Nel panorama odierno, saturo di titoli che spesso si limitano a replicare formule già consolidate, è raro imbattersi in opere che osano sperimentare e che propongono un’avventura autentica e originale.
Sviluppato da Sunny Peak e pubblicato da Headup, Symphonia fa tutto il contrario, discostandosi dagli standard del mercato attuale e proponendo al giocatore un’esperienza nel quale non c’è nessuna violenza, guerra o competizione. In questo pacifico platformer 2D, a guidare il nostro viaggio non sarà il rumore delle lame che si incrociano, bensì le note del nostro violino che ci condurranno alla riscoperta di un’antica melodia perduta, un tempo in grado di far prosperare un intero reame.
Alla ricerca dell’orchestra perduta
C’era una volta un’orchestra formata da quattro prodigiosi musicisti, i quali diedero vita a un regno leggendario chiamato Symphonia, dove la musica è in realtà una fonte di vita. In un primo momento, i padri e i loro strumenti musicali riuscirono a garantire la pace e la prosperità, ma ben presto una disgrazia si abbatté anche nel loro eden: i fondatori svanirono senza lasciar traccia e i restanti musicisti presero ognuno la propria strada, facendo precipitare il reame in un silenzio tombale.
La quiete durò fino al giorno in cui un automa (che ricorda molto Beethoven, ndr) ritrovò tra le macerie una misteriosa maschera, rivelatasi in realtà un’antica reliquia che lo guidò verso il luogo dove tutto ebbe inizio. Ed è proprio dopo il filmato iniziale di apertura che scopriamo che la bauta altri non è che il protagonista della nostra avventura, Philemon, l’esperto violinista del quartetto che avrà dunque il compito di radunare gli altri tre strumentisti e ricomporre il complesso musicale, affinché il Cuore di Symphonia riprenda a pulsare.
Nonostante la completa assenza di dialoghi da parte dei personaggi, lo stile narrativo risulta chiaro e immediato con sezioni di gameplay interrotte solamente da brevi e curate cutscene animate, utili per contestualizzare le nostre azioni alla fine di ogni area.
Le intenzioni del team di sviluppo non sono mai state quelle di concentrarsi su una narrazione testuale, bensì quelle di reinventarla in ciò che possiamo definire a tutti gli effetti un dialogo musicale, molto efficace da punto di vista concettuale ma che purtroppo si riduce a una trama discreta che svolge un ruolo secondario, rimanendo lineare e priva di stravolgimenti. Nonostante ciò, dobbiamo ammettere che avremmo comunque gradito vedere una storia che quantomeno rimanesse impressa nei nostri ricordi.
Uno strumento versatile
Symphonia non perde tempo e, una volta spiegatoci il contesto narrativo, ci lancia immediatamente nel vivo dell’azione dandoci in mano un’arma preziosissima che solo noi sapremo utilizzare in modo corretto, il violino. Sarà proprio tramite l’ausilio del nostro strumento che potremmo muoverci e interagire con l’ambiente di gioco, grazie anche ad un sistema di comandi molto semplice da imparare: ad esempio, con le note emesse dal nostro violino potremmo scoprire dei collezionabili nascosti e persino risolvere alcuni puzzle, mentre il nostro archetto sarà utile per saltellare da una parte all’altra, proprio come se fosse un pogo.
Attenzione però, perché sotto questa struttura di input facili da assimilare si nasconde in realtà l’anima di un platformer alquanto impegnativo, visto che l’assenza di nemici è compensata dalla presenza di intricati livelli, nei quali solo coloro che sapranno destreggiarsi con precisione tra un ostacolo e l’altro saranno in grado di arrivare alla zona successiva.
Durante la nostra prova, abbiamo avuto modo di rimanere ore incollati allo schermo pur di superare uno stage nascosto e completamente opzionale, dal quale siamo stati comunque ricompensati a dovere. Abbiamo inoltre apprezzato tantissimo ciò che il team di sviluppo ha pensato per ciò che concerne il sistema di movimento, che risulta fluido, preciso e che calza a pennello con le tante sezioni di platforming che richiedono accuratezza millimetrica.
I distretti di Symphonia
Sarebbe da folli pensare di fare dei complimenti soltanto al gameplay, senza fermarsi a lodare ciò che è il worldbuilding che costituisce Symphonia, dal momento che, se il sistema di movimento funziona così bene, lo dobbiamo soprattutto a com’è costruito l’intero reame. Al centro del regno si trova il Cuore, che svolge il ruolo di hub principale e dal quale si diramano tre diverse strade che portano ciascuna a un rispettivo Distretto, ognuno di essi ben strutturato e caratterizzato da diverse meccaniche peculiari, contribuendo a rendere l’esperienza varia e mai noiosa. Dal punto di vista grafico, la costruzione del mondo di gioco è esteticamente coerente nei confronti della musica stessa, in quanto viene rappresentata in maniera efficace grazie al simbolismo utilizzato nel design delle varie aree.
Infatti, il design di ciascun Distretto si ispira a una diversa famiglia di strumenti, peculiarità ricreata nell’atmosfera di ogni zona attraverso la riproduzione di effetti che rievocano gli stessi strumenti orchestrali: ad esempio, nella prima area Woodwind Glasshouse è possibile notare il vento delle correnti ascensionali che ricordano il soffio necessario per produrre il suono negli strumenti a fiato.
Non fraintendeteci, l’esplorazione delle varie aree è perfettamente godibile anche da chi di musica non ne mastica, dato che in fin dei conti i distretti non sono che dei piacevoli labirinti ricolmi di piattaforme sulle quali è possibile destreggiarsi grazie alle abilità imparate. Unica nota dolente (gioco di parole voluto, ndr) è che purtroppo le aree sono brevi, e dopo solamente una decina di ore la vostra esperienza musicale potrebbe già essere terminata
L’esplorazione delle macro-aree non è mai fine a sé stessa, dato che il team di sviluppo ha giustamente pensato di inserire dei collezionabili che ci spingono a ispezionare minuziosamente la mappa di gioco, stuzzicando la nostra voglia di scoprire. Tra questi, i più importanti sono sicuramente i Memory Fragments, solitamente collocati vicino a delle uscite facilmente riconoscibili all’interno di ogni zona: dopo aver completato una fase di platforming piuttosto impegnativa, saremo ricompensati con l’ottenimento di una speciale goccia che ci consentirà di sbloccare delle abilità paragonabili a un menù di accessibilità.
Abbiamo gradito parecchio l’introduzione delle impostazioni sopraccitate, in quanto consentono a un pubblico molto più ampio di potersi godere il titolo allo stesso modo, pur non essendo degli appassionati dei più hardcore platformers. Il doppio salto, ad esempio, consente di raggiungere più facilmente alcune zone e mentiremmo se dicessimo di non averlo mai utilizzato durante la nostra prova, mentre l’opzione di rallentare il tempo permette ai giocatori di rendere meno frenetiche alcune parti di gioco, facilitandole. Vi assicuriamo che il livello di difficoltà è ben più alto di ciò che si può pensare, sempre a patto di non attivare nessuna opzione di accessibilità.
Comparto Sonoro e Tecnico
Dal punto di vista sonoro, non siamo riusciti a trovare delle pecche. Symphonia è un titolo che punta a essere ricordato per la sua musica, e i due compositori Alexandre Bucas-français e Olivier Esman hanno centrato in pieno il loro obiettivo. La colonna sonora è stata pensata per essere un continuo crescendo, adattandosi alla naturale progressione del giocatore lungo l’esplorazione dei distretti, come per esempio in String Meadows dove si inizia con una semplice piano, per passare successivamente a un quartetto di archi e ritrovarsi infine ad ascoltare l’intera sezione d’archi dell’orchestra.
Persino la meccanica di improvvisazione è stata studiata a tavolino: eseguibile tramite un semplice tasto, può aiutarci a rivelare oggetti nascosti o ad attivare alcuni meccanismi situazionali. Per dare più autenticità a queste parti, il team di sviluppo ha lavorato con una violinista che improvvisava continuamente le melodie, cercando di evitare in qualsiasi modo di cadere dentro motivetti predefiniti o già conosciuti.
Ogni area contiene inoltre ciò che possiamo definire un “concerto”, vale a dire un duetto eseguito da Philemon insieme all’artista ritrovato in una determinata zona. In questa sezione, i ragazzi di Sunny Peak hanno voluto concentrare l’apice melodico della produzione, sostituendo interamente ogni sorta di testo e enfatizzando notevolmente il dialogo musicale tra i due strumentisti.
Vale la pena spendere due parole anche sul lato tecnico. Abbiamo avuto l’occasione di giocare l’interezza di Symphonia su Steam Deck OLED, non riscontrando mai dei cali di frame né in modalità handheld, né in modalità docked. Tuttavia, al momento della nostra prova, il titolo presenta alcuni bug legati soprattutto ai permessi del movimento, con alcuni elementi a schermo che possono essere facilmente oltrepassati, conducendo il giocatore a uno stato di softlock e obbligandolo a riavviare il client. Nulla di ovviamente grave e che non inficia sull’esperienza complessiva, ma che può interrompere la frenesia dell’azione e costringere il giocatore a prendersi una pausa.
Symphonia è disponibile su Steam.
Ringraziamo Headup Studios per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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