Recensione Age Of Darkness: Final Stand – Gli Incubi alle porte.

Un’altra notte è passata. Il nostro villaggio, ancora una volta, è sopravvissuto alle ondate di Incubi non morti che mordono e artigliano dal buio.
Non c’è tempo di piangere i caduti, non c’è tempo di riposare. Abbiamo solo poche ore di luce per riparare e ricostruire le nostre strutture e rinforzare le fila dei difensori, prima che un’altra, terribile orda notturna assalga i nostri cancelli.

No, non siamo precipitati in un wormhole e ritrovati improvvisamente alla testa di un esercito in lotta contro zombie e schifezze varie in stileL’Armata Delle Tenebre.
Mentre scriviamo quest’introduzione sono le tre di notte e ci siamo staccati a forza da Age Of Darkness: The Last Stand, un RTS davvero intrigante che minaccerà le vostre ore di sonno.

L’epico trailer di Age Of Darkness, siete pronti a difendere cara la pelle?


Prendete un impianto visivo, narrativo e sonoro in stile high fantasy, ispirato a Warcraft III e Diablo, unitelo a un gameplay particolarmente debitore di quel fantastico RTS incentrato sulla difesa che è They Are Billions e otterete Age Of Darkness: Final Stand.

Annunciato a Ottobre 2021 dagli sviluppatori di Playside e pubblicato dalla storica TEAM 17 e anticipato da una corposa in Early Access, piagata però da tanti bug , finalmente Age Of Darkness raggiunge la gloriosa versione Full Release.

I vostri lightbearer hanno già acceso le torce? Avete già fatto salire gli arcieri sulle torri di guardia? Gli orrori si stanno già agitando nell’oscurità, e sbavano parecchio.


LA CAMPAGNA SINGLE PLAYER

La campagna single player di Age Of Darkness: Final Stand non è la modalità principale del titolo, ma ha lo scopo di introdurci alla lore dell’universo narrativo e di fare da tutorial per la modalità survival (vero interest point del gioco per gli hardcore gamer) illustrandoci le varie meccaniche del titolo, oltre ai sei eroi e alle tre fazioni giocabili.

La schermata dove potremo selezionare fazione ed eroe nella modalità survival, esteticamente piacevole e sintetica, spiega benissimo abilità e punti di forza delle nostre possibili scelte.

Nonostante non sia l’appeal principale del titolo, essa rappresenta un’introduzione eccellente ad Age Of Darkness, articolandosi in 10 missioni (11 se contiamo il prologo) per un totale di circa 10/12 ore di gioco.
Pur non essendo individualmente lunghissimi, tutti i livelli hanno un ritmo nettamente più tranquillo della modalità survival (in single player o in coop) e sono rigiocabili senza annoiarsi per più volte, soprattutto per raggiungere obbiettivi opzionali che potevamo aver saltato durante la prima run, o, per i trophy collector più incalliti, per raccogliere tutti gli achievement possibili.

La narrazione, pur rifacendosi a stilemi fantasy/ dark fantasy già visti in tantissime occasioni, risulta godibilissima, espressa tramite cutscenes realizzate con il motore del gioco o artwork in 2D ottimamente disegnati.

Anche i vari personaggi, pur non brillando per originalità, risultano ben doppiati e caratterizzati, e l’intreccio narrativo che si sviluppa durante la campagna ci terrà incollati sino alla fine.

Uno degli artwork utilizzati durante l’intro di Age Of Darkness: Final Stand.

LA TRAMA:

La terra di Erodar aveva già affrontato un periodo definito ”L’età oscura” (blink, blink), durante quest’epoca preistorica, gli uomini primitivi venivano predati da una razza di mostri non-morti nota come Nightmares, proveniente da degli squarci dimensionali che portavano a un piano esistenziale chiamato Il Velo.
La razza ben più evoluta degli Elosan forgiò, grazie alla loro magia e a un sacrificio del loro stesso sangue, dei cristalli utili a sigillare le varie brecce nel piano materiale, per poi donare all’umanità il dono della civiltà.

Millenni dopo, l’universo di Age Of Darkness: Final Stand si ritrovò nuovamente immerso nel sangue quando il re umano Ezekiel, alla ricerca di uno sconfinato potere donato dalla magia degli Elosan, rischiò di aprire degli squarci nella realtà, che avrebbero ancora portato i terribili Incubi nelle terre di Erodar.

Re Ezekiel, nell’atto di far danno.

Gli Elosan, per scongiurare il peggio lanciarono Ezekiel nella dimensione del Velo e le popolazioni umane, che in quel momento storico avevano raggiunto una popolazione enorme, si lanciarono in una guerra di sterminio contro i loro ex-benefattori, vedendo l’uccisione del re non come un tentativo di salvare il mondo, ma come un tradimento.

Dato che la razza degli Elosan era stata estinta da questo enorme conflitto, e che questi erano gli unici a poter contenere le eventuali brecce nel piano demoniaco, venne fondata un ordine di guardiani noto come The Order proprio con questo scopo.

LE FAZIONI E GLI ESERCITI

Il prologo della campagna ci metterà alla guida di due paladini dell’Ordine, secoli dopo la fondazione del gruppo.
Ben presto scopriremo che quest’organizzazione, in teoria moralmente e politicamente neutra, sia guidata da personaggi e interessi molto meno casti e pii di quanto venga lasciato intendere.
Durante le varie missioni faremo la conoscenza delle altre fazioni che popolano il mondo di Erodar, e combatteremo contro di esse.

Aelis, comandante della fazione ribelle.

In primis abbiamo le tre fazioni non giocabili, l’esercito degli Alderin, ossia la guardia reale, seguiti dai semplici (e vessati) cittadini Norfolk e dai predoni della banda degli Iron Talons.
Le altre due fazioni di cui potremo prendere il comando sono invece i classici Ribelli, in lotta contro le truppe reali e gli abusi dell’Ordine, e i Volatist, dediti alla sperimentazione tramite la antica magia Elosan, molto più affini alla dimensione del Velo degli altri umani.

Rispetto a molti altri RTS, ad esempio l’ottimo Songs Of Conquest (già recensito da STWGames qui ) i vari eserciti di Age Of Darkness potrebbero parci davvero troppo simili tra di loro, con solamente qualche truppa unica per fazione a differenziarli dal punto di vista estetico; va però tenuto conto della peculiare natura di questo RTS.

Se infatti altri strategici si focalizzano negli scontri tra le varie schiere giocabili, in Age Of Darkness non vi capiterà mai, se non appunto nella campagna in single player di dover affrontare truppe umane.

I lightbearer, truppe uniche della fazione dell’Ordine, specializzate nel tenere a bada i Nightmares con la luce emanata dalle loro torce.

Sempre per questo motivo aspettatevi una selezione di truppe, e conseguentemente di tattiche utilizzabili in partita, decisamente limitata.
Scelta degli sviluppatori che, in questo caso, abbracciamo in pieno.

Dato che il nostro scopo sarà quello di dover sopravvivere alle gargantuesche schiere di non morti che ad ogni Death Night assaliranno il nostro insediamento, l’aver inserito poche (e riconoscibili) unità aiuta il giocatore più inesperto a rendere le sue prime partite meno confusionarie e fallimentari.

La vera differenza tra le differenti fazioni giocabili sta nei bonus e malus dei vari eserciti e nelle abilità dei sei eroi (due per fazione) giocabili, che condizioneranno pesantemente il modo in cui affronteremo le nostre partite.
Le truppe dell’Ordine basano la loro strategia sulla tattica della tartaruga, preferendo asserragliarsi all’interno delle mura del villaggio e resistere alla marea di mostri ultraterreni grazie ai loro bonus alla difesa, all’utilizzo del fuoco e della luce e alle loro potentissime catapulte, macchine d’assedio (o sarebbe meglio dire di difesa dall’assedio) uniche per la loro fazione.

Imparare a usare efficacemente la propria fazione preferita sarà essenziale per non venir spazzati via dagli immensi attacchi dei Nightmare.

L’esercito della Ribellione ci vedrà invece godere di bonus decisamente importanti agli attacchi a distanza e all’agilità e velocità dei suoi soldati, dandoci più possibilità di poter esplorare la mappa, raccogliere bonus e risorse e fare delle sortite diurne nei territori degli insonnoliti Incubi.

Dovremo applicare una strategia ancora diversa con i Volatist, potenti sopratutto nel corpo a corpo e maggiormente resistenti alla meccanica dell’Orrore, un malus alle truppe con poca esperienza che le rende meno efficaci contro le orde di nemici.


IL GAMEPLAY E LA MODALITÁ SURVIVAL:

Gli appassionati che non hanno mai approcciato uno strategico di questo tipo si troveranno ben presto spiazzati da Age Of Darkness: Final Stand.
Immaginate di iniziare la partita nella maniera del più classico RTS possibile: costruendo edifici per la raccolta di risorse, potenziando unità e strutture, accumulando soldati e macchine da guerra e mandandoli in giro per la mappa.

Questa è la prima fase delle partite della modalità survival di Age Of Darkness, quella diurna, ed è la parte oggettivamente meno stressante.
Come già anticipato, di giorno i nostri putrescenti nemici sono molto meno attivi, una volta che calerà la notte invece dovremo sempre stare attenti, e possibilmente rintanarci nel piccolo e (obbligatoriamente) difendibile territorio che avremo occupato con il nostro villaggio.

Il fuoco, unico metodo di contrastare l’asfissiante nebbia evocata dai nemici.

Durante le notti calerà infatti una fog of war decisamente importante, che impedirà alle nostre unità a distanza e alle nostre macchine da guerra di attaccare gli eventuali zombie che salteranno fuori dagli angoli della mappa sino a quando non sarà effettivamente troppo tardi.
Unico modo per contrastare gli effetti della nebbia sarà costruire tantissime Watchtower che illuminino con giganteschi fuochi quanto più terreno possibile. Ma queste notti, in fin dei conti, risultano una passeggiata rispetto a quello che vi metterà contro il gioco durante le Death Night.
Oltre a ricevere dei bonus e/o malus casuali, le orde di nonmorti diverranno incredibilmente più grandi, oltre che più feroci e assetate di sangue.

Sopravvivere a una Death Night garantisce una breve tregua, ma l’ansia non finisce: un’altra notte di terrore è sempre dietro l’angolo. Ogni vittoria vi permette di ricostruire quanto perso e tirare il fiato, ma non troppo, perché la sfida successiva è sempre peggiore. Le orde nemiche crescono a dismisura, passando da centinaia a migliaia, sino ad arrivare alla terribile ultima notte della partita, chiamata la Final Stand.
Immaginate cosa possa significare dover affrontare più di 70.000 unità controllate dall’IA contemporaneamente, grazie all’engine di Age Of Darkness, lo Swarmtech.

Per questa Death Night c’è andata bene, e abbiamo ottenuto delle Benedizioni, ossia dei bonus.

Age Of Darkness: è un titolo tanto semplice quanto spietato, che risulta molto meno punitivo di una delle sue dirette ispirazioni, ossia They Are Billions, ma comunque difficile da padroneggiare completamente per chi non si è approcciato a questo particolare sottogenere della famiglia degli strategici.

Spaventati dall’idea di affrontare questa sfida da soli? È presente una graditissima modalità multiplayer in coop per due giocatori, per fronteggiare la sfida insieme ad un’amico.


ANALISI TECNICA

IL MOTORE DI GIOCO

Age Of Darkness: Final Stand è uno di quei rari casi in cui non abbiamo trovato nessun difetto degno di nota né nella campagna in singolo, tantomeno nelle divertentissime meccaniche del gameplay o nel bilanciamento perfetto sotto praticamente qualsiasi punto di vista.
Arrivando però all’analisi tecnica, dobbiamo però citare diversi problemi che hanno reso le nostre partite molto meno piacevoli, problemi su cui gli sviluppatori di Playside dovranno obbligatoriamente mettere delle pezze per rendere davvero un must have il loro gioco.

Prima di tutto abbiamo sperimentato sia durante le nostre missioni della campagna in singolo, sia durante le partite in survival, dei costanti problemi di path finding da parte delle nostre truppe.
Queste spesso si muovono in maniera totalmente nonsense, lanciandosi in bocca al nemico nonostante i nostri ordini e/o facendo l’esatto opposto, ossia evitare lo scontro diretto con dei nemici dotati di attacchi a distanza (meno resistenti al corpo a corpo ovviamente) e finendo per accumulare danni inutili e soccombere.
Tragicamente divertente anche quando i nostri eroi e soldati vanno dritti su un edificio, un albero, un nemico o un angolo delle nostre mura difensive e si incastrano continuando a cercare di avanzare.

Anche i Nightmare possono schierare la tipologia di unità preferita dagli appassionati di strategici, fantasy, il mostro grosso.

Altro problema che abbiamo riscontrato è quello di alcuni bug casuali, alcuni decisamente canonici (salvataggi corrotti) che si univano ad altri molto più peculiari, come l’impossibilità a un certo punto della partita di poter richiamare le nostre truppe con i comandi dedicati ai gruppi di unità, comandi essenziali in un gioco come Age Of Darkness.

Inoltre, anche se a prima vista potrebbe sembrarvi il contrario, avrete bisogno di un PC decisamente pompato per gestire i tantissimi nemici a schermo che il Swarmtech ci scaricherà addosso, e anche con la nostra configurazione (un Ryzen 5900x, una RTX 4080 Super e 32GB di RAM) abbiamo riscontrato notevoli rallentamenti nelle fasi più caotiche.

LA GRAFICA E IL SONORO

Aldilà dei suoi difetti, Age Of Darkness si dimostra comunque tecnicamente un titolo più che buono.
Dal punto di vista grafico, le influenze di due dei terzi capitoli (perdonate lo scioglilingua) più famosi dei videogiochi, ossia Warcraft e Diablo III.

I modelli di unità ed edifici sono disegnati in maniera stilizzata, con una tecnica quasi hand painted che porta a una resa visiva particolarissima, esattamente come nei due gioielli della corona Blizzard.
Anche l’utilizzo di tantissimi effetti visivi decisamente glow (la nebbia, gli attacchi a base di fuoco) rimandano a un sapiente (e mai troppo derivativo) utilizzo di alcuni stilemi visivi già sperimentati nel mondo degli RTS.

Per arrivare alla terribile difficoltà Nightmare dovrete fare un sacco di esperienza.

Anche dal punto di vista dell’illuminazione e della resa dei vari tipi terreno, Age Of Darkness stupisce il giocatore per la qualità e la ricercatezza di questi elementi grafici.
Unica pecca del gioco sotto l’aspetto visivo è probabilmente rappresentata da alcune animazioni delle nostre truppe, che risultano un pochino goffe e poco realistiche

Dal punto di vista della colonna sonora niente di nuovo, brani orchestrali di chiara ispirazione fantasy/epica, che, seppur non brillando per originalità, si lasciano comunque ascoltare e ricordare.


Age Of Darkness: Final Stand è attualmente disponibile per: PC, su sistemi operativi Windows, Linux ed Apple, è inoltre un gioco verificato da Valve per Steam Deck anche se potrebbe non essere la piattaforma ideale dove fruire di questo titolo.
Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

Age Of Darkness: Final Stand (Pc)
In Conclusione:
Age Of Darkness é un ottimo rts, dotato di una campagna narrativa non eccelsa ma sicuramente gradevole e lunga il giusto. Vero punto di forza del titolo è però la cattivissima modalità survival che, in singolo o due giocatori, metterà a dura prova le abilità degli appassionati, pur non raggiungendo livelli di difficoltà di altri epigoni. Ottimo anche il comparto grafico e sonoro; gli unici difetti che abbiamo trovato in questo gioco, comunque non lievi, sono i tanti bug che hanno reso snervanti le nostre partite, dei problemi di path finding delle truppe alleate e dei cali di frame rate quando le orde nemiche diventavano davvero tante. Ci auguriamo che gli sviluppatori risolvano questi difetti, perchè Age Of Darkness: Final Stand merita davvero di essere giocato al meglio.
Pregi
Grafica e design curatissimi
Ottimo doppiaggio, buona O.S.T.
Cutscene e artwork eccellenti
Modalità Survival esaltante.
Campagna narrativa buona.
Gameplay e bilanciamento perfetti.
Difetti
Tanti bug e crash improvvisi.
Qualche animazione non proprio all'altezza.
Problemi di path finding delle truppe alleate.
Cali di frame rate durante i momenti piu' caotici
8
Voto