La celebre linea di modellini che ha caratterizzato l’infanzia di molti appasionati di auto, torna in pista con Hot Wheels Unleashed 2: Turbocharged, un seguito al titolo sviluppato e pubblicato da Milestone nel 2021 dal discreto successo.

Con alcune nuove funzioni, un’inedita modalità storia, una grafica ancora migliore e, purtroppo, anche alcuni passi indietro, questo gioco rappresenta un passo in avanti per la nuova direzione artistica adottata dal franchise di Mattel, che si differenzia da tutti gli altri giochi di auto sfruttando le possibilità creative offerte da vetture così piccole ed agili.

Analizziamo, quindi, i vantaggi offerti da questo prodotto dall’approccio unico al mondo automobilistico.


INCIPIT – UN BRAND STORICO

Non è la prima volta che gli stravaganti modellini di Mattel si trovino sotto i riflettori del mondo videoludico ma, se precedentemente ci si trovava di fronte a titoli che si limitavano a replicare l’accattivante formula di Mario Kart o prendere parte a dei DLC di Forza Horizon, la serie Unleashed dona un’identità ed uno stile unico al brand Hot Wheels.

Al posto di potenziamenti e oggetti da lanciare contro i propri avversari, troviamo le iconiche piste arancioni di plastica che replicano i più celebri tra i set di giocattoli del franchise: ostacoli come ragni, dinosauri o salti acrobatici popolano i complessi circuiti disponibili, che verranno affrontati da vere e proprie repliche di modellini realmente esistenti.

Saremo dunque piloti di auto in miniatura, osservando il gigantesco mondo che ci circonda da una prospettiva ben diversa ed estremamente originale.

A differenza del suo predecessore, Hot Wheels Unleashed 2: Turbocharged presenta una modalità storia illustrata che contestualizza il mondo di gioco.


TRAMA – HOT WHEELS RACING TEAM

Narrata attraverso delle cutscenes statiche, come se fossero dei fumetti, questa semplice storia ha lo scopo di contestualizzare la campagna a giocatore singolo principale.

L’eccentrico Professor Tanabe, sperimentando con il Restringi-tron di sua invenzione, ha accidentalmente ingrandito dei giocattoli che hanno preso vita e invaso la città.
Il Professore può invertire il processo, ma solo se qualcuno li sconfigge mentre sono rimpiccioliti si può neutralizzare la minaccia.
L’Hot Wheels Racing Team, di cui fanno parte i piloti Tarla e Robert, accetta di affrontare queste creature dopo un processo di miniaturizzazione che avrebbe permesso loro di guidare i modellini Hot Wheels.

Durante le fasi di gameplay, tuttavia, non si prenderà il controllo di nessuno dei personaggi né si affronteranno le sopracitate creature. Al contrario, si prenderà parte a delle gare con altre 12 vetture, senza un nesso logico con la trama proposta dal gioco.
Seguendo le varie tappe della campagna, intervallate ogni tanto da altre brevi cutscenes, si arriverà ad affrontare i Boss, che si presentano come ostacoli nel circuito.
La meccanica per sconfiggerli è altresì deludente e ben poco catartica: basterà distruggere dei cartelli entro un tempo limite perché il nemico non si rigeneri.

Risulta ovvio che questa artificiosa storia sia mirata ad un pubblico di bambini e ragazzini, ed è quasi completamente separata dal gameplay nonostante sia stata pesantemente pubblicizzata negli annunci del gioco.
Tuttavia, non possiamo ignorare la superficialità con la quale è stata scritta nonché implementata nella campagna ad essa associata.
Sarebbe bastata un po’ più di cura per integrare meglio i due aspetti del titolo, pur rimanendo appetibile al pubblico più giovane.

In conclusione, sebbene sia apprezzato lo sforzo di inserire una storyline in un prodotto del genere, la sua realizzazione risulta essere inutile ai fini del titolo e ne inficia la credibilità e la qualità.


GAMEPLAY – DIVERTENTE MA INCOMPLETO

Come abbiamo detto, l’aspetto narrativo del titolo non è granché, ma in fin dei conti, questo è un gioco di corse e ciò che conta davvero è la guida.
Ciò che costituisce il cuore pulsante di un Arcade Racer come questo, ossia un prodotto che predilige la frenesia della velocità al realismo, è la fisica delle vetture: se siano piacevoli da manovrare, divertenti ad alte velocità, scattanti allo sterzo, reattive alla frenata e non eccessivamente punitive alle collisioni.

I modellini disponibili si dividono in sei categorie, ognuna delle quali predilige una statistica a scapito delle altre, come l’accelerazione, la facilità nello sterzare, la capacità di non perdere velocità su superfici tortuose e l’acquisizione di Turbo durante il drift.

La differenza più grande la si nota tra le classi “Heavy Duty“, composta principalmente da Monster Trucks e affini, “Drifter“, di cui fanno parte vetture che meno perdono inerzia durante la derapata, e “Rocket“, macchine che puntano tutto sulla propria velocità massima.
Le altre categorie, invece, tendono a restare più anonime, senza grandi differenze dalle altre scelte.

Il bilanciamento di tali vetture, tuttavia, risulta in ogni caso essere un buon passo avanti rispetto al titolo precedente, laddove poco importavano le statistiche peculiari di ogni modello.
Quanto alla varietà di questi, speravamo in un numero maggiore di nuove aggiunte: non sono poche le auto riciclate direttamente dal primo Unleashed, e le nuove vetture tendono ad provenire dai set più moderni, senza quasi mai rendere omaggio ai modellini reali in produzione da prima del 2000.

Per spezzare una lancia a favore di questa scelta, però, assistere a veri brand automobilistici gareggiare al fianco di macchine stravaganti e sopra le righe è davvero una chicca per gli occhi, che apre scenari fantasiosi ricreando le stesse atmosfere surreali che si provano collezionando questo tipo di giocattoli.

Indipendentemente dalle statistiche, la fisica di guida risulta essere divertente e dinamica, parzialmente simile a quella di un Forza Horizon o NFS. Il drift si controlla senza difficoltà e il turbo si ricarica abbastanza in fretta da rendere sezioni ad alta velocità il più divertenti possibile.
Un fattore importante da prendere in considerazione è la possibilità di modificare la velocità di base per poter influenzare il ritmo di gioco, una funzione che può tornare utile a chi deve ancora abituarsi a questo stile di guida.

La nuova funzione introdotta da Hot Wheels Unleashed 2: Turbocharged è la possibilità di saltare ed eseguire acrobazie in aria.
Se fin’ora abbiamo lodato il sistema di guida, lo stesso non possiamo dire per questo nuovo set di comandi, che risulta essere quasi incompleto.
I controlli aerei sono poco reattivi e imprecisi, quando l’auto atterra perde tutta la velocità accumulata, come se le collisioni non fossero programmate per questo aspetto e, il più grande difetto a livello di game design è l’inutilità di queste abilità.
A parte per qualche ostacolo da evitare, le acrobazie (che ricordiamo essere state pesantemente pubblicizzate in campagna marketing) non danno alcun beneficio.

In realtà, spesso peggiorano l’atterraggio, rallentano le vetture in volo, presentano glitch nelle collisioni e, in molti circuiti, non c’è nemmeno lo spazio per eseguirle: le rampe sono troppo brevi e qualora ci fosse l’occasione di sperimentare i controlli aerei, il gioco non registra i propri checkpoint e si viene puniti per essere andati fuori strada, qualcosa che nel primo titolo era invece incoraggiato per sfruttare gli ambienti a proprio vantaggio.

Questa restrizione vieta di trovare scorciatoie nel paesaggio caratteristico di questo gioco e molto spesso, di conseguenza, si è costretti a seguire soltanto il percorso arancione, togliendo importanza all’intero concetto che avrebbe dovuto permeare il gioco, ossia, guidare dei modellini Hot Wheels in grado di esplorare luoghi inconsueti.

Peraltro, parlando proprio di ambienti, è davvero un peccato che ce ne siano soltanto sei tra cui scegliere, il che rende tutto molto ripetitivo.
Ovviamente, il layout dei circuiti può cambiare, grazie anche al track builder, ma la varietà dei luoghi in cui gareggiare è davvero scarsa, considerando che tutte le location del gioco precedente sono state tagliate.

Quanto alla progressione, il titolo presenta uno negozio che cambia ogni 45 minuti che vende auto a prezzi talvolta un po’ elevati.
Si è incoraggiati a sbloccarle tutte e a completare la carriera, ma non c’è nessuna ricompensa a parte qualche missione in più.

L’ultimo aspetto del quale c’è bisogno di parlare è il bilanciamento della difficolta, forse una delle inaccortezze più gravi dell’intero prodotto.
Hot Wheels Unleashed 2: Turbocharged offre quattro difficoltà selezionabili in qualsiasi momento: facile, normale, difficile ed estremo.
Se la modalità normale risulta sin troppo semplice e poco godibile per chiunque abbia mai provato un videogioco di corse, la modalità difficile è fin troppo punitiva ed estrema, con una quantità di “rubber banding” da parte della CPU inarrestabile.

Diventa quindi impossibile, per chiunque non sia un bambino o qualcuno disposto a tentare per ore di passare la stessa missione, trovare godibile nessuna di queste modalità agli antipodi l’una dell’altra.
Peraltro, il gioco è stato provato, in redazione, da chi ha molta esperienza nei giochi automobilistici e, dopo numerosi test, anche con la più immacolata delle guide, risulta un compito estremo restare al passo.

Il multigiocatore locale, assieme ad altre “modalità veloci” di minore importanza, è presente grazie allo splitscreen, già presente nel titolo del 2021. Quasi una rarità nei racing game moderni ed è un piacere che tale opzione non venga ignorata.

In conclusione, nonostante le buone premesse, sembra che molti aspetti del gioco siano incompleti o presentino delle inaccortezze che rallentano il ritmo del gameplay loop.


COMPARTO TECNICO – UNO SPETTACOLO PER GLI OCCHI

La grafica è l’elemento più gradevole del gioco e, in questo caso, si fa davvero fatica a trovare difetti di fronte a effetti di luce spettacolari che si riflettono sui curatissimi modelli 3D delle auto, che imitano dei veri modellini in tutto e per tutto.
Sono visibili impronte digitali di bambini, imprecisioni nella vernice, giunture della plastica e piccoli graffi proprio come modellini reali e, sotto l’auto, sono presenti bulloni, data di produzione e nome della vettura.
Durante il corso delle gare, le macchine subiscono ammaccature diverse in base al materiale che le costituiscono e si nota persino la differenza tra gomme vere e repliche di plastica, così come come i fanali non si accendono nei modelli più vecchi, proprio come nella realtà.

Gli ambienti non sono da meno, riproponendo versioni ingigantite (dal punto di vista del giocatore) di luoghi come musei, sale giochi colme di neon, campi da golf e giardini, estremamente fotorealistici ed un piacere alla vista.

La cosa stupefacente è che questa qualità grafica sembra non affaticare affatto anche il più usurato dei PC, risultando fluido e stabile anche con le impostazioni al massimo.

L’interfaccia è ben curata e ci sono molte chicche e citazioni alla controparte reale del brand Hot Wheels. Le auto, per esempio, sono conservate nelle iconiche scatole da gioco, e alcuni ostacoli sono citazioni ai set più famosi della serie.

Le tracce musicali sono tutte ben realizzate e orecchiabili, ma sono davvero poche e ripetitive e nessuna di queste è associata a un circuito.
La musica nei giochi di corse non è mai stata il punto focale, ma nei titoli arcade è più che necessario avere varietà nei brani offerti, che invece risultano ripetitivi dopo poco.

Gli effetti sonori, invece, sono ottimi, con diversi suoni per i motori delle auto e una pletora di rumori diversi prodotti dalle collisioni in base al materiale della propria vettura.
Lodevole anche il doppiaggio delle cutscenes, sia in inglese che in italiano, per il quale sono stati assunti professionisti del mestiere.


Ringraziamo Plaion e Milestone per averci fornito la chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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Hot Wheels Unleashed 2: Turbocharged (PC)
IN CONCLUSIONE
Agli occhi di un giocatore casuale o di chi vuole semplicemente immergersi in gare automobilistiche colme di fantasia, questo è un titolo spettacolare alla vista e un salto di qualità rispetto al titolo precedente, per la più grande varietà di auto e modalità, ma coloro dagli occhi attenti noteranno senza dubbio molte inaccortezze di un gioco a tratti incompleto che spreca la grande occasione posta dal suo potenziale grafico e creativo. La cura con cui il lato grafico e la fedeltà al franchise dimostrano indubbiamente della passione verso la serie Unleashed, che speriamo possa continuare e migliorare sulle mancanze di Turbocharged.
PRO
Grafica Spettacolare
Guida Piacevole
Varietà dei modelli
CONTRO
Nuove Features "incomplete"
Storyline Mediocre
Inaccortezze nel Gameplay
6.8
VOTO