Nell’articolo di oggi parleremo di Akimbot, un ritorno alle origini dove le mascotte spopolavano all’interno del mondo videoludico, diventando sempre di più simbolo di un’era florida che ai giorni nostri non trova quasi più spazio.
Il titolo in questione, sviluppato da Evil Raptor, si dimostra una dedica a cuore aperto ai platform di una volta, facendo nel particolare riferimento alle amatissime saghe di Ratchet & Clank e Jak and Daxter, che hanno caratterizzato l’infanzia di numerosi videogiocatori.
Sarà riuscito Akimbot a rispettare queste stesse premesse e ad usare nel modo corretto le ispirazioni prese tra i vecchi classici che hanno scritto la storia videoludica?
Andiamo a scoprirlo in questa nuova recensione dedicata!
Incipit Narrativo
Akimbot si ambienta in un mondo sci-fi dominato da droidi in grado di compiere viaggi da un pianeta all’altro, con il compito di raccogliere materiali e risorse per il sostentamento e il progresso del mondo alla deriva.
I protagonisti di questa storia sono Exe, un robot mercenario, e Dataset, un piccolo drone volante e logorroico senza abilità ma di compagnia anche nelle situazioni più particolari.
Il titolo inizia nel pieno dell’azione, con i due protagonisti catturati dalla polizia e intenti ad orchestrare una fuga dalle forze dell’ordine, seminando caos sul loro cammino.
È proprio in questo frangente che veniamo introdotti al governo della galassia, noto come l’Algoritmo, e all’antagonista principale, Malware, dal quale dovremo recuperare un antico e misterioso manufatto, dando così il via alla nostra avventura.
La storia risulta purtroppo molto piatta, senza spunti interessanti o qualsiasi tipo di innovazione, precipitando nella banalità anche per quanto concerne i vari personaggi.
Uno dei problemi più grandi e costanti è infatti proprio la scrittura dei dialoghi, che cercano di essere divertenti in modo continuo, arrivando però a rovinare l’atmosfera senza riuscire effettivamente a divertire il giocatore e creando non poco fastidio durante tutta l’avventura.
Un gran peccato per la trama ed il suo sviluppo, che siamo convinti potesse regalare qualcosa in più senza ricadere nello scontato.
Il gameplay
Se il comparto narrativo non ci ha soddisfatto minimamente, il gameplay di Akimbot risolleva di molto la nostra opinione, anche se con qualche considerazione negativa:
Partiamo col dire che anche in questo contesto si va a riprendere parecchio da Ratchet & Clank, raccogliendo la composizione dei livelli lineari con piccoli scorci per i tipici collezionabili.
Le fasi di platforming sono rese decentemente e sono piacevoli da giocare, con i movimenti del nostro protagonista realizzati con cura, come possiamo notare specialmente con il doppio salto e la piroetta, che utilizzeremo per superare diverse trappole lungo la strada.
L’aspetto su cui Akimbot ha sicuramente puntato di più è tuttavia lo sparatutto, con un risultato sufficiente che però va a perdersi di fronte ad un arsenale basilare e scarno di originalità.
Sono infatti presenti solo quattro armi base, tra le quali troviamo un fucile automatico, un mitragliatore (che è un “potenziamento” della prima citata), un fucile da cecchino ed infine un lanciarazzi molto utile nel distruggere scudi nemici.
Oltre a quelle già citate, ne esistono anche altre quattro “speciali” che possiamo acquistare all’interno di un negozio e potenziare con la valuta del gioco, che troveremo nelle casse piazzate in giro per la mappa.
Un peccato che solo una di queste sarà equipaggiabile alla volta, diventando un po’ stressante cambiare ogni minuto l’arma speciale e non poterle usare tutte insieme.
A spezzare le sezioni di shooting troviamo momenti a bordo di veicoli, come carri armati o razzi giganti, che purtroppo troviamo realizzate con poca cura, in quanto le vetture risultano macchinose da controllare e non scorrevoli e piacevoli da guidare.
Tirando le somme, per quanto riguarda il lato del gameplay, Akimbot riesce nel suo intendo con una certa difficoltà, portando sia divertimento nelle sezioni più concitate che noia per le parti di gioco sui veicoli.
Comparto Artistico e Tecnico
Akimbot si presenta con una grafica simil-cartoonesca molto piacevole alla vista, cercando di caratterizzare al massimo i personaggi che incontriamo, anche se la storia non crea particolari empatia o profondità. Le ambientazioni risultano variegate e ricche di dettagli, con colori vivaci ed effetti visivi che esaltano ulteriormente gli sfondi, rendendo l’aspetto artistico del titolo estremamente godibile. Le OST accompagnano perfettamente le scene e le fasi d’azione, contribuendo a rendere l’esperienza ancora più coinvolgente.
È presente anche un doppiaggio realizzato in modo ottimo per tutti i personaggi, sebbene alcune battute e frasi risultino purtroppo un po’ banali o volgari.
Terminiamo dunque con il comparto tecnico di Akimbot, dove possiamo apprezzare un buon utilizzo dell’Unreal Engine, con solo pochi momenti di lag in alcune aree di gioco e qualche animazione che presenta imperfezioni. Tuttavia, ci sono numerosi bug persistenti che compromettono l’esperienza, costringendo il giocatore a continui riavvii per riportare il titolo a uno stato di normalità.
Confidiamo che nei prossimi aggiornamenti vengano risolti gran parte dei problemi riscontrati e venga migliorata la stabilità complessiva del prodotto.
Ringraziamo Plaion per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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