Nell’articolo di oggi parleremo di 1000xRESIST, emblematica opera prima del team asiatico/canadese di sunset visitor 斜陽過客, che ha saputo regalarci una delle esperienze narrative più interessanti ed originali degli ultimi anni.

Ricca di significato e spunti di riflessione, la narrativa di questo titolo è un complesso intrecciarsi di eventi sconvolgenti e carichi d’emozione, meticolosamente inseriti in un world-building che ha trovato facilmente un posto nel nostro cuore da videogiocatori appassionati.

Se non disdegnate le opere ludiche che toccano argomenti di un certo peso, fra filosofia, esistenzialismo, terrorismo e trauma, 1000xRESIST potrebbe lasciarvi qualcosa di davvero indimenticabile.
E voi, quanto siete disposti a sacrificare per inseguire la verità?


INCIPIT NARRATIVO E TRAMA

La trama di 1000XRESIST, come nel migliore dei film d’autore, inizia con uno spoiler di enorme importanza che non tornerà sullo schermo fino alla conclusione della prima metà del gioco.
Incomprensibile, inavvertito ma comunque drammatico e potente, questo colpo di scena funge da punto di riferimento temporale per un’esperienza che fa dell’intreccio convulso e del viaggio tra passato e presente una componente chiave.

1000XRESIST racconta la storia di Watcher, un clone che vive una quotidianità sistematica in un complesso sotterraneo chiamato Orchard.
I cloni come lei, chiamati generalmente “Sorelle”, sono suddivisi per colore e funzione in una sorta di regime totalitario guidato dall’imperscrutabile figura della Allmother, considerata alla stregua di una divinità dotata di immortalità e infinita saggezza.
Pur essendo cloni, le Sorelle possiedono caratteri spiccatamente differenti tra loro, riflettendo in un certo senso la loro funzione in qualità di Fixer, Watcher, Knower, Healer e Bang Bang Fire.

Il contesto, per quanto possa apparire inizialmente poco familiare, è in realtà quello di un pianeta Terra ormai soggiogato dall’invasione di una specie aliena chiamata “Occupanti”, che diversi anni prima ha spazzato via l’esistenza del genere umano e qualunque disperato tentativo di opposizione.
Coinvolte in un ciclo molto simile a quello di una normale accademia, tutte le Sorelle fanno rapporto al clone Principal, in attesa di essere chiamate dalla madre per poterla servire direttamente.

La principale funzione di ciascuna Sorella è quella di eseguire una sorta di rituale chiamato “comunione”, attraverso il quale due cloni possono accedere alle memorie della madre per fini accrescitivi e di mantenimento dell’ordine.

La trama prende una piega inaspettata quando Fixer, una delle altre cloni ormai al servizio di Allmother, rivela a Watcher che la quest’ultima potrebbe non essere ciò che sembra.
Da quel momento in poi, il giocatore inizia a mettere in discussione tutto ciò che credeva di sapere, sciogliendo lentamente i nodi di una trama fatta di inganni e segreti che si dipana nel corso dell’intera esperienza.

La “Madre di tutti” era infatti una normale ragazzina immigrata da Hong Kong, dimostratasi inspiegabilmente immune alla minaccia degli Occupanti e al virus da loro diffuso.
Questa malattia, improvvisa e letale, costringeva la persona affetta a piangere fino all’esaurimento di ogni liquido corporeo.

Iris (questo il vero nome della Allmother), scorbutica e problematica come qualsiasi adolescente che fatica a trovare il proprio posto nel mondo, si allontana dalla famiglia per seguire un gruppo di sopravvissuti che desiderano studiarla per portare una speranza di rivalsa al genere umano.
Nascono così i primi cloni di laboratorio, imperfetti e fortemente osteggiati dalla madre, che ben presto assisterà allo spegnersi delle ultime speranze, per mano sua e, ovviamente, degli stessi esseri umani rimasti, preda dell’inevitabile disperazione.

Seguiamo quindi le vicende che vedono coinvolte le Sorelle originali, le prime a subire le conseguenze del carattere instabile di un’Iris ormai isolata e divinizzata.
Ma la storia di 1000XRESIST va ben oltre quanto siamo riusciti a contenere in questo piccolo riassunto preliminare, raggiungendo nella sua interezza l’impressionante numero di 15.000 linee di dialogo interamente doppiate.

Da questo momento in poi, riesamineremo una parte avanzata dell’intreccio narrativo, pertanto vi invitiamo a non continuare la lettura nel caso foste interessati ad acquistare il gioco e provare l’esperienza in prima persona.


I colpi di scena che potremo sperimentare durante la comunione con le nostre Sorelle sono molteplici e costanti, svelando dapprima la capacità unica della madre di comunicare con gli Occupanti e, in un secondo momento, le origini di Principal, una delle Sorelle originali che si macchiò di un terribile “sacrilegio”.

Questo avvenimento segna la nascita dei cloni di un secondo essere umano, Jiao, una vecchia amica di Iris la cui scomparsa aveva pesato fortemente sulla sua coscienza.
La Watcher originale (segretamente l’attuale Principal), in un disperato tentativo di guadagnare un posto di rilievo agli occhi del genitore, fa questo raccapricciante regalo alla Allmother, che in risposta uccide tutte le altre Sorelle, privando la loro specie dell’immunità al virus degli Occupanti.
Questo evidente richiamo al peccato originale non è che uno dei tanti rimandi a tematiche pseudoreligiose ed esistenziali che verranno affrontate nel corso del gioco.

Scoperta la verità sulla figura di Iris e sul suo rapporto subdolo con gli esseri invasori, Watcher si ritroverà a prendere la difficile decisione di assassinarla a sangue freddo, distruggendo l’organizzazione alla radice.
La nostra protagonista viene immediatamente catturata, e un nuovo governo totalitario viene fondato da Principal, che vede in questa opportunità un modo per vendicarsi nei confronti della Allmother.

Passano diversi anni e vestiamo i panni di un nuovo personaggio, Blue, una shell che vive un’esistenza insoddisfacente e repressa in un ghetto isolato nel piano inferiore della Orchard.
Le Sorelle, divenute nel frattempo un’organizzazione altamente militarizzata, sono state clonate in un numero esponenzialmente maggiore dal nuovo regime, dando origine a delle varianti prive di funzionalità particolari, chiamate appunto shells.

Inizia così l’intreccio tra la storia del padre e della madre di Iris, coinvolti nelle proteste di Hong Kong avvenute nel 2019, e quella di Blue, decisa a rovesciare le fondamenta del governo corrotto in un disperato atto di terrorismo, appoggiata da alcune figure ricorrenti.

L’attentato a Principal riesce solo in parte, ma, per una serie fortuita di eventi, Blue riuscirà a fuggire e a ricongiungersi con la squadra delle Sorelle presenti all’inizio del gioco, che sono riuscite nel frattempo a recuperare Watcher in fin di vita a causa delle torture subite negli anni precedenti.

La situazione sembra persistere in un frustrante stallo, finché Watcher non utilizza le sue ultime energie per entrare in comunione con Blue, condividendo con lei i ricordi della madre ed elaborando un piano per fare lo stesso con tutte le altre Sorelle in un’unica enorme comunione.
Per fare ciò, Blue dovrà comunicare con gli Occupanti, i veri responsabili del fenomeno della condivisione dei ricordi.

Gli Occupanti, infatti, possiedono una coscienza e una memoria collettiva, e la loro comunicazione consiste nella condivisione di ricordi. Apprenderemo quindi che la “malattia” era il risultato di un tentativo di mediazione, un enorme flusso incontenuto di ricordi ed emozioni che un qualsiasi essere umano non poteva permettersi di assimilare (da qui la lacrimazione fino alla morte).

In un ultimo tentativo di comunione di massa, ci avvicineremo all’ultimo Occupante rimasto sulla Terra, utilizzando lo stesso strumento senziente che questi avevano donato alla madre per facilitare la comunione.
Mentre il mondo attorno a noi sembra disgregarsi e autodistruggersi, le ultime toccanti verità emergono dall’amalgama del passato, presente e futuro.

Infine, sarà nostra la responsabilità di riscrivere il mondo secondo una visione personale degli eventi, mantenendo o eliminando concetti e gruppi/personaggi per creare una nuova vita all’esterno, ormai purificata dalla presenza degli invasori.

Chi ha avuto modo di vivere l’evolversi della trama lo saprà: questo titolo è abbastanza aulico e complesso, sia per la regia che per i concetti, da mantenere una certa distanza dalla realtà.
Al contempo, tuttavia, non può fare a meno di risultare estremamente personale e toccante, talvolta anche crudo e concreto nel suo affrontare le tematiche più svariate.
La carica emozionale dei tantissimi colpi di scena che si susseguono nelle circa 9 ore di gioco necessarie al completamento è davvero intensa, tanto che non nascondiamo di aver pianto un discreto numero di volte prima di raggiungere il finale.

1000XRESIST non ha paura di trasmettere un messaggio chiaro e univoco, talvolta punendo il giocatore nel caso prenda con leggerezza la portata dei suoi significati.
Le tematiche della rivolta, della memoria come strumento di manipolazione e del trauma generazionale si fanno specchio di un’esperienza storica assolutamente reale che il team ha molto a cuore (l’esempio più evidente è nelle rivolte di Hong Kong del 2019/20).

In un gioco in cui la quasi totalità dei protagonisti non sono che cloni di una singola entità, c’è spazio per una quantità impressionante di umanità, con tutti i pregi e difetti del caso.
Le relazioni appaiono profonde, così come paure, fragilità e sentimenti emergono con una naturalezza tipica delle migliori opere di scrittura.

Ed è per questo motivo che aspetti sci-fi di 1000xRESIST sono forse l’aspetto più debole della produzione, ricorrendo spesso e volentieri a semplificazioni e stereotipi nel tentativo di creare un contesto che, comunque, funziona alla grande come palcoscenico per lo svolgersi degli eventi.

I parallelismi con il grande classico dell’animazione Neon Genesis Evangelion sono inevitabili, poiché entrambi affrontano temi di identità, controllo e traumi emotivi con un fare efficace quanto aulico ed autoriale. È facile immaginare che chi ha apprezzato quell’opera possa trovare nella regia e nella narrazione di questo titolo un motivo di grande eccitazione.

Nulla è lasciato al caso, a partire dagli scambi di parole in prosa e dai concetti astratti apparentemente insensati tra le nostre protagoniste e i misteriosi Occupanti.

In sintesi, 1000XRESIST emerge come un titolo dalla forte personalità, intriso di tematiche e riflessioni che il team di sviluppo ha sentito vicine alla proprie esperienze di vita e che intende condividere con noi.
La scrittura è talmente centrale all’interno dell’esperienza che il resto degli aspetti ludici perdono spesso rilevanza, trascendendo il medium per costruire una storia raccontata attraverso il videogioco e mai il contrario.


GAMEPLAY

Come accennato nello scorso paragrafo, il gameplay di 1000XResist è davvero essenziale, alternando delle sezioni “walking simulator” ad una meccanica di viaggio nel tempo.
Non c’è molto da dire neppure su quest’ultima, che ci vedrà utilizzare i trigger del controller per procedere avanti o dietro nella timeline temporale del luogo in cui ci muoveremo.

Alcune volte, switchare fra una linea temporale e l’altra ci permetterà di accedere in zone bloccate nella timeline alternativa, permettendoci un’esplorazione più completa degli scenari.
Esplorazione che non sempre si rivelerà piacevole, costringendoci a fare avanti ed indietro per luoghi talvolta già visti e ampiamente visitati, specialmente nel caso della Orchard che fungerà da HUB per buona parte dell’avventura.

In funzione della regia autoriale del titolo, la telecamera cambierà spesso posizione rispetto alla scena, prima dietro la spalle della protagonista, poi laterale, dall’altro o addirittura in prima persona.
In questo senso il titolo ci ha ricordato la dinamicità delle opere di Yoko Taro come il celebre Nier Automata, con cui condivide anche alcuni aspetti del setting.

L’unica altra meccanica presente nel gioco è anch’essa legata alla trama, ed è la classica scelta multipla dei dialoghi che ci verrà riproposta nel corso dell’intera avventura.
In sostanza, il gameplay di 1000xRESIST non si sforza più del necessario, offrendo unicamente un contesto ludico per una storia che può comunque godere della potenza comunicativa ed interattiva tipica di un videogioco.


COMPARTO ARTISTICO E TECNICO

Da un punto di vista tecnico, c’è da ammetterlo, 1000xRESIST è un titolo estremamente limitato e non sempre all’altezza, a prescindere dall’estetica scelta dagli sviluppatori.
L’approccio alla realizzazione degli ambienti e dei personaggi è infatti piuttosto minimalista, seppur in una maniera non propriamente costante, ammettendo spesso la presenza di dettagli e sintetizzandoli in altre occasioni.

A prescindere da queste mancanze, il gioco non sembra soffrire particolarmente nella resa delle atmosfere malinconiche e misteriose, offrendo spesso e volentieri degli scenari suggestivi e ricchi di pathos. Troviamo inoltre che adottare lo stile anime per la resa dei personaggi sia stata la migliore scelta possibile da parte del team creativo, che si è dimostrato furbo nello sfruttare il contesto dei cloni per semplificare significativamente il lavoro di modellazione.

Decisamente più positive le nostre impressioni in merito al comparto audio, dal fantastico doppiaggio in inglese alla soundtrack che ci accompagnerà con costanza durante l’intera esperienza.
Quest’ultima, realizzata dagli artisti Drew Redman e Line Katcho, spazia fra brani rilassati dal ritmo lento e commovente e sequenze sonore ritmate per la fasi di gameplay più tese.


Infine, parlando di performance e stabilità tecnica, vien da sé che il titolo non presenti alcuna difficoltà nel girare anche su macchine meno performanti, rendendosi perfettamente giocabile anche su console handheld come Steam Deck.


Ringraziamo Fellow Traveller per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

1000xRESIST (PC)
In conclusione...
1000xRESIST è un titolo unico del suo genere, fortemente impuntato sull'intreccio di trama e sui diversi spunti di riflessione da esso derivati. A fronte di un gameplay ed un comparto estetico piuttosto limitanti, questo gioco si conferma una delle esperienze narrative più sorprendenti e complesse degli ultimi anni.
Pregi
Trama profonda e complessa
Regia autoriale di grande impatto scenico ed emozionale
Ricco di spunti di riflessione interessanti
Gameplay estremamente semplice e funzionale alla componente narrativa...
Comparto sonoro di pregio
Difetti
Esteticamente limitato e non sempre coerente
...a volte tedioso e frustrante
9
Voto

Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.