Scritto, diretto e co-prodotto dall’acclamato regista Christopher Nolan, Oppenheimer è prossimo alla sua data di rilascio nei cinema di tutto il mondo, alcuni dei quali si sono trovati ad affrontare alcuni problemi legati alla tecnologia richiesta per proiettare il film.

Oppenheimer - Poster Internazionale

Nolan: pioniere di effetti pratici nell’era moderna

Il regista britannico, oltre che per i suoi immensi successi quali Batman: Il Cavaliere Oscuro, Inception e Interstellar, è conosciuto per il suo approccio pionieristico nell’ambito degli effetti speciali, utilizzando effetti pratici laddove possibile ma valorizzando e spettacolarizzando la CGI quando necessario.

I prodotti di Nolan, infatti, spesso propongono temi filosofici e morali affrontati in chiave sia scientifica che metafisica i quali, per essere espressi al meglio, richiedono una regia molto curata che faccia uso dei propri mezzi come analogia dei messaggi posti dai film.

Per gli effetti manuali, basti pensare alla spettacolare scena del corridoio senza gravità di Inception, per la quale è stata realizzata una vera e propria stanza rotante per simulare la sensazione “onirica” prevista dal film. La sequenza cita una simile situazione presente in 2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick, pellicola di culto del 1968, e persino l’esecuzione dell’effetto pratico presenta delle somiglianze con i set piece del film di fantascienza.

Per quanto riguarda gli effetti speciali realizzati con la CGI, il buco nero di Interstellar è l’esempio perfetto.
Per creare questa scena suggestiva, vere e proprie equazioni matematiche sono state fornite al team del comparto tecnico, dove sono state studiate per capire come si sarebbe comportata la luce in questo tipo di ambiente. Tale simulazione era irrealizzabile con i software all’epoca disponibili, dunque, un nuovo motore grafico venne programmato solamente per questa scena.
Dati i circa 800 bilioni di raggi luce da calcolare singolarmente, ogni fotogramma occupava più di 100 ore per essere renderizzato.
Il risultato, tuttavia, non fu soltanto visivamente straordinario, ma venne giudicato scientificamente accurato e preso in considerazione per veri e propri studi astronomici.


Oppenheimer – Il formato e la pellicola

Per i motivi sopracitati, Oppenheimer è stato girato interamente senza CGI e, soprattutto, in analogico con una telecamera IMAX da 70mm, un formato conosciuto altresì come “widescreen“.
Questo formato è un vero e proprio territorio inesplorato per quanto riguarda la proiezione nei cinema IMAX, tanto che solo trenta sale in tutto il mondo sono adibite a riguardo e le tecnologie per supportarlo non sono più state portate avanti sin dal 2002.

I problemi sorgono nel momento in cui la pellicola di Oppenheimer, data la durata di più di tre ore, risulta essere lunga circa 18 chilometri e pesare sui 300 chili (una delle più grandi mai realizzate).
Benché la maggior parte dei cinema standard utilizzerà una versione digitalizzata del film, le sale IMAX (il cui obbiettivo è la miglior risoluzione possibile) utilizzeranno strumenti di vent’anni fa il cui brevetto è stato concepito circa cent’anni or sono.

Si sta parlando degli IMAX Quick Turn Reels da 70mm, dei giganteschi rulli (in questo caso dai vassoi personalizzati per contenere la pellicola di Oppenheimer) controllabili soltanto attraverso dei palmari fuori produzione da 21 anni, in questo caso si tratta del PalmOne m130.
Tale dispositivo permette di controllare le pellicole senza interazione umana e gestisce la rotazione e la coordinazione delle bobine.
Data la scarsità di modelli ancora funzionanti, per di più, la IMAX Corporation ha ammesso che utilizzerà degli emulatori da tablet per ottenere un’unità di controllo simile al PalmOne m130

La peculiare coincidenza è che la tecnologia PalmPilot affonda le sue radici proprio nella stessa epoca dell’invenzione della prima bomba atomica e il Dipartimento di Difesa Statunitense ha usato questi stessi dispositivi per la gestione dei propri pannelli di comando nucleari fino al 2019.

Un evento che fa riflettere sull’importanza di mezzi analogici anche in un mondo ormai quasi totalmente digitalizzato, spesso oggetto di scelte artistiche controcorrente persino nei prodotti più moderni.


Seguiteci sul nostro curatore e sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.