I platform sono titoli che non conoscono età grazie alla loro capacità di evolversi nel tempo e di adattarsi ai cambiamenti tecnologici, travolgendo la mole presente di giocatori dai numerosi gusti senza però snaturare l’essenza del tipo di gioco ma mantenendo il ritmo e la creatività che solo questo genere offre. Abbiamo avuto modo di vedere come negli ultimi anni le produzioni più blasonate e dal grande budget si sono spostate su altri generi e su mondi più vasti da esplorare, mentre i platform risultano un posto felice per gli sviluppatori indipendenti, dando nuova linfa vitale ad un categoria classica e storica.
Nel mezzo di tutti questi titoli, Antonblast emerge come un gradito omaggio verso la storia dei platform e l’animazione degli anni ’90, aggiungendo comunque uno spunto moderno e una personalità, in questo caso, alquanto distruttiva e vendicativa. La casa di sviluppo Summitsphere ha dato tanto amore a questo progetto, creando così un gioco irriverente e altrettanto divertente, dimostrando all’industria che i platform sono sempre pronti a regalare emozioni e ad innovarsi ad ogni occasione.
Dopo questa premessa, andiamo a scoprire questo platform nella sua recensione dedicata!
Narrativa
La trama di Antonblast si presenta con un contesto narrativo abbastanza semplice e volutamente ilare, allineandosi perfettamente al mondo di gioco nonché ai classici platform da cui prende spunto (possiamo sicuramente citare Wario Land come ispirazione principale del titolo).
Dynamite Anton, ovvero il nostro protagonista, è un grande operaio dai modi sempre burberi, con una personalità esuberante e rabbiosa.
Sopravvive alla giornata grazie al suo bar, l’unico posto che lo rende davvero felice, insieme alla sua contro parte femminile di nome Annie.
La tranquillità nella vita di Anton viene spezzata per un capriccio di un’entità molto vanitosa e malvagia, il Diavolo in persona. All’inizio del gioco vediamo l’antagonista chiedere ad uno specchio magico chi è il più rosso del reame, e come si può immaginare la risposta non è stata apprezzata.
Colto da una grande rabbia ed invidia, Satana ruba la preziosa collezione di spiriti alcolici, scatenando la furia incontrollabile del nostro protagonista.
Sebbene il titolo non prende in considerazione la trama come fulcro dell’esperienza videoludica proposta, il contesto narrativo riesce a dare un’identità molto marcata al protagonista e al suo viaggio bizzarro e pieno di distruzione, mettendo in primo piano lo spirito incontrastabile di Anton e il suo non arrendersi di fronte alle difficoltà.
Come possiamo notare, Antonblast non si impegna di proposito a creare una trama intricata ed “importante” a confronto di altri titoli, ma la presenta come una cornice posta perfettamente in contrasto al ritmo estremamente rapido e delirante del gioco.
Gameplay
Il gameplay di Antonblast rappresenta il centro dell’esperienza videoludica proposta dagli sviluppatori, un grande occhiolino agli appassionati dei platform vecchia scuola, con una struttura che mira alla velocità, al caos e alla distruzione.
Il tutto ruota attorno alle capacità di Anton, che dispone di un set di mosse vario ed utile a seconda delle situazioni.
Oltre al classico movimento, il protagonista può utilizzare il suo martello per distruggere blocchi, rimbalzare su delle piattaforme e colpire i nemici, generando molta soddisfazione.
Questo attrezzo utilizzato come arma diventa una componente importante non solo per spaccare in mille pezzi i mostri in giro per la mappa, ma anche per l’esplorazione, aumentando la voglia di cercare percorsi alternativi e di scoprire i diversi segreti sparsi nella mappa.
Tralasciando la bruta aggressività del martello, esiste la possibilità di effettuare scivolate, utili per attraversare passaggi stretti, e diverse altre combinazioni per rompere più velocemente gli oggetti. Un esempio calzante è nella possibilità di concatenare la semplice corsa con un salto e un attacco per raggiungere aree altrimenti difficilmente esplorabili.
Un sistema molto intuitivo, ma non necessariamente semplice, in quanto il titolo premia la padronanza e la precisione delle meccaniche attraverso sfide sempre più complesse.
I livelli di Antonblast sono realizzati con grande cura, alternando diverse sezioni molto frenetiche a momenti di esplorazione più “tranquilla”, dove ogni zona è una sorta di labirinto pieno di ostacoli, trappole e (come abbiamo già detto precedentemente) percorsi alternativi.
Un ulteriore elemento interessante quanto divertente è la possibilità di far saltare in aria l’intero livello con un detonatore posto alla fine della mappa, così da scatenare l’Happy Hour e obbligare il giocatore a ritornare al punto di spawn, con una serie di nuove sfide da affrontare durante il percorso.
Per quanto riguarda la progressione, Antonblast introduce costantemente nuove variazioni nella costruzione dei livelli e nella loro esplorazione. Ad esempio, alcuni di essi sono esplorabili in modi diversi, includendo la possibilità di accedere allo sfondo dello stage grazie a pedane specifiche.
Come in ogni buon platform, ogni macro-zona presenta una boss fight al suo interno, ciascuna caratterizzata da meccaniche uniche che richiedono al giocatore di sfruttare tutte le abilità apprese nel corso del gioco. La curva di apprendimento, dunque, può risultare impegnativa, data la quantità di meccaniche originali e il ritmo frenetico del titolo.
Tuttavia, Antonblast bilancia questa difficoltà attraverso una progressione ben strutturata, che introduce le nuove abilità in modo intelligente e accessibile.
Comparto Tecnico e Artistico
Dal punto di vista artistico, il titolo conferisce grande importanza alla pixel art, sbizzarrendosi in livelli capaci di trasmettere una sensazione visiva unica, con colori vivaci e animazioni fluide e dinamiche.
Anche gli sfondi, estremamente dettagliati e vivi, contribuiscono a creare un impatto visivo di grande effetto.
La scelta cromatica per rappresentare il protagonista è volutamente esagerata, armonizzandosi perfettamente con il tono sopra le righe del gioco e creando un equilibrio tra i livelli e i personaggi che li popolano.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, si distingue come un elemento cardine del titolo, offrendo un mix intrigante tra melodie moderne e il classico sound dei vecchi platform. Ogni brano è stato attentamente studiato per adattarsi in maniera eccezionale al ritmo frenetico del gameplay, con tracce che spaziano da melodie apparentemente tranquille a sezioni decisamente più distruttive e rapide.
Dal punto di vista tecnico, Antonblast si presenta come un’esperienza fluida e priva di incertezze anche nelle situazioni più caotiche, dimostrando un’ottima ottimizzazione del codice. Tuttavia, durante le tre ore di gameplay sono emersi piccoli bug che, pur presenti, non compromettono in modo significativo l’esperienza complessiva.
Ringraziamo Summitsphere per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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