All’interno del genere action, abbiamo sempre trovato interessante una specifica tipologia di struttura ludica: ci riferiamo al concetto di “boss rush,” che prevede fondamentalmente una serie di bossfight da affrontare consecutivamente, senza fasi di esplorazione o altre sequenze di intermezzo.

Per quanto vi siano titoli abbastanza rilevanti come Furi, Titan Souls e Cuphead, riteniamo che tale sottogenere sia ancora troppo poco sfruttato, data la sua natura di esperienza di nicchia.

In tal senso, il sottobosco indie di Steam regala sempre qualche piccola sorpresa: di recente, infatti, è stato pubblicato NanoApostole, e, dopo averlo portato a termine, siamo pronti per parlarne.

Ecco la nostra recensione!


TRAMA E NARRAZIONE

La protagonista prende il nome di Anita, una semplice bambina che si risveglia priva di memoria in una misteriosa stanza grigia, piena di terminali e apparecchiature elettroniche. Confusa e smarrita, farà la conoscenza di Kuro, un piccolo robottino tentacolare impiantato nella sua schiena, e di una giovane ragazza chiamata Wenny, che le illustreranno a grandi linee la situazione.

Spaesata e senza punti di riferimento, scoprirà di essere intrappolata insieme a loro in un inquietante laboratorio bellico e di essere stata scelta come soggetto per la sperimentazione della tecnologia di Kuro, volta a creare soldati-arma inarrestabili.

Infatti, sullo sfondo degli eventi vi è una spietata e cruenta guerra dai dettagli non esattamente ben definiti, che ha portato l’umanità sull’orlo del collasso. Nei panni di Anita, dovremo eseguire una serie di test contro temibili nemici per verificare ed affinare le potenzialità di Kuro e compiere il nostro destino.

Ovviamente, tra una prova e l’altra verranno svelati ulteriori dettagli sullo stato del mondo e sulla guerra in corso. La “convivenza forzata” costringerà inoltre Anita e Wenny a conoscersi meglio e a sviluppare un rapporto di amicizia, che porterà di conseguenza a svelare dettagli sul passato di entrambe e a diverse implicazioni narrative delle quali non possiamo parlarvi per evitare spoiler.

Sotto questo punto di vista, la trama e i suoi sviluppi anche più avanzati non fanno di certo urlare al miracolo, proponendo tematiche e tropi narrativi abbastanza scontati e già visti altrove, senza che vi siano particolari risvolti inaspettati.

Al contempo, va detto che la narrazione riesce a suo modo a coinvolgere grazie a una scrittura di dialoghi, conversazioni e di cutscenes di intermezzo animate semplici ma funzionali ed efficaci, che riescono con successo a donare all’esperienza un tono angosciante e deprimente.

Ovviamente, non si tratta di nulla di particolarmente sconvolgente, ma data la sua natura di opera chiaramente gameplay oriented, la presenza di un coinvolgimento così palpabile è qualcosa che apprezziamo comunque.


GAMEPLAY E COMBAT SYSTEM

Parlando di gameplay, come detto in precedenza, NanoApostole risulta essere un action con visuale a volo d’uccello totalmente basato sul combat system.

Come di consueto, potremo effettuare attacchi leggeri, attacchi pesanti, schivate e parate che, se combinate a dovere, ci permetteranno di sfruttare qualche meccanica inedita: tramite il riempimento di una specifica barra potremo sparare un colpo dalla distanza, mentre colpendo e parando a tempo gli attacchi nemici potremo “spezzarne l’equilibrio,” sfruttando il momentum per avvicinarci con il rampino ed effettuare una sorta di esecuzione in grado di infliggere danni ingenti.

Inoltre, con specifiche combinazioni e rotazioni di mosse, potremo applicare al nemico uno status particolare chiamato Infezione: una volta che le stack raggiungeranno il massimo, otterremo Assorbimento, che ci offrirà un notevole bonus ai danni e la possibilità di recuperare salute con gli attacchi.

Di fondamentale importanza è il parry, poiché oltre a deflettere il danno degli attacchi corpo a corpo e a sbilanciare il nemico, ci permetterà di rispedire al mittente i suoi proiettili base. Effettuando un attacco caricato con il giusto tempismo, potremo anche contrastare e sfruttare contro il nemico gli attacchi dalla distanza più potenti, il che sarà necessario per liberarsi di alcune trappole e azioni particolari.

Ogni bossfight avrà una lista di obiettivi e sfide secondarie da completare, il cui avanzamento sarà accumulabile tentativo dopo tentativo. In questo modo, otterremo punti abilità da spendere per acquistare una moltitudine di abilità passive da inserire nei vari slot disponibili.

Questi potenziamenti non rappresentano un avanzamento verticale, poiché ognuno di essi offrirà un certo vantaggio ma anche uno svantaggio. Starà a noi decidere quali di questi utilizzare in base alle varie sinergie e al nostro stile di gioco, cambiandoli all’occorrenza in base alla situazione.

BOSSFIGHTS

Sotto questo punto di vista, NanoApostle fa esattamente ciò che ci si aspetta: gli scontri risultano rapidi, frenetici e impegnativi, pronti a punire ogni minimo errore o distrazione. Tuttavia, sfruttando ogni possibilità e ciclando correttamente le azioni, il gioco regala un senso di soddisfazione notevole.

Una volta compresi i moveset dei nemici, le bossfight si trasformano in spettacolari battaglie senza esclusione di colpi, dove perseveranza, sangue freddo e spirito di adattamento saranno le chiavi per trionfare.

Queste battaglie risultano ben differenziate sia nel ritmo che nel flusso del combattimento. Anche la spazialità degli scontri è curata, con fasi di intermezzo ben strutturate, arene che variano nella disposizione e una serie di elementi posizionali funzionali alle meccaniche difensive ed evasive, come trappole e attacchi speciali.

Purtroppo, nonostante la qualità generale sia apprezzabile, il titolo soffre di un grande problema: la quantità di contenuti. Nonostante la varietà nelle bossfight, il numero di scontri non supera le dita di due mani. I potenziamenti e le mosse disponibili rimangono bene o male sempre gli stessi, lasciando una sensazione di ripetitività. Inoltre, la mancanza di un collante tra le battaglie le rende percepibili come una sequenza eccessivamente “quadrata” e consecutiva, senza un contesto che le leghi in modo significativo.

Nella stanza iniziale è presente un secondo “ascensore” che permette l’accesso a sfide aggiuntive suddivise in due categorie: la prima offre battaglie contro nemici minori con difficoltà crescente, mentre la seconda consiste in una fuga ad ostacoli particolarmente movimentata. Anche se queste attività hanno un loro senso, risultano talmente poche e si esauriscono così velocemente da non riuscire a lasciare un impatto duraturo o a conferire una reale consistenza all’esperienza complessiva.


COMPARTO TECNICO

Dal punto di vista grafico, NanoApostle sfrutta lo stile pixel art in maniera funzionale, brillando solo per quanto riguarda i movimenti e le animazioni di attacco dei boss, riuscendo a mantenere gli scontri chiari e leggibili.
Tuttavia, il comparto tecnico nel suo complesso si rivela estremamente essenziale: a parte qualche soluzione visiva degna di nota, non si distingue per ispirazione.
Le stanze, le arene e le ambientazioni di gioco, infatti, soffrono di una banalità estetica evidente, risultando piatte e prive di personalità.

Le musiche, frutto del lavoro congiunto di vari artisti, riescono a fare decisamente meglio, risultando abbastanza potenti e impattanti da donare agli scontri la giusta epicità.

Infine, il titolo si è dimostrato estremamente leggero da girare su qualsiasi configurazione, risultando anche perfettamente adatto alle console handheld come Steam Deck.


Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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NanoApostle (PC)
In conclusione...
NanoApostle si inserisce nel panorama dei giochi action come un'opera che, pur non lasciando un'impronta indelebile nel suo genere, riesce a divertire e intrattenere per alcune ore. La narrazione, seppur secondaria rispetto al gameplay, ha una sua ragion d'essere, e le bossfight, ben diversificate e impegnative, sono uno degli elementi più riusciti. Le meccaniche di combattimento, con un tocco di originalità, regalano momenti di soddisfazione, supportate da un equilibrio ben calibrato.Tuttavia, la mancanza di contenuti e una certa piattezza estetica e visiva pesano notevolmente sul risultato finale, impedendo al titolo di emergere completamente. Nonostante questi difetti, NanoApostle riesce comunque a ritagliarsi un piccolo spazio di interesse, soprattutto per coloro che apprezzano il sottogenere dei "boss rush", che ancora oggi rimane ricco di potenzialità inespresse.
Pregi
Piacevolmente impegnativo
Scontri divertenti e ben diversificati
Equilibrato
Difetti
Contenutisticamente limitatissimo
Esteticamente piuttosto anonimo
7.5
Voto