Dopo il successo di Breath of the Wild e a solo un anno di distanza da Tears of the Kingdom, Nintendo torna a sorprendere con un nuovo capitolo della serie che stravolge tutte le carte in tavola, con lo spadaccino Link che non sarà più il nostro protagonista ma vestiremo i panni della Principessa Zelda, la quale diventa per la prima volta il personaggio principale della storia e non più la damigella in pericolo che dovremo salvare.
Con il nuovissimo The Legend of Zelda – Echoes of Wisdom, le intenzioni di Nintendo sono chiare: dare una ventata d’aria fresca alla serie, reinventandosi ma allo stesso tempo rimanendo fedele a tutto ciò che l’ha resa celebre.
E così ci ritroviamo con un titolo che torna con la classica visuale isometrica, che ha da sempre contraddistinto la saga, ma che non rinuncia ad una costante ricerca dell’innovazione, aggiungendo la libertà creativa che abbiamo visto in Tears of the Kingdom. Ad oggi, dopo aver portato a termine la campagna principale in circa 30 ore di gioco, possiamo affermare che Nintendo, ancora una volta, è riuscita a fare centro nel cuore di noi appassionati.
Trama
Nella regione di Hyrule si affaccia una nuova minaccia: la comparsa degli squarci, vere e proprie spaccature interdimensionali che inghiottono tutto ciò che trovano nel loro percorso. L’incipit narrativo si avvia, anche in questo capitolo, col classico rapimento della principessa Zelda ma, come vedremo dopo un rapido prologo, i ruoli si invertono e a rimanere prigioniero è proprio il nostro Link, questa volta rimasto intrappolato nell’altra dimensione. Impersonando la famosa principessa Hyliana, viaggeremo in lungo e in largo con lo scopo di chiudere tutti gli squarci verso il Mondo del Nulla, e nel farlo non saremo soli, perché ad accompagnarci lungo il nostro viaggio ci sarà un piccolo spirito aiutante, Tri, creato dalle tre divinità di Hyrule.
Ogni chiusura di ciascuno squarcio sarà un importante tassello che andrà a comporre il bellissimo puzzle del mondo di gioco, servendo da espediente narrativo per far progredire la storia. Infatti, man mano che proseguiamo con la nostra missione ci verranno rivelati altri elementi della lore di Hyrule, fino ad arrivare a capire come si sono create tali crepe e chi è stato l’artefice di tutto ciò.
Elementi di Gameplay
Echi di saggezza
Conseguentemente al cambio di prospettiva, anche il modo di giocare ha subito una svolta radicale rispetto a ciò di cui eravamo abituati: non brandiremo più lo Scudo Hylian e la Spada Suprema (o meglio, non sempre), ma siamo ora in possesso di un bastone magico donatoci dal nostro companion Tri.
Grazie al nostro nuovo scettro, Zelda sarà in grado di memorizzare e replicare diversi oggetti e nemici che incontreremo nell’ambiente circostante, ed è grazie tramite alla loro riproduzione che riusciremo a farci strada tra i percorsi e le varie insidie che ci offre questa versione rivisitata di Hyrule.
I celebri puzzle, presenti anche in questo capitolo, saranno risolvibili grazie alle Repliche già imparate, così come i nemici che memorizziamo diventeranno i nostri bodyguard in grado di aiutarci negli scontri. Sarebbe tuttavia riduttivo limitarsi a dire che saremo soltanto in grado di materializzare gli echi di tutto ciò che abbiamo imparato a replicare e, grazie al potere ricevuto da Tri, potremo anche collegarci spiritualmente agli oggetti e alle repliche, facendo in modo che seguano in sincronia le direzioni dei nostri input e riuscendo così a superare ogni ostacolo.
Come se non bastasse, potremo anche fare in modo di essere noi a seguirli, e riuscire di conseguenza a spostarci da una parte all’altra potendone sfruttandone il movimento.
La somma di questi elementi rende possibile la risoluzione di ogni problematica con decine (se non centinaia) di soluzioni, e così per oltrepassare un burrone, per esempio, potremo fare un ponte con dei letti, creare un canale con dei blocchi d’acqua, o persino lanciare una piastrella per seguirne la traiettoria ed usarla per attraversare dalla parte opposta.
Durante la nostra avventura ci è addirittura capitato di riuscire a scalare la montagna più alta di Hyrule grazie all’aiuto di una Murula, un ragno in grado di arrampicarsi sopra tutto ciò che gli si para davanti, dovendo anche levare le tende subito dopo, in quanto si trattava di una zona da visitare molto più avanti. Questo banale esempio fa subito capire le enormi potenzialità e possibilità che il gioco offre all’utente, premiando la creatività e l’iniziativa.
Lo stesso discorso è applicabile anche al combattimento contro i nemici, battibili in una miriade di modi differenti. Uno stesso nemico si può sconfiggere, ad esempio, tramite la semplice evocazione di mob alleati, e anche qua le possibilità sono pressoché infinite avendo un intero arsenale a nostra disposizione, ma nessuno ci vieta di usare tecniche più sopraffine, come l’annegamento in una pozza d’acqua, la combustione dell’erba circostante o persino una piccola spintarella verso il vuoto.
Tuttavia, non si può dire che questo sistema di gioco sia tutto rose e fiori. Proprio nel garantire infinite combinazioni grazie a 127 echi diversi, gli sviluppatori non hanno pensato ad un modo più semplice per ordinarli in vista di un utilizzo rapido e funzionale e, nonostante il menù di scelta rapida preveda l’assortimento in diversi modi (come più recente, ordine di ottenimento, per tipo), non è possibile creare un ordine personalizzato né creare una lista di preferiti.
Pertanto, per una grossa fetta di tempo, ci siamo ritrovati a sfogliare quasi senza fine la lista delle repliche, per cercare un oggetto che magari avevamo utilizzato poco tempo prima ma che ormai era già finito parecchio in fondo all’elenco. Un vero peccato a nostro parere, considerando che è un difetto importante relativo al fulcro del sistema di gioco.
Echi di uno Spadaccino
Oltre al sistema di repliche, è possibile fare uno switch dello stile di gioco e, seppur temporaneamente, tornare a vestire i panni dell’eroe Hyliano grazie alla spada lasciataci indietro proprio da Link, che ci permetterà di trasformarci nel nostro caro spadaccino e di usare le armi che ormai conosciamo bene: la sua Spada, l’arco e persino le Bombe. Questa modalità non è permanente, ma rimane attiva finché il nostro personaggio è in possesso di Energia, rappresentata da una barra blu sotto i cuori della vita, potendo inoltre potenziarla grazie all’ottenimento di speciali Frammenti che, consegnati ad un NPC specifico, potranno aumentare la durata della nostra trasformazione o i danni che infliggeremo.
Ci teniamo a precisare che questa è una componente facoltativa del gameplay e non sarà obbligatorio trasformarsi, anche se farlo ci faciliterà qualsiasi scontro, specie contro i Boss (e non di poco). A nostro avviso, questa forma va a rompere tutto l’equilibrio di gioco creato in precedenza dagli sviluppatori, ma capiamo che è stata inserita sia per una questione di accessibilità, sia per una questione di nostalgia verso i fan di vecchia data.
Versatili accessori
A differenza di Link, Zelda non è in grado di vestire armature goffe e antiestetiche e dovrà invece affidarsi a degli accessori, elementi graziosi che permetteranno alla nostra eroina di acquisire delle abilità speciali. Da un semplice drop-rate aumentato di cuori o rupie, fino all’ottenimento di abilità che potenziano il salto o la velocità di nuoto, questi oggetti riusciranno a dare una marcia in più sia alle caratteristiche del nostro personaggio, sia all’esplorazione di alcune zone specifiche.
Tali ornamenti funzionano al pari degli anelli nei titoli Soulslike e vanno incastonati in appositi slot, i quali naturalmente è possibile aumentare grazie a un certo NPC che troveremo nel Lago Hylia (i fan più incalliti avranno già capito).
Gustosissimi frullati
Il sistema di piatti e pozioni è stato invece riassunto nella creazione di bevande, speciali frullati che potremo ottenere consegnando diversi ingredienti in appositi stand sparsi lungo tutta la regione di Hyrule, con cui creare diverse ricette con caratteristiche peculiari. Alcuni stand, naturalmente, non saranno disponibili fin dal primo momento, ma saranno sbloccabili tramite la consegna di alcuni materiali, facilmente reperibili nel mondo di gioco. Grazie alle bevande, sarà possibile ottenere tutti quei benefici che nei titoli precedenti si ottenevano cucinando i piatti, dalla semplice funzione di cura alla resistenza al freddo, dal recupero di Energia all’aumento della durata del tempo di apnea.
Le sfide di Hyrule
Dalle missioni primarie fino alla semplice ricerca di collezionabili, la regione di gioco offre diversi modi di tenerci occupati, offrendo al giocatore il risultato di un’esperienza mai ripetitiva e piuttosto variegata.
Le missioni principali si articolano nella semplice chiusura di enormi squarci, i quali vanno a sostituire ciò che potevamo chiamare “templi” o “sacrari”, che avranno a loro interno dei dungeon la cui struttura ricorda i labirinti dei più classici giochi di Zelda: esploriamo le stanze, troviamo la chiave del portone principale e sconfiggiamo il boss. Struttura che si ripete anche in questo gioco, ma che sfrutterà stavolta tutta l’originalità del gameplay di cui abbiamo parlato in precedenza, offrendo come risultato dei puzzle intriganti che faranno continuamente pensare a noi giocatori dei modi per proseguire alla stanza successiva.
Esistono inoltre delle missioni secondarie, denominate Minisfide, che ci verranno assegnate perlopiù da personaggi che incontreremo lungo la nostra esperienza di gioco e che ci ricompenseranno, la maggior parte delle volte, con Rupie o con ingredienti. Queste brevi quest non sono tuttavia per niente da sottovalutare, in quanto ci potranno ricompensare con accessori, Outfit che cambieranno il nostro aspetto, oppure con delle preziosissime Ampolle all’interno delle quali potremo conservare delle Fate.
Per alleggerire la nostra esperienza, anche in questo titolo sono presenti i minigiochi, come la Caccia alle ghiande o le Gare coi Cavalli e molti altri. Piccoli passatempo che saranno in grado di farci divertire e di farci staccare un attimo la spina, fornendoci delle sfide aggiuntive e completamente opzionali grazie alle quali verremo ogni volta ricompensati. Anche qua, parecchi premi consistono in Rupie o ingredienti, ma possiamo dirvi con certezza che il completamento di ogni attività principale garantirà a Zelda un oggetto chiave come premio, necessario qualora si vogliano completare tutte le altre Minisfide.
Non potevano certamente mancare all’appello i famigerati collezionabili. Oltre ai soliti Frammenti di Cuore, un particolare NPC ha infatti cosparso tutta Hyrule di stazioni di timbri, e spetterà a noi andare alla loro ricerca per completare le varie tessere che ci verranno fornite da Timbronio. Al termine di ognuna di esse, riceveremo come ricompensa dei particolari oggetti, e con il completamento dell’ultima saremo omaggiati di uno speciale premio che no, non vi diremo, altrimenti che giocate a fare?
Come nei predecessori, non c’è purtroppo alcuna sostanza nel postgame, limitando la nostra lista di cose da fare al mero completismo di tutto ciò che ci siamo persi durante l’avventura principale. Non è ovviamente una nota dolente del gioco, in quanto sin dal principio le attività sono molteplici, ma ci è sembrato doveroso segnalarlo. Inoltre, una volta che avremo ricaricato il nostro salvataggio, l’albero Deku sarà in grado di dirci quali zone visitare per trovare oggetti o nemici da replicare non ancora memorizzati, dato che, tra boss opzionali da sconfiggere, frammenti di cuore da collezionare e minigiochi, la regione di Hyrule può ancora offrire ai giocatori alcune ore di divertimento.
Worldbuilding e esplorazione
“Non c’è sabato senza sole” cantava Paolo Sardisco, così come non c’è Zelda senza esplorazione. Il piatto forte, che da sempre accompagna i titoli di The Legend of Zelda, è la costruzione del mondo di gioco, e anche qui, con una mappa che ricalca tanto la Hyrule di A Link to the Past (della quale, a proposito, trovate qui la nostra retrospettiva) e di Link’s Awakening, l’esplorazione fa da cardine del gameplay.
La regione già vista in passato viene tuttavia aggiornata sia in veste grafica che in chiave contenutistica, offrendo al giocatore un continuo senso di scoperta e di avanzamento reso soprattutto grazie alla nostra mappa, inizialmente del tutto oscurata ma che gradualmente viene schiarita ed espansa man mano che esploriamo.
Frammenti di cuore, tesori e caverne nascoste sono solo alcuni degli incentivi all’esplorazione che troviamo in questo titolo e che ci possono spronare ad una totale scoperta dell’area di gioco, ulteriormente arrichita da una tipologia di gameplay che stimola a provare sempre qualcosa di nuovo. Sono state molteplici le volte in cui ci siamo ritrovati a vagare nelle zone limitrofe all’obiettivo principale per cercare di trovare eventuali timbri, grotte o scrigni, o ancora per completare quest secondarie.
Ad agevolarci lungo il nostro cammino troviamo inoltre (e fortunatamente) dei punti di teletrasporto, sia nell’overworld principale che all’interno dei dungeon, utilissimi per saltare da una parte all’altra del mondo di gioco senza dover necessariamente ripercorrere a piedi (o a cavallo) gran parte della strada già percorsa.
La regione di Hyrule è viva, ha una sua storia, e lo si può notare anche dai dialoghi degli NPC, utili a collocare la zona all’interno del contesto storico dell’opera e a darci informazioni riguardo luoghi e personaggi specifici, nonostante alcune volte queste conversazioni possano risultano superflue, trattandosi però di episodi sporadici che non vanno ad inficiare per nulla sulla valutazione generale. E attenzione a non trascurare i personaggi perché, dopo il completamento di una determinata zona, avranno sempre qualcosa di nuovo da dirci mentre alcuni ci assegneranno persino delle minisfide solamente dopo aver battuto il boss dell’area.
Abbiamo trovato veramente appagante la sensazione provata nello scoprire cunicoli segreti sotto le pietre, scale sotto i ciuffi di erba o ancora porte nascoste dietro alcune casse, perché diciamocelo, sono queste le emozioni che spingono noi giocatori ad andare avanti. Echoes of Wisdom è proprio il genere di gioco che lascia al possessore del pad tutta la libertà che vuole, concentrando tutte le risorse in quello che dovrebbe fare ogni videogioco: far divertire e lasciare un ricordo piacevole dell’esperienza passata e presente.
Comparto artistico e tecnico
La direzione artistica è molto simile a ciò che abbiamo potuto vedere nel remake di Link’s Awakening o, per citare un altro titolo Nintendo, nei remake dei due giochi di quarta generazione: Pokémon, Diamante Lucente e Perla Splendente. Nonostante ciò, questa versione di Hyrule ha le sue peculiarità che la rendono unica, grazie ad ambienti diversificati e ciascuno con una propria identità, passando dal vulcano alla montagna innevata, dalla foresta alla spiaggia, le zone sono caratterizzate da colori vividi che fanno da contorno ad un immaginario fiabesco. Ma d’altronde, Nintendo ci ha sempre abituato a questo in (quasi) ogni sua esclusiva.
Non si può però non citare il problema che costituisce l’effetto blur. Nel goffo tentativo di dare a questo titolo un effetto simile al Depth of Field (profondità di campo), ne scaturisce come risultato la presenza di due fastidiose bande di sfocatura, in cima e in fondo allo schermo. Sfocatura che, a nostro avviso, diventa ancora più inopportuna in zone che presentano dislivelli, andando ad offuscare gran parte dello schermo e creando confusione agli occhi del giocatore.
Rimangono intoccabili e iconiche le OST, grazie ad un magistrale lavoro da parte di Hajime Wakai e del suo team, che ha saputo condire la nostra avventura con tracce evocative e melodie classiche del genere ma reinterpretate ed aggiornate, diverse per ogni zona e in grado di accompagnare il giocatore in ogni sua azione. Dal classico motivetto che ci indicherà l’aver trovato la soluzione di un enigma, fino alla calma colonna sonora del Ranch di Hyrule, le tracce di questo capitolo sono in grado di rimanere impresse nella nostra mente, ma soprattutto nei nostri cuori.
Dal punto di vista tecnico, anche qui il gioco utilizza lo stesso motore grafico di Link’s Awakening, subendo tuttavia un leggero calo nelle prestazioni dato che, con una mappa da gestire molto più grande e con meno transizioni, l’overworld di gioco viaggia a 30 FPS fissi. Diversamente, gli interni dei dungeon girano a 60 FPS stabili, essendoci meno oggetti e texture di cui tenere conto, e onestamente siamo rimasti impressionati da come il team di Grezzo sia riuscito ad ottimizzare in questo modo un titolo simile su una console come la Switch, ormai giunta alla fine del suo ciclo vitale.
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