I giochi Lego hanno rappresentato per tanti di noi una importante fetta di infanzia, da sempre caratterizzati da una marcata ironia innocente e dall’incredibile cura e rispetto per i dettagli cari ai fan dell’opera di riferimento.

Questo particolare titolo ha avuto l’arduo compito di soddisfare un pubblico di appassionati ormai reduci della conclusione della storica saga, almeno da un punto di vista strettamente cinematografico, che non smette però di influenzare la quotidianità con la sua ormai affermata rilevanza mediatica.


– La trama –

“tanto tempo fa in una galassia lontana lontana”

LEGO Star Wars si occupa in maniera impeccabile di portare ad una risoluzione definitiva il desiderio dei fan di Star Wars di rivivere i momenti cruciali di ciascun film in veste LEGO, non tralasciando sostanzialmente nulla di cruciale e tessendo un riassunto convincente e piuttosto semplice da seguire ed apprezzare da chiunque.

La cura nella realizzazione di ciascun capitolo della storia e la varietà di luoghi che sarà possibile esplorare proseguendo con il filone narrativo è ciò che maggiormente lascia stupiti nell’analizzare l’opera nella sua interezza.

Tralasciando (per il momento) il grande traguardo grafico raggiunto dal team con la realizzazione tecnica degli ambienti, possiamo spendere delle ottime parole nel lodare la cura per i piccoli dettagli di trama, fra oggetti, scenette comiche e dialoghi, appositamente create per colpire al cuore gli appassionati e dare un’ulteriore spinta al giocatore verso la ricerca di segreti.

Degna di menzione anche la scelta, abbastanza rischiosa, di doppiare i personaggi (anche in italiano), prendendo una decisione del tutto opposta a quella della precedente iterazione LEGO pubblicata nel 2007, in cui i personaggi emettevano soltanto dei simpatici suoni a testimonianza delle loro emozioni.

Le cutscenes sono tantissime, ricche di ironia e di riferimenti e siamo sicuri che sapranno strappare un sorriso nonostante la comicità fin troppo innocente che le caratterizza costantemente nel corso dell’intera avventura.

 – Quest secondarie –

Nel precedente capitolo abbiamo avuto modo di menzionare la presenza di piccoli dettagli che rendono la trama più complessa ed efficace e le quest secondarie sono senz’altro un mezzo comunicativo importante sotto questo punto di vista.

Queste ultime vengono infatti inserite allo scopo di raccontare aneddoti e allo stesso tempo premiare il giocatore con collezionabili e segreti che potranno servire per sbloccare abilità o nuovi personaggi una volta completata la sezione di gioco.


– Gameplay –

“like my father before me”

Creare un sistema di combattimento soddisfacente è da sempre l’ostacolo principale per qualsiasi team impegnato nello sviluppo di un titolo targato Star Wars che si ponga l’obiettivo di proporre un mix fra l’arma bianca e il più classico shooter.

Questa volta pare che il team di TT Games abbia puntato su qualcosa di più tecnico che rimane tuttavia privo di profondità e che nonostante gli sforzi creativi tende troppo spesso a favorire il button smashing privo di impegno.

Il risultato è un titolo veramente facile da completare, a volte quasi ridicolo nella risoluzione degli eventi ma che rimane comunque difficile da criticare in quanto destinato ad un pubblico estremamente vario in termini di età e reattività al videogioco.

Va apprezzata anche la presenza di una modalità di combattimento specifica quando il nemico viene trattato come boss, tendenzialmente più guidata ma più complessa a causa della necessità costante di schivare e switchare il ruolo fra i personaggi giocabili.

Se dovessimo in qualche modo trovare qualcosa che ci ha colpito positivamente nel gameplay di questo titolo si tratterebbe proprio della grande differenziazione di stili di gioco che può essere osservata nello switchare fra i vari tipi di personaggi, fra droidi, villain, eroi con spada laser o blaster.

Switch che appare fondamentale durante l’esperienza in quanto non è raro che al fine di proseguire nell’esperienza venga richiesto l’utilizzo di una caratteristica propria di un tipo di personaggio, il più delle volte di droidi in grado di sbloccare le porte tramite semplici minigiochi.

– L’esplorazione, il pacing e le abilità –

La presenza di un enorme numero di location da parte di tutte e tre le trilogie della saga rende il gioco incredibilmente vasto e ricco di occasioni per gli sviluppatori di nascondere collezionabili e chicche per i giocatori più attenti.

Collezionabili che sicuramente non si limitano a rimanere un futile numero statistico, garantendo come già detto in precedenza la possibilità di provare nuovi personaggi unici e di sbloccare nuovi veicoli iconici con le rispettive varianti.

Tutti elementi di cui il gioco giova non poco considerando che una gran parte delle sezioni di gameplay consisterà nel muoversi da un punto A ad un punto B della mappa, rendendo l’esperienza piuttosto piatta e ripetitiva se non si intende girovagare a lungo nelle ambientazioni proposte.

Da questo punto di vista potremmo dire che TT Games ha compiuto un discutibile passo indietro rispetto al titolo precedenti, che erano invece molto più lineari al fine di garantire un pacing più scorrevole al costo dell’immediatezza di esplorazione delle location nella fase post-campagna.

La ripetizione di queste sezioni diventa indubbiamente un elemento fondamentale dal momento in cui le mappe sono disseminate di indovinelli e segreti risolvibili soltanto tramite l’utilizzo di uno specifico tipo di personaggio che il giocatore non possiederà durante la prima esperienza in blind.

Ulteriore elemento fondamentale del gameplay risulta essere quello dell’albero delle abilità, straripante di piccoli bonus generici e specifici che puntano al facilitare l’esperienza di gioco e ad aprire nuove strade in termini esplorativi.


– Comparto Tecnico –

Non mi piace la sabbia…

Elemento di assoluta sorpresa è stato l’eccellente comparto tecnico del titolo che ci ha stupito sotto ogni aspetto con dettagli di cui mai e poi mai avremmo pensato di poter godere in un gioco del brand.

Non parliamo infatti soltanto dell’incredibile qualità dell’illuminazione, delle ottime texture e del discreto lavoro di ottimizzazione ma anche della presenza di piccolezze come le impronte cubiche sul fango, lo scorrere del vento fra le foglie di mattoncini e tante altre finezze di tipo tecnico tante volte assenti in titoli che puntano al totale realismo.

Impressionante anche il lavoro svolto nella realizzazione dei modelli e delle rispettive animazioni, così tanti eppure così curati da far rabbrividire al pensiero della mole di lavoro necessaria alla loro creazione.

Volendo spendere qualche parola in più sulle performance della versione PC, abbiamo notato dei cali di frame in alcuni specifici segmenti di gameplay che richiedevano la renderizzazione simultanea di più ambienti laddove il gioco ha mantenuto i 144fps fissi durante tutto il resto della campagna con una RTX 3080 ed un i9 10850k.

Altri piccoli difetti degni di nota sono il bilanciamento della UI rispetto allo schermo condiviso con un altro giocatore, feature sempre ben accetta ma questa volta di difficile utilizzo, specialmente su una piattaforma “da scrivania” come si potrebbe definire il pc piuttosto che le console casalinghe.


LEGO Star Wars: The Skywalker Saga è acquistabile su Steam al prezzo pieno di 49,99€ al seguente link:

https://store.steampowered.com/app/920210/LEGO_Star_Wars_La_Saga_Degli_Skywalker/

Ringraziamo Warner Bros e TT Games per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.