Poster Mission: Impossible

Dopo il successo di Top Gun: Maverick nel 2022, Tom Cruise torna sul grande schermo con la settima iterazione della saga Mission: Impossible, il primo capitolo di una storia suddivisa in due parti che concilia tematiche di attualità con sequenze di azione spettacolari.

Diretto da Christopher McQuarrie e prodotto da Paramount Pictures in co-produzione con Skydance Media, Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte 1 si presenta come un punto di svolta per la serie e promette di approfondire il passato del protagonista, facendo leva sul suo rapporto con la propria squadra.


MISSION: IMPOSSIBLE – UNA PRODUZIONE INSIDIOSA

Per comprendere alcune problematiche del film, influenti specialmente sul versante tecnico, è necessario tenere conto delle difficoltà che hanno più volte ostacolato la produzione dovute alle restrizioni causate dal Coronavirus.

Le riprese, che sarebbero dovute cominciare tra febbraio e marzo del 2020, sono state interrotte a tempo indeterminato a causa della diffusione del Covid-19.
Una volta ottenuti diversi permessi speciali per girare alcune scene in Norvegia e in Italia, più volte la produzione ha dovuto aggirare limitazioni dovute alla quarantena, modificando intere sezioni della sceneggiatura e limitando la quantità di riprese disponibili.

Alcune location sono state cambiate in corso d’opera, come le scene ambientate durante il Carnevale di Venezia, la cui cancellazione per tre anni di seguito ha causato alcuni cambiamenti nei momenti più intensi della trama.
Tra il 2021 e il 2022, anche due membri del cast hanno contratto il virus, portando nuovamente alla sospensione del progetto e costringendo la Paramount Pictures a posticipare ancora l’uscita del film.

Sebbene questi ostacoli siano stati sapientemente aggirati grazie alla determinazione e alla competenza di McQuarrie e Tom Cruise, nel prodotto finale sono ancora ravvisabili numerosi errori di montaggio e incongruenze minori di sceneggiatura che, tuttavia, non sono responsabilità del regista.
Nonostante sia fondamentale menzionare le problematiche che affliggono il prodotto, l’impatto che avranno sul nostro giudizio sarà considerevolmente ridotto.


CAST E PERSONAGGI PRINCIPALI

Mission: Impossible – Dead Reckoning affianca a personaggi ricorrenti, che abbiamo conosciuto nei film precedenti, anche volti storici a lungo attesi dai fan e nuovi ruoli carismatici interpretati da attori altrettanto talentuosi.

ETHAN HUNT – TOM CRUISE

Ethan Hunt è il protagonista indiscusso della saga e, come da tradizione, le sue pericolosissime imprese ai limiti dell’impossibile rappresentano il punto di forza del titolo. Ciò che rende così spettacolari queste scene è la consapevolezza che sia Tom Cruise stesso ad eseguire gli stunt, aumentando l’immersione e la credibilità del prodotto.

La sua caratterizzazione ha subìto alcuni cambiamenti col tempo, ma l’arco narrativo dell’amicizia che lo lega alla sua squadra è rimasto costante sin dai suoi esordi e, ora più che mai, rappresenta la sua più grande virtù nonché la sua più grande debolezza.

Non è scontato che un film d’azione ponga così tanta enfasi sull’introspezione dei personaggi, ma questo titolo riesce perfettamente a far empatizzare lo spettatore con Ethan e le sue motivazioni.


BENJI DUNN – SIMON PEGG

Tecnico e hacker della squadra, Benji è il personaggio più umoristico del franchise e uno dei preferiti dal pubblico sin dalla sua comparsa nel terzo capitolo della serie.
Nonostante la sua attitudine apparentemente goffa, ha più volte salvato la situazione aiutando il protagonista nonché suo migliore amico.
Il suo rapporto con Ethan è ben approfondito e non toglie spazio al resto della trama, di conseguenza non è difficile affezionarsi all’Agente Dunn, ormai un tassello fondamentale nel cast di Mission: Impossible.

Simon Pegg riesce a dare al ruolo una comicità perfettamente bilanciata col lato più professionale e serio di Benji, che risulta avere una perfetta e divertente alchimia con tutti gli altri compagni di squadra.


EUGENE KITTRIDGE – HENRY CZERNY

Lo storico direttore dell’IMF coinvolto nel primo iconico film della saga, Kittridge fa il suo ritorno mantenendo l’ambiguità che lo ha caratterizzato in passato.

Henry Czerny fa un ottimo lavoro a vestire i panni di questo personaggio che non lascia mai trasparire quali siano le sue vere intenzioni.

La presenza di Kittridge offre al film un punto di vista esterno al conflitto principale ed è un fondamentale elemento che fortifica l’importanza del passato di Hunt.
Per quanto riguarda la regia, l’ex-direttore dell’IMF è una grande fonte di citazioni stilistiche alla prima iterazione della serie: più volte vengono riproposte le stesse dinamiche dialogiche con Ethan grazie all’utilizzo di “angoli olandesi” e primi piani, che caratterizzavano le scene girate da Brian De Palma.


GRACE – HAYLEY ATWELL

Hayley Atwell è un volto nuovo per il franchise di Mission: Impossible ed interpreta una criminale dal passato sconosciuto, coinvolta apparentemente per caso nelle vicende del film e che, suo malgrado, affronterà un dilemma morale.

Denominata “Grace” come nome in codice, il personaggio ha carisma e buone potenzialità per la trama, ma spesso agisce in maniera bizzarra e immotivata senza che il film fornisca una motivazione per le sue scelte.
Come risultato, molte sue azioni non fanno altro che intralciare il ritmo del film, rappresentando un ostacolo costante alla squadra dell’IMF e contraddicendo la sua stessa caratterizzazione.

Un ruolo che speriamo di vedere approfondito e meglio sfruttato nel sequel ma che, al momento, non ha giovato alla scrittura del film.


GABRIEL E PARIS
(ESAI MORALES E POM KLEMENTIEFF)

Gabriel è il misterioso antagonista riemerso dal passato di Ethan e, insieme all’assassina Paris, rappresenta una grande minaccia in grado di mettere in difficoltà chiunque lo ostacoli.

Mentre Gabriel riesce ad incutere tensione sia nello spettatore che nei personaggi del film, Paris è una vera e propria occasione sprecata e, nonostante l’ottima interpretazione di Pom Klementieff, il ruolo è mal gestito e poco utilizzato.


ILSA FAUST E LUTHER
(REBECCA FERGUSON E VING RHAMES)

Assieme agli altri Agenti, anche Ilsa Faust e Luther Stickel sono presenti in questa missione.

Ilsa Faust, introdotta in Mission: Impossible 5, ha una dinamica molto interessante col resto della squadra, dato il suo coinvolgimento con l’MI6 dell’Intelligence Inglese. Il suo è stato un arco narrativo appassionante e ben definito fino ad ora ma, in questa occasione, il personaggio è gestito in modo pessimo e poco valorizzato.
Rebecca Ferguson ha sempre fornito un’eccellente interpretazione per questo ruolo, divenendo presto un’agente amata dai fan per la sua complessità e il suo carisma. Un vero peccato che Ilsa Faust abbia avuto così poco screentime in questa pellicola.

Luther Stickel, invece, segue le orme di Benji Dunn e offre simili momenti comici e citazioni ai film precedenti. Il suo coinvolgimento è sempre apprezzato ma si sente la mancanza del personaggio di Jeremy Renner (l’Agente Brandt) a fargli da spalla.


TRAMA:
ATTUALITÀ O FANTASCIENZA?

Il sottomarino russo Sevastopol, la sede di un’avveniristica Intelligenza Artificiale militarizzata denominata “l’Entità”, subisce un misterioso attacco durante alcuni test sperimentali in acque americane.
Inspiegabilmente, l’IA sembra aver preso coscienza, penetrando i sistemi di difesa delle più grandi potenze mondiali e affondando il sottomarino stesso per impedire a chiunque di accedere al proprio sistema operativo.

Per evitare che l’Entità cada nelle mani sbagliate, Ethan Hunt viene incaricato dal direttore della CIA, Eugene Kittridge, di trovare la prima metà dell’unica chiave in grado di accedere all’Intelligenza Artificiale, ora in mano a Ilsa Faust, una vecchia conoscenza del protagonista.

Dal passato dell’Agente Hunt, tuttavia, riaffioreranno avversari pericolosi quanto misteriosi, che ostacoleranno la squadra dell’IMF nella missione per distruggere l’IA senziente.

Sebbene inizialmente l’idea di un’Intelligenza Artificiale come antagonista del film fosse sembrata azzardata e fuori luogo per un film di spionaggio, col tempo le possibilità fornite da un oggetto così potente (persino attuale dati gli sviluppi di programmi come ChatGPT e MidJourney) sono diventate sempre più intriganti.

Sono molti, infatti, i richiami a software e mezzi realmente esistenti, come la pratica del deepfake, che permette di sostituire il viso di una persona, e l’utilizzo del rilevamento vocale per ottenere una voce sintetica.

Tuttavia, le prime impressioni sono purtroppo state confermate dagli sviluppi del film, che utilizza l’IA in modi assurdi al limite del ridicolo.
Oltre ad aver assoldato il sicario Gabriel per uccidere Ethan, l’Entità è in grado di prevedere chi morirà e chi tradirà il nemico, può organizzare eventi senza alcun tipo di input umano e provare “emozioni” verso chi cerca di disattivarla.

Questo aspetto “fantascientifico” dell’Intelligenza Artificiale non solo abbassa considerevolmente la credibilità e la verosimiglianza delle vicende, ma svaluta completamente il pericolo posto dagli altri antagonisti umani. Se l’IA fosse stata presentata come un semplice mezzo nelle mani delle persone sbagliate, si sarebbe evitato di riproporre una dinamica già inflazionata dall’industria cinematografica che calza poco nel contesto della serie.

Il resto del film, fortunatamente, consiste di sviluppi ben più avvincenti e meglio realizzati.
Durante il lungometraggio, viene stesa la base per l’esplorazione del passato di Ethan Hunt prima che entrasse nell’IMF, tramite brevi flashback criptici che verranno probabilmente spiegati nel sequel.
Il tema dell’amicizia permea tutte le azioni della squadra mentre la presenza della Vedova Bianca aiuta a mettere in risalto il filo conduttore che lega questo ai precedenti titoli.

In definitiva, la sceneggiatura risulta godibile ma risente delle lacune di informazioni che derivano dalla volontà di spezzare un film in due parti, una mossa rischiosa che, in questo caso, è andata a segno solo a metà.


REGIA:
SPETTACOLO DURANTE L’IMPOSSIBILE

La direzione artistica, che integra scene d’azione spettacolari ad uno stile registico ricercato, è il marchio di fabbrica della serie Mission: Impossible e questo titolo porta avanti la tradizione.

Christopher McQuarrie, ormai “veterano” della saga, non si limita a eccezionali virtuosismi durante i faccia-a-faccia tra Ethan Hunt e Gabriel, ma produce sensazionali sequenze adrenaliniche che mettono in mostra le abilità di Tom Cruise, che ripercorre alcuni dei migliori stunt del passato con agilità e originalità.

Gli inseguimenti, le lotte e alcune tra le più rischiose imprese della saga lasciano anche spazio agli straordinari panorami offerti dalle location del film che coronano delle riprese e dei set piece che lasciano a bocca aperta.

La pellicola è capace di incorporare vicende che provengono dallo spionaggio più classico, come la scena dell’aeroporto di Abu Dhabi e i conflitti sull’Orient Express (un chiaro riferimento al primo capitolo della serie) a sequenze di pura azione moderna, come l’inseguimento a Roma o le ben coreografate battaglie nei vicoli più opprimenti di Venezia.

La qualità delle immagini è fuori dal comune, grazie all’utilizzo minimale di effetti speciali che rende i rischi presi da Tom Cruise ancora più grandiosi ed encomiabili.
La fotografia si adatta perfettamente alle situazioni attraversate dal film, facendo risaltare i colori del paesaggio di ogni location senza risultare invasiva o forzata.

Purtroppo, il numero limitato di riprese e gli ostacoli posti dalla pandemia mettono in luce alcune lacune del montaggio, specialmente nelle sequenze che coinvolgono dei veicoli.
Non solo alcune scene sono portate avanti troppo a lungo e sembra che certi inseguimenti non finiscano mai, ma il rapido ritmo dell’editing in alcune (per fortuna poche) occasioni è realizzato grossolanamente e con chiari errori di continuità.

Una mancanza di cura che sfregia alcune scene altrimenti dirette in maniera ineccepibile e che rimangono comunque godibili, soprattutto nei cinema e sugli schermi IMAX.
Tom Cruise, consapevole che la spettacolarità dell’azione sia il punto forte del film, ha lottato duramente perché Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte 1 non venisse rilasciato direttamente sulle piattaforme streaming e scelte come queste sono fondamentali, al giorno d’oggi, per sostenere il mercato cinematografico. Come Top Gun: Maverick e Oppenheimer, prodotti ricercati e popolari rendono nuovamente accattivanti le sale cinematografiche, al momento in difficoltà dopo l’avvento del Covid-19.


COMPARTO SONORO:
MUSICA E DOPPIAGGIO

Lorne Balfe torna a comporre l’iconica colonna sonora originariamente composta da Lalo Schifrin per la Serie TV di Mission: Impossible.
Non è la prima volta che il compositore scozzese gestisce le musiche di un prodotto di Tom Cruise, avendo partecipato anche in Mission: Impossible – Fallout e Top Gun: Maverick, realizzando sempre soundtrack soddisfacenti e qualitativamente eccellenti.
Questa iterazione del “Theme from Mission: Impossible” mantiene la stessa cifra stilistica adottata in Mission: Impossible – Rogue Nation da Joe Kraemer, ponendo l’enfasi su una variazione più bassa, imponente e orchestrale del brano che viene periodicamente riproposto durante la pellicola.

Il doppiaggio, così come le musiche, è di ottima qualità e, oltre ad un buon adattamento, presenta alcuni tra i migliori doppiatori del panorama italiano.
Roberto Chevalier, storico doppiatore di Tom Cruise sin dai suoi esordi e rinomato direttore dialoghista, presta nuovamente la voce ad Ethan Hunt, mentre Alessandro Rossi (voce di Liam Neeson e Arnold Schwarzenegger), Massimiliano Manfredi (voce di Owen Wilson e Chris Hemsworth) e Gaia Bolognesi (voce di Rachel McAdams e Armin Arlert) interpretano alla perfezione Luther, Benji e Ilsa.

Da notare anche la presenza di Valentina Favazza (voce di Felicity Jones) per la Vedova Bianca e Ilaria Latini (voce di Asuka Soryu Langley) per Grace, assieme a Gianluca Iacono, Alessandro Campaiola e Massimo De Ambrosis per alcuni personaggi minori.

L’unica pecca è il mixaggio audio che, talvolta, fatica a conciliare dialoghi, effetti sonori e musiche di sottofondo, risultando in una sovrapposizione di tracce audio che le rende poco comprensibili.


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Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte 1
In conclusione
Mission: Impossible 7 è un buon prodotto che nonostante alcuni singhiozzi sul versante tecnico, risulta spettacolare sul grande schermo e onora il passato della serie. Sebbene le difficoltà generate dalla pandemia, il film è riuscito almeno in parte ad aggirare i più grandi ostacoli della quarantena e, per questo, consigliamo di andarlo a vedere al cinema per goderselo al meglio.
PRO
Recitazione impeccabile
Sequenze d'azione spettacolari
Regia ottima e ricercata
Colonna sonora ideale
CONTRO
Occasioni sprecate e mal gestite nella trama
Lacune nel montaggio
Alcuni problemi nel Mix Audio
7.8
VOTO