Cosa serve ad ad un piccolo progetto per trasformarsi in un capolavoro indimenticabile?
In un mercato così grande e pieno di alternative la risposta appare quasi ovvia, creatività e vagonate di passione.
Aspetti che Josef Fares e il suo team Hazelight sono riusciti ad incanalare alla perfezione, creando una perla rara che merita assolutamente di essere apprezzata negli anni a venire come un punto altissimo nel medium.
Ancora una volta vorremmo ringraziare EA per la sua disponibilità nell’averci fornito una chiave del gioco per poterlo recensire, è sempre un piacere dare il nostro massimo per portare attenzione su titoli meritevoli come quello di cui parleremo in questa recensione.
Un continuo susseguirsi di stupore e meraviglia
Parlare del gameplay di It Takes Two non è affatto semplice, questo a causa della straordinaria ed inimmaginabile varietà di trasformazioni che ne caratterizzano l’intera durata.
Innanzitutto dovremo prendere il controllo di May e Cody, due personaggi incredibilmente umani e profondi di cui avremo modo di parlare approfonditamente nelle sezioni successive, che occuperanno ciascuno un lato dello schermo in modo similare a quanto visto nel precedente titolo di Hazelight, A Way Out.
La componente cooperativa del titolo è sicuramente il cuore pulsante del prodotto, multiforme e mai banale, sempre pronta a rinnovarsi attraverso inedite meccaniche e forme di interazione creative e divertenti.
Il flusso incontrollato di idee innovative risulta in una continua sequenza di innovazioni di gameplay che verranno inserite con una frequenza sbalorditiva, allontanando ogni possibile manifestazione di noia e lasciando il giocatore quasi senza fiato.
L’integrazione della doppia visuale per ciascun schermo, per quanto potrebbe risultare inusuale e fastidiosa in un primo momento, diventa una scelta non solo ben inserita ma quanto più necessaria alla scorrevolezza dell’opera, offrendo contemporaneamente due punti di vista di una storia in cui non potremo fare a meno di immergerci completamente.
La qualità degli enigmi e delle varie sfide proposte si manterrà su un livello quasi sempre alto, evidenziando una realizzazione inevitabilmente non sempre all’altezza del complesso fluire delle idee. Un difetto che potremmo definire fisiologico in un’opera di questo calibro che nasce da un budget ben più ristretto delle grandi produzioni tripla A.
La durata del gioco è l’ennesimo dato eccezionale, attestandosi sulle circa 14-15 ore di puro gameplay dinamico.
Molto gradito anche l’inserimento di vari minigiochi PvP sparsi nelle ambientazioni così come l’inserimento di molteplici oggetti interagibili come strumenti musicali, giochi e giocattoli di vario tipo e persino strumenti creativi per disegnare ed improvvisarsi DJ.
Fra sequenze picchiaduro, di volo, tower defense, shooter e tanto altro che non vogliamo anticiparvi, It Takes Two si rivela essere uno dei titoli più creativi e spettacolari mai realizzati e sicuramente un punto di riferimento assoluto per i giochi cooperativi.
Due personaggi in cerca di amore
Nel corso del gioco vestiremo i panni di May e Cody, due genitori che affrontando un periodo burrascoso della loro relazione amorosa si ritrovano al punto di voler richiedere la separazione.
Ad intervenire involontariamente nel riavvicinare i due è la giovane figlia, che con un incantesimo costringerà la coppia a dover affrontare una frenetica ed a tratti disperata avventura alla ricerca della loro passione perduta.
Ad accompagnare questo difficile processo è un simpatico ( e a tratti odioso ) libro parlante che presto identificheremo come Dr. Hakim, sempre pronto a spingere i nostri protagonisti verso la prossima tappa.
Ed è nel corso di questo percorso non privo di difficoltà che potremo osservare il lento ma costante riavvicinamento dei due, che vincendo ogni sfida esclusivamente grazie all’aiuto dell’altro tornano ad amarsi nonostante le divergenze.
I due protagonisti risultano ben scritti e caratterizzati, non come eroi ma persone comuni che impareremo a conoscere grazie ai costanti interventi e alle discussioni che affronteranno durante il viaggio.
Si tratta di una storia che non pretende di raccontare nulla di complesso o eccezionale ma che spicca nella sua umanità, e che in tal senso emoziona e coinvolge i giocatori.
La narrativa adottata dai ragazzi di Hazelight risulta quindi essere un modo efficace quanto creativo di raccontare una avventura che normalmente sarebbe risultata probabilmente abbastanza banale e fin troppo comune.
L’arte di fare l’arte
Che dire dell’impianto artistico del gioco? In breve potremmo definirlo perfetto, sempre all’altezza del continuo cambio di scenario e atmosfera.
Dagli scorci innevati mozzafiato alle incantevoli zone subacquee, tutto è stato reso con cura, anche grazie ad un comparto tecnico di tutto rispetto.
Se dovessimo individuare un unico difetto tecnico al gioco sarebbe proprio la saltuaria instabilità dell’engine durante alcune cutscenes e nelle scene più concitate ( in 4k Ultra MSAA X2 / RTX 3080 I9 10850K ).
Abbiamo infatti notato alcuni cali di frame poco giustificabili (specialmente settando il gioco in finestra) che crediamo possano essere risolti con qualche patch apposita nelle prossime settimane/giorni.
L’impianto sonoro d’altro canto è semplicemente impeccabile, dal doppiaggio inglese alle fantastiche musiche d’accompagnamento che si imposteranno su un crescendo di qualità culminante solo nei livelli conclusivi.
Un ulteriore merito è proprio quello di aver accompagnato un tale fluire di ambienti sempre diversi ad un colonna sonora che vi si adatta alla perfezione, variando di genere in genere senza mai risultare sgraziata o fuori posto.
Ed ecco alcuni screenshot scattati durante il playthrough:
In conclusione:
It Takes Two è un capolavoro, un titolo piccolo per definizione che si fa enorme negli intenti, riuscendo pienamente nella sua titanica impresa. Un acquisto obbligato per chi volesse vivere una avventura in coppia che eccelle in ogni suo aspetto.
NB: Il gioco è dotato di friend pass, questo significa che l’host può acquistare il gioco e invitare chiunque a giocare senza costi aggiuntivi (anche chi non possiede il gioco).