Little Nightmares 2 è il seguito di un piccolo progetto che si rivelò essere una grande sorpresa nel panorama horror videoludico, e in quanto tale ha subito la necessità di rinnovarsi per essere all’altezza del suo predecessore.
Con le sue ambientazioni macabre e una trama in gran parte interpretativa, il titolo originale riuscì a ritagliarsi una fanbase fedele e sempre attenta a nuovi annunci e ad indizi lasciati dagli sviluppatori.
A tal proposito ci sentiamo in dovere di ringraziare Bandai Namco Italia per la disponibilità nell’inviarci una key del gioco, apprezziamo tantissimo la loro collaborazione e speriamo di poter continuare in questa direzione in futuro.

Lo diremo qui per ripeterlo in seguito, Little Nightmares II è (quasi) un capolavoro, un perfetto seguito del primo capitolo che ne esalta le qualità e ne espande le potenzialità pur portandosi dietro dei difetti del predecessore.
Ma andiamo con ordine…

L’arte di superare le aspettative

Sin dai primi istanti ci troveremo a prendere i panni di un nuovo personaggio chiamato Mono, un ragazzino che porta un sacchetto di carta sulla testa, il quale avventurandosi in un bosco incontra Six (la protagonista del primo capitolo) che sarà la sua compagna di sventura nel corso della storia. La loro fuga li porterà in una serie di location spettrali e misteriose all’interno della Città Pallida, da una scuola traboccante di “bambini” urlanti ad un ospedale in rovina. Durante tutta l’avventura la trama accompagnerà silenziosamente i due protagonisti per poi esplodere in un emozionante ed incredibile colpo di scena finale. Mi è capitato spesso di provare brividi di fronte ad alcune scene caratterizzate da una buona combinazione audio/visiva e siamo sicuri che rimarrete soddisfatti da questo aspetto del gioco. Il susseguirsi degli eventi colpisce il giocatore che ne diventa vittima, avvertendo la stessa inadeguatezza di un bambino di fronte alle difficoltà, senza rinunciare a dei momenti di liberatoria e macabra dimostrazione di prematura freddezza a cui i giocatori del primo capitolo sono stati abituati. L’affinità con Mono è quasi immediata, talmente tanto che personalmente riesco a preferirlo a Six, personaggio comunque estremamente intrigante e ben realizzato. Il lavoro di world building dei ragazzi di Tarsier è stato clamoroso, dando tanto di cui discutere ai fan della saga quanto agli appassionati di lore.

Il fascino del terrore

Le ambientazioni di Little Nightmares II seppur molto diverse rispetto a quelle del primo capitolo, brillano nella stessa intensità. Le pareti decrepite delle abitazioni della Città Pallida, il buio snervante dell’ospedale e le espressioni disgustose e quasi caricaturali dei personaggi a noi ostili contribuiscono a rendere questo secondo capitolo una esperienza ancora più spaventosa e indimenticabile.

L’impressionante cura che gli sviluppatori hanno messo nel dare al giocatore una sensazione di inevitabile rovina e di costante piccolezza nei confronti degli ostacoli non può che essere elogiata in sede di recensione. La quantità di dettagli a schermo è aumentata drasticamente rispetto al primo capitolo, dandogli un aspetto meno pulito ma comunque esteticamente accattivante. Come menzionato nel punto precedente, l’audio del gioco è notevole sia per quanto riguarda i suoni ambientali che per l’accompagnamento musicale, protagonista quanto la grafica nel rendere le ambientazioni così spaventosamente d’impatto.

L’accortezza del non osare troppo

Il gameplay di Little Nightmares non è mai stato il fulcro dell’opera, trattandosi perlopiù di un pretesto per muoversi fra le varie ambientazioni attraverso costanti fasi platform, qualche enigma generalmente semplice ed alcune sequenze di fuga.
In questo secondo capitolo i cambiamenti in tal senso sono stati marginali, con l’aggiunta di fasi di combattimento a mio avviso poco riuscite a causa di un timing frustrante e poco bilanciato. Gli enigmi per quanto migliori di quelli del primo capitolo, non risultano particolarmente brillanti.
Molte belle invece le fasi di fuga, realizzate impeccabilmente e capaci di portare il giocatore al panico più totale. Da segnalare anche la difficoltà saltuaria nel comprendere la distanza fra il giocatore e la piattaforma su cui proseguire, probabilmente a causa di una resa della profondità non sempre all’altezza della complessità degli ambienti.
Ulteriori aggiunte sono state quelle dei collezionabili: i bambini spettro che se raccolti permettono di sbloccare un post credit e i vari cappelli nascosti da far indossare al nostro Mono. Tutto sommato l’impianto di gioco rimane perfettamente costruito intorno all’identità del gioco, non rischiando mai di introdurre una novità che ne muti completamente le caratteristiche portanti.

 

Performance e Stabilità

La versione che ho avuto modo di testare al day one non presentava alcun bug rilevante e non soffriva di alcun calo, mantenendo costantemente i 60fps in 4k con dettagli massimi.
In conclusione credo che Little Nightmares II sia un titolo horror pregevolissimo, ricco di momenti di impatto nonchè un riuscitissimo seguito per una saga che spero di vedere continuata in un futuro non lontano.

La nostra testbench:

-CPU: Intel Core I910850KA 5.3Ghz

-GPU: Nvidia RTX3080 10GB GDDR6X Founders Edition

-Mobo : Aorus Z490 Elite v1

-RAM: Kingston HyperX DDR43200Mhz 16GB 2×8

-Monitor:Philips 276e8vjsb 4K 60hz 27"

Steam page: https://store.steampowered.com/app/860510/Little_Nightmares_II/


Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.