Space Haven, early access sviluppato da bugbyte, è un gestionale a tema spazio dove guidare una squadra di astronauti in cerca di un posto dove stabilire colonie. Impresa non certo immediata e soprattutto non facile viste le tante problematiche che la missione presenta. Scopriamo di cosa si tratta.

Una casa nello spazio


Dopo aver scelto molto brevemente tipo di campagna, difficoltà e alcuni tratti della squadra, facciamo la conoscenza con quella che sarà la nostra nuova casa per un bel po’ di tempo, un’astronave, non troppo grande, fornita di un generatore elettrico, un nucleo e un magazzino di stoccaggio. Ed è proprio da questo magazzino che l’equipaggio inizierà ad attingere per costruire quantomeno le strutture fondamentali, filtri, supporti vitali per garantire il ricambio di ossigeno, un bagno, una cucina, i collegamenti necessari per espandere la rete elettrica in modo da fornire energia a tutto e tanto altro. Il primo impatto con Space Haven, almeno per chi non mastica gestionali, può essere davvero doloroso. I preziosissimi consigli dati ad inizio partita guidano si nelle prime fasi di gioco ma non riesono a fare a meno di dare tante, troppe informazioni al giocatore tutte in una volta. Superato questo scoglio però, magari dopo aver sistemato tutte le incombenze urgenti, si viene pervasi da un senso di relax unico, come subito dopo un trasloco, ed è li che si prende coscienza del fatto che per un’astronauta quello sarà l’unico ambiente un minimo sicuro col quale avrà a che fare per tanto tempo.

La quiete prima della tempesta


Dopo la prima giornata di lavoro, passata un’oretta di relax in giro per l’astronave, gli astronauti andranno a dormire (A terra se vi siete dimenticati di costruire dei letti) e finalmente si può prendere un attimo il controllo con tutta calma. In primis ogni astronauta ha un suo programma della giornata. Se gran parte delle ore è dedicata al lavoro, è impossibile negare il giusto riposo, fondamentale per riprendersi dalla stanchezza fisica e mentale, già duramente colpita dall’essere in un ambiente totalmente nuovo. Durante le ore di attività poi, è possibile impostare le priorità di ogni membro della squadra, che almeno inizialmente verteranno sulla costruzione di nuove strutture e l’ampliamento dell’astronave. Dopotutto lo spazio è poco quindi è molto importante creare un accurato progetto di ampliamento che consumerà tante risorse ma restituirà tanto spazio per riciclatori, depuratori e tanto altro. I materiali nel magazzino non sono però infiniti, ed arriverà inesorabile il momento in cui gli astronauti dovranno procurarsene di nuovi. Dove? Ovviamente uscendo fuori dall’astronave, galleggiando nello spazio, pronti, o quasi, ad affrontare ogni pericolo per trovare e portare all’astronave risorse più o meno vitali.

Cantieri spaziali


Aperta la mappa del sistema solare attuale, è possibile identificare, almeno inizialmente, vari asteroidi e occasionalmente navi abbandonate. Ogni asteroide presenta filoni di materiali specifici che possono essere recuperati organizzando una squadra che raggiungerà l’asteroide tramite una navicella e inizierà l’estrazione. Per le navi abbadonate il discorso cambia, e diventa anche decisamente più pericoloso. In primis non ci è dato sapere che tipo di risorse potremo trovare ma l’esplorazione potrebbe fruttare molto. Infatti queste navi appartenevano a coloro che prima di noi hanno tentato l’impresa di creare nuove colonie, ed è quindi possibile trovare varie strutture ancora utili,così come grosse riserve di magazzino. Possiamo star certi però che non siamo i primi a calcare il suolo dell’astronave dopo l’abbandono dei suoi proprietari originari. Durante l’organizzazione di una squadra sarà quindi utile armare i propri membri a dovere, consapevoli dell’altissimo rischio a cui andranno incontro.

Vita nello spazio


Come si diceva non siamo gli unici esseri viventi nello spazio. Anzi, nel corso di una campagna tanti saranno gli incontri con altre forme di vita. L’universo è infatti diviso in fazioni, popolato da mercanti, alieni, pirati e mercenari che se da un lato potrebbero garantire fruttuose transazioni o addirittura delle alleanze, potrebbero rivelarsi anche non inclini al dialogo preferendo lo scontro. Ed è in questo caso che la situazione degenera. Mentre ci si difende alla buona dagli attacchi nemici, con scudi e interventi su falle e incendi, si cerca di passare anche al contrattacco con le varie torrette costruibili sulla nave. A volte la cosa migliore sarà cercare di scappare, altre volte potremmo tentare l’en plein mirando ai punti deboli della nave nemica per impedirgli di attaccarci o di muoversi. Gli alieni inoltre potrebbero addirittura riuscire a rapire dei membri dell’equipaggio e li dovremo decidere se buttarci al loro inseguimento o rinunciare lasciando che alcuni dei nostri preziosi compagni facciano una brutta fine.

Comparto tecnico e commenti


Insomma, Space Haven mette davvero tanta carne al fuoco già in questa versione ad accesso anticipato. Non ho parlato ad esempio dell’esplorazione che permette di visitare addirittura altri sistemi solari e incontrare altre fazioni per scambiare risorse e ottenere altri vantaggi. Bugbyte sta facendo un lavoro davvero enorme, con aggiornamenti regolari che garantiranno sicuramente un altissima longevità, anche grazie alla proceduralità dell’ambiente, che cambierà quindi ad ogni nuova partita. Sotto il profilo visivo Space Haven presenta una grafica in pixel art davvero ottima, che rende benissimo l’ambientazione spaziale ricordando a tratti i vecchi giochi cardine del genere. Il sonoro senza infamia e senza lode, come sempre la parte migliore dei giochi spaziali è quel suono di vuoto completo che in questo caso riesce a restituire una sensazione di calma assoluta, sensazione che cercherete spesso nei punti avanzati del gioco. Auguriamo quindi un buon lavoro a Bugbyte, che ha intrapreso sicuramente un’ottima strada verso un gestionale spaziale davvero completo da tenere d’occhio per la, speriamo vicina, release.

Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.