Pochi giorni fa, ENDER MAGNOLIA: Bloom in the Mist ha raggiunto la tanto attesa patch che ha sancito l’uscita dal periodo di accesso anticipato, dopo essere stato disponibile al pubblico già da marzo dello scorso anno.
Frutto della collaborazione tra Adglobe, Livewire e Binary Haze Interactive, il gioco ha visto miglioramenti nel corso dei mesi, con significative aggiunte di contenuti e modifiche ispirate ai suggerimenti della community, finalizzate a rendere l’esperienza più godibile, soprattutto per i nuovi arrivati.
Ora che il gioco ha raggiunto la sua “maturità”, in questo articolo analizzeremo i principali aspetti del metroidvania sequel di ENDER LILIES, concentrandoci sulle novità introdotte rispetto al capitolo precedente e chiedendoci se sia all’altezza delle aspettative create dal suo predecessore.
TRAMA
La storia di Ender Magnolia si svolge nei pressi di Vaporterra, una regione che per anni si è sviluppata grazie all’impiego della magia nella creazione di forme di vita artificiali conosciute come Homuncoli. Questi ultimi, in grado di occuparsi di mansioni pericolose minimizzando i rischi, sono plasmati su misura per l’incarico da svolgere, mantenendo spesso sembianze e coscienze simili a quella umane.
Nonostante gli Homuncoli rappresentassero il simbolo della prosperità per la regione, la comparsa di gas tossici provenienti dal sottosuolo li trasformò ben presto in pericolosi e violenti automi privi di senno, gettando nel caos più totale il resto della popolazione.
Contemporaneamente, Lilac (la protagonista che interpreteremo) si risveglia in un laboratorio sotterraneo senza alcun ricordo degli eventi precedenti al suo arrivo, facendosi strada tra le rovine fino a incontrare Nola, un Homuncolo da combattimento in grado di risvegliare il potere di Accordatore della ragazza.
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Dopo aver unito le forze e compreso come entrambe sembrino aver dimenticato le loro origini, Nola e Lilac giungono alla conclusione di dover raggiungere lo strato superiore del regno di Vaporterra, nella speranza di ottenere risposte alle loro domande e scoprire cosa stia accadendo al mondo.
Senza dilungarci in ulteriori dettagli ed evitando spoiler, ci è apparso fin da subito evidente come il metodo di narrazione di Ender Magnolia sia diverso rispetto a quello di Ender Lilies, risultando, sotto alcuni aspetti, molto più diretto e chiaro.
Nonostante il senso di mistero permei entrambi i titoli, in Ender Magnolia Lilac non ricopre il ruolo di protagonista silenziosa, interagendo attivamente con vari personaggi durante la storia ed esprimendo apertamente le proprie intenzioni.
Sebbene il contesto narrativo sia piuttosto interessante nel suo insieme, il modo in cui il titolo sviluppa la trama crea una progressione piuttosto frammentata, alternando importanti rivelazioni racchiuse in pochi secondi di dialogo a decine di minuti trascorsi nel nulla più assoluto.
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Per quanto le ambientazioni siano visivamente magnifiche (come approfondiremo nella sezione artistica e tecnica della recensione) e contengano indizi sul destino di Vaporterra, la maggior parte delle informazioni riguardanti il background del mondo ci viene trasmessa in un modo che abbiamo reputato molto poco coinvolgente: attraverso NPC con dialoghi molto brevi o, ancor peggio, tramite note e pagine di diario decontestualizzate e sparse per la mappa.
Pur apprezzando il tentativo di world-building ispirato ai Dark Souls, con spesso criptici frammenti di lore disseminati tra equipaggiamento e oggetti collezionabili, riteniamo che questo metodo narrativo possa non essere il preferito di molti giocatori.
GAMEPLAY
Come tipico dei metroidvania, Ender Magnolia basa il proprio gameplay su due pilastri principali: l’esplorazione ed il combattimento. Quest’ultimo, ispirato al genere dei souls-like, è strutturato attorno ad un accorto uso della schivata e alla gestione di un limitato quantitativo di cure, fondamentali per sopravvivere ai pesanti danni subiti, resi ancora più letali dall’assenza di periodi d’immunità dopo essere stati colpiti.
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Tutti i nemici, anche quelli più basilari, possono ridurre la nostra salute a livelli critici con pochi colpi, persino qualora stessimo indossando gli oggetti difensivi più potenti a nostra disposizione. Fanno eccezione i boss che, pur resistendo ai nostri attacchi per diversi minuti, richiedono un attento studio dei loro pattern offensivi per evitare una sconfitta immediata.
Fortunatamente, con l’uscita dallo stato di accesso anticipato è stata introdotta un’opzione che permette di regolare la difficoltà di alcuni specifici aspetti del gioco, diminuendo o incrementando la quantità di risorse accumulate in proporzione al livello di sfida generale.
Personalmente, abbiamo ritenuto necessario modificare i valori del danno nel gioco poiché, nelle impostazioni predefinite, quello inflitto ai nemici si è rivelato così elevato da non permettere di apprezzare appieno il nostro set di mosse (dato che gli avversari muoiono troppo rapidamente), mentre quello ricevuto risultava eccessivo affrontando determinati nemici.
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Per quanto riguarda lo stile di gioco, Ender Magnolia risulta molto più aperto, fornendoci molteplici strategie ed opzioni per affrontare le diverse situazioni in cui ci ritroveremo. Avendo a disposizione 4 slot di abilità, possiamo assegnare a ciascuno di essi uno degli Homuncoli che nel corso dell’avventura siamo riusciti ad accordare, reclutandoli come alleati e utilizzando i loro attacchi a nostro favore.
Una nota positiva è quindi la libertà di comporre il nostro team in maniera tale da rispecchiare il più possibile lo stile di gioco che preferiamo o, in alternativa, modificarlo di tanto in tanto per colmare le esigenze che potrebbero sorgere di zona in zona.
Le abilità attive ricoprono diversi ruoli e, avendo tempi di ricarica indipendenti per via dei diversi Homuncoli dai quali hanno origine, è possibile concatenarle per creare delle potenti combo personalizzabili anche grazie alle 3 varianti che ognuna di esse possiede.
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L’unico difetto di questo sistema è il ritmo con cui vengono sbloccati alcuni Homuncoli da combattimento, resi disponibili solo nelle fasi finali della storia. Questa dinamica rischia di privare i giocatori, specialmente quelli non interessati al completismo, della motivazione per sperimentare con le nuove unità.
Sono disponibili anche potenziamenti del personaggio sotto forma di equipaggiamento, molto spesso volti ad aumentare la resistenza ai danni di Lilac, o cimeli in grado di aumentare leggermente le statistiche e offrire svariati effetti minori.
Questi ultimi possono inoltre essere potenziati (una sola volta) utilizzando i “rottami”, una risorsa ottenibile solo distruggendo la corazzatura degli Homuncoli nemici con attacchi specifici. Sebbene una meccanica del genere non sia di per sé un problema, e anzi potrebbe rendere più dinamica la raccolta dei materiali, nella prima parte del gioco le mosse utili a distruggere le corazze sono veramente limitate (1 o 2) e tremendamente scomode da utilizzare con efficacia.
Per quanto riguarda l’esplorazione, come in ogni metroidvania che si rispetti, la mappa di Ender Magnolia risulta totalmente interconnessa tramite scorciatoie e teletrasporti, con aree accessibili solamente una volta ottenuta una sufficiente mobilità o un potere specifico.
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Nonostante le limitazioni iniziali, la nostra capacità di movimento migliorerà rapidamente grazie alle abilità che Lilac acquisirà accordando gli Homuncoli. Questi poteri, combinati con la possibilità di teletrasportarci liberamente ai checkpoint, rendono l’esplorazione della mappa e il backtracking un’esperienza molto meno tediosa rispetto ad altri titoli dello stesso genere.
Inoltre, una mappa dinamica ci indicherà anche qualora una zona sia completamente esplorata o meno, suddividendo le aree in sezioni molto più facili da controllare e gestire, oltre a segnalare eventuali ostacoli o passaggi bloccati ai quali dovremo tornare successivamente.
COMPARTO ARTISTICO E TECNICO
La direzione artistica di Ender Magnolia è senza dubbio il suo punto di forza, dando vita a un ambiente ricchissimo di dettagli e riuscendo a mantenere il peculiare contrasto tra purezza e decadenza che caratterizzava Ender Lilies.
Non esageriamo quando affermiamo che gran parte degli scenari di gioco (che si tratti dello sfondo di un’arena o di una semplice intersezione tra zone) sono così curati dal punto di vista artistico da poter essere ammirati per minuti interi o addirittura usati come sfondi per il desktop.
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Un piccolo aspetto che non siamo del tutto riusciti ad apprezzare sono le animazioni interpolate (realizzate in tweening), che, sebbene siano probabilmente una scelta stilistica voluta e in linea con lo stile di Ender Lilies, contrastano con il livello di dettaglio dei modelli delle entità e degli sfondi, rendendo molti elementi stupendi finché non iniziano a muoversi.
Oltre a scenari esteticamente magnifici, un altro elemento chiave per l’immersione del giocatore e per la creazione di un’atmosfera adatta a Ender Magnolia è la colonna sonora. Composta dal gruppo giapponese Milli, le sue tracce accompagnano alla perfezione i panorami del gioco, variando dinamicamente in base alle circostanze e riuscendo a trasmettere a pieno il senso di malinconia che caratterizza il titolo.
Dal punto di vista tecnico, il gioco si è dimostrato solido e senza nessun problema di performance, crash o bug che potesse compromettere l’esperienza. I controlli si sono sempre dimostrati estremamente reattivi, e l’interfaccia utente è risultata chiara e intuitiva in ogni situazione.
Ringraziamo Binary Haze Interactive per averci fornito le chiavi del gioco per realizzare questo articolo.
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