In un mercato straripante di titoli che rincorrono il progresso tecnologico e i nuovi trend non è raro individuare delle opere nascoste che forti dell’amore incontaminato per i classici del passato propongono reinterpretazioni di formule antiche quanto efficaci. E quale occasione migliore di questa per poter affermare che il fascino dei FPS classici non tramonta mai, e HROT ne è l’ennesima dimostrazione.

Il gioco ci porta in una Russia sovietica segnata da un disastro nucleare non ben approfondito. L’ambientazione, tanto apprezzata da una parte degli sviluppatori, è trattata in maniera semplice e cruda quanto efficace nella riconoscibilità. I modelli volutamente low-poly dei nemici a schermo ben si inseriscono nell’atmosfera cupa e opprimente data dalle enormi strutture grigie in metallo e cemento. Le creature che ci si pongono di fronte appaiono mutate e prive di vitalità, un esercito di mostruosità che varia dal classico al più inaspettato ( si, sto proprio pensando al cavallo stalker ).

Il gioco per il momento si trova in Early Access ed include un singolo episodio composto da ben otto livelli che nel nostro caso han richiesto circa 6 ore per il completamento. Sicuramente un ottimo risultato per un progetto che conta di riceverne ben 3 della stessa portata.

A rendere l’offerta ancora più interessante, è la sin da subito apprezzabile buona varietà di nemici, armi e bossfight, che garantiscono un livello di sfida sempre alto e la costante necessità di rivedere i propri approcci di combattimento.

Se dovessimo porre una critica all’attuale stato del gioco vorremmo consigliare allo sviluppatore di posizionare meglio i pannelli elettrici necessari all’attraversamento di alcune mappe, la cui attuale ubicazione ha rallentato più volte lo scorrere generalmente frenetico del gameplay.

In conclusione, HROT sembra essere sulla buona strada per divenire uno dei migliori progetti del suo genere. Solo il tempo saprà dirci se riuscirà ad ottenere un posto di pregio al fianco di titoli più conosciuti come Dusk o Amid Evil.

Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.