In questa nuova recensione parleremo di Nerobi, un platform indie in accesso anticipato che trae ispirazione da GRIS e dal mondo dello Studio Ghibli.
La casa di sviluppo italiana Sanobusiness ha dato vita ad un’avventura grafica davvero promettente, piena di idee e che si fa forza di un comparto artistico che colpisce e lascia senza parole.
Siete pronti a cimentarvi nei quattro mondi che vi aspettano?
Scopritelo in questa recensione dedicata!
INCIPIT E TRAMA
Nerobi ci introduce alla storia esponendoci l’esistenza di quattro mondi astrali governati da due grandi entità, Ikimaki e Bokyaku, che rispettivamente incarnano lo spirito della vita ed il demone dell’oblio.
In questo spazio rappresentato dai pianeti, in cui il tempo è un ciclo che si ripete e “il destino rincorre sé stesso per l’eternità“, faremo la conoscenza del nostro protagonista: un guardiano al servizio della vita che ha perso la memoria dopo aver affrontato l’oscurità, pronto ad intraprendere il suo cammino per riscoprire sé stesso.
Ci ritroveremo così in una sorta di limbo, dove le essenze che lo abitano sono destinate ad un ciclo infinito di reincarnazioni, costrette a vagare per il “Middle World“.
Il viaggio che andremo ad intraprendere sarà ricco di incontri e pieno di insidie, in una ricerca che ci immergerà nei ricordi del nostro Nerobi, dandoci la possibilità di scoprire la storia del nostro protagonista.
GAMEPLAY
Il gameplay di Nerobi ruota attorno all‘esplorazione dei diversi livelli di gioco, dove potremmo raccogliere molteplici collezionabili e interagire con numerosi NPC, che in base al tipo di interazione potranno rivelarsi più o meno utili per il proseguimento della trama. Non capiterà infatti di rado di imbatterci in diversi personaggi che ci confonderanno, direzionandoci in luoghi opposti a quello principale e portandoci alla morte in percorsi colmi di pericoli e nemici pronti ad ucciderci al nostro primo passo falso.
Non saremo tuttavia sprovvisti di difese, potendo utilizzare il potere della luce che, semplicemente “concentrandoci“, farà apparire un globo di luce che potremo sia utilizzare come uno scudo nel momento in cui prenderemo danni da trappole o da torrette, oppure come una vera e propria arma per neutralizzare in un istante i mostri.
Questa abilità può essere inoltre utilizzata al fine di attivare dei meccanismi che aprono porte o sbloccano delle pedane per le fasi di platforming.
Nerobi a volte può risultare stressante e frustrante, specie se non si è abituati al genere platform, ma basterà prenderci un po’ la mano e memorizzare la mappa con la posizione delle trappole per rendere tutto molto più semplice.
COMPARTO ARTISTICO E TECNICO
Il più grande pregio che si può attribuire senza dubbi a Nerobi riguarda il comparto artistico, che va ad utilizzare tratti morbidi e che presenta ambientazioni uniche che catturano l’occhio del giocatore, pronti ad essere estasiati da ciò che il titolo mostra e racconta. Anche il modello del protagonista è stato animato e disegnato prendendo ogni frame, rendendolo così differente in ogni suo movimento.
A livello sonoro il gioco offre una grande qualità di soundtrack che ci accompagneranno durante la scalata verso la verità della nostra esistenza spezzata, dove anche i suoni ambientali, come quelli dei portali oppure del colpo della luce, sono stati realizzati in maniera ottima.
Dal punto di vista tecnico, il gioco non presenta grandi difetti a parte qualche piccolo bug riguardante la sezione delle impostazioni dove, dopo aver selezionato o regolato l’audio generale, il suono del puntatore per alzare e abbassare il volume inizia a ripetersi in maniera fastidiosa.
Da segnalare ed elogiare è anche la grande disponibilità degli sviluppatori nel risolvere, anche a notte tarda, un problema che abbiamo riscontrato nella nostra esperienza, dove il prodotto che dopo l’installazione non veniva avviato a causa di un problema relativo a Vulkan, prontamente risolto dalla Sanobusiness in una decina di minuti.
Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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