button-press e mosse concatenate. A seconda del giocatore, questo può essere considerato come un aspetto negativo, o risultare completamente indifferente, e dunque non alterare in nessun modo l’esperienza del titolo.


Equipaggiamento

La meccanica dell’equipaggiamento è uno degli elementi fondamentali negli RPG da praticamente sempre e non poteva mancare neanche in Final Fantasy XVI, seppure sia presente in maniera molto scarna. Ogni armatura, bracciali e accessori, armi incluse, impattano il gameplay nel modo più basilare possibile e non offrono effetti speciali tali da poter causare al giocatori dilemmi su cosa equipaggiare.

La scelta migliore sarà sempre quella di utilizzare qualunque item abbia statistiche più alte, indipendentemente dalla rarità o quanto ci sia voluto per crearlo, il che rende ridondante la meccanica stessa, che sembra infatti essere stata inclusa solo per non lasciare fuori uno staple degli RPG.
Si potrebbe dire lo stesso per diverse altre questioni, come le missioni secondarie, esclusivamente rilegate a fetchquest che rompono completamente il pacing del gioco e di cui il titolo avrebbe potuto tranquillamente fare a meno.


Per concludere, una delle aggiunte più eclatanti è sicuramente la possibilità di incanalare l’Eikon “Ifrit” e combattere nei suoi panni contro altre creature della sua stazza, in delle boss-fight dagli scenari mozzafiato e momenti al cardiopalma. Parliamo comunque di una delle ragioni per cui molte persone hanno acquistato Final Fantasy XVI in primo luogo, e su questo il titolo non delude.

Ogni volta che una di queste sezioni appare a schermo e il gioco fornisce al giocatore il controllo delle azioni di Ifrit, sbloccando di volta in volta sempre più mosse da eseguire, la scarica di adrenalina ricevuta dal mix di sceneggiatura, musiche ed effetti grafici che accompagnano il gameplay è incredibile. La costante evoluzione delle abilità di Ifrit, inoltre, non rende mai questi momenti ripetitivi e noiosi, nonostante siano già molto diversificati tra di loro.

Insomma, il gameplay di Final Fantasy XVI ha delle solide fondamenta che riteniamo sarebbero dovute essere esplorate ulteriormente e, purtroppo, delle meccaniche la cui assenza beneficerebbe il continuo generale dell’avventura. Tutto sommato, però, ci sentiamo di promuoverlo in questo campo dato che i lati positivi eclissano quelli negativi.


Una visione magistrale, realizzata altrettanto bene

Come in qualsiasi Final Fantasy, la componente narrativa gioca un gran ruolo nell’identità del titolo, che sin da quando è stato annunciato ha mostrato che ci sarebbe stata una grande enfasi su quest’ultima. Non a caso ci sentiamo di dire che la storia, con i suoi intrecci e personaggi carismatici, è probabilmente la parte migliore del prodotto.

L’atmosfera dark e matura del gioco, ambientato in un contesto fantasy medievale, i plot twist e persino la vasta quantità di informazioni di sfondo sono frutto di una visione degli scrittori completamente realizzata, che non si tira indietro dal mostrare una violenza cruda e i personaggi per ciò che sono: esseri umani.

A differenza dei cast formati da stereotipi di anime giapponesi che hanno contagiato la saga da ormai troppo tempo, tutte le figure che hanno un ruolo fondamentale nelle vicende vengono trattate come delle persone in carne e ossa, e non più come macchiette con un solo ruolo da svolgere. Insomma, è impossibile non ammettere che la narrativa di FFXVI non sia a dir poco magistrale. Ma di cosa tratta, quindi, il titolo?


Trama

Ambientata a Valisthea, terra baciata dalla benedizione dei Cristalli Madre, la trama segue le vicende di Clive Rosfield, membro di una famiglia nobile ormai decaduta. Dopo un evento disastroso riguardante l’Eikon “Fenice” avvenuto in adolescenza, ha vissuto una vita di persecuzione portandosi addosso il fardello di tutte quelle morti e distruzioni con la speranza di riuscire, prima o poi, a rimediare a quel disastro.

Nel mentre, le persone che per anni hanno pregato per i Cristalli e l’Etere che attirano, vivono un momento di caos per colpa della Piaga, una maledizione che sta colpendo a vista d’occhio il continente. Le grandi potenze sorte attorno alla Luce dei Cristalli, che temono la fine dei loro regni, si scontrano tra di loro in feroci battaglie per il dominio di quel poco Etere rimasto, nella speranza di fuggire dalla Piaga.

Ognuna di queste possiede un Dominante, umani capaci di trasmutarsi in Eikon (potenti esseri divini), esseri chiave nell’assicurarsi la superiorità nel conflitto, che in questo caso sono interpretazioni delle leggendarie creature della saga di Final Fantasy come Ifrit, Shiva, Ramuh, Bahamut, e molti altri.
I Dominanti non sono solo rilegati al ruolo di Eikon, però, in quanto sono veri e propri personaggi con le loro motivazioni di agire, raccontate con ineguagliabile maestria nella storia del gioco.

C’è chi invece si oppone ai conflitti e crede che i Cristalli abbiano plasmato la storia dell’umanità troppo a lungo. Tra questi, Cidolfus Telamon, leader di un gruppo di Portatori, persone discriminate dalla società a causa della loro abilità di controllare gli elementi nei cristalli, che ha creato un’Utopia in cui poter “morire alle proprie condizioni”, a cui si aggiungerà anche Clive nel corso della storia.

Si tratta di un’intreccio scritto in maniera eccezionale, in cui ogni cosa sta al proprio posto ed è realizzata ad uno scopo ben preciso. Le figure che interagiscono con Clive, e non solo, sono persone vere, genuine, con cui è possibile empatizzare anche nel peggiore dei casi, mentre i momenti più alti della storia sono resi migliori proprio dalla scrittura dettagliata e profonda di ognuno.


Le informazioni di sfondo favoriscono una enorme immersione

Per quanto male si possa parlare delle missioni secondarie a livello prettamente meccanico, una volta soffermati su ciò che effettivamente accade nel durante, è impossibile non notare la cura e la dedizione applicate per rendere interessante anche l’informazione più superficiale. Certo, se si saltano i dialoghi e le cutscene di queste missioni, l’esperienza complessiva sarà comunque più che ottima, ma approfondirle darà comunque molti spunti in più sul mondo di gioco e sulle relazioni tra i personaggi.

Inoltre, durante ogni scena animata sarà possibile usufruire di un compendio, che spiega in maniera dettagliata le relazioni, i luoghi e le backstory di FFXVI, offrendo spesso e volentieri delucidazioni importanti che la trama stessa non ha luogo per spiegare. Seppure non tutte le secondarie e non tutti i rapporti del compendio siano strettamente necessari, è comunque un’aggiunta sublime per chi ha intenzione di interessarsi all’intricata lore del titolo e valorizzare il lavoro degli scrittori nel produrla.


Affezionarsi al cast

Che si tratti di eroi o malvagi, FFXVI rende chiaro quanto importante sia una buona caratterizzazione, e questo splende nel fantastico cast principale di eroi e antagonisti, che presentano un’evoluzione costante per tutto il corso della trama. Non è strano se, una volta raggiunto il climax di quest’ultima, sarà difficile tenere a bada le emozioni in quanto l’attaccamento creatosi sia tra ogni personaggio, che tra questi e il giocatore, saranno talmente grandi da far provare almeno un po’ di dolore una volta che si dovrà abbandonarli, dopo i crediti.

Questo è reso possibile anche grazie al lavoro impeccabile dei doppiatori, tra cui Ben Starr (Clive Rosfield), Susannah Fielding (Jill Warrick) o ancora Ralph Ineson (Cid Telamon) e Christopher York (Gav), che hanno interpretato le loro linee di dialogo riempiendole di carisma ed emozione. Personalmente, riteniamo che si tratti probabilmente del miglior cast di personaggi che la serie abbia mai ricevuto, riconoscimento che si contende solo con un paio di altri capitoli del franchise.

L’intreccio narrativo di Final Fantasy XVI è dunque promosso a pieni voti e ci sentiamo di consigliare il prodotto a chiunque cerchi una storia interessante e ben scritta, con degli ottimi personaggi sia tra i protagonisti che gli antagonisti.


Un piacere per gli occhi

Essendo un titolo tripla-A del 2023, non c’è da aspettarsi niente di meno che uno spettacolo grafico, cosa che Final Fantasy XVI è senza ombra di dubbio. Uno dei motivi per cui la storia del gioco colpisce così bene è proprio la sua presentazione, con filmati paragonabili a quelli di un film con un budget multimilionario e che presentano animazioni dettagliatissime, modelli di una qualità altissima e texture altrettanto eccellenti.

La regia e la sceneggiatura, che sia per scene di vita quotidiana o battaglie all’ultimo sangue, sono state realizzate con una cura maniacale, assicurandosi che il titolo non solo raggiungesse le aspettative poste su di esso, ma le superasse anche. Una buona parte di questo lavoro va anche attribuita al team di Michael Christopher Koji Fox, che non si è limitato ad adattare il copione dall’originale giapponese, ma l’ha riscritto per un pubblico occidentale, preoccupandosi di trasformare al meglio le informazioni della versione nipponica.

Non solo si tratta di un ottimo prodotto a livello puramente grafico, ma anche a livello artistico. Lo stile del gioco è istantaneamente riconoscibile e tutti i personaggi, le strutture e gli ambienti aperti sprizzano non poca personalità. Soffermandosi esclusivamente sulle architetture di Rosaria all’inizio del gioco è possibile notare quanto intricate e dettagliate siano tutte le sue strutture, e lo stesso vale per i modelli dei personaggi. I character design sono diversificati tra di loro e ognuno presenta le sue peculiarità e piccoli dettagli, che fanno si che rimangano impressi nella memoria del giocatore per un lungo tempo.


Altrettanto superbo per le orecchie

Come non menzionare, infine, la soundtrack composta da Masayoshi Soken, che come di consueto ha prodotto dei veri e propri miracoli musicali che uniscono gli iconici leitmotif della soundtrack di Nobuo Uematsu al tocco personale di Soken, o remixano alcune vecchie tracce realizzate per il quattordicesimo capitolo sempre da quest’ultimo.

La soundtrack eleva alla perfezione qualunque momento del gioco e presenta numerosi stili musicali. Alcune menzioni onorevoli da fare vanno sicuramente a “Find the Flame” e “Away“, due temi musicali strettamente legati alla famiglia Rosfield.
Il lavoro dietro le musiche del gioco è strabiliante e non c’è da stupirsi, in fondo, che Final Fantasy XVI abbia vinto il premio per la miglior soundtrack ai The Game Awards di quest’anno.


Ottimizzazione

Il gioco presenta due opzioni grafiche, come è solito per i giochi di questa generazione. Per quanto riguarda la modalità grafica, il frame-rate è bloccato a 30 con cali davvero occasionali e una risoluzione di 1440p, che rende possibile fruire al meglio dei dettagli visivi del titolo, ma che raramente si abbasserà sui 1080p.
Un problema per alcuni potrebbe però essere la presenza di un forte motion blur, che non si ha la possibilità di disattivare dalle impostazioni.

Per quanto riguarda la modalità prestazioni, invece, il gioco abbassa la risoluzione e cerca di mantenere un frame-rate più alto. In questo caso la risoluzione è di un 1080p dinamico che scende spesso e volentieri a 720p, cosa che crea dei notevoli artefatti a schermo. Indipendentemente dalla zona, il gioco cercherà di raggiungere i 60 fotogrammi al secondo, ma generalmente si aggirerà attorno ai 40, se non meno. Il frame rate più alto può però aiutare chi ha problemi col motion blur, rendendo l’esperienza più fluida.

Essendo un’esclusiva, il titolo è stato giocato su PlayStation 5, anche se una versione per Microsoft Windows è stata ufficialmente annunciata per il rilascio nel 2024.


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Final Fantasy XVI
In conclusione
Final Fantasy XVI è un titolo che ha provato ad entrare in un territorio inesplorato per la prima volta, e che nonostante presenti notevoli problemi, ha comunque soddisfatto alla grande le nostre aspettative e ci ha tenuti incollati allo schermo per tutta la sua durata. La svolta di gameplay potrebbe non essere per tutti, ma ci sentiamo di raccomandare il prodotto a chiunque voglia provare un action solido e divertente, e con una storia appassionante.
PRO
Gameplay action fluido e reattivo
Storia intrigante e buonissimi personaggi
Ottima soundtrack, con una grande varietà di generi
CONTRO
Il gameplay poteva essere esplorato più a fondo
Scarsa ottimizzazione
Pacing della storia costantemente interrotto da attività secondarie
8.5
Voto