Il 2024 è senza dubbio un anno di grandi successi per Atlus, che oltre ad aver già lanciato sul mercato l’attesissimo Persona 3 Reload e l’acclamato Shin Megami Tensei V: Vengeance, è pronta a deliziarci nuovamente con un titolo GDR che fu inizialmente annunciato nel 2016, atto a celebrare nientemeno che i 35 anni della Software House.
Rivelato sotto il nome di Project Re Fantasy, il gioco nasce dallo sforzo condiviso di numerosi veterani del settore, tra cui Katsura Hashino, Shigenori Soejima e Shoji Meguro, importantissimi nella realizzazione delle serie di Persona, Catherine e Shin Megami Tensei, riuniti sotto il nome di Studio Zero.

Stiamo dunque parlando di Metaphor: ReFantazio, che dopo 8 lunghi anni di silenzio si prepara alla sua uscita l’11 ottobre di quest’anno, consolidando quindi la corposa lineup di release di Atlus del 2024.
E’ chiaro già dal titolo del gioco, che Metaphor: ReFantazio esplori argomenti fin’ora mai trattati dal team di sviluppo, che ha deciso di ambientarne le vicende in un grande ed espanso mondo fantasy, distaccandosi dalle realtà apocalittiche o mondane già esplorate nelle serie sopraccitate.
Un compito alquanto arduo, quello di Studio Zero, che ha messo mano in un genere nel quale creare qualcosa di davvero originale e creativo può rivelarsi una vera sfida, specialmente in un periodo storico in cui il fantasy è stato esplorato più e più volte da molti altri creativi più che competenti.

Dunque, con l’acquisita consapevolezza delle premesse dietro il tanto bramato Metaphor, andiamo ad analizzare in dettaglio il prodotto, valutando se questi apparentemente infiniti 8 anni d’attesa sono valsi la pena, nella speranza che il titolo possa rivelarsi un altro pilastro del genere GDR.

Ebbene, senza perderci in ulteriori chiacchiere, vediamo cosa Metaphor: ReFantazio ha da offrire in questa recensione!


NARRATIVA

Va da se che, per un mondo esteso e corposo come quello presentato in Metaphor, sia richiesta una grande e sana dose di worldbuilding, che ponga le solide fondamenta sulle quali costruire la narrazione del gioco. In questo, il titolo eccelle moltissimo, presentando in maniera dettagliata quanto approfondita un mondo che si racconta attraverso dialoghi e interazioni di gioco, disseminati di rivelazioni e approfondimenti sull’universo narrativo.
Sarà inoltre sempre accessibile al giocatore un glossario con tutte le informazioni raccolte durante il proprio viaggio, utile a coloro che potrebbero perdersi i dettagli più sottili e nascosti del titolo.
Quella del glossario è una piccolezza, certo, ma è comunque un’aggiunta piacevole atta a migliorare l’esperienza del player, riempiendo le possibili lacune nella comprensione del mondo di gioco

Benvenuti nel Regno di Euchronia

Per potervi raccontare delle vicende di Metaphor, è innanzitutto necessario illustrare la struttura della società in cui si svolgono, e approfondire le ambientazioni che ne fungeranno da spettacolare scenario.

Il Regno Unito di Euchronia è collocato in un distopico universo fantasy, laddove magia e tecnologia si legano a doppio filo prendendo il sopravvento sulla civiltà corrente. La nascita di invenzioni come gli Inneschi Magici permette alla popolazione, principalmente la nobiltà, di usufruire della magia nel suo stato più puro, chiamato “Magla“.

Questi ultimi vengono utilizzati allo scopo di contrastare la più grande minaccia di Euchronia: una sorprendente e originale interpretazione degli esseri umani. Come ci suggerisce il sottotitolo “ReFantazio”, il gioco punta a sovvertire le aspettative di noi giocatori, reinterpretando concetti familiari e rivelandoli sotto una luce completamente diversa.

Nonostante il termine “Umani” ci faccia pensare senza dubbio alla nostra specie, nel mondo di Metaphor l’essere umano è nient’altro che una bestia feroce alla stregua di mostri e creature appartenenti al fantasy più classico. Ispirati all’arte surrealista, questi sono grottesche e contorte rappresentazioni dalla figura umanoide, che terrorizzano da tempo immemore gli abitanti del regno. Questa sovversione delle aspettative è più che gradita e riesce particolarmente bene nel creare un senso di smarrimento nel giocatore, posto davanti a figure tanto bizzare quanto familiari.

Se gli esseri umani sono definibili vere e proprie creature mostruose, è ovvio che a popolare gli scenari di gioco vi saranno altre specie, ognuna accomunata da una particolare somiglianza con la nostra concezione di essere umano.
Nella Capitale Reale Grand Trad sono presenti pressoché tutte le specie che quest’universo narrativo ha da offrire, ma questa mescolanza di razze comporta anche l’insorgere di un grave problema di razzismo.
Sono poche le persone che pongono ognuna di queste sullo stesso livello, mentre è invece molto diffuso l’odio reciproco e il tentativo di prevaricazione di una razza sull’altra.

Una Corsa al Trono

Le vicende di Metaphor prendono piede in seguito all’assassinio del Re Hythlodaeus V per mano dell’astuto e freddo calcolatore Louis Guiabern, un arcimago che si è precedentemente fatto notare grazie al suo innato talento nelle arti di spada e magia.
Convinto di poter comandare Euchronia come meglio crede, Louis porterà avanti il suo piano con il fine ultimo di annunciare la sua presa di potere il giorno del Funerale Reale, soggiogando tutti i fedeli con la forza.
Nel mentre, un gruppo di ribelli del quale fa parte anche il protagonista, si mobilita per fermare la salita al trono del regicida, col piano di assassinarlo non appena si mostrerà in pubblico.

In tutto questo, il re è rimasto senza un vero e proprio erede a causa del presunto assassinio del giovane principe 8 anni prima dell’inizio della storia. Ciò di cui il popolo, e persino Louis stesso, non è al corrente, è che in realtà il principe è stato salvato in punto di morte da un’abile guaritrice, e che adesso giace dormiente nella speranza di un risveglio.
Lo scopo ultimo dei ribelli, dunque, è quello di trovare il modo di spezzare la maledizione che ha lasciato il giovane in questo stato pietoso, affinché possa guidare il regno al posto del despota Louis.

Si tratta di un intreccio apparentemente molto semplice, ma che verrà poi esplorato con la stessa maestria che il team di Studio Zero ha impiegato nel realizzare il mondo che lo circonda.
In fondo, Atlus è sempre stata brava a scrivere storie e mondi interessanti, e Metaphor: ReFantazio non fa eccezione.


GAMEPLAY

Quello del gameplay è un tema importante tanto quanto il comparto narrativo del titolo, che complementa con assoluta maestria le interessanti vicende che circondano il Regno di Euchronia.
Per quanto sia definito come un “Persona ma fantasy”, la struttura di Metaphor si rifà molto di più a quella di Shin Megami Tensei che a quella del suo celebre spin-off, presentando comunque un mix di meccaniche provenienti da entrambi i giochi.

In quale modo, però, riesce il prodotto a differenziarsi dai suoi predecessori?

Gli Archetipi

Abbiamo menzionato, nella sezione precedente, che per usare la magia in Euchronia c’è bisogno di speciali Inneschi Magici atti a canalare la magia nel corpo dell’utilizzatore, rendendo possibile lanciare potenti incantesimi.
Alcuni prescelti possono però risvegliare un potere ancestrale, conferitogli dagli spiriti di Eroi caduti del passato, chiamato “Archetipo”.

A livello di gameplay, gli Archetipi sono simili alle classi dei GDR più classici, nello specifico ai “lavori” della saga di Final Fantasy, e variano notevolmente l’uno dall’altro nell’utilità nelle battaglie a turni.
Tra questi possiamo individuarne due tipi ben specifici: quelli che permettono un approccio più classico e offensivo negli scontri, ed altri che, al contrario, acconsentono di adoperare strategie più avanzate e complesse.
Tutto ciò permette la creazione di party e tattiche ancora più approfondita e dettagliata di quella di Persona e SMT, facendo sì che, con una buona conoscenza delle meccaniche di gioco, il player possa sentirsi gratificato anche all’inizio dell’avventura, quando si è più deboli.

Il calendario

Come nella serie di Persona, in Metaphor sarà fondamentale tenere d’occhio il calendario di gioco; è imperativo che il giocatore impari a gestire il tempo fornitogli dalle corte giornate in maniera efficiente, valutando quale sia l’ordine di progressione più adatto al momento.
Ci saranno attività diverse da svolgere in base al momento specifico, che potranno poi essere espanse col proseguire della storia, permettendo una varietà di incarichi maggiore e di conseguenza modi diversi di avanzare nella propria avventura.

Gli impieghi disponibili nel titolo saranno però, sin da subito, già abbastanza numerosi e variegati dal non risultare noiosi e ripetitivi, favorendo tuttavia di affrontarli con consapevolezza e parsimonia dato che, già dall’inizio, il gioco metterà a disposizione sfide di livello avanzato.

Oltre che le più comuni attività secondarie, come la caccia ad una bestia feroce o la ricerca di un oggetto per qualcuno, si avrà anche e specialmente la possibilità di incontrare e uscire con i compagni del protagonista, con il fine di rafforzarne il rapporto e sbloccare abilità utili per le fasi di dungeon crawling e di battaglia.
Oltre che aiutare il giocatore nelle sezioni di gameplay, comunque, queste mansioni lasceranno dare inoltre uno sguardo più dettagliato e approfondito ai personaggi primari e secondari, esplorando i loro ideali e la loro psicologia.

Se avete giocato almeno un titolo di Persona, incarichi del genere non saranno nulla di nuovo per voi; se al contrario non siete familiari con questo tipo di progressione, potrebbe darsi che vi troviate smarriti e travolti dalla grande quantità di possibili strade da intraprendere.
Non c’è comunque da preoccuparsi troppo, in quanto l’esperienza di Metaphor è molto lineare e dritta al punto, assicurandosi di non spaesare i nuovi giocatori.

Le fasi di Dungeon Crawling

Il Dungeon Crawling è senza ombra di dubbio la parte più corposa del gameplay di Metaphor, che vedrà il giocatore esplorare una serie di numerosissimi dungeon sia per motivi di storia o a causa di semplici missioni secondarie.
Qui possiamo delineare la prima grande differenza del titolo rispetto ai due colossi che sono venuti prima di lui, in quanto, oltre che i più diffusi combattimenti a turni, è stata posta una notevole attenzione al lato action delle battaglie.

Se il nemico è più debole rispetto al party, difatti, non sarà necessario affrontarlo in una vera e propria battaglia, ma potrà venir sconfitto da una manciata di attacchi con la spada in un gameplay, che seppur incredibilmente semplificato, si rifà a quello del genere Hack and Slash.
Se il nemico è invece più potente rispetto al gruppo non vi sarà la possibilità di sconfiggerlo sul campo, ma si potrà iniziare un’imboscata una volta colpito abbastanza volte da stordirlo. Queste causeranno effetto stordimento sugli avversari, che nelle battaglie a turni gli comporterà un’impossibilità di agire per un ciclo.

Le fasi esplorative, invece, sono pressoché invariate da quelle già presentate nei titoli sopraccitati, argomento che avremmo in realtà preferito vedere esplorato più a fondo e in maniera più mirata.
I dungeon nel titolo, effettivamente, non sono che lunghi corridoi con strade secondarie da intraprendere, cosa che rende l’esplorazione decisamente monotona e ripetitiva.

Il gameplay di Metaphor è dunque molto simile a vecchi titoli già rilasciati da Atlus, ma riesce a distaccarsi da essi grazie ad alcune idee molto originali ed un’efficiente linearizzazione del gameplay loop.


COMPARTO GRAFICO E SONORO

– Il ritorno di Shigenori Soejima –

Se teniamo conto dei lavori precedenti del team di sviluppo, nonché del ruolo di designer del famoso Shingenori Soejima, noto per il suo fondamentale contributo a Persona 3,4 e 5, non c’è da stupirsi che Metaphor: ReFantazio brilli specialmente nel comparto artistico.

Lo stile accattivante che ha da sempre caratterizzato l’era di Soejima in Persona fa il suo ritorno anche in questo titolo, seppure in modo molto più raffinato ed elegante. I menu interattivi ed animati, resi celebri in Persona 5, sono stati traposti anche in Metaphor seppure adattandoli al genere e al contesto nel quale si ambientano le vicende.
Le illustrazioni, gli sprite e persino gli skybox, sono realizzati in uno stile assai reminiscente della pittura ad olio, e gli stilosi e complessi design dei personaggi mostrano indubbiamente il tocco di Soejima.

Grafica e ottimizzazione, non ci siamo

Questa maestria e competenza nell’ideare lo stile su cui il titolo pone la propria identità non è però ben trasposta nei modelli 3D e le texture che lo compongono. Difatti, e lo diciamo a malincuore, questi ultimi sembrano essere rimasti bloccati all’epoca nel quale venne annunciato lo sviluppo; da un lato, le texture sono generalmente di bassa qualità, anche a risoluzioni e settaggi grafici più alti, mentre dall’altro i modelli risultano un po’ troppo poligonali per una produzione di questo livello nel 2024.

Le performance, inoltre, sono minate da un terribile problema di stuttering perenne, che anche su computer più potenti non sembra cessare.
È impensabile che, un titolo dal comparto grafico del genere, possa presentare problemi d’ottimizzazione così gravi, perciò ci auguriamo che il team di sviluppo si metta a lavoro per far fronte al problema.

Shoji Meguro colpisce ancora!

Realizzata con altrettanta maestria, inoltre, è la colonna sonora, che costituisce un altro dei pilastri che reggono le fondamenta di Metaphor.
Composta dal maestro Shoji Meguro, presenta OST prevalentemente orchestrali e si distacca molto dai lavori del musicista sulle altre serie Atlus. Ogni traccia presente nella colonna sonora è scritta e composta con una inconfutabile padronanza della materia e delle regole che vi sono dietro, che le rende il perfetto accompagnamento per l’epica avventura che il giocatore dovrà affrontare.


Ringraziamo Cosmocover per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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Metaphor: ReFantazio (PC)
In conclusione
Metaphor: ReFantazio è un titolo nato da una mescolanza di ottime idee, che riesce comunque a stare in piedi da solo grazie all'indubbia qualità di ciò che, d'altro canto, fa in maniera totalmente originale. Minato però da problemi di ottimizzazione e un comparto grafico vecchiotto, Metaphor non riesce a presentare tali idee come dovrebbe. Si tratta di un problema che potrebbe far allontanare molti giocatori dal titolo, ma se siete davvero fan del genere GDR, non temete: Metaphor rimane comunque uno dei titoli più grandi, divertenti e approfonditi mai realizzati da Atlus.
Pregi
Ottima reimmaginazione delle meccaniche di Persona e SMT
Molte attività da svolgere, ma che non risultano dispersive
Lo stile senza tempo di Soejima eleva il mondo di gioco
Epica colonna sonora che complementa le avventure del gruppo alla perfezione
Difetti
Comparto grafico datato
Terribili problemi di ottimizzazione e stuttering
9
Voto