La Warner Bros si trova attualmente in una fase estremamente cruciale, con l’arrivo di James Gunn e Peter Safran nelle vesti di co-presidenti e co-amministratori delegati dei DC Studios, assumendo il controllo creativo dell’universo condiviso in quel che appare come un completo reboot del DC Cinematic Universe.
Una trasformazione così radicale porta con sé conseguenze altrettanto significative, e già possiamo riscontrare tali impatti nei risultati conseguiti da “The Flash“, l’ultimo film realizzato dalla DC che si è rivelato un completo insuccesso, comportando notevoli perdite finanziarie per l’azienda.
In questa fase di tensione e ambiguità si colloca “Blue Beetle“, un film che a tratti può sembrare distaccato dall’ampio universo di riferimento, ma che porta sul grande schermo il personaggio omonimo dei fumetti, rendendolo il primo supereroe di origine latino-americana a ricoprire il ruolo di protagonista in un film di tale rilevanza.
Sarà riuscito questo nuovo supereroe, nonostante le circostanze difficili, a conquistare il grande pubblico e a guadagnarsi un posto all’interno del nuovo universo ideato da Gunn? Scopritelo nella nostra recensione!
Storia di un umile eroe
Ambientato nella metropoli immaginaria di Palmera City, Blue Beetle trasmette chiaramente il suo messaggio fin da subito, catapultandoci in un contesto socio-culturale decisamente ancorato alla realtà, piuttosto che alla pura fantasia.
La trama si sviluppa intorno a due famiglie che incarnano gli opposti all’interno di una città orientata al progresso:
- La famiglia Kord, austera, grigia e diffidente, abbraccia la divinità del denaro da inseguire ad ogni costo, rappresentando l’aspetto capitalista della società in cui la gente è vista come semplice strumento.
- La famiglia Reyes, affettuosa, vivace e colorata, è l’emblema della popolazione che si impegna faticosamente per giungere a fine giornata, ma che resta saldamente unita e sorride nonostante le molteplici difficoltà.
Ed è proprio all’interno di quest’ultima categoria che troviamo il nostro protagonista, Jaime Reyes (interpretato da Xolo Maridueña), un giovane neo-laureato di origini messicane appena tornato a casa dopo aver completato gli studi, determinato a fare tutto il possibile per sostenere la sua famiglia che deve affrontare non poche difficoltà finanziarie.
Questo suo profondo senso di responsabilità lo spingerà a cercare opportunità d’impiego anche presso la Kord Industries, e sarà proprio qui che avverrà il suo primo incontro con lo Scarabeo Blu, un’arma di distruzione di massa letale caduta nelle mani sbagliate.
Nel momento in cui Jaime entra in contatto con lo scarabeo, questo risponde al suo tocco fondendosi con lui e trasformandolo nell’eroe Blue Beetle, un supereroe dai tratti che richiamano l’armatura di Iron Man ma con la vivace personalità di Spider-Man.
Il resto del film si sviluppa in modo lineare, seguendo il giovane neo-laureato che si trova a gestire un potere che non aveva mai cercato né desiderato, adesso costretto a fuggire dall’incalzante minaccia della Kord, determinata a riacquisire lo scarabeo e pronta persino a causare vittime innocenti pur di raggiungere i propri intenti.
Blue Beetle: Un eroe condiviso
Nei film di questo genere il protagonista costituisce un fulcro fondamentale della trama, capace di trasformare in appagante persino una storia con evidenti problematiche, o al contrario di renderne la visione insopportabile.
Fortunatamente la decisione audace di adattare un personaggio poco famoso e privo di garanzie di successo come Blue Beetle si è rivelata, a nostro avviso, estremamente felice.
Xolo Maridueña brilla nel dar vita all’energia frizzante e giovane di Jaime Reyes, apportando una boccata d’aria fresca all’interno di un universo DC ormai denso di personaggi già fin troppo conosciuti.
Quello che rende questo supereroe particolarmente affascinante è che la sua connessione con lo scarabeo non si limita semplicemente a donargli una straordinaria tuta (che si traduce in modo sorprendente sullo schermo, emergendo come uno dei migliori costumi nei recenti cinecomics), ma instaura un legame a livello cerebrale con lo stesso Scarabeo Blu, rivelatosi essere una tecnologia intelligente giunta dallo spazio.
Ci ritroviamo di conseguenza di fronte a non uno, ma due protagonisti che insieme costituiscono l’eroe Blue Beetle, in un legame che richiama in larga misura dinamiche simili a quelle presenti in film come Venom. In sostanza, questo eroe sembra trarre ispirazione da vari personaggi della concorrenza, ma ciò non gli impedisce di conservare un’identità unica, emergendo come un’aggiunta estremamente carismatica e apprezzabile all’intero universo.
Tuttavia, mentre abbiamo accolto con entusiasmo il personaggio di Jaime, non possiamo dire altrettanto per lo scarabeo che, nonostante le circostanze incerte legate alla sua creazione, si presenta come un vero e proprio essere vivente dotato di ragionamento logico ed emozioni. È proprio per questo che abbiamo considerato il suo utilizzo come un’occasione sprecata, dato che il suo ruolo sembra essere circoscritto a fornire supporto al giovane messicano, quasi fosse una semplice intelligenza artificiale.
Purtroppo uno dei personaggi che dovrebbe rivestire un’importanza pari al protagonista stesso appare sorprendentemente carente di sviluppo, e un maggiore approfondimento della simbiosi avrebbe senza dubbio arricchito il film. Questo aspetto, che aveva il potenziale di costituire un elemento estremamente intrigante della trama, purtroppo risulta ambiguo e poco chiaro, rendendo persino difficile comprendere certi comportamenti dell’alieno verso la conclusione della pellicola.
PERSONAGGI
Anche se il protagonista costituisce il fulcro vitale dell’opera su cui poggia l’intero successo cinematografico, non possiamo ignorare il ruolo centrale che il resto del cast riveste sia in positivo che in negativo, offrendo momenti interpretativi eccellenti ma talvolta anche delle performance meno convincenti.
I personaggi si suddividono in due macrogruppi, che delimitano da un lato la famiglia Reyes e dall’altro gli affiliati delle Kord Industries.
La Famiglia Reyes
Non sorprende affatto che molti membri dei Reyes siano riusciti a conquistare un posto speciale nei cuori dei fan, emergendo come alcuni dei personaggi più amati all’interno della pellicola. In particolare, coloro che provengono da famiglie numerose riconosceranno immediatamente come Blue Beetle sia riuscito magistralmente a catturare quell’atmosfera conviviale, a tratti caotica ma sempre intrisa di calore.
Ciascuna interazione tra di loro risplende di autenticità, quasi come se stessimo osservando le dinamiche di una vera famiglia. Questo senso di genuinità conferisce realismo e fascino ad ogni dialogo tra i personaggi, catturando lo spettatore e generando un senso di affetto immediato per ciascun membro dei Reyes.
Tra tutti i componenti, il film riserva una particolare attenzione alla figura della sorella Milagro (Belissa Escobedo) e allo stravagante Zio Rudy (George Lopez).
Riguardo alla prima, abbiamo apprezzato profondamente la sua rappresentazione, enfatizzata anche dalla straordinaria interpretazione dell’attrice Belissa Escobedo che ha saputo catturare perfettamente la magia e la vitalità di un legame fraterno incredibilmente reale.
Tuttavia, sebbene Blue Beetle tenti di darle risalto in diverse occasioni (soprattutto nelle scene finali), il ruolo di Milagro rimane in gran parte secondario, non godendo di momenti di particolare risalto e non riuscendo così ad esprimere appieno il suo potenziale.
D’altra parte il film dedica maggior spazio all’eccentrico Zio Rudy, un teorico della cospirazione con tratti paranoici, incline a mettere in dubbio qualsiasi cosa possa essere collegata al governo e a nutrire un profondo disprezzo per tutto ciò che richiama il capitalismo.
Tuttavia, nonostante le abbiamo trovate intrattenenti, le dinamiche del suo personaggio nel contesto del film sono risultate piuttosto ambigue, come se faticasse a definire una sua identità fissa. A volte sembra desideroso di assumere il ruolo di figura paterna nei confronti di Jaime, anche se quest’ultimo ha già un padre presente nella storia, mentre in altre occasioni si limita a interpretare il classico personaggio goffo sempre pronto a strappare una risata al pubblico.
Parlando di figure di riferimento, è inevitabile menzionare lo straordinario lavoro svolto da Damián Alcázar nel dare vita al personaggio di Alberto Reyes, il padre del protagonista.
Alberto è un personaggio di una semplicità straordinaria ma di un impatto sorprendente; non sarebbe esagerato definirlo il cuore pulsante dell’intera famiglia, colui che tiene tutti uniti e spensierati persino nei momenti più difficili.
Va sottolineato che, benché non faccia spesso la sua comparsa, ci siamo completamente innamorati del suo personaggio, trovando ogni singola scena in cui appare assolutamente spettacolare.
Affiliati della Kord
Dall’opposto lato dello spettro emergono invece i Kord e tutti coloro ad essi collegati che, come descritto in precedenza, incarnano la dimensione più distante e fredda della società. Mentre le interazioni all’interno della famiglia Reyes emanano un costante affetto, la visione dei membri della famiglia Kord appare oscurata dal successo e spesso eccessivamente fatalista.
Tuttavia come citato nel film, “Non tutti i Kord sono degli stronzi”, ed è qui che entra in gioco il personaggio di Jenny Kord, interpretato da una magnifica Bruna Marquezine che trasporta sul grande schermo una figura dalle numerose sfaccettature.
Jenny ricopre un ruolo di co-protagonista nel film, emergendo come un personaggio potente e indipendente, ma allo stesso tempo dotata di una sensibilità profonda e portando con sé un passato non particolarmente felice. Sarà proprio lei a dare una mano a Jaime nella fuga dalla sua stessa azienda ora controllata dalla Zia.
Pur apprezzando la solidità della scrittura del suo personaggio e le coinvolgenti e intrattenenti interazioni con il resto del cast, non possiamo trascurare il fatto che il suo sviluppo appare eccessivamente veloce e talvolta non del tutto congruente. Alcune scelte sembrano essere guidate più dalla necessità di far progredire la trama che dalla natura intrinseca del personaggio, risultando così forzate e prive di senso.
L’unico altro componente della famiglia Kord che fa la sua comparsa nel corso della pellicola è Victoria Kord (Susan Sarandon), zia di Jenny e attuale CEO delle Kord Industries.
Nonostante la bravura dimostrata da Sarandon, il personaggio purtroppo non riesce a sottrarsi ad una scrittura poco convincente, risultando un cattivo eccessivamente stereotipato che sembra abbracciare la malvagità solo per il puro gusto di farlo, e le sue motivazioni vengono a stento accennate nei momenti finali del film.
La sua persona manca di una reale evoluzione o sviluppo, ed il suo ruolo nell’intera narrazione sembra limitarsi esclusivamente a quello di essere una minaccia. Nonostante alcune scene potenzialmente interessanti, alla fine non riesce a rappresentare una vera e propria sfida, apparendo piuttosto come un ostacolo fastidioso lungo il percorso del nostro eroe.
Tuttavia un lavoro ancora più insoddisfacente emerge nella caratterizzazione del vero antagonista del film, Carapax (interpretato da Raoul Trujillo). La sua profondità di carattere è praticamente inesistente e, se abbiamo precedentemente criticato Victoria Kord per la sua eccessiva stereotipia, qui ci troviamo di fronte a un personaggio che risulta persino ridicolo per le sue banali frasi da cattivo da cartone animato.
Indubbiamente il punto più debole del film, la sua personalità risulta troppo piatta e priva di sfumature realistiche, con molte incongruenze e scelte di scrittura poco adeguate. Carapax richiedeva sicuramente un’elaborazione molto più approfondita, ma purtroppo si riduce ad un semplice cattivo con pochissima personalità, incapace di coinvolgere lo spettatore nella sua storia.
Regia e comparto grafico
È importante ricordare che stiamo parlando di un cinecomics, dove l’azione e le scene di combattimento svolgono un ruolo essenziale. La loro buona realizzazione risulta fondamentale non solo per rendere tali scene accattivanti per il vasto pubblico, ma soprattutto per esprimere con creatività i poteri distintivi di ciascun supereroe (che talvolta potrebbero apparire troppo simili tra di loro), rendendoli sempre unici ed evitando così che il genere cada nella monotonia.
In merito a questo, Blue Beetle mostra un andamento altalenante.
Considerando che si tratta di una storia sulle origini del personaggio, è comprensibile che il primo atto del film si concentri sulla presentazione dei personaggi e sull’instaurazione del contesto (aspetto che è stato trattato con maestria), tuttavia è essenziale sottolineare che le scene d’azione sono praticamente assenti per l’intera durata della pellicola, fatta eccezione per qualche sporadico momento comunque troppo lineare e poco coinvolgente.
Tuttavia questa valutazione non si applica alla battaglia finale, che risulta avvincente e stimolante regalandoci emozionanti combattimenti aerei e terrestri, resi possibili grazie all’utilizzo delle numerose armi letali (e altre meno) dello “scarabeo”.
L’unico aspetto che abbiamo individuato come punto debole risiede nella scrittura creativa dello scontro, che tende a risultare eccessivamente uniforme. Considerando soprattutto il personaggio di Blue Beetle, che ha la capacità di materializzare qualsiasi arma possa immaginare, ci aspettavamo qualcosa di più originale rispetto all’impiego di un semplice ed enorme spadone.
Nonostante ciò, tutti questi problemi sono in parte mitigati dalla straordinaria performance di Xolo Maridueña, il quale è capace di coinvolgere lo spettatore persino durante le sequenze più semplici e potenzialmente noiose. Questo risultato è ottenuto grazie anche all’eccezionale qualità della computer grafica, che contribuisce a generare ottimi effetti speciali in tutte le sequenze d’azione.
Colonna sonora e Doppiaggio
La colonna sonora costituisce un altro elemento cruciale all’interno di un film, contribuendo a conferire un tono all’intero messaggio che il regista intende comunicare. In questo caso il notevole lavoro di Bobby Krilc colpisce in modo significativo arricchendo la pellicola con una vivace e gioiosa soundtrack, capace al contempo di assumere un tono più serio quando necessario e rappresentando in modo perfetto l’atmosfera spensierata che permea Blue Beetle.
Allo stesso modo, desideriamo esprimere il nostro plauso per l’eccezionale lavoro compiuto dai doppiatori nella versione italiana. Pur senza vantare nomi particolarmente celebri, non possiamo fare a meno di lodare l’enorme impegno profuso da loro, riuscendo a conferire a ciascun personaggio la miglior interpretazione possibile e contribuendo così ad arricchirne la personalità.
Particolare encomio va indirizzato a Lorenzo Crisci e Giulia Franceschetti, i rispettivi doppiatori di Jaime Reyes e Jenny Kord, che sono riusciti a catturare e riflettere perfettamente la stessa energia manifestata dagli attori originali.
Tuttavia abbiamo nutrito perplessità riguardo all’uso di alcuni neologismi introdotti nell’adattamento, che risultano fuori contesto e innaturali. Tra questi si annoverano termini che ormai sono caduti in disuso, come ad esempio la parola “Nabbo” che, con scarso successo, sembra essere inserita solo per conferire un tono più giovane al film. Eppure, va preso in considerazione che queste eccentricità emergono solo nei primi minuti e, di conseguenza, non recano particolare fastidio.
Considerazioni sul futuro del personaggio
Con un debutto domestico di appena 25 milioni di dollari e un incasso totale di 43 milioni nella prima settimana, Blue Beetle emerge come l’ennesimo flop dell’universo DC, destinato probabilmente a non coprire neppure i costi di produzione, che ammontano intorno ai 105 milioni di dollari.
Questo risultato, probabilmente ancor più compromesso dal reboot che la saga sta attraversando, sicuramente getta ombre su un possibile sequel o sull’integrazione del personaggio nei piani di James Gunn.
Lo stesso regista del film aveva precedentemente dichiarato che un eventuale seguito sarebbe stato considerato solo in caso di un ragionevole successo al botteghino, un risultato che chiaramente non è stato neanche lontanamente raggiunto.
Malgrado questo esito, non tutte le speranze sono perse.
Infatti il film, nonostante una trama eccessivamente lineare e inficiata da molteplici lacune, ha guadagnato un sostanziale apprezzamento da parte della critica, che in particolar modo ha elogiato il protagonista. Anche il pubblico si è dimostrato piacevolmente sorpreso dalla pellicola, considerando ingiusta la scarsa visibilità che ha ricevuto.
Questa diffusione di passaparola positivi potrebbe persino tradursi in un aumento degli incassi nelle settimane a venire, com’è accaduto di recente con “Elementals” della Disney, inizialmente considerato un insuccesso ma che si è rivelato uno dei film animati di maggior successo dell’anno.
Comunque sia, noi della redazione abbiamo apprezzato molto le dinamiche del personaggio di Blue Beetle e speriamo vivamente di poterlo rivedere in azione, magari in un futuro sequel o in un cross-over nell’ambito del nuovo universo di Gunn e Safran.
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