A differenza delle solite recensioni che siamo soliti portare su titoli indie o early access, questo articolo è volto a raccontare le nostre primissime impressioni riguardo al nuovo roguelike co-op sviluppato da FuzzyBot e pubblicato da Dreamhaven, riassumendo la nostre prime ore su Lynked: Banner of The Spark.

Questo titolo, che sembra unire l’azione hack & slash isometrica ad alcuni elementi rilassanti come la costruzione della propria città o la collezione di oggetti, ci ha fin da subito fatto ricordare l’amatissimo Cult of The Lamb per la sua dualità, accostandosi ad Hades e Animal Crossing per alcuni dettagli che arricchiscono l’esperienza finale.

Attenzione: ovviamente questi paragoni non sono volti a sminuire Lynked, in quanto anche questo titolo presenta una forte personalità propria, incentrata sulla ricostruzione di un mondo ricco di bot adorabili e vivaci.


TEMI IMPORTANTI A CUOR LEGGERO

“Mentre l’umanità muoveva i primi passi verso la robotica e l’intelligenza artificiale, l’ecosistema della Terra stessa stava iniziando a cedere, rendendo ogni tentativo e rimedio da parte degli umani un intervento futile.”

Nonostante l’umanità si trovasse ad un punto di non ritorno, l’IA continuò ad avanzare senza sosta, permettendo così che venisse generato (all’insaputa di tutti) il primo esemplare di Unibot: un androide programmato per il ripristino e la guarigione del pianeta.

Dopo essere riuscito a creare altri bot capaci di assisterlo nel suo obiettivo (e fondando così il “Vessillo della Scintilla”), il pianeta poté iniziare a respirare nuovamente, sfruttando le robotiche novità per reinventare un’ecosistema sostenibile e meccanico.

Una volta portato a termine il suo compito, non ci volle molto prima che il primo Unibot si rendesse conto che, con gli umani ridotti a pochi individui sparsi per il mondo, il suo sforzo era stato quasi vano. Questa consapevolezza gli instillò la convinzione di dover ricostruire un mondo, questa volta su misura per sé, rottamando i bot che una volta erano compagni del vessillo per creare un esercito con cui prendere di mira gli ultimi umani rimasti.

Sebbene questi temi siano apparentemente cupi, Lynked li affronta con un’inaspettata leggerezza, senza perdersi in pesanti moralizzazioni sul cambiamento climatico o sui pericoli dell’IA, ma preferendo raccontare la sua storia con un sorriso. Tra robot dall’atteggiamento buffo e situazioni assurde, il gioco riesce a coinvolgerci con la sua narrazione e ad introdurci nel suo mondo senza mai prendersi troppo sul serio (anche grazie ad uno stile artistico molto cartoonesco e colorato).


UNA DUALITÀ CHE FUNZIONA

Andando in ordine, la prima missione ci mette subito tra le mani quello che diventerà il nostro fedele compagno d’avventura: un ingegnoso unibot capace di trasformarsi in un braccio meccanico retraibile, il quale si rivela essere ben più di un semplice strumento grazie alle creative interazioni che ci permette di effettuare con l’ambiente e i nemici. I primi minuti di gioco includono un ottimo pretesto in cui tutorial e narrazione si fondono in modo naturale, mentre tentiamo la fuga dalla prigione dei Combot, scoprendo gradualmente le potenzialità del nostro nuovo “arto” robotico.

Dopo esserci messi in salvo, ci ritroveremo davanti a un appezzamento di terra che diventerà la base del nostro quartier generale, segnando l’inizio di quella che sarà il cuore della nostra futura città. Qui, il nostro compito sarà trasformare questo luogo desolato in un prospero rifugio, dove accogliere in sicurezza sia gli Unibot che gli ultimi umani salvati dalle grinfie dei Combot.

Il gameplay si basa su una dualità ben bilanciata in quanto, da un lato, la costruzione e la gestione della città ci permettono di erigere edifici cruciali (come la fucina del fabbro che ci fornisce nuove armi o l’officina dell’ingegnere necessaria per potenziare le nostre abilità passive), mentre dall’altro, l’esplorazione e il combattimento in stile rogue-like ci spingono a investigare ambienti generati proceduralmente, permettendoci di raccogliere le risorse necessarie a migliorare e far prosperare la nostra comunità.

Questi due aspetti, pur essendo notevolmente diversi tra loro, risultano intrecciati in modo naturale e creano un ciclo di gioco estremamente gratificante, in cui ogni spedizione fuori dalle mura cittadine ha un impatto tangibile sullo sviluppo del nostro insediamento, dando vita a una perfetta simbiosi tra le due anime principali del titolo.

Tra un’esplorazione e l’altra, la vita cittadina offre una serie di attività più rilassanti che, come detto prima, strizzano l’occhio a titoli come Cult of the Lamb e Animal Crossing: ci ritroveremo a dare la caccia ai rapidi Bitibot, a passare del tempo a pescare o semplicemente aiutare gli Unibot con le loro piccole necessità quotidiane. Questi sono tutti momenti che offrono un piacevole contrasto con l’azione delle spedizioni, permettendoci di staccare dall’esplorazione e regalando all’esperienza di gioco un equilibrio davvero azzeccato tra action e “cozy”.

La componente rogue-like mostra ancora il fianco a qualche imperfezione, perché nonostante l’azione risulti coinvolgente grazie al versatile braccio robotico, che abbiamo menzionato in precedenza, e all’ampio arsenale a disposizione, proprio le armi (e le loro modifiche) soffrono di un bilanciamento non ancora ottimale che si riflette sulla fluidità e l’impatto degli scontri.

Questi sono ovviamente dettagli comprensibili per un titolo in Early Access, e i margini di miglioramento sono evidenti in quanto, già ora, Lynked mostra una struttura ben consolidata e una varietà di contenuti notevole per una versione preliminare, facendoci ben sperare per quando lo sviluppo sarà completato.

Nota dell’editore: Già qualche giorno dopo la stesura di questo articolo e prima della pubblicazione, gli sviluppatori hanno reso pubblico un piccolo aggiornamento che introduce diversi bugfix e modifiche alle armi per renderle più equilibrate tra loro, dimostrando anche come il team dietro al gioco sia attento al feedback.


INSIEME È MEGLIO

Lynked è senza dubbio un titolo pensato per essere apprezzato al meglio in compagnia di amici. Nonostante coordinare le azioni di gruppo possa a volte rivelarsi “complicato” – con qualcuno che si perde sempre dietro a un Bitibot da catturare o un Gillbot da pescare – lavorare insieme agli obiettivi si rivela particolarmente coinvolgente, andando a creare una cooperazione tra i giocatori in grado di mascherare efficacemente anche eventuali difetti che potrebbero emergere giocando in solitaria.

Perfino il sistema delle missioni è stato disegnato pensando alla cooperazione: il progresso compiuto nelle città degli amici resta infatti accessibile anche quando si decide di giocare da soli o con compagni diversi. L’unica piccola limitazione riguarda l’impossibilità di costruire direttamente nelle mura altrui, una scelta però comprensibile per preservare l’integrità di ogni singolo insediamento, specialmente qualora si giocasse in modalità pubblica.

IN CONCLUSIONE..

Pur trovandosi ancora in fase di Accesso Anticipato, Lynked si presenta già come un’esperienza sorprendentemente ricca e sostanziosa. Certo, non mancano alcuni sporadici intoppi tecnici (come la temporanea persistenza di decorazioni o edifici eliminati in precedenza), ma nel complesso il risultato finale si rivela davvero impressionante, facendo di questo titolo un’avventura particolarmente indicata per essere vissuta in compagnia di amici, sia per la solidità della sua struttura di gioco che per la varietà dei contenuti già proposti.

Coop Lynked: Banner of The Spark

Ringraziamo Rocky Oceans per averci fornito le chiavi del gioco per realizzare questa recensione.
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