Una delle sorprese rivelate durante l’Opening Night Live è stato il nuovo titolo pubblicato da Amazon Studios e sviluppato dal team emergente di Glowmade, il coloratissimo King of Meat.
Nel trailer, il presentatore Geoff Keighley era stato risucchiato all’interno del titolo per far parte dell’omonimo reality show sanguinolento e spregiudicato che vede un team di eroi affrontare le impervie di dungeons strapieni di trappole e mostruosità.

Grazie a un’opportunità fornitaci dal nostro PR, abbiamo avuto modo di provare in anteprima il gioco insieme ad alcuni colleghi della stampa internazionale, sotto l’occhio attento degli sviluppatori.
Questi ultimi, oltre a fare intensamente il tifo per la nostra squadra di eroi, si sono dimostrati pronti a fornirci consigli e a spiegare nel dettaglio le caratteristiche del titolo.


Cos’è King of Meat?

King of Meat è un Hack-and-Slash/Platform cooperativo per 4 giocatori che si colloca idealmente nel panorama dei party game destinati a durare nel tempo grazie all’introduzione graduale di nuovi contenuti, come mappe, sfide, eroi e, ovviamente, il battle pass.

Lo scopo del gioco è quello di superare i vari dungeons presenti ottenendo più fama possibile attraverso l’uccisione brutale degli avversari e il superamento di varie trappole ed insidie, in una spiccata riflessione sul capitalismo e sulla celebrità, ambientata in un mondo fantasy demenziale quanto surreale.

Una volta scelto un eroe e selezionato il relativo equipaggiamento, il nostro unico compito sarà coordinarci al meglio con la squadra per raggiungere il traguardo incolumi, tenendo d’occhio non solo la massiccia presenza di nemici, ma anche l’apparizione di sporadici puzzle che richiederanno il supporto dell’intero team per essere risolti.

Accumulando gloria e conquistando l’interesse del pubblico guadagneremo valute ed esperienza utili a potenziare i nostri eroi ed acquistare nuovi equipaggiamenti, sia da un punto di vista estetico che funzionale.
Il teatro di questa fase più gestionale e narrativa sarà l’HUB, popolata da un buon numero di particolarissimi NPC dalle più svariate mansioni e personalità.

Fortunatamente per le persone interessate, gli sviluppatori ci hanno rassicurato sulla totale assenza di microtransazioni all’interno del gioco, specificando più volte che l’intera progressione non richiederà altro che il nostro impegno e divertimento.

Il nostro provato

Pad alla mano, King of Meat si è rivelato essere il titolo divertente e facilmente approcciabile che ci eravamo figurati dopo la presentazione iniziale, per nulla competitivo e totalmente improntato al fluire dell’azione di squadra.
Pur trovandoci in compagnia di un team di sconosciuti, non è stato per nulla difficile entrare in sintonia per affrontare in maniera più o meno coordinata il succedersi di follie con cui siamo stati bersagliati costantemente durante l’avanzamento delle partite.

I comandi sono parsi reattivi, così come le animazioni cartoneesche ed esagerate hanno contribuito alla creazione di un’atmosfera leggera ma al contempo quasi dissacrante, fra sangue e riferimenti poco velati alle discutibili pratiche di marketing dell’industria videoludica e non solo.

Per quanto non possiamo negare di essere stati sopraffatti da alcune sequenze di combattimento o di platforming piuttosto brutali, osservare il gameplay dei nostri compagni impegnati nel salvarci ci ha dato un’idea ancora più precisa sulla potenzialità sociale ed interattiva di un titolo di questo genere.

Insomma, è davvero difficile non divertirsi giocando a King of Meat, e vediamo di buon grado la possibilità di tornare all’avventura quando il titolo vedrà il suo rilascio ufficiale in una data ancora incerta.
Crediamo che in un mercato affamato di titoli improntati sulla cooperazione, l’opera prima di Glowmade abbia tutte le carte in tavola per crearsi un proprio pubblico, a patto che gli sviluppatori sappiano mantenere alcune fondamentali promesse.

Aspettative e promesse

Un gioco del genere, per quanto si sia dimostrato divertente durante la nostra prova di circa un’ora, potrebbe essere destinato a vita breve se non aggiornato costantemente con nuovi contenuti, e questo è un aspetto che gli sviluppatori sembrano aver inquadrato sin dalle fasi di sviluppo preliminari.
Per questo motivo, il team ha promesso di offrire alla comunità tutti gli strumenti necessari per costruire dungeons e sfide propri, sottolineando l’importanza del coinvolgimento della player-base all’interno del progetto.

Le premesse sono interessanti, avendoci assicurato che tutto quello che abbiamo provato e molto altro sarebbe stato tranquillamente ricreato da un membro della community grazie alla libertà offerta dai tools integrati, i medesimi usati dai designer interni al team di sviluppo.

Nelle ambizioni del team vi è la particolarissima intenzione di lanciare il titolo con più di 100 dungeon ufficiali, conferendo inoltre la possibilità ai giocatori di ciascuna piattaforma di unirsi all’avventura attraverso il crossplay.


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Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.