Nonostante il genere Mecha non sia mai stato particolarmente florido al di fuori dell’oriente, ormai è da qualche tempo che sempre più spesso se ne parla con favore e anticipazione, anche grazie a una delle ultime fatiche della pluripremiata From Software, Armored Core VI: Fires of Rubicon. L’ultimo titolo dello storico franchise di From non ha solo fatto incetta di nomine e premi, ma è stato anche principale protagonista di una nuova popolarizzazione del genere Mecha nel mercato occidentale che, ora più che mai, è affamato di nuovi titoli.
Mecha Break, nuovo titolo in uscita e ultimo (nda: ma anche attuale, al momento della stesura) lavoro della sh cinese Amazing Seasun, sembra avere tutte le carte in regola per saziare gli appetiti di una corposa fetta di giocatori, ma ne sarà all’altezza?
Noi di STWGames abbiamo avuto modo di provarne la closed beta e di incontrare gli sviluppatori alla Gamescom, quindi… Parliamone!
UN HERO SHOOTER, MA GLI EROI SONO… MECH
Il concept di base su cui Mecha Break si sviluppa è quello dell’Hero Shooter alla Overwatch, con diversi mech in grado di ricoprire diversi ruoli in maniera più o meno efficiente a seconda di circostanze come mappa e modalità di gioco. I diversi Mech sono divisi infatti per categorie: Attacker, Defender, Sniper, Brawler e Support, poi ulteriormente suddivisi per peso e agilità, dai Light, incredibilmente leggeri e agili, agli Ultra-Heavy, lenti, ma molto capaci di influenzare l’andamento della battaglia (forse anche troppo). Vediamo insieme in cosa consistono le differenze:
– Attacker: Mech specializzati nell’attaccare e nel generare DPS tramite armi cinetiche, esplosive o laser, come il nome stesso suggerisce, esclusivamente a distanza
– Defender: Mech solitamente più pesanti e specializzati nell’utilizzo di contromisure difensive, come artiglierie antiaeree e antimech terrestri, ma anche capaci di utilizzare scudi per proteggere solo sé stessi o aree più vaste
– Sniper: Specializzati nel combattimento a distanza, gli Sniper sono l’unica classe capace di alternare modalità di visuale fra terza e prima persona, permettendo al pilota di sparare un devastante colpo caricato
– Brawler: Una classe interamente orientata nel combattimento corpo a corpo, adatta a chi ama essere sulla prima linea e menar le mani, ma anche a chi preferisce andare più per il sottile e attaccare velocemente ed efficacemente retrovie nemiche. Insomma, scegliendo un Brawler non c’è possibilità di sbagliare!
– Support: Infine, la classe storicamente più bistrattata, ma dall’importanza fondamentale, negli Hero Shooter: il support. In Mecha Break, nei support ci sono alcuni dei mech più divertenti e unici da giocare del titolo, Pinaka e Lumine, dotati sia di abilità difensive che di supporto… Insomma, un jolly molto comodo da avere in mano.
Un roster a primo impatto abbastanza classico, ma reso molto interessante dai singoli kit di abilità dei nostri amati robottoni dalle dimensioni (bizzarramente) contenute e soprattutto, dall’inserimento di Mech capaci di assumere un assetto di volo e (letteralmente) trasformarsi in jet in grado di librarsi liberi sul campo da battaglia e far piovere morte e distruzione dai cieli… A condizione che prima riusciate a sconfiggere i Mech nemici e a conquistare la superiorità aerea, naturalmente.
Quest’ultimo è stato l’aspetto che abbiamo apprezzato di più: la voglia di voler sviluppare un lato di gameplay, quello aereo, spesso poco approfondito per concentrarsi di più su quello terrestre. Questo ha permesso a Mecha Break di creare un campo da battaglia articolato non solo sul piano orizzontale ma anche su quello verticale, dove una sapiente conoscenza delle mappe e della loro geografia, sia in combattimento che nella scelta pre-partita del proprio mech, può fare la differenza fra una vittoria e una sconfitta.
Insomma, il roster del titolo si presenta splendidamente capace di soddisfare ogni gusto di gameplay: che vogliate strumenti pesanti e capaci di assestare colpi ben decisi, oppure mech leggeri ad alta mobilità, Mecha Break sarà in grado di assecondare anche i palati più esigenti.
E parlando proprio di gameplay…
MECHA BREAK: GAMEPLAY E BILANCIAMENTO
Il gameplay si articolerà interamente su combattimenti multiplayer PvP in diverse iterazioni di modalità di gioco storiche, come una modalità di team deathmatch 6vs6 con rientro limitato, cattura la bandiera e punti di controllo. Al momento le modalità di gioco che abbiamo potuto provare non hanno brillato per originalità di design, ma bisogna essere sinceri: ci siamo divertiti davvero tanto, e ne vogliamo ancora. Considerando che quella che abbiamo giocato è stata solo una closed beta, e quindi per definizione limitata, pensiamo ci sia ben da sperare per la release del gioco finale, e ci auguriamo che le modalità di gioco vengano ampliate.
Insomma, in termini di varietà di gameplay ci possiamo ritenere soddisfatti e speranzosi, ma in termini di qualità invece, c’è ancora da lavorare su un aspetto fondamentale: il bilanciamento di gioco. Prima di affrontare questo tema però, occorre spendere un paio di parole rispetto un altro aspetto fondamentale e da ricercato da ogni Mecha Enjoyer: la customizzazione.
Abbiamo notato che la possibilità di personalizzare il proprio mech era presente in quantità estremamente limitata nella closed beta che abbiamo giocato. Per il momento, il sistema di personalizzazione dei mech sembra limitato all’installazione di “mod” che modificheranno le statistiche del mezzo che la installerà rendendolo più veloce, aumentandone l’output di energia o di danno, ma senza apportare modifiche sostanziali come, ad esempio, un cambio arma o equipaggiamenti (in fin dei conti, parliamo comunque di un Hero Shooter in stile Mecha).
Tornando al bilanciamento, qui abbiamo invece riscontrato che alcune categorie di Mech sono incredibilmente più forti di altre, rendendo spesso inutile giocarne di diverse. Nello specifico, stiamo parlando degli ultra-heavy, che posseggono statistiche di difesa e/o di attacco troppo alte e si presentano in grado di distruggere qualsiasi altro mech con una facilità estrema. Un esempio interessante è il Tricera, un mech capace di assumere un assetto torretta in cui potrà sparare ad una velocità a dir poco impressionante e in simultanea con tutte e quattro le mitragliatrici che monta, permettendogli di distruggere in brevissimo tempo quasi ogni altro mech. Altro esempio ancora è Inferno, in grado di attaccare con raggi laser riflessi e poi concentrati in un singolo punto, generando un DPS in grado di eliminare qualsiasi cosa gli si pari davanti.
In questo contesto, giocare con mech leggeri e ad alta mobilità diventa difficile, principalmente perché la maggior parte di loro non riesce ad emettere abbastanza danno per bypassare le difese nemiche, facendo sembrare ogni tentativo futile.
Chissà che però questo non porti la community ad adottare strategie di gioco e team-comp particolari per aggirare questo problema o, meglio ancora, contrastarlo attivamente…
Ad ogni modo, non è nulla che non si possa sistemare con un paio di patch di bilanciamento e confidiamo che anche questo sarà sistemato nella release finale. In fin dei conti, è a questo che servono le beta, no?
CONCLUSIONI
In conclusione? Se finora non ve ne foste accorti (e se così fosse, mea culpa), il bilancio di questo playtest è incredibilmente positivo. Mecha Break è un gioco – nel senso più puro del termine – divertente e accessibile a chiunque, e ci auguriamo che riesca a far avvicinare sempre più persone a un genere fin troppo di nicchia. Naturalmente, ci sono un paio di nei riguardanti aspetti come bilanciamento, customizzazione e varietà nelle modalità di gioco (e, personalmente, anche riguardo la UI dei menu di gioco che ho trovato parecchio caotica) ma confidiamo che i ragazzi di Amazing Seasun ne prendano atto e risolvano in vista della release finale.
Ringraziamo Seasun Games per l’opportunità di incontro durante la Gamescom di quest’anno.
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