Il titolo di cui parleremo oggi è il seguito di uno dei soulslike di maggior successo nel panorama indie degli ultimi anni, Blasphemous.
Senza tenere alcun segreto possiamo anticiparvi che ci siamo ritenuti più che soddisfatti delle evoluzioni presenti in questo capitolo ed è evidente come ci si ritrovi di fronte ad un incredibile lavoro di passione da parte dal team spagnolo di The Game Kitchen.
La nostra esperienza può essere sintetizzata in maniera estremamente spicciola in un’operazione (quasi) perfetta di estensione e miglioramento dell’opera prima e siamo davvero onorati di poter condividere la nostra analisi critica in anteprima con voi!
Ma senza ulteriori anticipazioni, ecco la nostra recensione approfondita di Blasphemous II!
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Incipit e trama
La trama di Blasphemous II, in modo ancora più evidente di quanto si potesse evincere da quella del suo predecessore, si è rivelata davvero complessa in quanto narrata in maniera estremamente aulica.
Nei primi minuti di gioco riprenderemo gli eventi del post credit del secondo DLC del primo capitolo, con il risveglio del penitente dalla tomba in cui era stato sepolto dai suoi sostenitori.
Ed è così che una volta mossi i primi passi ci ritroveremo ad esplorare l’immensa città di Cvstodia, meravigliosa quanto ricca di pericoli, scelta dal Miracolo per la nascita di un nuovo figlio di cui il nostro protagonista dovrà osteggiare la nascita uccidendo i suoi sostenitori.
Durante questo ennesimo pellegrinaggio avremo modo di conoscere una moltitudine di personaggi estremamente interessanti, caratterizzati da quella che a tutti gli effetti sembra comporsi come un’iconografia religiosa ricca di riferimenti seppur apparentemente scollegata dalla tradizione cristiana.
In tal senso abbiamo trovato l’utilizzo delle tematica pseudoreligiosa davvero squisito e riteniamo che, pur non essendo adatta a tutti i palati, questa risulti estremamente accattivante e ricca di spunti interessanti.
Volendo trovare una criticità nel sistema narrativo, i personaggi non sembrano vivere gli eventi della trama in maniera attiva, rimanendo perlopiù indifferenti alle evoluzioni di quest’ultima se non per qualche eccezione.
La sensazione offerta è a tutti gli effetti quella di un pellegrinaggio, articolato in una memorabile avventura che punta i riflettori sul nostro protagonista ed il raggiungimento graduale del suo obiettivo finale.
E’ importante notare come l’eccessiva elevatezza narrativa della trama di Blasphemous II non gli impedisca di realizzarsi in un’esperienza estremamente coinvolgente, frutto concreto di un lavoro di world building che non merita altro che il più sincero degli elogi.
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Gameplay
Il combattimento
Il core gameplay di Blasphemous II attinge in parti eguali dal genere soulslike e da quello dei metroidvania 2D, catturando gli aspetti migliori di entrambi in un mix che sfiora la perfezione.
L’esperienza accumulata dagli sviluppatori spagnoli nello sviluppo del primo capitolo della saga si è rivelato senza dubbio essenziale nella realizzazione di un gameplay davvero profondo e rifinito in ogni aspetto.
Il sistema di combattimento di questo nuovo capitolo rappresenta senza dubbio l’elemento portante dell’intera esperienza ed il team di sviluppo si è impegnato duramente nel dare maggior libertà d’approccio al giocatore.
Scelta fondamentale nel raggiungimento di questo scopo è stata senza dubbio l’introduzione di una varietà di armi, ben tre che vanno a sostituirsi all’arma unica del primo capitolo.
Varietà di armi la cui importanza non si limita ai semplici scontri in quanto il loro sblocco scandirà a tutti gli effetti il proseguimento del gioco, costringendoci ad ignorare alcune parti della mappa per poterle raggiungere in un secondo momento.
Le armi disponibili nell’arsenale del penitente saranno le seguenti:
Ruego Al Alba
Probabilmente l’arma più versatile ed equilibrata del gioco, la sua abilità intrinseca permette di caricare una barra che una volta completata sprigiona degli attacchi devastanti in grado di curare il penitente in base ai danni arrecati.
Veredicto
L’arma più pesante e devastante del nostro arsenale, può essere intrisa di fuoco al costo di fervore e ci permetterà di suonare le campane disseminate negli scenari, aprendo nuove strade altrimenti non percorribili dal nostro penitente.
Sarmiento e Centella
Una coppia di stocchi estremamente rapidi a discapito del danno, possono venire intrise di magia del fulmine e ci daranno la possibilità di teletrasportarci in punti della mappa altrimenti inaccessibili.
Tutte le armi del nostro arsenale si riveleranno degli strumenti abbastanza situazionali e si adatteranno a diversi stili di gioco pur richiedendo al giocatore una certa abilità nell’alternare il loro utilizzo.
Oltre alle peculiarità intrinseche di cui abbiamo parlato in precedenza, le nostre armi possederanno delle abilità che potranno essere sbloccate tramite potenziamento, queste ci aiuteranno in combattimento e si riveleranno allo stesso tempo fondamentali per l’esplorazione della mappa
Il potenziamento delle armi tramite ricordi è affidato ai sigilli del martirio, valuta ottenuta attraverso il combattimento ed il looting dei tesori disseminati nello scenario.
Un’ulteriore fonte di progressione è offerta dalla pala d’altare incisa sulla nostra armatura, su cui potremo incastonare delle statue in grado di generare dei particolari bonus passivi.
La combinazione di statue per coppia può in alcuni casi portare allo sblocco di meccaniche davvero game changing ed è alla luce di questo che vi consigliamo di scegliere con calma e sperimentare queste opportunità.
Un’ulteriore meccanica che si rivelerà fondamentale nel combattimento saranno i versetti e i canti recitati dal nostro protagonista sotto forma di spell.
I primi risulteranno più veloci e meno potenti e necessiteranno dell’utilizzo di un singolo tasto laddove i canti saranno molto più potenti richiedendo una miglior tempismo e la pressione di una combinazione di input.
Ciò considerato non è sbagliato affermare che gli sviluppatori di The Game Kitchen si sono rivelati abbastanza abili da realizzare un loop di combattimento molto dinamico, rendendo necessario l’utilizzo dell’interezza del nostro equipaggiamento per la nostra sopravvivenza.
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L’esplorazione ed il backtracking
Seppur abbiamo accennato in precedenza allo stretto legame fra le armi e l’esplorazione degli ambienti, lo sviluppo di questo aspetto sarà affidato in maniera altrettanto incisiva ad alcuni fondamentali artefatti.
Non a caso, solo dopo aver sbloccato il doppio salto, il dash e la scalata aerea avremo la possibilità di sfruttare a pieno le nostre capacità sia in combattimento che durante l’esplorazione.
In virtù di questi sblocchi, la componente esplorativa in Blasphemous II viene espressa attraverso la necessità di tornare sui propri passi tramite una minuziosa operazione di backtracking.
Per fortuna quest’ultima viene resa più efficiente dalla presenza di alcune stanze dedite al trasporto rapido fra una zona e l’altra, evitandoci il compito di ripercorrere l’interezza della mappa per raggiungere un determinato luogo.
La struttura della mappa di Blasphemous II si configura in un enorme complesso di ambienti interconnessi attraverso una minuziosa divisione in caselle tipica del genere metroidvania.
Proprio in virtù di queste caratteristiche, l’esplorazione si è rivelata una componente estremamente appagante, fra rune, artefatti ed oggetti chiave che ci aiuteranno a levigare la curva di difficoltà crescente delle aree più endgame.
In particolare, il ritrovamento dei nodi per il nostro rosario ci permetterà di selezionare una grande varietà di effetti passivi che possono aiutarci nella difesa e nello sblocco di ulteriori potenziamenti.
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Difficoltà e bilanciamento
Blasphemous non è un gioco facile ed in quanto tale si rivelerà una sfida impegnativa anche per i giocatori più esperti.
Ciononostante è bene sottolineare che la sfida rappresentata dalla comprensione del sistema di combattimento si fermerà all’apprendimento di pattern dei nostri avversari.
Mentre i nemici base si limiteranno a ripetere sempre un singolo tipo di attacco, i numerosi boss presenti nel gioco ne avranno a disposizione un numero maggiore e richiederanno estrema cautela da parte del giocatore, specialmente durante il primo incontro.
Superare le sfide imposte dal gioco è un’impresa generalmente estremamente soddisfacente, capace di donare realizzazione e appagamento per la crescita delle proprie capacità.
Le problematiche sorgono nell’affrontare alcuni specifici mob che gioverebbero di un leggero lavoro di bilanciamento.
Nello specifico, affrontare alcuni nemici base può risultare addirittura più difficile di fronteggiare un boss a causa delle strettissime tempistiche negli attacchi.
Inoltre capiterà spesso e volentieri di venire costretti ad affrontare delle orde di nemici in stanze chiuse, senza una via di fuga e con scarsa libertà di movimento.
Queste particolari sfide possono risultare molto difficili e non è difficile immaginarle come uno scoglio estremamente fastidioso per i giocatori meno hardcore.
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Mappe, quest e senso dell’orientamento
La nostra avventura vedrà il suo vero inizio in un piccolo spaccato cittadino nella città di Cvstodia, luogo che funge quasi da HUB, vantando la presenza di alcuni NPC fondamentali fra cui lo scultore, l’entità che ci permetterà di migliorare le stats vitali ed il confessore per ripristinare il livello di fervore.
Un aspetto su cui vale la pena soffermarsi è il modo in cui il gioco si rifiuterà di indicarci la strada in maniera precisa, limitandosi a darci una vaga direzione per il proseguimento della trama.
Una scelta di questo tipo riesce a trasmettere un senso di libertà e scoperta non indifferente, portando tuttavia il giocatore a trascurare alcuni luoghi fondamentali per lo sblocco di potenziamenti.
Non a caso nel nostro playthrough abbiamo scoperto l’esistenza di alcuni NPC fondamentali molto più tardi del previsto, vi consigliamo pertanto un’attenta esplorazione della mappa anche all’infuori del tragitto indicato dal gioco.
Al netto di queste considerazioni, la sensazione che si ha è quella di una generale mancanza di direzione concreta nei ritmi del gioco, aspetto che viene mantenuto per tutte le 20 ore necessarie al completamento pur venendo addolcito dall’estrema facilità di navigazione e backtracking offerta dall’eccellente lavoro di game design.
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Comparto artistico
Il comparto artistico di questo Blasphemous II è senza dubbio uno degli aspetti più rilevanti dell’opera, rivelandosi come una diretta continuazione delle già incredibili rappresentazioni del primo capitolo.
Grazie al lavoro sopraffino del team, la pixel art in 2D riesce a far trasparire efficacemente una quantità di dettagli semplicemente anomala, delineando con estrema crudezza un mondo di gioco dal look oscuro ed intrigante.
Di fatti crediamo non ci sia alcuna esagerazione nel sostenere che i lavori di design e realizzazione estetica degli ambienti e dei personaggi di questo titolo possano considerarsi delle vere e proprie opere d’arte nel senso più classico del termine. Siamo altrettanto sinceri nel sostenere che molte volte siamo rimasti sbalorditi e senza parole nell’ammirare alcuni scenari del gioco ed è questo il motivo per cui eviteremo di mostrare troppi esempi nelle immagini correlate a questa recensione.
Una peculiarità del tutto nuova alla serie è l’aggiunta di alcune cutscenes animate per la narrazione dei risvolti fondamentali della trama. Seppur non meravigliose, le animazioni riescono a donare al titolo un feeling di qualità precedentemente non raggiunto ed al contempo riescono a sottolineare l’importanza che viene data ad alcuni step della narrazione.
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Comparto sonoro
Per quanto concerne la soundtrack, Blasphemous ha già dimostrato in passato di saper proporre qualcosa di originale ed orecchiabile che unisse l’epicità delle OST del genere dark fantasy alle origini spagnole della software house.
Ed è con queste premesse che il compositore Carlos Viola è riuscito a superarsi sotto ogni punto di vista in occasione di questo nuovo capitolo, proponendo una soundtrack ancora una volta legata al soul spagnolo e facendo un grande utilizzo della chitarra acustica mista al più classico binomio fra orchestra e coro.
In particolare abbiamo apprezzato la diversità fra le musiche dei vari ambienti, davvero azzeccate e fortemente rappresentative se rapportate al setting.
Ottimo anche il doppiaggio inglese e spagnolo accompagnato da una traduzione italiana dei testi presente già dal day one.
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Stabilità del software
Avendo avuto l’opportunità di testare il titolo a quasi un mese dall’effettiva data di rilascio siamo rimasti piacevolmente colpiti nel constatare l’assoluta stabilità e solidità software del titolo.
Non abbiamo riscontrato alcun bug nel corso delle 20 ore della nostra run e, come prevedibile, le performance si sono mantenute costanti senza mai vacillare su una configurazione PC di fascia alta.
Siamo fiduciosi nel constatare che lo stile grafico minimalista e l’ottimo utilizzo dell’engine Unity possano permettere ad una grande fetta di pubblico di godere di quest’opera senza compromessi.
Ringraziamo PressEngine e Team17 per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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