Il prezzo della Next-Gen
È risaputo che nell’ultima generazione i videogiochi sono passati da un costo base di 60€ a 70€ per quanto riguarda i titoli tripla A. Ma come è iniziato tutto ciò?
I primi tra tutti ad operare questa manovra di mercato, sono stati i grandi sviluppatori quali Electronic Arts e Activision, che hanno deciso di far costare 70€ le versioni next-gen (PS5 e Xbox Series X/S) dei loro giochi. Successivamente si sono aggregati Sony e Nintendo con i loro mastodontici God of War Ragnarok e The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom presentati anche loro al lancio col medesimo prezzo.
Si capisce quindi quale oramai sia la scelta di marketing adottata dal mercato videoludico, anche se non sempre approvata da tutti i giocatori.
La domanda sorge spontanea: era necessario un aumento di prezzo? Tra le varie risposte che vi sono state formulate vi è quella del presidente di Capcom Harushiro Tsujimoto
L’intervista
Secondo quanto riportato sulla testata giornalistica Nikkei, il presidente avrebbe affermato durante il Tokyo Game Show 2023 testuali parole:
I costi di sviluppo sono circa 100 volte più alti rispetto all’era Famicom, ma i prezzi del software non sono aumentati di molto
Considerando il fatto che i salari stanno aumentando nel settore nel suo complesso, penso che l’aumento dei prezzi unitari sia un’opzione salutare per le imprese
Su un’ipotetica contro argomentazione basata sul fatto che una scelta di marketing del genere potrebbe portare a un’ “economia lenta”, il presidente risponde:
Solo perché c’è una recessione non significa che non andrai al cinema o al concerto del tuo artista preferito. I giochi di alta qualità continueranno a vendere
Deduciamo quindi che, secondo Harushiro Tsujimoto, il prezzo attuale dei videogiochi risulti addirittura insufficiente per bilanciare le spese di produzione e che quindi una mossa del genere, così tanto temuta, potrà invece portare ad un risanamento e a un conseguente aumento di qualità nel settore videoludico.
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