Quest’oggi andremo a parlare di un capitolo principale della celebre saga di Monster Hunter, nato per la console portatile di Nintendo e successivamente portato su PC il mese scorso.
A differenza di Monster Hunter Stories 2, precedente collaborazione fra la nostra redazione e Capcom, quest’ultimo capitolo non si discosta troppo dalle iterazioni più datate della serie, limitandosi invece a proporre varie modifiche alla quality of life e alla formula di gioco che risultano in un sostanziale cambio di ritmi.
Se infatti World appariva come “il Monster Hunter next gen” destinato alle console domestiche, Rise per la stessa natura della piattaforma mobile per cui è stato concepito risulta essere più “arcade” e veloce nei ritmi di gioco.
Ma al fronte di una community sempre più esigente, riuscirà Capcom a non tradire le aspettative?
La trama
– La main quest –
Monster Hunter Rise ci mette nei panni di un abitante del piccolo villaggio di Kamura che, interessato a diventare un cacciatore, viene incoraggiato dalle interessanti personalità che lo animano a partire all’avventura per difendere le sorti dei suoi concittadini (e dell’umanità).
La sensazione è che, nonostante la presenza di un cast tutto sommato memorabile, le vicende risultino meno importanti ed epiche di quelle narrate dei precedenti capitoli, mettendo la trama in secondo piano in un titolo che chiaramente punta a tutt’altro sin dall’inizio.
Le cutscenes sono poche ma ben realizzate e tendono spesso a dare spazio a delle semplici finestre di dialogo attraverso cui ci verrà indicato come avanzare nella trama una volta raggiunto l’obiettivo precedente.
Se c’è una nota di merito da poter esprimere riguardo questo specifico aspetto è sicuramente la fluidità con cui scorrono gli eventi, caratteristica che in questa particolare iterazione della saga appartiene al gameplay tanto quanto al comparto narrativo.
Come è lecito potersi aspettare da un Monster Hunter, il compimento della trama principale rappresenta solo l’inizio di qualcosa di molto più longevo e che da sempre caratterizza la saga, tuttavia il solo svolgimento delle quest proposte offre da sé una discreta longevità di ben 40 ore (almeno nel nostro provato).
E’ forse in funzione di questa continuità post crediti che il gioco si rivela fortemente incentrato sulla cooperazione con gli altri cacciatori nonostante la trama non ne lasci mai trasparire l’intervento dando tutti i meriti al singolo protagonista.
Per quanto concerne la longevità, potremmo considerare il pacing accelerato fondamentale per la riduzione di quest’ultima rispetto al predecessore, che pur intrattenendoci per una decina di ore in più ci aveva mostrato una varietà di mostri non molto superiore a quella di Rise.
– Secondarie e Terziarie –
Come accennato in precedenza, la trama principale non è che l’inizio dell’avventura, che propone invece una varietà eccellente di attività da poter svolgere.
Non è raro infatti ritrovarsi ad accettare incarichi secondari dagli NPC di Kamura, che attraverso dei brevi di dialoghi di contesto ci indirizzeranno verso una caccia o una missione di raccolta in cambio di materiali o di schemi di costruzione.
Una certa rilevanza fra le secondarie è ottenuta dalle missioni villaggio, da svolgere in giocatore singolo e caratterizzate anch’esse da una trama più articolata delle altre, a tal punto da presentare dei titoli di coda separati dal resto del gioco.
Fra gli altri esempi di missioni opzionali abbiamo le quest di addestramento, le richieste, le consegne, l’arena, le quest evento e le quest furia.
Appare sin da subito evidente che nonostante ci sia effettivamente una certa varietà di opzioni a livello strutturale, le attività da svolgere non siano poi tanto diversificate in quanto ci troveremo quasi sempre a dover abbattere un mostro nelle stesse mappe già esplorate nella trama.
Se lo svolgimento della maggior parte delle missioni elencate risulta facilmente intuibile dal nome, le quest furia rappresentano una nuova introduzione di dubbio spessore all’interno delle attività offerte dal titolo.
Si parla di una sorta di ibrido tower defense in cui saremo piazzati a difendere l’entrata del villaggio servendoci della potenza di fuoco di cannoni, balestre e altri marchingegni disponendo inoltre di una quantità infinita di respawn.
Nel combattere le orde di mostri ci siamo però accorti di quanto il tutto risulti blando rispetto alle missioni più tradizionali, ricadendo il più delle volte in una confusione di colpi ed esplosioni che non lascia alcun spazio al divertimento e che non da al giocatore ciò che dovrebbe cercare se intenzionato ad acquistare un gioco di questa serie.
Il gameplay
– la navigazione della mappa –
Il core di ogni Monster Hunter è sempre stata la caccia, e in questo capitolo Capcom ha saputo sottolinearlo più di quanto lo avesse già fatto con l’incredibile successo del titolo precedente.
Dovendo partire dall’idea di un Monster Hunter tecnicamente leggero e scalabile, in grado di girare senza particolari problemi su una macchina poco performante come la Nintendo Switch, Capcom ha dovuto rinunciare alla creazione di mappe enormi e dettagliate che in World si erano caratterizzate per il costante senso di verticalità offerto al giocatore per far spazio ad una struttura più semplice e lineare.
Il risultato è quindi un ambiente più ristretto, facilmente navigabile in pochi minuti grazie all’introduzione del mount Canyne, fedele amico a quattro zampe con la doppia valenza di mezzo di trasporto e di attaccante durante la caccia dei mostri.
Questa introduzione presenta a tutti gli effetti un gigantesco cambiamento nei ritmi di gioco, che vedendo completamente rimossa l’attività di ricerca della preda che tradizionalmente precedeva il combattimento, si concentra quasi totalmente sull’inseguimento dell’obiettivo e sulla fase di cattura.
Tuttavia il Canyne non è l’unica introduzione ad aver sensibilmente influenzato la navigabilità degli ambienti, gli insetti filo permettono infatti al giocatore di compiere salti enormi e di raggiungere luoghi sopraelevati in pochi attimi e con l’impiego di una semplice combinazione di tasti.
Una tale libertà di esplorazione ha permesso anche di semplificare la ricerca di risorse nella mappa, utili nella costruzione di nuovi armi, armature e gioielli o per craftare pozioni e strumenti fondamentali nella caccia.
– il combattimento –
Il combattimento di Monster Hunter Rise è di gran lunga l’elemento più importante dell’esperienza e in quanto tale Capcom ha saputo dargli la giusta attenzione.
Ci troviamo infatti di fronte ad una versione più frenetica di quanto offerto dai titoli precedenti e che riesce, pur mantenendo la tecnicità che ha sempre contraddistinto la serie, a risultare più approcciabile dai nuovi giocatori e in generale più divertente sotto tutti i punti di vista.
In particolare l’introduzione degli insetti filo rappresenta un veri e proprio game changer, in quanto non solo permette di coprire larghe distanze in pochi secondi per schivare o colpire il nemico, ma permette anche l’utilizzo di attacchi inediti e combo devastanti per ogni tipologia di arma, rivelandosi il più delle volte la carta vincente del giocatore.
La grande varietà di armi a disposizione del giocatore è rimasta invariata, offrendo la giusta scelta per ogni tipo di giocatore a prescindere dal ruolo di supporto o di attacco. Come sempre alcune di queste risultano più difficili da padroneggiare ma con la giusta dedizione possono rivelarsi devastanti e soprattutto divertenti all’utilizzo.
L’aggiunta di queste meccaniche unite ad un buon bilanciamento dell’esperienza ha reso il tutto estremamente più veloce nello svolgimento, portando la durata delle missioni ad una media molto più bassa di quanto ci saremmo aspettati avendo giocato i capitoli precedenti.
In questo caso è bene sottolineare che quest’ultima particolarità potrebbe non essere considerabile oggettivamente un punto a favore per la produzione Capcom, tuttavia nel nostro caso abbiamo trovato questa scelta più che gradita al netto delle considerazioni sulla console di appartenenza come già menzionato nella prefazione dell’articolo.
Ciò che però risulta innegabile è il fatto che queste modifiche abbiano reso il gioco più semplice, specialmente per i giocatori esperti che aspettano tutt’ora l’introduzione di mostri più impegnativi con l’arrivo delle prossime espansioni.
In sostanza se siete nuovi giocatori vi troverete piuttosto bene seguendo il percorso di difficoltà crescente messo a punto da Capcom, mentre se siete in cerca di una vera sfida potreste rimanere delusi o potreste ritrovarvi ad attendere un endgame degno di questo nome bloccato dietro il prezzo della prossima espansione.
– Armi, armature, shop, NPC –
Come ogni buon RPG che si rispetti, Monster Hunter Rise offre un’enorme varietà di armi e armature craftabili ottenibili utilizzando il loot dei mostri che impareremo a cacciare nel corso del gioco, proponendo al giocatore collezionista un parco giochi dalle potenzialità straordinarie.
Con queste premesse Rise riesce ad offrire un’ottima esperienza per chiunque si voglia gettare nella sperimentazione delle build, anche grazie a meccaniche come il fioretto e i gioielli che con determinati bonus e abilità inedite permettono un migliore approccio al proprio stile di gioco.
A rendere il tutto ancora più profondo è la presenza dello shop delle armature e delle armi anche per i due pet che il giocatore può portarsi durante la caccia, il Canyne e il più classico Palico a cui World ci aveva abituato, entrambi molto utili e improntati a diverse tipologie di supporto in combattimento.
Altri NPC rilevanti sono i mercanti, uno che si occupa di merci più comuni e di prima necessita (oltre che della creazione di talismani) e uno per le merci rare che comprendono le decorazioni per l’abitazione del nostro cacciatore.
E’ presente inoltre una parte di hub interamente dedicata ai pets, che se disponibili e non presenti nella nostra attuale selezione possono essere inviati in missione in cerca di materiali o semplicemente lasciati all’allenamento.
Ulteriore importanza viene data ad Hinoa e Minoto, con cui potremo interagire per accedere alle quest, i Felyne responsabili della mensa, attraverso cui potremo attivare una serie di bonus e abilità prima di partire per la caccia e tutti gli altri NPC del villaggio che pian piano ci affideranno le loro richieste in cambio di svariate ricompense.
Comparto audiovisivo
– Stile grafico e game design –
Ciò che salta immediatamente all’occhio passando da Monster Hunter World del 2018 a questo porting di Rise è l’inevitabile downgrade grafico che ha colpito la produzione a causa dell’esclusività temporanea sulla console Nintendo.
In corrispondenza di una tale scelta di pubblicazione ci saremmo aspettati l’adozione di uno stile grafico stilizzato come è accaduto ad esempio con Monster Hunter Stories 2 che abbiamo avuto modo di recensire in precedenza, tuttavia Capcom ha optato in questo caso per uno stile quasi totalmente realistico che inaspettatamente non ha minimamente sfigurato.
Sia chiaro, Mh Rise anche in versione PC non è spettacolare, ma le sue limitazioni sono più che visibili nella struttura, nella sparutezza e nella limitatezza in termini di dimensioni delle mappe piuttosto che nella risoluzione delle texture o nella densità poligonale dei modelli.
Con tutta onestà non possiamo che ritenerci stupiti del lavoro di ottimizzazione che Capcom ha dovuto attuare anche solo per portare alla luce la versione originale del gioco, che se confrontata con altri titoli esclusivi Nintendo di ultima uscita mantiene comunque una qualità tecnica di gran lunga superiore.
– Il porting su PC –
Il porting PC di Monster Hunter Rise è risultato impeccabile per l’intera durata del nostro provato, risultando privo di crash o di qualsivoglia errore grafico e mantenendo i 144FPS fissi in 4k con i settaggi massimi (RTX 3080, I9 10850K).
A questo proposito non ci sentiamo di poterci lamentare delle impostazioni grafiche, che seppur non troppo approfondite offrono al giocatore un ottimo grado di scalabilità per chi cerca le performance e, per chi desidera spremere al massimo l’engine, offre la presenza di un buon antialiasing quale il TXAA+FXAA.
Unica nota di demerito per l’assenza di nuove tecnologie emergenti quale il DLSS di Nvidia e l’AMD FSR che avrebbero rappresentato un ulteriore boost alle performance.
Molto buono il supporto alle periferiche di gioco che include anche il dualsense dell’ultimissima console Sony nonostante il rilascio del gioco non sia previsto su quest’ultima.
– Comparto sonoro –
Il comparto sonoro dei vari Monster Hunter ha sempre mantenuto una qualità molto alta e questo titolo non fa alcuna differenza in tal senso, proponendo tuttavia un tipo di musica molto diverso da quella di timbro epico del suo predecessore, prediligendo invece le melodie di stampo orientale.
https://youtu.be/piR1rZtvKI4
Monster Hunter Rise è acquistabile su Steam al prezzo pieno di 59,99€ al seguente link:
https://store.steampowered.com/app/1446780/MONSTER_HUNTER_RISE
Ringraziamo Capcom e Koch Media per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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