Tra le recenti uscite in Accesso Anticipato su Steam spicca Trash Goblin, un titolo tanto peculiare quanto promettente che, sviluppato e pubblicato da Spilt Milk Studios, ci trasporta in un’avventura gestionale dai toni fantasy, dove vestiamo i panni di un laborioso goblin assistente in un emporio di anticaglie e cianfrusaglie di ogni tipo.

La premessa è semplice ma altrettanto accattivante: gestire la propria parte di un emporio di oggetti usati cercando di soddisfare una bizzarra clientela proveniente da ogni angolo di questo popolata città fantasy. Dai funghi antropomorfi ai rettili parlanti, fino a imponenti golem alti quanto il negozio stesso, ogni cliente porta con sé richieste uniche che dovranno essere esaudite setacciando, pulendo e sistemando i più disparati oggetti che ci capiteranno tra le mani.


UNA VITA DA GOBLIN

Dopo essere stato adottato da Aimon, la premurosa direttrice dell’emporio, il goblin che impersoneremo verrà introdotto proprio da lei alle basi del mestiere, imparando come trasformare oggetti considerati spazzatura in cimeli di valore pronti per essere rivenduti a chiunque li desideri.

LA SPAZZATURA DI QUALCUNO…

Ogni giorno ci ritroveremo davanti a nuovi blocchi di sporcizia da scalpellare scrupolosamente, rivelando al loro interno oggetti di ogni tipo che, una volta estratti e ripuliti, andranno sistemati con cura nel negozio. Il tutto mentre cerchiamo di destreggiarci tra le richieste più disparate di una clientela tanto variegata quanto esigente, che metterà alla prova le nostre capacità di commercianti in erba.

Il processo di pulizia inizia posizionando un rifiuto sul nostro tavolo da lavoro, dove ci attende un “grumo” composto da diversi materiali e, sebbene non ci siano condizioni di fallimento, dovremo comunque capire come maneggiare ciascun elemento correttamente.

Blocco Trash Goblin

Grazie alle numerose discariche della città, il nostro negozio non resterà mai a corto di “materia prima”.

Ogni materiale ha infatti le sue peculiarità: il vetro si rompe con una leggera pressione, mentre i depositi minerali vanno colpiti da una particolare angolazione per essere rimossi, rendendo così interessante quella che altrimenti sarebbe una semplice attività di pulizia.

Infine, una volta estratto l’oggetto dalla sporcizia, avremo la possibilità di ripulirlo con una spugna per renderlo più appetibile alla maggior parte dei nostri clienti, un compito semplice ma sorprendentemente rilassante che si pone come una piacevole variazione tra uno scavo e l’altro.

…IL TESORO DI QUALCUN ALTRO

Grazie ad uno strumento apposito (l’upcycler) potremo unire e combinare diversi oggetti per creare manufatti dall’aspetto bizzarro e aumentarne il valore, così che, quando un cliente richiederà un semplice oggetto, potremo rifilare la versione riciclata che, oltre a comprendere quanto desiderato, lo costringerà ad acquistare anche tutte le cianfrusaglie che gli avremo appiccicato.

Questa è forse la meccanica più riuscita del gioco, poiché vedere i clienti sborsare centinaia di monete per oggetti impensabili e dalla dubbia utilità risulta essere piuttosto esilarante, oltre a permetterci di liberare del preziosissimo spazio nel nostro negozio massimizzando la quantità di oggetti venduta.

L’emporio si presenta fin da subito con un aspetto piuttosto umile, privo di quasi tutto l’arredamento e dotato esclusivamente del minimo indispensabile, rendendo la gestione degli spazi particolarmente problematica nelle fasi iniziali.

Avremo quindi a disposizione diversi potenziamenti, sia estetici che funzionali (come nuove mensole sulle quali esporre gli oggetti in eccesso, o semplici decorazioni per rendere più accogliente l’emporio), da poter acquistare nel corso delle nostre giornate da riciclatore, necessari per poter finalmente esporre la merce in modo ordinato e soddisfacente.

Dopotutto, vista la quasi totale assenza di obiettivi principali nel gioco, questi potenziamenti dell’emporio rappresentano la nostra motivazione principale, nonché l’unico modo per investire le monete guadagnate dalle nostre vendite.

QUALCOSA DA SISTEMARE

Proprio come i ninnoli che ripuliamo e decoriamo, anche Trash Goblin stesso ha bisogno, per certi aspetti, di attraversare un processo simile per riuscire a mostrare il suo intero potenziale, rielaborando alcune meccaniche che sembrano limitare la libertà dei giocatori e perfezionandone altre per migliorare l’esperienza.

Il gameplay e le interazioni che avvengono in maniera naturale sul banco da lavoro sono estremamente soddisfacenti, ma non l’aspetto gestionale. Ci sarebbe piaciuto poter investire parte del denaro in altri modi: ad esempio, in cumuli di sporcizia più grandi e complessi che possano contenere oggetti di maggior valore, o in qualsiasi altro elemento che possa aggiungere una sorta di ‘sfida’ senza intaccare l’atmosfera rilassante o impedirci di svolgere l’attività nel modo che preferiamo.

Un altro aspetto che ci ha lasciati un po’ perplessi riguarda i clienti che, dopo averci commissionato un oggetto, aspettano al bancone anche per intere giornate (meccanica inclusa nel gioco per eliminare la sensazione di ‘fretta’ dovuta a eventuali scadenze), bloccando così il posto che altri clienti potrebbero occupare e limitando le nostre vendite fino a quando la loro richiesta specifica non sarà soddisfatta. Purtroppo, il problema è reso più grave dal fatto che non si possono né trattare né rifiutare le richieste dei clienti ‘importanti’ per la storia, i quali costituiscono di fatto degli ostacoli fino a quando non saranno accontentati.

Anche trovare l’oggetto che corrisponde ai desideri del cliente è affidato all’RNG, sospendendo i nostri incassi e facendoci accumulare, a lungo andare, più oggetti di quanti ne riusciremo a vendere. Inoltre, quando si inizia ad averne troppi in giro (molto spesso per i motivi menzionati in precedenza), diventa difficile ricordarsi cosa si possiede e cosa no, specialmente se ciò che serve è nascosto da altre cianfrusaglie sul tavolo o sugli scaffali.

A maggior ragione, quando iniziano ad accumularsi, gli oggetti non solo tendono ad avere interazioni strane con l’ambiente circostante (compenetrazioni et similia), ma presentano anche diversi problemi qualora si cerchi di appoggiare con precisione elementi di grosse dimensioni in spazi che non sembrano essere stati concepiti per sostenerli.

Ad ogni modo, gli sviluppatori hanno già reso pubblica una roadmap decisamente promettente, mirata a risolvere gran parte dei problemi menzionati in questa sezione ancora prima del rilascio della versione 1.0 di Trash Goblin. Speriamo sinceramente che il gioco possa raggiungere il potenziale che crediamo possieda, essendo in grado di unire le soddisfazioni dei gestionali al relax dato dallo svolgimento di una manodopera semplice e gratificante.


Ringraziamo Plan of Attack per averci fornito le chiavi del gioco per realizzare questo articolo.
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