Il mondo dei videogiochi è costellato di creativi che imprimono la loro impronta autoriale nelle opere che creano, nel bene e nel male. Abbiamo esempi lampanti di autori come Hideo Kojima o il bizzarro Yoko Taro, ciononostante, pochi videogame hanno tanta personalità quanto Deadly Premonition.
Nato dalla mente di Hidetaka Suehiro, più conosciuto come Swery65, Deadly Premonition è un videogioco tanto affascinante quanto controverso, che con il tempo si è guadagnato una piccola ma fedele fetta di fan nonostante le testate giornalistiche di settore lo abbiano fortemente criticato all’uscita.
Gli evidenti problemi che si porta dietro non passano inosservati nemmeno a chi quest’opera piace… ma quindi, da cosa scaturisce tutto questo amore?
Scopriamolo assieme in questo nuovo appuntamento di “Uno sguardo al passato”.
Incipit Narrativo
Durante una stupenda giornata di sole, un paio di gemelli passeggiano in un bosco tranquillo accompagnati dal nonno.
I due bambini si avventurano lungo il sentiero ridendo con la spensieratezza che solo l’infanzia può offrire, ed arrivati in un ampio spiazzo, trovano il corpo di una donna eviscerato e fissato su un albero in una macabra composizione artistica.
L’agente speciale dell’FBI Francis York Morgan, lo spumeggiante protagonista del gioco, viene incaricato di risolvere questo spinoso caso che sta spaccando in due la piccola città di Greenvale, un luogo apparentemente da sogno dove tutti sembrano conoscersi e in cui la vita di periferia viene apprezzata appieno.
Questa introduzione semplice ma estremamente efficace è presentata in modo magistrale grazie a geniali movimenti di camera e ad uno stile registico da brividi. Non a caso, la passione per quest’opera si vede fin dai primissimi momenti che fungono da fulcro per tutte le vicende del videogioco.
La trama ruota attorno a questo omicidio che ha colpito la vita di tutti gli abitanti di Greenvale in un modo o nell’altro.
Ogni personaggio secondario, infatti, è un possibile sospettato ed è stato approfondito fin nei minimi dettagli in modo da essere reso completamente tridimensionale.
La narrativa del gioco risulta essere uno degli aspetti più riusciti dell’opera e sarebbe un peccato svelare in questa analisi alcuni dei colpi di scena più imprevedibili e bizzarri nella storia del media, in ogni caso però è ovviamente influenzata da una certa serie TV di nome Twin Peaks.
I riferimenti e i collegamenti al capolavoro di David Lynch sono lampanti, dalle svolte sovrannaturali che le indagini prendono durante lo svolgersi della trama, ai bizzarri metodi deduttivi che il protagonista usa per formulare le proprie ipotesi.
Eppure, Deadly Premonition riesce a ritagliarsi un’identità tanto forte da staccarsi completamente dalle opere che l’hanno ispirato e a non risultare per niente derivativo, persino di fronte al paragone con una delle serie TV più influenti della storia.
Insomma, è riuscito a diventare qualcosa di completamente unico proprio passando da scene tanto ridicole da essere incredibili a scene di una tristezza struggente e, per quanto sia stato criticato proprio per questo contrasto, anch’esso è parte integrante dell’originalità dell’opera.
York e Zack
Non possiamo non dedicare un appunto importante al protagonista, il modo in cui è scritto è più unico che raro, riuscendo a risultare tanto simpatico e strano quanto intelligente e misterioso, complici i monologhi che lo caratterizzano a tutto tondo.
York è il gioiello di Deadly Premonition, vederlo scrutare il proprio caffè in cerca di una predizione sul futuro o sentirlo parlare della relazione abusiva tra Tom il gatto e Jerry il topo sono solo la punta dell’iceberg, un simpatico intermezzo che nasconde una profondità difficilmente ricercata nei protagonisti di un videogame.
Molti dei suoi dialoghi sono intelligentemente rivolti al giocatore, quasi sfondando la quarta parete, l’agente dell’FBI ci chiamerà Zack e ci chiederà consiglio costantemente, parlandoci come se fossimo vecchi amici, e ciò non può fare a meno di farci sentire collegati intimamente con il personaggio.
Gameplay
Deadly Premonition amalgama diversi generi di videogiochi e provare ad incasellarlo in una definizione specifica è praticamente impossibile, fra elementi da survival horror, da adventure game e persino un pizzico di open world.
In ogni caso si tratta di un’esperienza ancora unica nel suo genere nonostante gli anni passati dalla sua uscita e gli unici esempi simili che possono venirci in mente sono Mizzurna Falls o Shenmue.
Greenvale e i suoi abitanti
Il gioco ci getta nei panni di York e ci lascia praticamente completa libertà su come affrontare le nostre indagini, l’intera cittadina sarà infatti a nostra disposizione per essere esplorata a piedi o a bordo di un’automobile come più ci aggrada, senza alcuna restrinzione o quasi.
Pur venendo segnati sulla mappa i punti di interesse dove dovremmo dirigerci per avanzare la trama, la città nasconde un’infinità di segreti e di missioni secondarie da portare a termine, ed esplorarla nella sua interezza verrà naturale.
È risaputo che Swery65 abbia organizzato un viaggio in America per prendere ispirazione dalla periferia statunitense e l’ambientazione trasuda un fascino particolare, lo studio portato a termine ha dato evidentemente i suoi frutti.
Ma parliamo un attimo appunto dei personaggi secondari di Deadly Premonition, il team di sviluppo ha passato del tempo a pensare ad ogni loro dettaglio, non vi è un solo personaggio anonimo nel gioco e tutti hanno una personalità, un nome e una routine quotidiana che il giocatore può imparare.
Deadly Premonition infatti ci da completa libertà su chi sospettare, niente ci vieterà in ogni momento di pedinare un indiziato o semplicemente vedere dove va e cosa fa, tenendo conto degli orari in cui lavora e delle persone con cui parla.
Così facendo, molto spesso verremo ricompensati con missioni secondarie segrete o con più informazioni che gettano luce sugli oscuri segreti della cittadina.
Tutto il cast di personaggi comunque risulta essere variegato e divertente, pur considerando la presenza di un paio di stereotipi che potrebbero infastidire qualcuno, questi si riveleranno così particolari che a nostro parere si fanno perdonare.
Insomma, difficilmente dimenticherete il tempo passato a Greenvale anche grazie agli NPC che ci vivono e non solo per i panorami che offre.
Lo scorrere del tempo
In Deadly Premonition il tempo scorre costantemente ed alcune attività lo fanno persino avanzare più velocemente, i negozi della cittadina hanno orari in cui sono aperti ed orari in cui chiudono, alcuni personaggi sono introvabili di giorno e altri invece decidono di aggirarsi per Greenvale solo accompagnati dalla luna.
Persino le missioni principali hanno fasce orarie in cui è possibile completarle, ma non si tratta di un sistema punitivo come in Pathologic o Majora’s Mask, York è indubbiamente il protagonista e questa storia non avanzerà senza la vostra presenza.
Girovagare di notte ci permetterà di scoprire alcuni dei segreti più interessanti ma è anche pericoloso, con la venuta del buio infatti non è raro venir sorpresi da una tempesta e mentre la pioggia prende a cadere fitta, aumenta la possibilità di incontrare i fantasmi che infestano gli anfratti più nascosti della città.
L’altro mondo
Durante le nostre rocambolesche indagini verremo spesso catapultati in una versione da incubo degli ambienti che stiamo esplorando, dove fantasmi di ogni genere usciranno dalle pareti per tentare di soffocare York a mani nude.
Unico modo che abbiamo per difenderci è ovviamente lottare per la nostra vita usando o armi da fuoco che dovremmo ottenere tramite alcune delle missioni secondarie, o tramite armi da mischia che però presentano una barra dell’usura e diverranno presto inutilizzabili.
Ad ogni modo, il combat system è uno dei punti dolenti dell’opera, spesso dimostrandosi ripetitivo e, a parte le poche bossfight presenti, molti degli incontri ci chiederanno semplicemente di sparare a piccole orde di mostri prima di riprendere le nostra ricerca di indizi.
Proprio trovando gli indizi presenti nell’area potremmo lasciarci alle spalle questi segmenti di combattimento e andare avanti nelle nostre indagini, ma non è semplice come può sembrare poichè una manifestazione mostruosa del killer ci darà la caccia, dando il via a sequenze di inseguimento in cui potremmo solamente scappare o nasconderci.
Comparto artistico e tecnico
Il comparto artistico regge persino dopo tutti questi anni, sebbene alcuni dei modelli tridimensionali siano semplicemente orrendi. Tuttavia, questo spesso gioca a favore del titolo: proprio grazie ad alcune delle espressioni ridicole e alle animazioni legnose, il senso surreale di molte scene viene amplificato in modo esponenziale.
I character design, invece, sono tutti molto solidi ed ogni abitante di Greenvale incarna perfettamente ciò che si voleva rappresentare. Allo stesso modo, anche i fantasmi presenti riescono ad essere abbastanza unici e spaventosi.
Passando alla colonna sonora che ci accompagnerà per tutta questa avventura, c’è poco da dire, è un capolavoro fatto e finito.
Ogni singola OST ha qualcosa di speciale e riascoltarle viene del tutto naturale, riuscendo a non essere mai fastidiose ed anzi molto spesso elevando le scene presenti in gioco tanto da commuovere il giocatore.
Dopo tutte queste lodi, però, è arrivato il momento di parlare delle performance tecniche, e qui il gioco ha uno scivolone dietro l’altro.
Inutile girarci attorno, i cali di FPS sono indecenti su quasi ogni piattaforma e non sono rari nemmeno bug con qualche occasionale crash pesante.
La situazione è migliorata con il recente port su Switch, ma anche in questo caso non si superano mai i 30 FPS, con qualche calo occasionale a 15.
Conclusioni
In definitiva, l’amore per questo titolo è giustificato?
Assolutamente si, si tratta di un’esperienza unica e di un gioco creato con una visione coerente e uno scopo ben preciso, un progetto che trasuda passione tanto da mettere in ginocchio molti dei titoli più recenti.
Si tratta ovviamente di un’opera con molti picchi e baratri, ma le cose che fa bene sono presentate con uno charme senza eguali, vi consigliamo quindi questa perla senza alcuna remora, consci che per le persone che riusciranno ad entrare in sintonia con questo mondo, difficilmente decideranno di lasciarlo.
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