Recensione Asylum (2025) – Il culmine di una lunga attesa

Se dovessimo assumere la precaria prospettiva di uno studio indipendente che tenta di tenersi a galla in un oceano di piccole e grandi esperienze videoludiche, una grande sicurezza può essere senza dubbio quella data dalla costruzione di una piccola ma genuina nicchia di appassionati.
Nel caso particolare del titolo che tratteremo oggi, frutto del lavoro del team Senscape, è stato il pubblico rimasto fedele al leggendario Scratches della defunta Nucleosys a rendere possibile la gestazione durata oltre 15 lunghi anni.

Quando si parla di tempi così lunghi e di investimenti avviati su Kickstarter ormai quasi un decennio fa è davvero difficile rispondere a domande scontate del tipo “ne sarà valsa la pena?”, ciò che è certo, tuttavia, è che Asylum è finalmente disponibile all’acquisto e c’è veramente tanto di cui parlare.

Senza perdere altro tempo nell’introduzione, ecco la nostra recensione!


NARRATIVA

Una volta iniziata la partita verremo lanciati nei panni di un ex-paziente psichiatrico che decide di tornare nell’istituto che lo ospitò diversi anni prima per risolvere degli interrogativi che continuano a tormentarlo. Seppur all’apparenza appaia abbandonata, la fatiscente struttura è in realtà in procinto di essere riaperta, ospitando già alcuni pazienti di lunga data.
Decisi a portare avanti la nostra investigazione ad ogni costo, ci confrontiamo con la reception che ci invita a controllare i registri in cerca di informazioni utili, il tutto evitando di accedere a zone pericolose o di curiosare nelle stanze del personale.

Come starete già immaginando, il nostro protagonista si terrà ben lontano dal seguire queste indicazioni, arrivando addirittura a rubare chiavi e a varcare luoghi prossimi al crollo. Ciò facendo, ripercorreremo passo dopo passo la storia della struttura, che sembra nascondere dei segreti ben più orrendi di ciò che potevamo ricordare.

La trama di Asylum non è nulla di eccessivamente nuovo e rivoluzionario, tendendo perlopiù ad offrire una visione fresca di tematiche già viste ed ampiamente esplorate da altri medium. Detto questo, il tutto risulta essere molto godibile e scorrevole, al punto che raccogliere le note e i documenti in giro per la struttura ci ha appassionato in maniera inaspettata.

Una particolare nota di merito va al finale, inaspettato e davvero shockante, ben congegnato per rispettare pienamente la definizione che daremmo ad un climax. C’è davvero molto da apprezzare nel modo in cui Senscape è riuscita a costruire l’ambientazione e i momenti di tensione di questa avventura senza ricorrere quasi mai a delle soluzioni spicciole per spaventare il giocatore.
Questa, e tante altre, erano le qualità che resero Scratches un gioco di culto fra gli appassionati, e la community sembra aver accolto con positività ed intraprendenza anche questo seguito “spirituale”.


GAMEPLAY

Il gameplay di Asylum è sostanzialmente l’ultima reincarnazione di quella lunghissima e mai morta tradizione delle avventure grafiche punta e clicca in prima persona. Dovremo muoverci attraverso l’utilizzo del mouse in degli scenari preimpostati, stando attenti ad eventuali oggetti interagibili ed usando il nostro taccuino in-game a mo’ di reminder ed inventario. Quest’ultima introduzione ci è sembrata davvero azzeccata, avendoci permesso non solo di approfondire gli aspetti narrativi ma anche di tenere traccia dei nostri progressi per sbloccarci in delle situazioni di spiacevole stallo.

Gli oggetti interagibili a schermo saranno solitamente tantissimi, talmente tanti che impiegherete senza dubbio gran parte del tempo ad ascoltare il protagonista mentre fa le sue osservazioni, utili o situazionali che siano. Non meno presenti sono i dialoghi con i vari NPC che incontreremo in posizioni diverse con lo scandire delle ore, il gioco si svolge infatti nell’arco di una nottata.

In tal senso, il ritmo dell’avventura è piuttosto lento, in maniera non dissimile dalla maggior parte dei titoli di questo genere, ma non necessariamente letargico; merito di una mappa davvero ben congegnata ed interconnessa alla perfezione per essere navigata nel minor tempo possibile.
Ci è bastato esplorare un paio di volte l’interezza dell’edificio per impararne a memoria la planimetria, segno di un game design che funziona, nonostante qualche scivolone qui e lì.

L’intera mappa è disseminata di semplici enigmi e di mansioni da svolgere per proseguire, le quali chiederanno molto spesso lo sforzo di tornare indietro e fare backtracking. Questo si traduce in un’esperienza che rischia di diventare ripetitiva ma non lo è, probabilmente a causa della durata esigua di circa 5-6 ore.


COMPARTO ARTISTICO E TECNICO

Da un punto di vista estetico, Asylum si trova in un limbo fra ciò che è funzionale e ciò che è bello e ben curato. Questa dicotomia si nota in particolare nel confrontare le ambientazioni con i personaggi, le prime generalmente di buona qualità e dal grande impatto, gli altri raffazzonati e quasi nostalgici. E infatti, pur essendo realizzato con il motore Unreal Engine, il gioco tende a rievocare le medesime sensazioni visive di Scratches, quasi non puntando al realismo ma ad una caricatura a tratti grottesca.

La medesima amatorialità si può riscontrare nel doppiaggio inglese, davvero altalenante a seconda del personaggio e della scena. Altrettanto agrodolce è la resa delle soundtrack ambientali, che seppur composte con una certa maestria rischiano di essere ripetitive dopo averle ascoltate in loop per diverse ore.

Infine, da un punto di vista tecnico, 15 anni di sviluppo hanno contribuito a rendere il titolo sostanzialmente impeccabile, non avendo riscontrato alcun tipo di bug o rallentamento durante l’intera durata del nostro playtrough.


Ringraziamo Senscape per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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Asylum (PC)
In conclusione...
Asylum, in fin dei conti, è un'esperienza che non reinventa il genere, ma lo omaggia con passione e coerenza. Forte di un'atmosfera curata e di una narrazione capace di coinvolgere, rappresenta un ritorno riuscito per Senscape e un tributo sentito ai fan di Scratches.
Pregi
Narrativa interessante
Introduzione del taccuino davvero azzeccata
Level design semplice ed interconnesso
Difetti
Durata esigua
Tecnicamente amatoriale
7.5
Voto