A tutti noi è capitato, da piccoli, di trascorrere le vacanze estive dai parenti o in piccole città dove sembrava non ci fosse nulla da fare, solo per incontrare amici che sarebbero rimasti nel nostro cuore, anche sapendo che, alla fine delle vacanze, li avremmo lasciati per sempre.
Bloomtown, JRPG in pixel art sviluppato da Different Sense Games e Lazy Bear Games, si propone di catturare proprio quelle estati e portarle sui nostri schermi, arricchendole con uno stile di gameplay e una narrazione che si ispirano molto alla serie Persona, ormai considerata un pilastro del genere.
Di seguito, la nostra recensione!
Trama
Nel gioco vestiremo i panni di Emily, una ragazzina appena arrivata nella piccola e apparentemente noiosa città di Bloomtown, dove trascorrerà le vacanze insieme a suo fratello Chester e al suo fastidioso nonno. Non appena giunti in città, i due scopriranno che il piccolo villaggio nasconde numerosi segreti legati alla scomparsa di alcuni bambini, e si dedicheranno subito alla loro ricerca. Durante le indagini, Emily finirà per incontrare Lucifero in persona, che le affiderà un compito importante: eliminare ogni singolo demone che da decenni minaccia Bloomtown.
La trama riesce a tenere il giocatore incollato allo schermo grazie alla sua buona scrittura, caratterizzata da una moltitudine di situazioni assurde e colpi di scena interessanti. Anche nelle fasi finali, il titolo mantiene una qualità costante, senza mai risultare ripetitivo o altalenante.
Il cast principale è composto da quattro personaggi: Emily, Chester, Hugo e Ramona.
Ognuno di loro è ben caratterizzato e possiede una backstory interessante da seguire.
Un’aggiunta molto gradita è anche la possibilità di uscire con ciascuno per approfondire la loro storia e rafforzare il legame con il protagonista, oltre che per sbloccare utili potenziamenti da utilizzare in battaglia.
Gameplay
Esplorazione di Bloomtown
In Bloomtown passeremo la maggior parte del nostro tempo esplorando la vivace cittadina, caratterizzata da da innumerevoli segreti ma anche da tante cose da fare.
La mappa è suddivisa in diverse aree, ognuna con le proprie caratteristiche distintive.
Partiremo visitando una piccola frazione della città che ha principalmente case e piccoli negozietti, fino ad arrivare a quartieri più grandi dove ci saranno molte più attività da svolgere. Le botteghe sono molte e ciascuna venderà oggetti unici o ospiterà NPC particolari con cui potremo interagire per avanzare nella storia.
Quasi ogni zona possiede uno specchio d’acqua dove potremo pescare, così da ampliare la nostra collezione di pesci e cucinare nuove pietanze senza dover comprare altro cibo. Un altro modo per ottenere alimenti da usare in combattimento è tramite l’orto di nostro nonno, che però risulta alquanto scomodo e poco pratico.
Nelle fasi iniziali del gioco, un vecchio amico di nostro nonno ci offrirà la possibilità di lavorare nel suo supermercato, diventando la nostra principale fonte di denaro. Con i soldi guadagnati potremo comprare cibo da utilizzare in battaglia per curarci, armi migliori e nuovi vestiti. In alternativa potremo spenderli in attività più semplici e futili, come andare al cinema o acquistare libri.
Ogni area visitata avrà NPC unici con cui interagire, molti dei quali ci affideranno missioni secondarie. Ognuna di queste sarà interessante e spesso originale, e il fatto che nessuna richieda azioni ripetitive è un grande punto a favore del titolo. Inoltre, ciascuna missione ci permetterà di conoscere più a fondo molti personaggi e la città stessa, sbloccando aree altrimenti inaccessibili.
Il gameplay è scandito dallo scorrere del tempo e dal passare dei giorni, che influenzano le nostre scelte e come decidiamo di trascorrere le giornate. Ogni negozio ha orari di apertura e chiusura specifici, e alcune missioni potranno essere completate solo in determinati momenti.
Tuttavia, una volta superato un certo orario, il gioco ci costringerà a tornare a casa per dormire e passare al giorno successivo. Questo sistema, sebbene ben gestito, perde di efficacia a causa dell’assenza di un limite di giorni entro i quali completare il gioco, rendendo le limitazioni piuttosto inutili.
Le prime aree del gioco offrono numerose attività e missioni da seguire, ma lo stesso non si può dire delle fasi finali. Nonostante la grandezza delle nuove zone, come la città principale e il quartiere più benestante, queste risultano povere di negozi e NPC con cui interagire, apparendo purtroppo vuote e trascurate.
In ogni area e in molti dialoghi, spesso ci verranno presentate scelte che si basano su un sistema di dadi, il cui esito dipende dai punti distribuiti nelle varie abilità durante la creazione del personaggio. Sfortunatamente, anche questo sistema diventa presto inutile: con l’avanzare del gioco, potremo potenziare tutte le abilità fino al massimo, riducendo al minimo il rischio di fallimento e privando le scelte della loro imprevedibilità.
Combattimento ed esplorazione dei sotterranei
Come già accennato, Bloomtown è piena di segreti e, soprattutto, di demoni pronti a minacciare noi e i nostri amici. Per eliminarli definitivamente, dovremo esplorare gli angusti sotterranei della città.
Nel gioco visiteremo tre aree sotterranee, ciascuna ispirata alla zona sovrastante e popolata da nemici unici. Proprio come il Tartaro in Persona 3, titolo da cui Bloomtown trae molta ispirazione, per avanzare nella storia dovremo affrontare queste aree labirintiche fino a raggiungere un boss finale.
Gli scontri saranno arricchiti da enigmi e, grazie a un design ben calibrato e alla varietà dei nemici, queste sezioni risulteranno sempre coinvolgenti e mai tediose.
Durante questa fase, potremo utilizzare quattro personaggi principali, ciascuno con le proprie armi, abilità e demoni interiori. Ogni personaggio avrà a disposizione un’arma da mischia e una a lungo raggio, che saranno i principali strumenti di attacco.
Inoltre, potremo sfruttare i nostri demoni interiori, potenti entità che consentono di lanciare attacchi elementali, curare o potenziare i nostri compagni. Tuttavia, l’uso dei demoni non è sempre vantaggioso e, specialmente durante le bossfight, i nemici sono spesso immuni agli attacchi demoniaci, rendendoli poco utili.
Uno dei problemi principali del gioco non risiede né nell’esplorazione né nel combattimento, quanto piuttosto nella gestione dei salvataggi. Infatti, non ci è possibile effettuare salvataggi manuali, e i salvataggi automatici avvengono spesso in momenti casuali e imprevedibili, rendendo frustrante la gestione dei nostri progressi nella storia.
Comparto artistico e tecnico
L’artstyle del titolo è senza dubbio uno dei suoi maggiori punti di forza, caratterizzato da una splendida pixel art che riesce a catturare perfettamente ogni singolo dettaglio degli edifici e dei personaggi presenti a schermo. In particolare, si può notare l’attenzione data alla realizzazione dei nemici, ognuno distinto da un design unico e molto originale, anche se confrontato con quello di altri titoli contemporanei.
La colonna sonora è davvero eccezionale e riesce a reinventarsi continuamente per adattarsi a ogni fase del gioco. Durante le nostre esplorazioni tra le vie di Bloomtown, saremo accompagnati da melodie rilassanti che cambiano a seconda delle aree visitate, mentre nei sotterranei la musica assume toni completamente diversi. In queste sezioni, le tracce si distinguono per l’uso di voci cantate, aggiungendo un ritmo incalzante che rende i combattimenti più dinamici e ci immerge completamente nell’azione.
Il titolo risulta anche ben ottimizzato, per tutta la durata del gioco non abbiamo riscontrato bug significativi, se non qualche problema minore legato al comparto audio. Infine, la semplicità dello stile grafico permette al gioco di girare fluidamente su qualsiasi tipo di configurazione nonché su console handheld come lo Steam Deck.
Ringraziamo Twin Sails Interactive per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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