Fra i generi videoludici più prolifici e duraturi, specialmente su PC, è impossibile ignorare gli strategici e l’incredibile influenza che questi hanno avuto nel plasmare il medium nei primi anni del 2000.
Che siano in tempo reale, a turni oppure degli ibridi ingegnosi, questi titoli vengono spesso sottovalutati ed erroneamente ridimensionati a progetti minori quando, in verità, sono tutt’altro.
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È questo il caso di Civilization, che dal lontanissimo 1991 ha saputo addestrare milioni di potenziali condottieri virtuali alla conquista del globo.
La visione di Civilization, in un certo senso, è sempre stata differente da quella del resto degli strategici, dimostrando un’innata attenzione verso gli aspetti tattici non necessariamente militari che concorrono allo sviluppo e alla progressione della civiltà e delle sue tecnologie. Queste particolarità, e tante altre, rendono Civ un’esperienza unica e ricercata, che può essere imitata ma difficilmente raggiunta dai titoli affini a esso ispirati.
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A quasi 35 anni dalle origini della saga, ci troviamo finalmente a recensire il settimo capitolo, le cui ambizioni in termini di gameplay non sono meno eccitanti di quelle dei giocatori più affiatati.
Siete pronti a dominare il mondo?
Scopritelo in questa recensione!
Il gameplay
Prima di analizzare in maniera approfondita il gameplay del titolo nelle sue caratteristiche positive e negative, crediamo sia doveroso proporre una panoramica veloce sui concetti base che ne contraddistinguono la formula.
Civilization VII è uno strategico a turni 4X della tipologia più classica, in cui verremo messi alla prova in una corsa contro il tempo verso lo sviluppo civile e tecnologico.
Una volta scelto un leader e una civiltà iniziale, dovremo infatti competere con altre culture per il raggiungimento dell’era successiva, occasione che ci obbligherà a cambiare civiltà selezionandola fra le opzioni disponibili.
A questa competizione concorrono vari aspetti del gameplay, l’esplorazione dell’albero dello sviluppo, l’espansione militare, la politica e la costruzione di città sempre più grandi e ricche.
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In questo senso, Civilization permette al giocatore una buona libertà d’approccio, adattando l’esperienza al nostro stile di gameplay. A vincere la partita sarà infatti il giocatore che per primo supererà le sfide dell’età moderna, portando a compimento uno dei tanti progetti capaci di proiettare la civiltà nel futuro.
Un altro aspetto da considerare in vista dell’acquisto è la natura pseudostorica del titolo, che pur utilizzando culture preesistenti non ricerca affatto l’accuratezza, concentrando i suoi sforzi sul plasmare un’esperienza sandbox ambientata in una pangea procedurale che ha poco a che vedere con le convenzioni del nostro pianeta e della sua antichità.
Il gameplay – Le novità
Comprese quelle che sono le fondamenta di questo nuovo capitolo, che condivide in parte con tutte le altre iterazioni della saga, possiamo trattare quelli che sono i cambiamenti specifici di questa edizione.
Innanzitutto, il cast di leader è completamente rinnovato, includendo non solo capi di stato famosi ma anche figure storiche alternative e filosofi importanti. Contrariamente a quanto avveniva in passato, la civiltà iniziale di ciascun leader, dotato di specifici bonus ed effetti passivi, non sarà una scelta obbligata ma bensì a discrezione del giocatore.
Una scelta che crediamo sia stata fatta per aprire la strada a nuove opportunità di gameplay, combinando liberamente bonus e caratteristiche proprie di ciascuna civilità sin dalla prima era.
A tal proposito, le ere da superare saranno solo tre: antichità, epoca delle esplorazioni e modernità. Approcciando pian piano il tramontare di ciascun periodo ci troveremo a fronteggiare una “crisi”, dovendo adottare forzatamente delle politiche sociali con effetti negativi. Questo rende un tantino più difficile la fase conclusiva di ogni stage, e con buona ragione se consideriamo che l’AI non sarà mai particolarmente brillante da metterci alle strette.
La stabilità del nostro governo è legata ad una serie di fattori che comprendono fra le tante anche la classica diplomazia a cui siamo stati abituati in passato, con una fondamentale differenza che risiede nella valuta “influenza”, necessaria a compiere qualsiasi tipo di azione politica.
Le strade per accrescere il nostro impero sono tante, ma un ruolo di rilievo è riservato all’apparato militare e al suo rework. Le modifiche riguardano perlopiù l’introduzione dei comandanti, unità uniche che potranno unicamente raccogliere e schierare i diversi squadroni reclutabili, oltre a essere le uniche in grado di guadagnare esperienza e abilità con cui boostare le truppe vicine.
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Altre introduzioni includono la presenza di potenze dipendenti e città-stato che prendono il posto dei classici barbari dei capitoli differenti. Con queste sarà possibile aprire dei rapporti per diventarne sovrani e, con il giusto investimento, anche ingrandirle e trasformarle in potenze militari ed economiche vere e proprie sotto il nostro comando.
A proposito di insediamenti, alcune novità sono state fatte anche in questo senso per ampliare gli aspetti gestionali attraverso caselle urbane espandibili e monumenti specifici di ciascuna civiltà.
Civilization VII. nel suo innovare rimanendo ben saldo alle fondamenta della serie. riesce a fare sue gran parte delle qualità che hanno reso così celebre la sua formula.
Si tratta di un’esperienza divertente, potenzialmente infinita in termini di longevità, e sicuramente stimolante per lo stratega che apprezza la libertà tipica di un sandbox.
Seppur siano davvero tanti i titoli validi e ben curati nel panorama degli strategici, ben pochi possono godere del valore produttivo di un Civilization, a prescindere da eventuali carenze di design o di bilanciamento. Il settimo capitolo non è da meno, e non da l’impressione di prendere alla leggera l’importanza della sua Legacy, almeno negli aspetti fondamentali.
Il team di Fireaxis ha dimostrato infatti una grande cura per il dettaglio, ed ha fatto del suo meglio per rendere più accessibile l’esperienza di gioco senza rischiare di banalizzarla o semplificarla eccessivamente. Insomma, se siete novizi e cercate un punto d’ingresso per il genere, questa potrebbe essere una buona occasione.
Il gameplay – Le criticità
Sfortunatamente, non tutto è oro quel che luccica, e Civilization VII ha pagato caro il costo delle sue ambizioni.
Partiamo dallo stesso sistema di ere, che pur donando al gioco una certa varietà spezza inevitabilmente il ritmo di gameplay e stravolge le strategie dei giocatori, costringendoli quasi a ricominciare la partita 3 volte prima di assistere ad una vittoria definitiva.
La sensazione lasciata da questa scansione temporale rigida ed inevitabile è quella di una profonda insoddisfazione, perlopiù causata dal poco tempo a nostra disposizione per chiudere i conti prima che i nostri piani vengano completamente riscritti da una volontà superiore.
Altrettanto deludente è la totale assenza del cosiddetto “One more turn”, per continuare la partita anche dopo aver raggiunto l’inevitabile conclusione dell’era moderna, lasciandoci ben poco tempo per divertirci con le meccaniche tipiche dell’endgame (armamenti atomici inclusi).
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Questa purtroppo non è che una di una serie di meccaniche piccole ma tutto sommato rilevanti che non hanno fatto ritorno in questo nuovo capitolo, deludendo i fan più esigenti.
Le limitazioni sono evidenti, non solo nelle opzioni mancanti ma anche nella varietà di mappe e di parametri di personalizzazione dell’esperienza, piuttosto insufficienti allo stato attuale.
Tutte queste critiche si fanno più gravose quando ci si trova nel fronteggiare degli avversari in multigiocatore, modalità che come vedremo non è esente da una miriade di problemi tecnici ed errori.
Comparto artistico e tecnico
Allo stato attuale, l’aspetto artistico di questo titolo è al contempo uno dei suoi migliori pregi ed una delle sue carenze più gravi, in particolare quando confrontiamo la resa delle ambientazioni e dei personaggi con quella molto meno convincente della UI.
Gli aspetti che concorrono alla creazione della visione artistica di Civ 7 sono molteplici e sfaccettati, dai personaggi che parlano le loro lingue originali, alla musica orchestrale fino allo stile cartoon ma sorprendentemente dettagliato dei modelli 3d.
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Guardare le città allargarsi per ricoprire ampi spazi della mappa non manca d’impatti, e c’è davvero tanto da apprezzare nelle atmosfere che il team statuniteste è riuscita a creare in occasione di quest’iterazione.
Il vero tallone d’Achille, purtroppo, sono proprio le interfacce sgraziate, confusionarie ed al contempo fin troppo semplificate, che lasciano intendere un lavoro indirizzato principalmente al mercato tanto desiderato delle console casalinghe.
I menu appaiono anonimi, esageratamente grossi e spesso mancanti di tutta una serie di nozioni utili che passano inevitabilmente inosservati a causa della loro collocazione improbabile.
Per fortuna il team si è dimostrato sensibile a queste lamentele ed è già al lavoro per apportare dei dovuti cambiamenti a questo sistema.
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Continuando la nostra analisi, non possiamo non citare la magnifica soundtrack orchestrale che ci accompagnerà ininterrottamente nel corso della partita. In particolare, è impossibile non citare la traccia del menu realizzata dallo stesso Christopher Tin che nel 2011 vinse il Grammy Award grazie all’indimenticabile Baba Yetu di Civ IV.
Da un punto di vista tecnico siamo ancora di fronte a degli alti e bassi, considerando che il titolo gira abbastanza bene sia facendo uso delle librerie Vulkan che DirectX12, ma la stabilità del software è tutt’altro ottimale in rapporto ai numerosi bug e crash che abbiamo riscontrato durante la prova. Fra i più fastidiosi, la continua sovrapposizione e moltiplicazione di icone e la permanenza di vari modelli 3d “fantasma” sulla mappa di campagna.
Non di meno, la modalità multigiocatore, che supporta fino a 8 giocatori, è costantemente minata da episodi di disconnessione e desincronizzazione, che hanno reso i nostri tentativi di cooperazione piuttosto frustranti nelle prime giornate dal rilascio.
Ringraziamo Fireaxis per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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