Negli ultimi anni il genere survival horror stealth si è proposto nel panorama videoludico attraverso numerose forme inedite che hanno segnato la storia dei giochi; esempi calzanti sono Outlast, Alien: Isolation e il celebre Amnesia, che dimostrano come l’orrore risieda nell’ansia costante e nell’imprevedibilità degli eventi.
A Quiet Place: The Road Ahead, sviluppato dallo studio indipendente italiano Stormind Games, riprende questo concetto concentrandosi sugli aspetti più immersivi, tentando di eguagliare i prodotti più celebri sul mercato.
Ispirato alla celebre serie cinematografica, il titolo si basa attorno al concetto della propagazione del suono, il quale può tramutarsi in un’arma per la propria sopravvivenza. Difatti, proprio come nei film, il giocatore dovrà mantenere un religioso silenzio per progredire lentamente nel gioco, evitando le creature chiamate Angeli della Morte, dotate di udito e forza sovrannaturale.
Sarà riuscito A Quiet Place: The Road Ahead a rispettare le aspettative e a entrare nel mondo videoludico a fianco di titoli già consacrati nella storia del genere horror?
Andiamo a scoprirlo in questa nuova recensione dedicata!
Narrativa
La trama di A Quiet Place: The Road Ahead si identifica come uno spin-off del franchise, situandosi cronologicamente tra il capitolo Day One e il primo film della serie, in cui le vicende narravano di in un mondo inquietante ormai abbandonato a se stesso a causa dell’invasione da parte delle creature aliene citate precedentemente.
La storia del gioco si incentra sulla protagonista Alex Taylor, una giovane sopravvissuta miracolosamente al giorno del giudizio, evento durante il quale gran parte dell’umanità è stata dilaniata dagli Angeli della Morte.
Nel corso dell’avventura ci imbatteremo in diversi ostacoli che enfatizzano la sensazione di ansia e preoccupazione; i mostri non saranno infatti l’unica costante, poiché Alex dovrà affrontare il suo problema di asma oltre ad una perdita significativa a livello emotivo.
Evitiamo, dunque, di proseguire oltre per non rovinare l’esperienza.
Se tutto sommato abbiamo gradito la narrativa di questo titolo, è un peccato che questa non si distacchi mai abbastanza da quella dei film, evitando sempre approfondimenti che avrebbero potuto espandere e migliorare il materiale originale.
Un esempio calzante è ricercabile nel modo in cui tutti gli avvenimenti che la protagonista affronta non esplorano mai a fondo i vari temi proposti, risultando a tratti superficiali e tralasciabili.
Gameplay
Il gameplay di A Quiet Place: The Road Ahead si mette a pari passo con titoli classici appartenenti al medesimo genere, adottando una struttura in prima persona vista e rivista.
Tuttavia, il lavoro di Stormind Games è va apprezzato per l’adattamento dell’aspetto più importante del mondo di A Quiet Place, il rumore, nonché per l’inclusione della malattia della protagonista.
Non fare rumore.. potrebbero sentirti
La prima feature e unica regola imprescindibile da seguire è evitare di riprodurre qualsiasi tipo di suono, sicché anche un semplice barattolo spostato o un vetro calpestato potrebbe rivelarsi letale per Alex.
Fin dai primi minuti di gioco, ci viene fornito un corposo tutorial che mostra la meccanica dell’apertura delle porte, specificando come la velocità di spostamento della nostra periferica (che sia il mouse oppure la levetta del controller) possa causare rumore.
Una delle meccaniche che rende il titolo unico e coerente è l’uso del microfono, che consente al gioco di catturare i suoni provenienti dall’ambiente abitativo del giocatore (isolatevi se volete usare questa opzione!).
Questa feature, però, non è essenziale per il proseguimento della storia: se un utente non possiede un dispositivo in grado di catturare l’audio o desidera evitare di usare questa impostazione, può attivarla e disattivarla dall’apposito menù nelle opzioni del gioco.
Strumenti salva vita, letteralmente
Esistono diversi strumenti a disposizione della nostra protagonista, dalla comune torcia, ricaricabile con le pile, che ci viene in aiuto durante le sezioni al buio, al fonometro, un oggetto costruito da Alex per monitorare il valore in decibel prodotto dai suoi movimenti. Questo piccolo marchingegno ci aiuta a mantenere una soglia minima tollerabile, permettendoci di emettere semplici rumori mentre ci muoviamo nell’ambiente. A proposito, ci sono sezioni in cui gli agenti atmosferici, come la pioggia, ci consentiranno di muoverci più velocemente senza allarmare gli Angeli della Morte.
La gestione dei rumori è una dinamica di gioco ben riuscita e in linea con l’atmosfera della serie originale, tuttavia, alla lunga tende verso la ripetitività, portando anche una certa lentezza al gameplay che può risultare pesante per chi non possiede la giusta dose di pazienza.
Riprendiamo ora la malattia della protagonista, ossia gli attacchi di asma provocati dallo stress causato dall’ambiente, gestibili tramite l’uso di pillole o di inalatori portatili, facilmente reperibili in quantità nelle aree di gioco, forse un po’ troppo accessibili a nostro avviso.
Lo stato di stress è indicato in alto a sinistra tramite il simbolo dei polmoni, in cui ogni colore rappresenta lo stadio dell’agitazione del personaggio e quanti sforzi può compiere. Nel caso in cui non possediamo l’inalatore, apparirà un semplice Quick Time Event che può alleviare lo stato d’animo.
Rigiocabilità
Andiamo a dedicare qualche parola al level design di A Quiet Place: The Road Ahead che, come da aspettativa, risulta molto lineare, come quasi tutti i giochi incentrati sulla trama. D’altronde, ci imbatteremo in diversi enigmi ambientali in grado di premiarci, oppure in un grande numero di documenti che spiegano meglio il passato del mondo in cui si svolgono le vicende, oltre a diversi collezionabili, come le cassette audio e i giocattoli a forma di navicella visti nel primo film della serie.
Questa varietà di contenuti può allungare l’esperienza di gioco, già diluito dalla necessità di non usare lo sprint cercando di raccogliere tutti gli oggetti e proseguire nell’avventura.
Comparto Sonoro e tecnico
Per quanto riguarda il comparto artistico, non possiamo non lodare gli scenari proposti da Stormind Games, ben realizzati e caratteristici.
E come non parlare di quello che è con tutta probabilità il maggior punto di forza del titolo, ovvero il comparto sonoro, che riesce a trasportare il giocatore all’interno di un mondo decadente e immerso negli incubi, con effetti sonori dettagliati e ben realizzati, dove ogni materiale, come legno o erba, ha un suono diverso e verosimile.
Invece, per quanto concerne il comparto tecnico dobbiamo segnalare diversi bug fastidiosi che inficiano l’esperienza di gioco, come la compenetrazione di un semplice barattolo nel piede di Alex, che porta alla morte istantanea, oppure diversi glitch visivi che creano disagio durante le scene stealth.
Anche a livello prestazionale, il titolo traballa in parti specifiche, poiché alcune zone soffrono di forti e fastidiosi cali di frame.
Fortunatamente, gli sviluppatori stanno già lavorando a diverse patch per risolvere gran parte dei problemi menzionati in questa sede di recensione.
Ringraziamo PressEngine per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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