Era il 2015 quando Don’t Nod pubblicò Life Is Strange, un gioco che venne poi annoverato come uno dei migliori di quell’anno ed è tutt’ora considerato una delle più belle avventure grafiche del nuovo millennio.
Tornando ai giorni nostri, la software house francese, dopo dieci anni di diversi progetti più o meno riusciti, torna sugli schermi con un nuovo titolo molto atteso e che (almeno nelle anticipazioni) ricorda proprio quel primo grande successo.
Con queste premesse ci siamo cimentati nel Tape 1 (il secondo uscirà ad aprile) di Lost Records, con una domanda in testa che ci ha accompagnato per tutta l’avventura: “Bloom & Rage è il nuovo capolavoro videoludico di Don’t Nod o soltanto una buona avventura grafica?” .
Purtroppo il nostro giudizio può al momento solo essere parziale, dato che gli sviluppatori hanno deciso di dividere l’avventura in due parti, e quella che abbiamo avuto tra le mani non ci permette di avere delle indicazioni definitive.

Per scoprire quindi cosa pensiamo di questa prima parte, ecco a voi la nostra recensione!
TRAMA E NARRAZIONE
Il gioco è ambientato a Velvet Cove, una cittadina nel Michigan, in America, e vede come protagonista Swann, una ragazza timida e solitaria che, durante l’estate del 1995, stringe un legame profondo con tre coetanee: Nora, Autumn e Kat.

Nel luglio di quella stessa estate accadrà però un evento misterioso, succederà qualcosa che porterà le quattro adolescenti ad allontanarsi e tenere stretto a loro un segreto per ventisette anni, fino al 2022, anno in cui si rivedranno.
Il motivo della rimpatriata sarà un pacco che una di esse ha ricevuto e che era destinato a loro quattro; una scatola sigillata che fa riferimento proprio a quello specifico episodio.
Tutta la trama e narrazione si sviluppano intorno a questo incontro e soprattutto attraverso continui flashback che riporteranno le protagoniste indietro nel tempo per rivivere i momenti più salienti di quell’estate.
La storia è sicuramente interessante, soprattutto per l’ambientazione e il periodo storico; punta molto sull’effetto nostalgia degli anni ’90 e Don’t Nod in questo senso ha fatto un buon lavoro con atmosfere e musiche che a tratti ricordano serie TV come Strangers Things.
La narrazione è poi piacevole grazie anche a cinematiche che immergono il giocatore nella vita delle quattro adolescenti e in quello che devono affrontare.

Un altro aspetto che ci ha colpita riguarda alcuni temi inerenti le “battaglie” e sfide psicologiche tipiche di quell’età, come l’accettazione di sé stesse, l’importanza di avere delle amicizie, le scelte inerenti la sessualità e i rapporti conflittuali.
Non solo Swann ma anche le tre amiche Autumn, Nora e Kat sono contraddistinte ognuna dal proprio carattere, dalle proprie dinamiche di vita e ciascuna di esse è stata molto ben rappresentata.
La casa di sviluppo francese è stata capace di proporre qualcosa che, almeno inizialmente, catapulta piacevolmente il giocatore in un mondo e una storyline ricca di mistero che risultano convincenti e di buon impatto.
Questo almeno fino a metà dell’avventura, mentre il ritmo tende ad abbassarsi un po’ dalla parte centrale fino al termine, e solo nel finale ci sono alcuni “colpi di scena” che lasciano la curiosità al giocatore, in attesa del secondo capitolo che uscirà tra poco più di un mese.

Non ci sentiamo però di dare ora un giudizio definitivo alla storia, aspettando invece di vedere come si concluderà il gioco quando avremo tra le mani anche ilTape 2, e quindi una quadro generale di tutta l’esperienza narrativa.
GAMEPLAY
Ci troviamo di fronte a una classica avventura grafica in cui impersoneremo Swann che, muovendosi in un mondo 3D ben rappresentato, si troverà a indagare, dialogare, compiere scelte e rispondere a domande che teoricamente dovrebbero impattare sulla storia.
Il “teoricamente dovrebbero” è d’obbligo, in quanto ci sentiamo di segnalare già quello che sembra un primo problema del gioco.


Allo stato attuale non abbiamo infatti trovato differenze sostanziali nel dare una risposta piuttosto che un’altra in un determinato dialogo, e anche scelte diverse a volte riconducono poi al medesimo risultato.
Ovviamente, trattandosi di un titolo che ci vede relazionarci con altre tre amiche, si percepirà la preferenza che daremo ad una piuttosto che alle altre due ma, ai fini della storia o dell’evento principale, purtroppo non sembra influire più di tanto.
Va però aggiunto che le scelte fatte potrebbero avere ripercussioni sulla seconda parte, quindi anche in questo caso non ci sentiamo di dare adesso un parere definitivo sotto questo aspetto.
Motore, ciak, azione!
Un elemento interessante inserito nel gioco da Don’t Nod è che Swann, durante tutta l’avventura, avrà la possibilità di riprendere con una videocamera i momenti più interessanti e salienti.
Lo strumento sarà un fedele compagno della protagonista per tutta la storia e avrà un ruolo di importanza abbastanza rilevante.

Servirà per collezionare e salvare nel menù principale una galleria di videoclip (in pieno stile anni ’90) che poi potranno essere anche modificati a nostro piacimento per creare così dei veri e propri filmati completi.
Ma questo oggetto potrà anche essere utilizzato, ad esempio, come torcia per illuminare le scene in cui se no ci ritroveremo completamente al buio, o per inquadrare determinate scene, panorami o elementi utili ai fini della storia.

Se in un primo momento si tratta sicuramente di qualcosa di interessante, che diversifica il gameplay e aiuta a immergere il giocatore nella storia, con il passare delle ore l’utilizzo della videocamera risulta a volte un po’ forzato.
In più di una circostanza ci è infatti capitato di dover riprendere determinate scene senza le quali non si sarebbe potuto sennò proseguire nell’avventura, ma che ai fini della trama servono poco o nulla.
L’impressione è che sia stato inserito, oltre che come strumento utile ai fini del gameplay e della storyline, anche come espediente per allungare un po’ la longevità del gioco.
Quanto dura?
Parlando proprio di longevità, siamo rimasti abbastanza sorpresi, ma non positivamente, della durata di Bloom & Rage; Tape 1 può essere infatti portato a termine in sette, massimo otto ore di gioco.
Sicuramente non un risultato entusiasmante considerando che, come scritto in precedenza, abbiamo avuto l’impressione che l’utilizzo della videocamera sia stato implementato anche per allungare un po’ i tempi.

Inoltre, al netto dei video e tutte le varie cinematiche, si può comprendere bene come la durata di Lost Records, per quello che concerne questa prima parte, sia tutt’altro che longeva.
Ci chiediamo quindi il motivo per cui dividere il gioco in due parti; non sarebbe stato forse meglio creare un’unica avventura? L’uscita di Tape 2 è stata inoltre posticipata ad aprile, rispetto alla sua data di rilascio originale posta a marzo, quindi perché non rimandare entrambi e pubblicare tutto insieme?
Per avere comunque un quadro generale e rispondere quindi a questa domanda, aspettiamo ancora una volta di avere tra la mani anche il secondo episodio.
COMPARTO TECNICO
Sotto il profilo estetico il gioco è buono sia per quello che concerne la realizzazione grafica degli ambienti che per quanto riguarda la modellazione delle protagoniste e degli altri personaggi.
Va fatto un plauso ai ragazzi di Don’t Nod per come sono riusciti a ricreare gli ambienti e le atmosfere tipiche dell’America di metà anni ’90; l’immersività e il coinvolgimento sono inoltre garantiti anche dalla presenza di musiche che riportano alla mente proprio quel periodo.

Per quello che concerne l’effettistica e soprattutto il sistema di illuminazione, il risultato, seppur non faccia gridare al miracolo, è in grado di restituire scorci, tramonti e una buona resa sia di giorno che di notte, e lo stesso si può dire per la gestione delle ombre.
Ottime tutte le cinematiche e cutscene che aiutano a immergere ancora di più il giocatore nell’avventura, e la presenza dei sottotitoli in Italiano facilità la comprensione della trama per coloro che non conoscono bene la lingua inglese o francese (uniche disponibili nel menù).
La lunga esperienza della casa di sviluppo nella creazione di avventure grafiche gli ha permesso di restituire al grande pubblico un gioco che, sotto il profilo tecnico e grafico, è decisamente convincente.
Il gioco è stato testato in 4K nella versione PC (i7 13a Gen., 32Gb RAM, RTX4080) e Full HD su handheld (Ryzen 7, 32Gb RAM., 780M), e in entrambi i casi, grazie alla presenza del DLSS di NVidia e dell’FSR di AMD e anche al motore grafico scalabile, abbiamo ottenuto un’ottima esperienza visiva e di gioco.
IN ATTESA DEL TAPE 2
Come anticipato, non ci sentiamo ancora di dare un giudizio definitivo all’opera di Don’t Nod senza prima aver completato l’avventura con Tape 2. Possiamo però darne uno parziale, affermando purtroppo che dopo queste prime otto ore di gioco ci saremmo aspettati un po’ di più.
Ovviamente, il confronto con Life Is Strange è d’obbligo, dato che Blood & Records condivide diversi aspetti con quel capolavoro e gli sviluppatori hanno dovuto confrontarsi con’un eredità decisamente scomoda.

Sicuramente l’ambientazione, la caratterizzazione dei personaggi, e la storia (almeno fino alla metà del gioco) sono di sicuro impatto e aiutano a immergere il giocatore nell’avventura; anche la rappresentazione della vita e dei conflitti adolescenziali sono state molto ben rappresentate e non avevamo dubbi che gli sviluppatori potessero fare centro.
Il ritmo però poi tende a calare nella seconda parte, e l’ausilio della videocamera diventa un palliativo che alla lunga risulta essere un po’ ripetitivo e che sembra non possa aggiungere molto alla trama e al gameplay.
Inoltre, le scelte e le azioni della protagonista sembra non abbiano un’influenza così preponderante nella storyline, e quindi si può facilmente comprendere come Tape 1 ci abbia convinto solo in parte.
Buono invece il comparto grafico e audio che sono di sicuro impatto, e che dimostrano l’esperienza degli sviluppatori in questo tipo di genere videoludico.
Un prodotto che, allo stato attuale, possiamo definire solo più che discreto, in attesa fra un mese di avere tra le mani anche ilTape 2 e quindi di essere in grado di valutarlo nella sua interezza.
Ringraziamo Sandbox Strategies per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.