Da sempre il concetto di tempo ha affascinato l’essere umano, rappresentando una qualità intrinseca della nostra esperienza quotidiana e diventando oggetto di costante studio ed ammirazione nel corso dei secoli, pur rimanendo sempre al di fuori del nostro controllo diretto.
Pertanto, non sorprende che questo aspetto diventi un tema ampiamente esplorato nelle opere di fantasia, soprattutto in quelle di stampo fantascientifico, dove si delineano tutte quelle sfumature che ancora oggi consideriamo pura speculazione.
Tra questa vasta gamma di progetti spicca particolarmente Quantum Break, videogioco sviluppato da Redemy Entertainment nel 2016, che affronta l’affascinante possibilità dei viaggi nel tempo e che si distingue per la sua struttura totalmente unica, oltre che per il suo approccio fortemente deterministico.
Sarà riuscito questo particolare titolo, che nel corso degli anni ha ricevuto diverse reazioni contrastanti, a resistere all’inevitabile incedere del tempo mantenendo la sua validità? Scopritelo nella nostra recensione!
DUE RACCONTI INTERCONNESSI
Quantum Break rappresenta uno dei titoli più singolari sviluppati da Remedy, già nota per i suoi rivoluzionari approcci alla narrazione nei giochi, plasmandoli in modo da avvicinare di più l’esperienza a quella delle serie televisive. In questo caso, l’azienda finlandese ha intrapreso un ulteriore passo avanti, presentando un prodotto assolutamente unico che fonde elementi di gameplay con una serie live action suddivisa in quattro episodi, con l’obiettivo di espandere ulteriormente l’immersione nel mondo di gioco.
Le trame narrate seguiranno un filo conduttore comune, offrendo prospettive parallele sugli stessi eventi dal punto di vista di personaggi diversi. Non solo vedremo le vicende intersecarsi tra di loro, ma si modificheranno reciprocamente attraverso le scelte che faremo in momenti specifici del titolo.
In entrambi i casi, gli eventi ruotano attorno alla figura di un solo uomo: Paul Serene, un brillante fisico teorico destinato a divenire il principale antagonista in un racconto da lui stesso plasmato nel tentativo di viaggiare avanti e indietro nel tempo. Tuttavia, come spesso accade in storie di questo genere, l’esecuzione di un esperimento in modo illecito ha innescato un’enorme catastrofe, destabilizzando l’intero tessuto temporale e dando luogo a una frattura che potrebbe condurre a una sorta di stagnazione temporale eterna, conosciuta come la “Fine del tempo“.
TRAMA
Gran parte del gioco ci vede nel ruolo di Jack Joyce, un atipico protagonista con un passato burrascoso segnato da rapine e frequenti arresti, richiamato nella sua terra natale da una strana richiesta di aiuto da parte del suo migliore amico, Paul.
Purtroppo, come accennato in precedenza, le cose non prendono una piega conforme ai piani prefissati e Joyce si trova inaspettatamente coinvolto in un’enorme esplosione, che gli conferisce abilità temporali straordinarie.
Il nostro protagonista si trova non solo ad affrontare una crisi globale di proporzioni titaniche, consapevole che solo attraverso i suoi nuovi poteri potrà porre fine a questa minaccia imminente, ma deve destreggiarsi anche tra gli agenti della Monarch, un’azienda misteriosa di cui si sa poco ma che dimostra un notevole interesse per tutto ciò che riguarda i viaggi nel tempo.
· La struttura narrativa
Arrivati a questo punto diventa evidente che ci troviamo di fronte a un titolo che pone la trama come elemento fondamentale dell’esperienza, con una narrativa che si manifesta in modo continuo e misto lungo tutto il percorso. Mentre procediamo attraverso i cinque capitoli che costituiscono Quantum Break, incontreremo costantemente una varietà di personaggi con i quali sarà possibile interagire durante il gameplay, intercalato occasionalmente da cutscene realizzate utilizzando il motore grafico del gioco.
In aggiunta, le diverse zone sono impreziosite da ulteriori informazioni, presentate sotto forma di e-mail, appunti scritti o registrazioni audio e video. Questi collezionabili, con cui gli sviluppatori arricchiscono il mondo di gioco con dettagli supplementari destinati a coloro che desiderano approfondire la conoscenza della storia, sebbene non siano mai obbligatori o essenziali, rappresentano spesso piccole delizie aggiuntive che contribuiscono in modo significativo all’immersività complessiva del titolo.
Purtroppo, la stessa considerazione non può essere estesa al ritmo del gioco, che risulta spesso interrotto in modo repentino da queste informazioni talvolta eccessivamente prolisse. Tale interruzione costringe il giocatore a sospendere qualsiasi altra attività al fine di dedicare lunghi minuti alla lettura di testi estesi che spesso si rivelano anche inutili o ripetitivi, portando solo a noia e frustrazione.
· L’Ineluttabilità del destino
Un punto che abbiamo notevolmente apprezzato in Quantum Break è come fin da subito ci viene chiarito che il passato non può essere cambiato, ognuno ha un suo destino da seguire e qualsiasi azione compiuta per evitarlo è inutile poiché è già tutto scritto. Questa legge dell’universo contribuisce fin da subito a creare un’atmosfera drammatica e pesante che abbiamo trovato perfettamente realizzata, amplificando il senso di fatalismo e la tensione emotiva in ogni momento del gioco.
Con una prospettiva simile risulta quasi inevitabile che in un’opera come questa sia presente un solo finale, simboleggiando così che qualsiasi scelta effettuata lungo il percorso non modificherà la destinazione ultima.
Mentre questo approccio narrativo è coerente e può apparire intrinsecamente creativo, da un punto di vista strettamente ludico non possiamo fare a meno di sottolineare la totale inutilità di poter prendere decisioni alla fine di ogni capitolo, visto che il loro impatto concreto sul gioco risulta essere minimo se non qualche lieve cambiamento nei successivi episodi live action.
Invece il finale emerge decisamente meno coeso e apprezzabile, non riuscendo a rispettare le stesse regole narrative che il gioco aveva precedentemente stabilito. La sua conclusione risulta infatti affrettata e ambigua, caratterizzata da molteplici lacune nella trama e colpi di scena privi di spiegazione, lasciando così il giocatore con un profondo senso di insoddisfazione.
È possibile che tali problematiche vengano affrontate in un possibile sequel, il quale potrebbe finalmente gettare luce sugli elementi rimasti in sospeso, anche se dopo sette anni sembra ormai un’ipotesi alquanto improbabile.
UN’ALTALENANTE ESPERIENZA LIVE ACTION
Durante il corso della nostra avventura troveremo al termine di ciascun atto della storia un episodio della serie televisiva che si sviluppa in parallelo agli eventi del gioco, concentrandosi sulle prospettive di vari membri dello staff della Monarch Corporation e del loro leader Paul Serene.
Questa innovativa struttura ci consente di immergerci ulteriormente nell’ambientazione, esplorando la narrazione dal punto di vista dei nostri antagonisti, e consentendoci di comprendere le loro motivazioni e dinamiche interne in un’esperienza che fonde l’intrinseca fatalità di Quantum Break con sequenze ricche d’azione, come inseguimenti mozzafiato e combattimenti ravvicinati.
Non possiamo negare di essere stati piacevolmente colpiti nel rilevare che il livello delle performance attoriali nella serie si è dimostrato eccezionalmente elevato, presentando attori di spicco quali Aidan Gillen o il recentemente scomparso Lance Reddick, che in particolare ha conferito un carisma unico al proprio personaggio lasciando un’impressione davvero duratura.
D’altro canto gli episodi presentano una forte carenza nella loro scrittura, che risulta essere banale e prevedibile, con scene che sembrano quasi superflue e che raramente riescono a instillare affetto per i personaggi. Durante la visione è stato raro avvertire lo stesso livello di coinvolgimento che avevamo sperimentato durante il gioco, e ci siamo quasi sentiti obbligati a seguire il live action solo per comprendere alcune dinamiche presenti nel gameplay.
Inoltre va tenuto presente che, essendo la serie interamente in streaming, sarà essenziale disporre di una connessione internet di alta qualità, in caso contrario potreste trovarvi – come è capitato al sottoscritto – con un’esperienza frammentata a causa dei continui problemi di buffering, compromettendo così l’atmosfera che il progetto cerca di creare.
Come alternativa è possibile scaricare i quattro episodi, ma questo comporterà un raddoppio delle già considerevoli dimensioni del titolo, rendendo comunque questa opzione poco soddisfacente.
PERSONAGGI
In un’impresa di tale ambizione e portata che decide addirittura di intrecciarsi con una serie televisiva, la costruzione dei personaggi dovrebbe costituire una priorità fondamentale, se non l’elemento cardine dell’intera opera. Tuttavia, Quantum Break sembra seguire questa filosofia solo in parte, concentrandosi con minuziosa attenzione sui suoi due protagonisti e trascurando in larga misura il resto del cast.
Ci imbattiamo quindi in personaggi eccezionalmente ben delineati come Jack Joyce, il protagonista, e l’antagonista Paul Serene, due personaggi dalle sfumature complesse ed entrambi con l’unico obiettivo di fermare la fine del tempo, sebbene adottando approcci completamente opposti.
Particolarmente degna di nota è la personalità di Paul, la quale può persino essere modellata attraverso le ridotte scelte offerte, consentendo di plasmare una personalità più o meno incline alla violenza e all’aggressività, o magari più votata all’emotività e all’essere un “anti-eroe”.
Dall’altro lato della medaglia troviamo invece il resto dei personaggi secondari, quelli che non hanno mai l’opportunità di brillare con luce propria e che rimangono in gran parte piatti per tutta la durata del titolo. Anche quei pochi NPC che mostrano segni di sviluppo spesso lo fanno in modo affrettato e improvviso, rendendo difficile instaurare un coinvolgimento empatico.
Questa problematica si intensifica ulteriormente a causa della scarsa qualità della scrittura dei dialoghi, che spesso risultano innaturali e privi di spontaneità. Questo rende i vari personaggi come completamente privi di carisma e poco convincenti.
Va altresì evidenziato che ogni qualvolta ci troveremo a intraprendere una missione accompagnati da un compagno, l’esperienza risulterà estremamente irritante in quanto ci si metterà costantemente fretta, minando così l’intera dimensione esplorativa. Questo problema diviene particolarmente palese nei punti precedentemente descritti, nei quali dovremo dedicare tempo alla lettura di ampie informazioni aggiuntive, mentre al contempo saremo sottoposti a continui richiami ad avanzare, accompagnati da ripetitive urla d’impazienza.
Nemmeno il cast del Live Action riesce a sfuggire a questo andamento e, sebbene dedichi notevole attenzione ai suoi protagonisti, sembra essere vincolato a mantenere una linearità persistente per l’intera serie. È probabile che la necessità di mantenere costantemente un legame con la trama del gioco principale ostacoli la serie nel dare il giusto risalto ai propri personaggi, con il risultato di un prodotto che si impone delle autolimitazioni, incapace di realizzare appieno il suo potenziale.
GAMEPLAY
In linea con la tradizione di Remedy Entertainment, Quantum Break dimostra che l’attenzione privilegiata per l’aspetto narrativo non si traduce affatto in un trascuramento o un relegamento in secondo piano del gameplay. Al contrario, il gioco offre un coinvolgente sparatutto in terza persona che si distingue dai prodotti simili grazie all’impiego innovativo dei poteri temporali, che conferiscono all’esperienza una dinamicità e una rapidità straordinarie. Questo mix di elementi, a nostro avviso, risulta essere una combinazione perfettamente riuscita.
Di conseguenza avremo la possibilità di congelare nel tempo specifici nemici, schivare con agilità le bombe scagliate contro di noi, erigere scudi protettivi per un istante di respiro e persino rallentare il tempo per effettuare spostamenti che evocano l’atmosfera di un’epica scena cinematografica. È tuttavia importante sottolineare che queste abilità saranno sempre bilanciate evitando di rendere il gameplay eccessivamente elementare, dato che troveremo frequentemente avversari che possiedono abilità analoghe alle nostre o che attueranno tattiche mirate per impedirci di usare i nostri poteri.
Tutto questo è reso possibile grazie anche ad un’eccellente intelligenza artificiale dei nemici, sebbene non perfetta. Nella maggior parte dei casi gli avversari non rimarranno semplicemente fermi ad attendere la loro inevitabile sconfitta, ma cercheranno attivamente di metterci in difficoltà, organizzandosi in squadra per accerchiarci e mettendosi al riparo quando si trovano da soli.
Quantum Break offre una varietà di livelli di difficoltà, adatti sia a chi cerca un’esperienza più cinematografica e accessibile, sia a coloro che sono alla ricerca di un’avventura più impegnativa, soprattutto nelle fasi finali del gioco dove la sfida aumenterà considerevolmente.
In aggiunta, è importante considerare la presenza di sezioni di gioco platform, in cui saremo chiamati a compiere salti tra diverse superfici per avanzare nel livello, sfruttando in alcuni casi gli stessi poteri temporali che abbiamo utilizzato nelle battaglie.
Queste parti del titolo possono talvolta generare frustrazione, dato che la precisione dei movimenti non è sempre garantita, portando il giocatore a dover affrontare nuovamente la stessa sezione più volte con il rischio di provocare un senso di monotonia. Fortunatamente è confortante notare che tali segmenti risultano in genere di breve durata e appaiono di rado nel gioco, inoltre saranno raramente così complessi da richiedere una particolare concentrazione da parte del giocatore.
UN POTENZIALE SPRECATO
Nonostante abbiamo apprezzato e tratto divertimento dal gameplay di Quantum Break, è altrettanto cruciale considerare un aspetto significativo. Durante l’intera esperienza di gioco, ci siamo trovati a utilizzare ripetutamente le stesse armi e i medesimi poteri per affrontare costantemente le stesse tipologie di nemici. Lungo tutta l’avventura le opzioni di personalizzazione a disposizione per il nostro protagonista sono piuttosto limitate, con un albero delle abilità estremamente ristretto e poco appagante che non possiamo fare a meno di ritenere avrebbe potuto essere sfruttato in modo notevolmente migliore.
Lo stesso principio si applica anche ai nemici poiché, nonostante il titolo cerchi di offrire una varietà tra di loro, si riduce principalmente ad un approccio uniforme nell’affrontarli, e l’obiettivo rimane colpirli alla testa o alle spalle in base alla tipologia di difesa che presentano. In un contesto di gioco simile, l’inclusione di scontri con boss dotati di strategie uniche per sconfiggerli avrebbe sicuramente aggiunto un valore in più.
Addirittura le sezioni di platform avrebbero potuto trarre anche loro un maggiore vantaggio dall’utilizzo dei poteri temporali, o magari sarebbe stato possibile introdurre nuove abilità appositamente concepite per questi momenti, apportando così un grado di divertimento e sfida notevolmente maggiore all’intera esperienza di gioco.
In conclusione, riteniamo che il gameplay sia stato concepito in maniera intelligente, con concetti originali e coinvolgenti, ma al contempo non possiamo fare a meno di immaginare le potenzialità inespresse se Remedy avesse dedicato una maggiore attenzione a questi aspetti, creando sezioni di gameplay più estese e diversificate che avrebbero sicuramente contribuito ad arricchire notevolmente l’esperienza di gioco.
COMPARTO TECNICO E MOTION CAPTURE
Fin dal suo lancio, Quantum Break è stato oggetto di numerose critiche per i continui problemi tecnici che affioravano, tra cui il malfunzionamento dei frame rate e crash frequenti. Purtroppo, dobbiamo constatare che nel corso degli anni questi inconvenienti non sono ancora stati del tutto risolti e, sebbene sia evidente una netta riduzione dei rallentamenti e degli arresti improvvisi dell’applicazione, ci siamo comunque imbattuti in bug a volte non solo strani ma addirittura fastidiosi.
Così abbiamo trovato situazioni in cui alcuni modelli non si caricano correttamente, con punti eccessivamente luminosi che accecano o addirittura aree in cui le texture mancavano del tutto. In alcuni casi siamo incappati in zone in cui interi elementi grafici semplicemente svanivano, dando luogo a situazioni assurde come quelle rappresentate nelle immagini qui sotto.
Nel frattempo è inevitabile apprezzare il notevole sforzo dedicato all’aspetto grafico, agevolato in modo significativo dalla realizzazione dei volti tramite motion capture e dalla partecipazione di un cast di attori eccezionali. In particolare, l’accuratezza del movimento delle labbra e l’espressività dei personaggi portano il livello qualitativo a vette straordinarie, soprattutto considerando che si tratta di un prodotto del 2016.
COMPARTO SONORO
Esaminando l’aspetto sonoro di Quantum Break, non possiamo che essere colpiti dallo straordinario lavoro svolto nel campo del doppiaggio italiano e, sebbene la qualità dell’adattamento sia già apprezzabile in altri titoli di Remedy, qui raggiunge livelli eccezionali con una performance che non ha nulla da invidiare ai doppiaggi dei migliori film di alto calibro.
A maggior ragione è ancora più deludente il fatto che il lavoro di mixaggio audio sembri essere gestito in modo trascurato, con dialoghi che si sovrappongono o vengono distorti da effetti di eco, persino quando la scena si svolge all’aperto. Inoltre, la gestione degli effetti sonori è altrettanto approssimativa, con situazioni in cui impatti significativi generano suoni morbidi, come se qualcuno avesse colpito un cuscino anziché un oggetto solido.
Tale situazione è ulteriormente peggiorata dalla presenza di una colonna sonora poco incisiva e memorabile, che purtroppo non contribuisce a esaltare gli altri aspetti del gioco.
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