Uno dei titoli più discussi e apprezzati del 2022 fu senza dubbio Stray, che, oltre a possedere una buona serie di qualità, fece parlare di sé grazie al suo protagonista, un semplice gatto randagio.

All’inizio di quest’ultimo quadrimestre dell’attuale annata, mentre le grandi opere come Black Myth: Wukong e Star Wars Outlaws si davano battaglia nel mercato tripla A, nel sempre florido sottobosco indie di Steam ha fatto la sua comparsa un’altra “avventura felina” chiamata Gori: Cuddly Carnage, dallo stile e dalla struttura ludica decisamente differenti rispetto a quelle di Stray di Annapurna.

Di seguito, la nostra recensione!


INCIPIT NARRATIVO

Il tutto ha inizio a bordo di una strana astronave sulla quale si trovano il gatto Gori, uno strano hovercraft ipertecnologico parlante di nome F.R.A.N.K. e un’IA di bordo particolarmente emotiva chiamata CH1-P.
Ad un certo punto, a causa di alcune esplosioni nel cielo, saranno costretti a effettuare un atterraggio di emergenza su un mondo alquanto insolito.

Questa pianeta è sotto il totale controllo di un’azienda di giocattoli chiamata CoolToyz e del suo cosiddetto Adorabile Esercito, un’immensa schiera di unicorni mutanti assetati di sangue, che aggrediscono con violenza chiunque si trovi sul loro cammino, come fossero zombi.

Il nostro obiettivo sarà quello di spostarci attraverso questi strambi ambienti per sopravvivere, facendoci strada falciando orde di nemici e cercando di scoprire la verità su quanto sta avvenendo.


STILE ED ESTETICA

La prima cosa che salta inevitabilmente all’occhio è lo stile artistico ed estetico che caratterizza il gioco: questo, infatti, fa un uso piuttosto marcato del cel shading, una tecnica grafica che ricorda le opere d’animazione, con un’enfasi sui bordi neri che delineano texture e modelli, in puro stile Borderlands.

A ciò si aggiunge una serie di effetti scenici, particellari, scritte e icone di natura “fumettistica” (come punti esclamativi, nuvolette e altro), che ci hanno ricordato da vicino il rhythm game di Tango Gameworks, Hi-Fi Rush.

Come se non bastasse, gli sviluppatori si sono sbizzarriti inserendo all’interno di questo stile cartoon, un uso piuttosto pesante di elementi gore e splatter, impregnando l’esperienza di una violenza spinta e forse anche un po’ eccessiva.

Le ambientazioni che esploreremo risultano cervellotiche e bizzarre, ma al contempo inquietanti e astratte: tra cittadine cyberpunk, laboratori subacquei e parchi divertimento, la stravaganza estetica abbonda, dando quasi la sensazione di trovarsi in un incubo fantascientifico di Tim Burton, dove nulla ha senso e tutto è folle.

A condire il tutto, oltre alla resa angosciante di nemici, personaggi e boss spesso deformati e scarnificati, così come di altri elementi di scena, come bambolotti e giocattoli spaventosi, troveremo fiumi di sangue, mutilazioni, spappolamenti e chi più ne ha più ne metta.

Tuttavia, tali idee di design risultano forse un po’ troppo gratuite e fini a sé stesse: sebbene le intenzioni creative degli sviluppatori siano chiare, questo mix di stili e concept crea un contrasto artistico netto, palpabile e a suo modo unico, che molti giocatori potrebbero non apprezzare e trovare persino di cattivo gusto.


GAMEPLAY E STRUTTURA DI GIOCO

Il sistema di combattimento si distingue per l’uso dell’hovercraft di Gori, che ci consente di alternare tra attacchi con lame taglienti e una serie di colpi di coda per mietere la moltitudine di unicorni che tenteranno di ucciderci. Combinando le varie mosse, potremo eseguire combo devastanti, il cui potere distruttivo può essere incrementato mantenendo premuto il tasto dedicato.

Oltre a ciò, alcuni attacchi avranno utilità specifiche, come quella di frantumare gli scudi dei nemici o di sollevarli dal terreno per qualche istante. Utilizzare queste abilità andrà a consumare la barra del “carburante”, una sorta di mana che andrà a riempirsi sconfiggendo i nemici, eseguendo acrobazie, saltando e correndo sui muri oppure skatando su alcuni “binari” che appariranno nell’arena.

Inoltre, avremo a disposizione una specie di lanciarazzi da utilizzare non solo per sconfiggere i nemici più lontani, ma anche per interagire con determinati elementi dello scenario necessari per ottenere determinati vantaggi strategici o, più semplicemente, per proseguire nell’avventura.

Per quanto non proponga meccaniche particolarmente profonde o chissà quali opzioni di personalizzazione, questo combat system riesce ad essere dinamico ed intenso: falciare orde di unicorni saltando e volando a destra e a sinistra offre un senso di sfogo e soddisfazione non indifferente, anche grazie alla scenicità di alcune esecuzioni ed animazioni d’attacco a dir poco spettacolari.

Nonostante la varietà nelle strutture delle arene, nelle tipologie di nemici e nel loro posizionamento, è un peccato il fatto che sarà possibile risolvere la maggior parte delle situazioni semplicemente con uno spam compulsivo di attacchi leggeri, pesanti e caricati senza dover stare a pensare più di tanto a combinazioni particolari, che fanno sembrare il combattimento quasi quello di un titolo musou.

Per quanto l’azione voglia essere volutamente caotica, va detto che in molti (troppi) casi vi sarà una tale quantità di effetti e luci a schermo da rendere la scena abbastanza sporca e pasticciata, arrivando persino a risultare del tutto incomprensibile in specifiche situazioni.

Parallelamente alle sezioni di combattimento, vi saranno una buona quantità di altre frangenti nel quale dovremo sfruttare l’agilità e le possibilità di movimento dell’hovercraft, come fasi platform, fughe al cardiopalma, sfide a tempo ed enigmi ambientali, dove il dinamismo delle azioni la fa da padrone.

Anche in questo caso, seppur non si tratti di nulla di chissà quanto elaborato, tali sezioni divertono ed intrattengono anche grazie all’ottima varietà di contesti ambientali, che danno ad ogni livello piccole meccaniche ed interazioni uniche, abbastanza da spezzare il ritmo dei combattimenti e diversificare l’esperienza.


COMPARTO TECNICO E SONORO

Dal punto di vista tecnico, l’opera se la cava piuttosto bene: il cel shading sopracitato svolge il suo lavoro in maniera dignitosa, mentre la resa dei colori e dell’illuminazione completa un quadro visivo che, pur non facendo gridare al miracolo, riesce a farsi apprezzare, offrendo scorci visivamente interessanti.

Meno convincenti, invece, sono i modelli dei personaggi: nonostante la fluidità dell’azione e del sistema di controllo, Gori, i nemici e persino i boss risultano graficamente slavati e privi di dettagli, oltre a essere mossi da animazioni non particolarmente convincenti.

Di buon livello sia le musiche che il doppiaggio, entrambi elementi che, a loro modo, si adattano a dovere all’eccentricità di questo mondo di gioco così anormale e fuori di testa.


Ringraziamo 1UPPR per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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Gori Cuddly Carnage
In conclusione...
Gori: Cuddly Carnage è un esplosivo mix di violenza gratuita e stravaganza incontrollata, un concentrato di combattimenti all’ultimo sangue, sequenze platform iper-dinamiche e una serie di altre fasi spettacolari e intense.Il gioco riesce a mantenere dinamico e soddisfacente il suo ritmo per tutta la durata, anche grazie alla buona varietà dei livelli, che propongono situazioni, contesti e ambientazioni sempre più assurde.Purtroppo, però, tutto si ferma qui: a causa della totale linearità dei livelli, della mancanza di profondità del combat system, dell'assenza di un reale sistema di progressione e di un contrasto di stili che molti potrebbero non apprezzare, l’opera non riesce a fare veramente breccia nel cuore del giocatore, risultando come un’avventura solida ma fine a sé stessa, che, una volta consumata, difficilmente verrà ricordata.Tirando le somme, non posso negare di essermi divertito e di essere rimasto intrattenuto: d’altronde, non è proprio questo che un videogioco deve fare?
Pregi
Mix di stili accattivante…
Violento, dinamico e spettacolare
Buona varietà di situazioni ed atmosfere
Graficamente ed artisticamente gradevole
Difetti
…che molti potrebbero non apprezzare
Privo di profondità ludica
Alla fine, rimane poco e niente
7.8
Voto