Da sempre, la distopia, che sia nella letteratura o nel cinema, ha appassionato i più disparati tipi di pubblico, con le sue terrificanti dittature e conseguenti ribellioni.
Col passare degli anni, si potrebbe discutere di come sempre più fattori della nostra vita tendono a rasentare il distopico e, nella luce degli eventi, Pollard Studio decide di accogliere il genere per la realizzazione del loro primo titolo, un walking simulator horror in prima persona

Con i suoi toni cupi e inquietanti, riuscirà Karma: The Dark World a trasportarci nella sua opprimente realtà? Scopriamolo insieme!
Trama
Interpreteremo Daniel McGovern, agente della Leviathan Corporation il cui compito è quello di infiltrarsi nella mente dei criminali per indagare su crimini commessi. Se già vedere con i nostri occhi i crimini più violenti venir perpetrati non fosse abbastanza, la nostra sanità mentale inizierà definitivamente a vacillare quando, per errore, finiremo per uccidere un uomo durante l’esaminazione.

Sin dalle prime sessioni, ciò che stupisce di Karma: The Dark World è sicuramente il suo interessante e curato world building. Verremo catapultati in una Germania del 1984 alternativa in cui ciò che detta legge è il volere di una mega corporazione che non vuole nulla se non il totale annichilimento dei cittadini. Esplorando i meandri di ogni luogo visitato e proseguendo nella nostra avventura, ci immergeremo sempre di più nella cruda realtà di chi lavora per la Leviathan e nella cieca brutalità di chi vi è a capo, andando ad affrontare una storia molto interessante e colma di plot twist.
Un fattore a cui Karma: The Dark World dà molta importanza è la scrittura dei suoi personaggi. Ognuno di questi, tenendo conto anche delle diverse esperienze derivanti dai differenti ranghi sociali, porterà sui nostri schermi una storia unica e molto interessante da seguire, portandoci ad affezionarci e fare nostra ciascuna esperienza.

Il titolo richiama chiaramente molte opere, soprattutto cinematografiche, e le sue influenze si riflettono nelle atmosfere e in molte scelte stilistiche del gioco. In particolare, numerose scene e ambientazioni si ispirano alle opere del compianto David Lynch, specialmente per la sua inconfondibile poetica onirica ma anche per alcuni diretti riferimenti.
Tuttavia, l’opera riesce comunque a rielaborare le sue ispirazioni in modo personale, mantenendo una propria identità distintiva.
Gameplay

Il gameplay si presenta inizialmente come quello di un tipico Walking Simulator ma, più proseguiremo nel gioco, più vedremo questo cambiare e prendere uno stile di gioco sempre diverso, in modo simile a quanto succede in opere come What Remains Of Edith Finch.
Per la maggior parte del tempo, il nostro obiettivo sarà farci strada in cupi e stretti spazi, analizzando ogni singolo anfratto alla ricerca di prove per comprendere il nostro caso e proseguire nell’investigazione. Di tanto in tanto, la nostra ricerca verrà interrotta da enigmi e puzzle dalla soluzione per nulla scontata.

Questi saranno tutti variegati e inseriti in modo modo molto creativo all’interno del gioco e, spesso e volentieri, richiederanno un grande sforzo per essere completati.
L’unico problema con questi sta proprio nella loro mancanza di costanza: nel corso del titolo, non vi sarà una vera e propria progressione della difficoltà dei rompicapi, ma bensì ci ritroveremo spesso ad affrontarne alcuni di molto complicati ed altri veramente semplici ad una breve distanza gli uni dagli altri.
Nel corso del nostro playthrough incapperemo anche in diversi enigmi bonus, che saranno riconoscibili dalla colorata scatola dentro i quali saranno riposti. Questi saranno senza dubbio i più difficili presenti all’interno del titolo, ma, essendo questi solamente un modo alternativo di ottenere dei collezionabili, non saranno mai un vero e proprio problema.

Come accennato in precedenza, nel titolo vedremo un costante cambio di scenario e di stile del gameplay, nei quali si farà spazio anche all’introduzione di meccaniche sempre nuove che ci accompagneranno per la durata della sezione.
La più importante di queste, che verrà adottata anche durante il resto del gioco è la fotocamera. Questa ci metterà in grado di poter vedere una realtà alternativa celata ai nostri occhi, caratterizzata dalla presenza di inquietanti occhi che ci impediranno di proseguire nel nostro cammino. Tramite la macchina fotografica saremo in grado non solo di vederli, ma anche di poterli distruggere tramite il flash.
Per quanto questa sia una funzionalità davvero interessante, non si può dire che sia implementata nel migliore dei modi. Il suo funzionamento risulterà spesso alquanto confusionario e la lentezza dei nostri movimenti quando ci ritroveremo a doverla tenere in mano darà spesso problemi, soprattutto nelle sezioni di inseguimento.
Fortunatamente (o sfortunatamente), anche l’AI dei mostri non sembra particolarmente intelligente per cui la situazione non si rivelerà mai troppo preoccupante.
Comparto artistico e tecnico

Il comparto artistico di KARMA mira ad un’assoluta fedeltà grafica, ponendoci dinanzi ad un mondo iperrealistico in Unreal Engine 5 che non esiterà a stupirci in molti momenti. Anche la resa del mondo di gioco è molto creativa, e riesce a riproporre una distopia molto classica aggiungendo spesso e volentieri tratti unici ed interessanti.
Un altro fattore positivo è l’ottima soundtrack orchestrale a cura di Geng Li, che riuscirà perfettamente ad emozionarci e ad immergerci nel mondo di gioco.
Contrapposti ai meravigliosi paesaggi ottimamente resi che caratterizzeranno il nostro viaggio nel subconscio, vi è una resa dei modelli che ci ha fatto spesso e volentieri storcere il naso.
Nonostante l’interezza dello stile miri ad una resa grafica tendente al fotorealismo, i modelli presentano degli occhi vuoti, una pelle fin troppo levigata e luminosa e dei movimenti assolutamente legnosi, rovinando l’immersione del giocatore che, altrimenti, sarebbe stata impeccabile.

Per il resto, non abbiamo avuto alcun problema di bug o crash nel corso del nostro provato, e il titolo si è mantenuto stabile per tutta la sua durata.
Nonostante la notovole fedeltà tecnica, il titolo è tranquillamente giocabile su qualsiasi tipo di macchina, e i piu fortunati potranno anche godere di un’implementazione completa del DLSS 4 (Upscaling ed MFG).
Ringraziamo Neohype per averci fornito le chiavi del gioco per realizzare questo articolo.
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