Monster Hunter è una serie che non ha bisogno di presentazioni e, specialmente da quando il pubblico di massa è stato travolto da Monster Hunter World nel lontano 2018, la saga rimane sulla bocca di tutti per merito anche dell’imminente Monster Hunter Wilds.
Non molti sanno però che nel 2017 un titolo spin off si era fatto largo sul 3DS, riscontrando già ai tempi un discreto successo nonostante si staccasse in maniera evidente dalla formula ben rodata dei capitoli principali, parliamo ovviamente di Monster Hunter Stories, che torna a far parlare di sé grazie a questa remaster.


Incipit Narrativo

In Monster Hunter Stories non interpreteremo il solito cacciatore bensì un Rider, cioè un avventuriero che grazie a rituali antichi, riesce a legare con i mostri arrivando ad instaurare un’amicizia tanto profonda da lottare assieme come un’unica forza.
La storia inizia con il nostro protagonista (completamente personalizzabile da aspetto a nome), che si aggira per il folto bosco che circonda il suo villaggio accompagnato da due dei suoi migliori amici, Cheval e Lilia.

Durante la loro scorribanda, il giovane trio trova un uovo di Rathalos e dopo aver compiuto un rituale improvvisato, con la sorpresa di tutti riescono a farlo schiudere.
Il nostro protagonista lega immediatamente con il cucciolo appena nato, che lascia di stucco i suoi due amici, sotto consiglio di Lilia quindi, daremo il nome di Ratha al nostro primo mostro e ci dirigeremo nuovamente a casa.

Al nostro arrivo tuttavia troveremo il villaggio sotto attacco da parte di un feroce Nargacuga, portato alla follia da un morbo nero sconosciuto.
Tra fiamme e disperazione, il trio perderà una persona molto importante ed il destino dei tre giovani ragazzi cambierà per sempre.
La narrativa di Monster Hunter Stories si presenta in un modo davvero interessante, le scene divertenti saranno un’infinità ma saranno spesso inframezzate da momenti toccanti e profondi, presentando quindi un perfetto mix tra leggerezza e serietà che difficilmente ci si aspetterebbe da un titolo puntato al pubblico dei più giovani.

Raider e Cacciatore, due facce della stessa medaglia.

Ci prendiamo questo piccolo spazio per approfondire il mondo di gioco ed alcuni dei temi che la storia cerca di trattare con un certo successo.
La saga di Monster Hunter non si è mai concentrata troppo sulla propria narrativa, almeno non fino ai titoli più recenti, la maggior parte degli avvenimenti venivano infatti estrapolati dai giocatori grazie a diari in gioco e piccole descrizioni delle cacce disponibili.

Insomma, per anni l’unica vera rappresentazione di come funzionassero il mondo e le città di questa meravigliosa serie erano stati brevi filmati introduttivi e dialoghi scarni, con Stories possiamo finalmente venir completamente immersi nella vita dei cacciatori guardandola dall’esterno con gli occhi di un Rider.
La cura per i dettagli è a dir poco maniacale; vedere come il compagno Felyne di un cacciatore gli sistema casa e come vengono smistate le missioni è un sogno sogno ad occhi aperti per chi ha passato del tempo a fantasticare sulle piccolezze di questo contesto narrativo.

Impossibile poi non aggiungere che gli NPC sono estremamente curati, se alcuni possono sembrare macchiette, la loro personalità spicca in diversi punti della storia e persino le persone che si incontrano semplicemente a zonzo per i diversi villaggi che visiteremo, cambieranno frequentemente dialogo in concomitanza ad avvenimenti importanti di trama.
Monster Hunter Stories si rivela quindi uno spin off di tutto rispetto, che svetta accanto ai titoli della serie principale, e che convive in sintonia con le opere da cui deriva proprio come fanno Cacciatori e Rider.


Gameplay

Monster Hunter Stories è un JRPG con chiari rimandi a serie ben più famose nel genere, come ad esempio Pokémon, in cui dovremmo schiudere, addestrare e crescere i mostri con cui affronteremo le nostre avventure.
In ogni caso, la personalità e l’uso intelligente delle meccaniche proposte rendono il titolo capace di camminare sulle proprie gambe senza risultare per niente derivativo o già visto, anzi, grazie ad un ottimo bilanciamento delle sfide proposte ci troveremo ad essere sorpresi in positivo persino dopo decine di ore di gioco.

Sistema di combattimento

Durante i combattimenti scenderemo in battaglia con una squadra di cinque mostri, con moveset e statistiche liberamente personalizzabili, ma che combatteranno solamente uno alla volta al nostro fianco.
Potremmo decidere ogni turno se usare un oggetto, cambiare mostro in campo, sfruttare abilità speciali dei nostri compagni o attaccare con il nostro Rider scegliendo tra tre tipi di colpi diversi.

Il tutto ruota in sostanza attorno ad un classico sistema simile a carta, sasso e forbici, che viene sostituito da attacchi potenti, tecnici o veloci.
Quando il mostro avversario ci attacca entreremo in un testa a testa, e nel caso avessimo scelto il tipo di colpo giusto per contrastarlo, avremo la meglio infliggendo danni aggiuntivi e ricevendone di ridotti.

I nostri compagni al contrario agiranno quasi sempre di testa loro se non useremo il nostro turno per impartirgli ordini, quindi è sempre importante tenere a mente le tendenze dei mostri che usiamo e che tipi di attacco hanno a disposizione in modo da non sprecare turni importanti.
Nel caso riuscissimo a vincere diversi testa a testa, riempiremo una barra legame che ci permetterà di salire in groppa al mostro scelto, dandoci inoltre la possibilità di scegliere liberamente il tipo di attacco da usare e sbloccando la possibilità di usare un’incredibile mossa finale unica.

Un sistema che parte da una semplice base ma che chiederà al giocatore di usare ogni arma e strategia a sua disposizione nelle fasi finali dell’avventura, la sfida infatti è ben distribuita nel corso delle decine di ore di gioco e non risulterà mai nè troppo semplice nè ingiusta.

Schiudere le uova.

Altra meccanica principe ovviamente è ottenere mostri, ma come funziona?
Al contrario della classica cattura, in Monster Honter Stories dovremmo esplorare vaste aree di gioco in cerca di tane di mostro che si presentano in tre varianti di colore, in base al quale cambia la rarità ed il tipo di mostri che troveremo al suo interno.

Una volta entrati in una tana, ci troveremo all’interno di quello che è a tutti gli effetti un piccolo dungeon di poche stanze al termine del quale potremmo incontrare una madre a guardia delle proprie uova.
Avendo messo le mani sul bottino, il nostro compagno Felyne Navirou ci comunicherà peso e profumo dell’uovo, dandoci piccoli indizi che ci indicano quanto performante sarà il mostro che abbiamo appena trovato.
Sicuri della nostra scelta, potremmo quindi tornare in uno degli accampamenti del mondo di gioco e schiudere le uova che ci portiamo dietro per infoltire i ranghi del nostro party.

Imparare a riconoscere i diversi tipi di uova e a che mostro appartengano tramite i pattern del guscio è davvero divertente, ma anche per i giocatori più impazienti e che vogliono un mostro specifico ad ogni costo, è possibile usare le sfere pittura per marchiare la nostra preda e seguirla fino al proprio nido, in modo da avere l’uovo del nostro avversario praticamente garantito.

Esplorazione

Le mappe esplorabili ci apriranno davanti i paesaggi più disparati, da laghi vulcanici a tundre gelate, presentando biomi del tutto diversi tra loro ma che abbiamo già visto parecchie volte nella serie di Monster Hunter.
Assoluta novità del titolo è la possibilità di saltare in groppa ai mostri volanti o a quelli marini per poter esplorare i cieli e i mari, aprendo una verticalità nelle zone esplorabili non indifferente e presentando nuovi punti di vista da cui ammirare i panorami delle zone che esploreremo.

Durante il nostro vagabondare comunque, ci si presenteranno spesso degli ostacoli che dovremmo superare per raggiungere golosi collezionabili o per andare avanti con la trama.
In questo caso dovremo trovare il tipo di mostro giusto per cavarci fuori dall’impiccio e la risposta non sarà sempre scontata come sembra.


Comparto artistico e tecnico

Il comparto artistico è semplicemente incantevole, lo stile usato per i personaggi e il loro modelli è perfetto per il tipo di storia che ci viene presentata, Monster Hunter Stories ha un identità riconoscibile a colpo d’occhio e lo dimostra perfettamente con i suoi character design.
Inoltre, la remaster svolge tutto ciò che si chiede ad un progetto di questa tipologia, i modelli poligonali sono stati rifatti, le ambientazioni sono state arricchite di dettagli e l’illuminazione è stata ripensata completamente per risultare più dinamica e atmosferica.

Sono stati aggiunti inoltre due nuovi doppiaggi che coprono praticamente tutte le linee di dialogo del gioco, ed un piccolo museo interno in cui poter ascoltare le OST e visionare le art dei personaggi.
A livello tecnico si è fatto un buon lavoro, non avendo riscontrato pesanti cali di frame e, nonostante il gioco sia stato pensato in origine per il piccolo schermo, riesce ad avere il suo colpo d’occhio anche su pannelli più grandi senza sacrificare la leggerezza.

Anche le OST sono molto godibili, con riarrangiamenti di alcune delle colonne sonore più famose della saga di Monster Hunter e con l’introduzione di nuovi brani molto toccanti e dolci.
Un po’ meno curate sono le musiche di battaglia che non risultano troppo memorabili ma offrono un sottofondo decente alle sequenze più concitate.


Ringraziamo Plaion per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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Monster Hunter Stories (PC)
In conclusione
C’è poco da aggiungere, se non avete avuto il piacere di affrontare questa avventura nel 2017 è arrivato il momento di rimediare e questo è il modo migliore di farlo. Questa remaster è senza ombra di dubbio il modo definitivo di godersi una storia passata sotto i radar di molti e persino un punto di partenza più che legittimo per affacciarsi su un universo narrativo che ha alle spalle anni e anni di approfondimento.
Pregi
Ottimo comparto artistico
Trama accattivante per quanto semplice
Sistema di combattimento intuitivo e profondo
Difetti
Musiche di battaglia blande
9
voto

Di Emanuele Annunziata

Cresciuto a pane e videogames, amante dei Survival horror e anime anni ottanta. Particolarmente interessato a tutti i vecchi giochi che oramai sono finiti nel dimenticatoio.