Nell’articolo di oggi parleremo di un progetto ancora in via di sviluppo che mira ad infondere linfa vitale ad un brand dalle importantissime radici storiche, Prince of Persia.
Pubblicato da Ubisoft ma sviluppato dal talentuosissimo team di Evil Empire a cui dobbiamo l’incredibile Dead Cells, The Rogue Prince of Persia è un’esperimento che pone le sue basi sul già comprovato successo del metroidvania Prince of Persia: The Lost Crown rilasciato lo scorso gennaio.
Ben consci di come il titolo sia ancora ben lontano dal rilascio ufficiale ma abbastanza soddisfatti dei risultati già ottenuti in questo Early Access, siamo pronti a condividere con voi le nostre impressioni!
Incipit e narrazione
Essendo ambientato nell’universo narrativo di Prince of Persia, questo titolo non si fa problemi nel ripescare personaggi e situazioni ormai maturate nei capitoli precedenti.
Si dà infatti per scontato che il giocatore possegga perlomeno una minima conoscenza del brand di riferimento ancor prima di approcciarsi a questo titolo.
Ad ogni modo, la trama si svolge intorno alla città di Ctesifonte, luogo che sta venendo assediato dal belligerante e violento esercito mongolo sotto la guida del capo Nogai.
Facendo utilizzo di magie oscure ed arti proibite, la furia del nemico non sembra arrestarsi di fronte a nulla ed il principe troverà molto utile il misterioso artefatto in grado di portarlo indietro nel tempo ad ogni morte.
Fra incontri ricorrenti e minacce sempre più aggressive, sarà nostro compito quello di scacciare l’invasore e riscattare l’orgoglio della città ormai in rovina.
Il gameplay
Un aspetto immediatamente riconoscibile ed apprezzabile di quest’ultima fatica di Evil Empire è sicuramente il gameplay nella sua resa complessiva.
Abbiamo infatti a che fare con un roguelike dai ritmi veloci e dal buon senso di progressione, la cui solida struttura di gioco viene retta da una serie di inserimenti classici ma non per questo meno efficienti.
Procedendo in maniera più o meno lineare attraverso scenari generati proceduralmente (ma ugualmente molto simili in base al loro particolare bioma), dovremo scontrarci con una varietà di nemici pronti a rispedirci al punto di partenza alla prima distrazione.
Diventa quindi ben chiara l’importanza degli scontri e dell’utilizzo corretto delle armi da mischia e da lancio a nostra disposizione, la cui diversità si dimostra molto rilevante per danni, portata e velocità.
Altrettanto importante è il sistema di movimento, fondamentale non solo per le costanti fasi platform ma anche per l’acquisizione del giusto flow durante i combattimenti.
Assieme alle varie armi che potremo trovare nelle chest o negli shop nascosti nelle varie mappe, i medaglioni permettono al giocatore di potenziarsi in maniera passiva o attiva a seconda delle scelte e del posizionamento di questi ultimi negli appositi slot.
Uno dei più grandi dubbi in tal senso rimane il bilanciamento di questi equipaggiamenti, che alternano scelte estremamente potenti ad altre quasi inutili e molto situazionali.
Assolutamente degne di menzione anche le bossfight, non molte al momento della scrittura di questa anteprima ma comunque divertenti e promettenti in prospettiva di futuri inserimenti da parte del team di sviluppo.
Apprezzabile anche il lavoro svolto sulla realizzazione dell’HUB che ci ospiterà ad ogni nuovo tentativo, completo di NPC enigmatici e di alcuni piccoli segreti con cui stuzzicare i giocatori più attenti.
Nel suo stato attuale, il titolo fatica ad offrire una quantità di contenuti che possano ampliarne sufficientemente la longevità, che si attesta inevitabilmente sulle 4/6 ore a seconda dei nostri tentativi.
Una tale mancanza, specialmente quando si parla di un gioco appartenente al genere roguelike, tende giustamente ad allontanare una grossa fetta di utenti dall’acquisto, confidiamo tuttavia che gli sviluppatori espandano su queste fondamenta ad un ritmo elevato e costante.
Comparto artistico e tecnico
Un aspetto chiave di questa produzione indie è sicuramente riscontrabile nel suo aspetto visivo, davvero unico del suo genere ed inaspettatamente molto apprezzabile.
Mentre i ritratti dei personaggi appariranno disegnati in maniera stilizzata durante i dialoghi, il gioco in sè fa uso di un peculiare stile 3d molto rudimentale accompagnato dall’utilizzo di un leggero cel-shading nei contorni.
Se l’effetto non è particolarmente convincente dagli screenshot, rende molto bene durante le effettive fasi di gameplay, riuscendo a ricordare tra l’altro il classico stile rappresentativo delle culture dell’antica Mesopotamia.
Molto belle anche le ambientazioni, di cui abbiamo apprezzato in modo particolare l’utilizzo creativo dei colori sempre accesi e vivaci.
Ancor di più abbiamo apprezzato la soundtrack realizzata da ASADI, artista persiano noto nel panorama trap locale, che si è prodigato nella realizzazione di tracce dai ritmi incessanti e del tutto inaspettati da un titolo di questa serie.
Potete ascoltare l’OST attualmente presente nel gioco su Spotify, Youtube e sulle varie piattaforme dedicate:
Conclusioni
Pur avendo apprezzato molto il contenuto attualmente disponibile in questo accesso anticipato, è chiaro che la strada da percorrere è ancora lunga per il talentuoso team di Evil Empire.
Fra strade interrotte, piccoli errori e serie incertezze di bilanciamento, The Rogue Prince of Persia promette molto e noi, conoscendo molto bene le menti creative dietro al progetto, siamo pronti a dargli tutta la nostra fiducia.
Se siete in cerca di un titolo roguelike divertente e che continuerà a venire trasformato nel corso dei prossimi mesi, il ritorno del leggendario principe in veste indie potrebbe fare al caso vostro!
Ringraziamo Keymailer ed Ubisoft per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa anteprima.
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