È passato poco meno di un giorno da quando il nostro team ha avuto la magnifica occasione di avventurarsi in anteprima nell’affascinante mondo allestito da Sandfall Interactive, cogliendo nel corso delle 4 ore concesse tutte le potenzialità e i presupposti di un progetto ormai prossimo al rilascio.
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Sin dalle prime immagini rilasciate durante la conferenza Xbox dell’anno scorso, non abbiamo potuto fare a meno di rimanere incantati dalla spiccata identità artistica di Expedition 33, e siamo eccitatissimi nel poter condividere finalmente la nostra opinione circa il provato.
Una parentesi narrativa
In occasione di questa preview, non ci soffermeremo molto oltre l’incipit narrativo, lasciando gli approfondimenti per la recensione completa in uscita il mese prossimo.
Ricapitolando in breve, la Pittrice è un’entità misteriosa che, anno dopo anno, dipinge un numero su un monumentale monolite. Tutti coloro che raggiungono quell’età vengono istantaneamente cancellati dall’esistenza. Con il numero 33 appena dipinto, la spedizione omonima parte per fermare questo ciclo di distruzione e svelare una volta per tutte i segreti della Pittrice.
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Al termine di questa preview non possiamo che confermare il nostro totale interesse verso questo incipit, e siamo convinti che il team si sia dotato della giusta sensibilità emotiva nell’eviscerarne le gigantesche potenzialità narrative.
Nella build di prova abbiamo fatto la conoscenza di tre dei personaggi principali, e tutti ci sono sembrati possedere delle personalità piuttosto spiccate e tridimensionali, con grande attenzione riposta anche agli aspetti più umanizzanti di ciascuno.
In particolare, le cutscenes sono risultate ben recitate e straripanti di carica emotiva, proprio come i trailer rilasciati ad oggi lasciavano intendere.
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Dei sei personaggi che saranno giocabili durante l’avventura completa, Gustave, Lune e Maelle sono stati il focus della nostra anteprima, ed è stato sorprendente osservare come l’intreccio relazionale fra questi si sia già tessuto in maniera chiara davanti ai nostri occhi, tanto che possiamo considerarci già affezionati ad una buona parte dei nostri eroi e alle loro storie.
Il Gameplay
C’è davvero molto da discutere sul gameplay di Expedition 33, ma tenteremo ancora una volta di catturare le nostre impressioni iniziali per lasciare spazio alle conclusioni in un’altra sede.
Partirei da un paio di aspetti chiave dell’esperienza, che a dirla tutta non ci hanno convinto completamente in queste fasi iniziali: parliamo dell’esplorazione e del level design, entrambi implementati in maniera scolastica e attualmente privi di quel mordente che avremmo sperato di vedere in una produzione così spiccatamente autoriale.
I drop che abbiamo raccolto sulla nostra strada spaziavano da potenziamenti a valuta per lo scambio con i mercanti, e molto raramente includevano delle armi inedite per i nostri personaggi.
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Gran parte del loot è generalmente sorvegliato da nemici che tenteranno di difenderne goffamente la posizione, e dico “goffamente” perché molti di questi saranno facilmente skippabili semplicemente evitandone il contatto.
Abbiamo ugualmente voluto affrontarli per ottenere il massimo dall’esperienza, e ci è capitato anche di incontrare dei boss opzionali particolarmente ostici che siamo stati molto contenti di poter affrontare.
Un aspetto ulteriore e strettamente collegato a quanto discusso per ora è il traversing della mappa, a nostro avviso non sempre all’altezza e con buoni margini di miglioramento. Alla classica corsa in giro per le ambientazioni in cerca di avversari o di nuovi trigger, si alterna l’inaspettata schermata del mondo aperto tipica dei vecchi RPG come i primi Final Fantasy, in cui potremo accedere singolarmente alle varie aree tramite dei portali. In questi particolari sezioni sarà anche possibile accamparci, per recuperare le forze, parlare con il team e potenziare il nostro equipaggiamento
Insomma, una buona scusa per riprendere il fiato fra un’area e la successiva, dando una ripassata al nostro arsenale.
E il sistema di combattimento?
Arriverei poi a parlare di quello che rappresenta il vero e proprio core dell’esperienza di gioco, il sistema di combattimento a turni.
Come molti avranno prontamente notato dai trailer, è innegabile che questa componente riprenda senza troppi scrupoli dalla nomea già ben assodata di saghe come Persona e SMT, sfruttando un sistema che a conti fatti non è mai stato replicato in maniera estenuante da titoli affini.
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Ad ogni modo, Expedition 33 non si limita a prendere delle saghe Atlus, ma inserisce, nel bene e nel male, una serie di meccaniche che rendono il risultato facilmente distinguibile. Senza soffermarci troppo, le principali differenze si sintetizzano nella mira libera, nei QuickTime event e nel parry/salto/schivata da eseguire secondo delle precise indicazioni temporali.
Seppur il gameplay in questo senso ci sia parso più che solido e generalmente ben congegnato, ci sono delle criticità che possono facilmente essere risolte da un intervento dei devs prima del rilascio.
Innanzitutto, la prima volta che incontreremo un determinato tipo di nemico saremo costretti il più delle volte a farci malmenare “in nome della scienza”, perdendo giusto il tempo di scoprire tutti i tipi di attacco e le tempistiche con cui questi vanno parati o in alternativa schivati.
C’è da dire che alcune mosse saranno facilmente leggibili grazie alla loro natura “ritmata“, mentre altre saranno decisamente più caotiche ed imprevedibili, ricordando da vicino gli attacchi ritardati di Margitiana memoria.
Gradiremmo in questo senso l’inserimento di un’indicazione un tantino più evidente dell’arrivo di un attacco, magari con un piccolo bagliore o con una hint sonora più incisiva.
Un’altra problematica è quella del ricordare le debolezze e affinità elementali dei vari nemici, che non potranno essere analizzati (almeno per ora) alla maniera in cui accadeva nei JRPG citati in precedenza, lasciando tutto all’abitudine del giocatore.
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Infine, la finestra per lo svolgimento dei parry è piuttosto piccola, e alla stessa maniera in cui esiste un’opzione per eliminare i Quick Time Event legati al miglioramento in efficacia delle nostre abilità, gradiremmo che ci fosse un’impostazione atta a rendere un po’ più generose queste opportunità.
Fatte queste considerazioni, ci siamo davvero divertiti nell’affrontare sia le diverse tipologie di nemici base che i boss presenti in questa generosissima preview, tanto da non vedere l’ora di tornare in azione per scoprire cosa ci serbano le sequenze più inoltrate.
Ma c’è di più
Ma non si ferma di certo qui la complessità del sistema di combattimento, che invece può vantare di una serie di meccaniche atte a donarvi una certa profondità.
Parliamo delle abilità e dei potenziamenti, entrambi acquisiti attraverso il collazionamento di XP al seguito delle battaglie. In particolare, in questa preview si poteva già scorgere la grande vastità dell’albero delle abilità equipaggiabili da ciascuno dei protagonisti presenti, fra buff, debuff e attacchi elementali e fisici.
Ciascun personaggio potrà mettere in campo le abilità soltanto utilizzando delle cariche, che potremo riguadagnare eseguendo degli attacchi standard o tramite ingegnose combinazioni passive.
Strettamente legato a questo aspetto è l’equipaggiamento, fra armi (con relativo scaling) e i picto, delle abilità ulteriori (in questo caso passive) che possono essere affidate entro un certo limite ad ogni membro del party.
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Tutto questo e non solo contribuisce alla costruzione di un sistema già molto convincente, che ci ha permesso sin dall’inizio di sperimentare liberamente diversi approcci senza preoccuparci eccessivamente delle conseguenze.
Una gioia per gli occhi, ma…
La caratteristica che più ci ha avvicinato al titolo fin dalla sua presentazione è senza ombra di dubbio la sua resa artistica di grandissimo pregio e fortemente influenzata da quello che potremmo definire un raffinatissimo retaggio culturale francese fatto di favole, folklore, usanze e costumi.
Dall’inizio alla fine la preview di Expedition 33 ci ha riempito gli occhi con degli scenari meravigliosi, dei quadri in movimento che sembrano fuoriusciti dalla mente creativa di un artista surrealista.
E se le varie ambientazioni, con le loro diverse tendenze cromatiche, non hanno smesso di stupirci neppure un secondo, lo stesso vale per il design dei nemici e quello dei costumi indossati dai nostri personaggi, tanto curati da apparire addirittura esagerati se estrapolati dal contesto.
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E come non parlare delle OST? Un tripudio emotivo che potremmo paragonare solo al lavoro mai troppo celebrato del maestro Keiichi Okabe sulla soundtrack di Nier, con un’inedita sensibilità occidentale che rende il tutto estremamente dolce ed emozionante.
Fra le tracce si distinguono soprattutto quelle vocali, molte delle quali potete già ascoltare su Spotify:
Fra tutti gli aspetti che analizzeremo in questa anteprima, quello tecnico è probabilmente quello più volatile e meno concreto, dal momento che molto può cambiare da qui all’effettiva data di lancio in termini di ottimizzazione.
Sappiate però che abbiamo a che fare, almeno per il momento, con un Unreal Engine 5 utilizzato in maniera grezza ma efficace, penalizzando la nitidezza e le performance a favore di una miglior resa d’insieme. A cozzare un po’ con gli scenari incantevoli e meravigliosi che hanno caratterizzato il nostro provato, anche delle animazioni non sempre all’altezza del resto del titolo.
Sulla nostra configurazione dotata di RTX 4080, in risoluzione 2k, siamo stati costretti a downscalare fino all’80% per ottenere un’esperienza fluida in un mix fra dettagli massimi ed alti.
Nella preview non era implementato ancora il DLSS (seppur i file fossero presenti nelle relative cartelle), strumento che sicuramente aiuterà molto tutti coloro dotati di una GPU sufficientemente potente.
La conclusione… per ora
Il tempo che abbiamo passato in compagnia di Expedition 33 è servito a creare delle certezze di cui avevamo un grande bisogno, cementificando le nostre impressioni in merito alla natura ludica e spiccatamente artistica di un titolo di debutto che si preannuncia esplosivo. C’è ancora molto di cui discutere ed assistere alla disperata partenza di questa ennesima spedizione ci ha riempito di emozione e trepidante attesa per il rilascio, occasione in cui speriamo di vedere soddisfatte tutte le nostre più rosee aspettative. Ci auguriamo che il team occupi il tempo che ci separa dal rilascio per smussare le componenti più tecniche e, perché no, anche a migliorare la formula di gameplay.
Ringraziamo Cosmocover e Kepler Interactive per averci fornito una chiave per questa anteprima.
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