Nel 2020 sono stati rilasciati su Steam, principale piattaforma di distribuzione digitale di giochi per PC, poco più di 10.000 nuovi videogiochi, a riprova di come l’industria videoludica sia ora più che mai in piena corsa. E se da un lato siamo abituati a vedere nel corso dell’anno diverse grandi produzioni, focus principale degli eventi che si tengono in giro il mondo, primo tra tutti l’E3 di Los Angeles, è anche vero che il vastissimo mondo delle medie produzioni e degli indie, produzioni indipendenti quindi non spinte da grandi nomi e risorse, ci ha sempre abituato a titoli sorprendenti e dalle meccaniche originali impreziositi da stili grafici molto particolari, a volte anche obbligati dall’impossibilità di costruire una grafica da Tripla A che ha spinto gli sviluppatori ad ingegnarsi.
Impossibile parlare di tutti i giochi degni di attenzione, nonostante questo tenteremo, volta per volta, di consigliare titoli davvero interessanti, chi più famoso chi meno, di uscita recente e non, grandi o piccoli, che per più motivi potrebbe meritare un posto nella vostra libreria digitale. Il nome della rubrica, Horu, è infatti il verbo giapponese per ”Scavare”, a riprova del tentativo di guidare i giocatori verso non solo titoli a volte poco considerati ma anche verso i retroscena, le curiosità che si nascondono dietro la produzione di un videogioco. Iniziamo con 3 titoli cercando di spaziare tra più generi.

– Into the Breach(PC)

Into the Breach, uscito ad inizio 2018, da Subset Games, team composto da due soli sviluppatori già apprezzatissimi per FTL: Faster Than Light, ha fatto parlare abbastanza di se. Si tratta di uno strategico a turni che mette il giocatore al controllo di 3 mech da guidare in battaglie su griglie 8×8 contro delle creature aliene. Ogni griglia, creata proceduralmente, presenta ostacoli ed edifici di varia natura, così come diversi tipi di terreno, tutti fattori che influiscono in qualche modo sulla battaglia.

”…in Into the Breach il fattore casuale è sostanzialmente azzerato.”

Caratteristica peculiare del gioco, li dove altri esponenti del genere prevedono una certa dose di imprevedibilità dovuta agli spostamenti dei nemici o a statistiche come la precisione delle armi, la possibilità di fare colpi critici etc…, in Into the Breach il fattore casuale è sostanzialmente azzerato. All’inizio del nostro turno sappiamo con precisione cosa faranno i nemici e quali altri eventi esterni influiranno sulla griglia. In questo modo ci si può concentrare totalmente sulla concatenazione di movimenti e colpi, alla ricerca della migliore soluzione per risolvere uno scenario sapendo che ogni colpo andrà sempre a segno e farà sempre la quantità di danni descritta. Il gioco può quindi sembrare estremamente facile ma la realtà è che Into the Breach non perdona alcun tipo di errore nella pianificazione delle strategie, pratica assai complessa dovuta alle tantissime combinazione di mosse possibili che andranno vagliate attentamente. Molto spesso infatti una mossa che apparentemente potrebbe sembrare perfetta nasconderà contraccolpi che non avevamo notato, come portare il nostro mech in una posizione scomoda, spingere quel nemico esattamente su un edificio pieno di civili e tante altre situazioni che metteranno in pericolo l’intera campagna se non gestite maniacalmente. Non mancherà infine la possibilità di potenziare i mech, sbloccarne di nuovi, ingaggiare piloti specializzati e comprare consumabili ed equipaggiamento. Into the Breach è quindi uno strategico a tratti perfetto, indispensabile nella libreria di ogni giocatore che ama controllare ogni aspetto delle battaglie.
Nota particolare per l’attivissima community su Discord che ogni giorno discute sulle strategie e soprattutto sulle mod. Infatti, nel caso in cui vogliate provare dei mech creati dai giocatori avete una vastissima scelta, oltre a nemici e boss completamente nuovi e meccaniche particolari.

– Tokyo 42(PC)

Tokyo 42, sviluppato da SMAC Games, studio anch’esso formato da due soli membri. Il titolo del gioco dice già molto su qual è il focus. Oltre ad essere chiaro che sia ambientato nella capitale giapponese, il 42 in giapponese si legge ”Shini” che può essere anche interpretato come la parola ”Morte”.
Il gioco infatti ha come protagonista un sicario improvvisato, che punta a scoprire chi c’è dietro un’accusa totalmente infondata di omicidio nei suoi confronti. Proprio a causa di questa inizierà a immettersi nel mondo dei sicari con l’obiettivo di arrivarne ai vertici.
Tokyo 42 si presentà dunque come un action con visuale isometrica che chiede di risolvere vari contratti di assassinio tramite una selezione di armi che vanno dalle classiche pistole ai fucili da cecchino passando per le katane. Unisce poi delle fasi più concitate a delle fasi stealth che per la verità sono molto più incoraggiate dal gioco in quanto è volutamente molto difficile districarsi tra le pioggie di proiettili scatenate in seguito ad un approccio più caciarone. Il gioco presenta anche una modalità multiplayer dove i travestimenti e i nascondigli giocano una parte molto importante per uscire vincitori dagli scontri a fuoco.
Ho deciso poi di lasciare per ultimi i due aspetti forse più degni di nota. In primo luogo l’ambientazione. Gli sviluppatori hanno costruito una Tokyo futuristica in stile minimal (Prendendo spunto da giochi come Transistor e Monument Valley) davvero superba. Colorata, pulita, intricata e con tante zone stilisticamente e cromaticamente diverse. La mappa di gioco inoltre è decisamente piena di segreti e, come in molti giochi isometrici, si avvale in maniera importante della possibilità di cambiare angolazione della telecamera per scoprire zone e anfratti.

Cito, come ultimo aspetto, la fantastica colonna sonora in stile immancabilmente elettronico, composta da Vicente Espi, che si adatta perfettamente all’atmosfera del gioco, sia nelle fasi più rilassate (Tra le tante persone che passeggiano per strada) che in quelle più concitate derivanti dalle missioni. Una perla decisamente sconosciuta che si discosta dai classici isometrici presenti sul mercato grazie al suo stile unico. SMAC Games ha in cantiere un altro progetto di cui si conosce ben poco ma che vi consiglio di tenere d’occhio visto il grande talento di questi sviluppatori.

– World of Final Fantasy(PC)

Nel 1987 Square (Allora non ancora Square Enix), sull’orlo del fallimento tentò come ultima mossa disperata la pubblicazione di un nuovo videogioco chiamato Final Fantasy. Un successo enorme salvò non solo la società ma diede il via ad un brand che ancora oggi macina vendite ad ogni nuovo capitolo (Anche grazie all’uscita del settimo capitolo nel 1997 che contribuì alla diffusione della serie anche fuori dal Giappone) e spin-off. World of Final Fantasy rientra proprio in questi ultimi.
Sviluppato da Square Enix insieme a Tose, azienda che forse dice poco ma che in realtà ha all’attivo lo sviluppo di più di 1000 giochi sebbene non venga quasi mai citata nei crediti per sua stessa scelta guadagnandosi così la reputazione di azienda di sviluppo ninja.
World of Final Fantasy, che presenta diversi persoonaggi provenienti dalla serie principale, si presenta come un’avventura con combattimenti a turni che prevedono la cattura e l’uso in battaglia di mostri chiamati Miraggi. Lann e Reynn sono infatti due gemelli che hanno dimenticato la loro vita precedente dove pare che fossero dei grandi dominatori di Miraggi. Con la minaccia incombente della Federazione Bahamut sul regno di Grymoire, i due gemelli sono chiamati di nuovo a combattere catturando più Miraggi possibili per allenarli e usarli contro la Federazione. Sul fronte meccaniche il gioco è sicuramente molto semplice. Ogni Miraggio catturato salendo di livello può sbloccare diverse abilità e addirittura cambiare forma (Sia evolvendosi che trasfigurandosi in un Miraggio completamente diverso).


Il focus però è sulla possibilità di impilare letteralmente i Miraggi per creare delle vere e proprie colonne di mostriciattoli che condividono i punti di forza e di debolezza. La gestione di queste pile, sia prima che durante il combattimento, permette di sperimentare con le abilità, alcune delle quali sbloccabili solo con pile formate da Miraggi specifici. Lo stile deformed dei personaggi e i Miraggi molto ben realizzati (Tra completamente nuovi e Miraggi che sono chiari ripescaggi delle creature più famose della serie come i Chocobo) rendono il gioco visivamente molto godibile e soprattutto longevo.
Insomma, un titolo che prende molto dalla serie Pokémon e punta ad un target giovane ma che non necessariamente va valutato come una copia creata solo per sfruttare il successo del brand di riferimento.

Il mondo videoludico ha molto da offrire, soprattutto a chi è capace di scavare appunto per trovare ciò che, non per demerito, non viene diffuso come dovrebbe. Personalmente mi sono reso conto che fare questo non si ferma alla sola conoscenza personale ma contribuisce anche a rendere più godibile il titolo stesso sul quale si è fatto ricerche, elevando quindi a divertimento anche quei momenti in cui non si gioca attivamente. Insomma, un incoraggiamento per tutti a non fermarsi sulla punta dell’iceberg ma ad addentrarsi in ciò che ci piace fiduciosi di uscirne fuori arricchiti.