CYGNI: All Guns Blazing, sviluppato dal team scozzese KeelWorks e pubblicato da Konami, mira a rilanciare il genere degli shoot’em up a scorrimento verticale, combinando un comparto visivo di altissimo livello con meccaniche di gioco ispirate ai classici del passato.
Ma oltre la sua affascinante presentazione, il gioco riesce davvero a mantenere le promesse fatte ai fan del genere? Esaminiamolo nel dettaglio nella nostra recensione, sezionandolo e analizzando gli elementi che lo compongono.
LA STORIA
CYGNI: All Guns Blazing ci trasporta in un universo sci-fi dove l’umanità si trova ad affrontare una minaccia aliena imponente nei panni di Ava, una giovane pilota determinata e pronta a combattere a bordo della sua navicella contro ondate di creature biomeccaniche, risvegliate dopo un lungo sonno sul pianeta Cygni.
Il gioco introduce questo mondo attraverso alcune cutscene ben curate, che riescono a creare un’effettiva atmosfera di tensione per la guerra in corso, senza però fornire una visione più ampia della storia o del mondo di gioco in maniera più generale.
La protagonista stessa, sebbene sia ben caratterizzata a livello visivo, non viene mai approfondita dal punto di vista caratteriale, e la storia si sviluppa in modo estremamente lineare senza dare l’impressione che stia succedendo effettivamente qualcosa durante il corso dei diversi livelli.
Anche se il contesto narrativo è ben costruito, alla fine risulta essere poco più di un pretesto per giustificare le battaglie aeree, senza spiccare per profondità o originalità, lasciando anche un senso di amarezza per il potenziale non sfruttato pienamente.
GAMEPLAY
Il gameplay di CYGNI tenta di portare una ventata di novità nel genere degli shoot’em up (comunemente abbreviato in “shmup”), unendo elementi classici ad altri mai visti prima in titoli simili, non sempre nel migliore dei modi.
Il gioco introduce una nuova meccanica di gestione dell’energia della navicella, che permette di reindirizzarla a proprio piacimento agli scudi o alle armi ausiliarie, richiedendo quindi al giocatore (almeno sulla carta) di trovare un delicato equilibrio tra attacco e difesa in ogni momento.
Un altro aspetto tanto innovativo quanto promettente è la presenza di unità alleate e nemiche sul terreno: un elemento che molto comunemente funge solo ed esclusivamente da decorazione o paesaggio in altri giochi che si concentrano sul combattimento aereo, mentre in Cygni diventa parte integrante del gameplay.
La navicella ha anche la capacità di orientare le proprie armi verso il suolo, permettendo di bombardare le unità nemiche dotate di armamenti terra-aria o aiutare quelle alleate in modo da avere fuoco di supporto, portando così il giocatore a dover decidere a quali nemici dare la priorità e aggiungendo un’ulteriore dimensione strategica al gameplay.
Sebbene l’idea alla base di queste meccaniche sia promettente, l’esecuzione non sempre riesce a soddisfare le aspettative, soprattutto a causa di alcune strane scelte di design che penalizzano in maniera non necessaria (o eccessiva) il giocatore, peggiorando l’esperienza complessiva.
Ad esempio, in Cygni i livelli possono durare fino a 20 minuti senza offrire alcun tipo di checkpoint, elevando anche singoli errori a dei pericoli fatali in grado di costringere il giocatore a ricominciare l’intera sezione da zero, rendendo il gioco potenzialmente più frustrante e punitivo del necessario.
Questo aspetto è ulteriormente aggravato dalla ripetitività dei nemici e la staticità dei livelli che li rende sempre identici tra un tentativo e l’altro, rischiando di rendere l’azione monotona e poco stimolante, specialmente qualora ci si ritrovi a giocare un singolo stage molteplici volte (anche a causa della perdita di qualsiasi progresso verso gli equipaggiamenti sbloccabili ogni volta che si muore).
Inoltre, alcuni nemici sembrano sparare in maniera molto “organica”, ignorando completamente alcuni schemi di fuoco che potrebbero permettere al giocatore di schivare i danni, rendendo alcune zone estremamente difficili da superare rimanendo illesi.
Un altro problema significativo deriva dall‘abbondanza di power-up che, in alcuni casi, tende a rendere il gioco eccessivamente facile, permettendo al giocatore di “spammare” l’attacco speciale di missili ed eliminando gran parte della sfida che dovrebbe caratterizzare un buon shmup.
Questo porta il gameplay a ridursi spesso a un ciclo ripetitivo di raccolta e utilizzo di potenziamenti, senza richiedere particolari abilità tattiche o di schivata, elementi che dovrebbero essere centrali in un’esperienza di questo tipo.
In sostanza, o si affrontano livelli cercando di schivare colpi con pattern non troppo bilanciati per il tipo di gioco finendo per soccombere al primo errore, oppure ci si concentra esclusivamente sull’offensiva annientando, oltre ai nemici, qualsiasi tipo di strategia o interattività “grazie” al colpo speciale con missili guidati.
COMPARTO TECNICO E ARTISTICO
Il comparto artistico è senza dubbio uno dei punti forti di Cygni: dal particolarissimo design alieno di alcuni nemici fino ai dettagli inclusi nei background dei diversi livelli, mostrando un’altissima qualità grafica e rendendo questo gioco lo shmup più dettagliato di sempre, graficamente parlando.
Le animazioni sono fluide, e gli effetti sono molto ben curati, creando un’esperienza visiva che non passa inosservata, con l’unico difetto di ostruire occasionalmente il campo visivo del giocatore troppo impegnato a schivare i colpi per godersi pienamente la qualità dei particellari.
Il comparto audio comprende effetti sonori come esplosioni, laser e suoni meccanici che risultano essere discretamente rifiniti e coerenti tra loro, oltre ad una colonna sonora orchestrale che, seppure dimostri una buona qualità se analizzata singolarmente, stona con l’atmosfera del gioco risultando piuttosto anonima e fuori luogo.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, Cygni presenta anche alcuni problemi durante le fasi più concitate, in cui si possono verificare frequenti cali di frame rate, anche su macchine con hardware di fascia medio-alta.
Inoltre, nonostante il limite a 60 frame al secondo, la 3070Ti sul quale è stato provato il gioco ha raggiunto anche picchi di 80~82°C, mai raggiunti da nessun altro titolo precedentemente testato sul medesimo setup.
Ringraziamo Konami per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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