Negli ultimi anni, Konami si è sempre più focalizzata sul riportare e rivisitare per le nuove generazioni i suoi migliori titoli, sia per quelli più importanti, come Silent Hill 2 e Metal Gear Solid 3: Snake Eater, sia piccole gemme passate in sordina.
Oggi parleremo di Castlevania: Dominus collection, raccolta dei tre Castlevania usciti per Nintendo DS tra il 2005 e il 2008, ovvero Dawn Of Sorrow, Portrait of Ruin e Order of Ecclesia.
I titoli, seppur non siano stati sotto i riflettori nel periodo della loro uscita, sono considerati tra i migliori capitoli della serie, e poterli finalmente giocare su nuove piattaforme al di fuori del Nintendo DS è un grande traguardo.
Sarà riuscito quindi Castlevania: Dominus Collection a riproporre fedelmente gli amati titoli?
Scopriamolo insieme!
Trama
La trama di Castlevania è sempre stata un elemento molto versatile nella serie, riuscendo ad adattarsi ad ogni contesto e a rinnovarsi pur mantenendo il medesimo incipit.
In Castlevania: Dawn of Sorrow seguiremo le imprese di Soma Cruz che, una volta scoperto di aver ereditato i poteri di Dracula alla sua morte, eviterà in tutti i modi di diventare il nuovo signore oscuro.
Per compiere il nostro destino, dovremo affrontare i numerosi pretendenti al trono di Dracula mentre affineremo le nostre abilità con armi e magie.
Castlevania: Portrait of Ruin possiede un’ambientazione alquanto inusuale: verremo catapultati nell’Europa della seconda guerra mondiale, dove il castello di Dracula è tornato per portare disperazione e rovina sulla terra.
Nei panni di Jonathan, discendente della famiglia Belmont, e Charlotte, giovane apprendista maga e sua amica d’infanzia, dovremo avventurarci nel castello per fermare l’artista vampiro Brauner e Dracula.
In seguito alla sparizione della famiglia Belmont, il bisogno di formare nuove casate che combattessero le armate di Dracula diventò urgente, così come quello di trovare delle nuove armi più efficaci per contrastarle.
Sotto la guida di Barlowe, la nostra protagonista Shanoa si allena per padroneggiare il potere del glifo Dominus. Tuttavia l’allievo Albus, mosso dall’invidia, interrompe il rituale condotto dall’eroina, causandone una perdita di memoria e rubandole la potente arma.
Il nostro obiettivo sarà quello di recuperarlo e sconfiggere Dracula.
Gameplay
Ognuno dei 3 giochi, seppur mantenendo la classica formula di Castlevania, ha un gameplay completamente diverso dagli altri, caratterizzato soprattutto da notevoli differenze nel Combat System.
In Castlevania: Dawn of Sorrow, oltre alle armi classiche che potremo trovare nel corso della nostra avventura, potremo sfruttare a nostro vantaggio il Tactical Souls System, come nel suo prequel Aria of Sorrow, che ci dà la possibilità di assorbire le anime di determinati nemici che sconfiggeremo e di utilizzare il potere a loro associato.
Proseguendo con la storia avremo a nostra disposizione una vasta gamma di abilità, e potremo equipaggiarle ed utilizzarle a nostro piacimento, andando a personalizzare la nostra esperienza di gioco.
Castlevania: Portrait of Ruin, al contrario, presenta un gameplay molto più classico ma con una differenza significativa: i nostri protagonisti, Jonathan e Charlotte, avranno degli stili di combattimento molto tradizionali, con uno focalizzato sull’uso delle armi bianche e l’altro sulle magie, con la particolarità da ricercare nella modalità di utilizzo dei due personaggi.
Infatti potremo utilizzarli sia contemporaneamente, con il giocatore che guiderà un personaggio mentre l’altro sarà comandato dall’intelligenza artificiale, sia alternarli in base con chi preferiamo giocare.
Inoltre, saranno numerosi i momenti in cui il gioco ci porrà di fronte a degli enigmi ambientali dove avremo bisogno di sfruttare entrambi i personaggi in modo simile a come avviene in Unravel 2, titolo del 2018 edito da Electronic Arts.
Castlevania: Order of Ecclesia sfrutta una formula di gameplay simile a quella di Dawn of Sorrow, ma che presenta delle particolarità.
La nostra protagonista, Shanoa, possiede l’abilità di assorbire i glifi, potenti armi che dovremo sfruttare per poter farci strada tra i nemici, fatta eccezione per quelli più importanti che potranno essere ottenuti solo uccidendo gli avversari che incontreremo lungo la strada.
Come citato precedentemente, escludendo le armi che ci forniranno gli NPC della trama, potremo trovare le armi che andremo ad utilizzare casualmente dopo aver ucciso dei nemici, fattore che può essere frustrante poiché non sempre è garantito ricevere un determinato drop.
Essendo usciti per Nintendo DS, i tre titoli facevano un grande utilizzo del touch screen della console portatile, permettendoci di sfruttarlo per proseguire nel gioco.
Questa collection dei tre titoli non è da meno, e infatti i comandi touch sono stati adattati per poter essere utilizzati anche su PC, attraverso un layout degli schermi che è stato riproposto magnificamente, adattandosi alle esigenze del nuovo formato senza essere un pugno nell’occhio.
Notevole è anche l’impegno che è stato messo nella riproposizione di Haunted Castle, storico capitolo della saga che è stato completamente rivisto e riportato anche nella sua versione originale all’interno del gioco, completamente rifatto da zero fatta eccezione per il gameplay, rendendolo a conti fatti un remake molto valido da giocare.
Tra le migliori feature aggiunte ai tre titoli vi è sia la possibilità di salvare quando si vuole, sia di riavvolgere la partita e tornare indietro qualora si facessero degli errori, entrambe meccaniche ormai essenziali per ogni porting o remastered di vecchi titoli che si rispetti.
Nonostante le migliorie all’aspetto quality of life, la trilogia per NDS mantiene la loro difficoltà elevata, risultando così accessibile per i neofiti ma altrettanto entusiasmante anche per i veterani della serie.
Essendo Castlevania una delle saghe più rinomate per la mole di modifiche radicali imposte ai titoli una volta usciti dal Giappone, la scelta di permettere al giocatore di decidere quale versione giocare è molto importante e apprezzabile.
Comparto artistico e tecnico
Ogni capitolo della saga di Castlevania realizzato in pixel art si è sempre distinto per l’incredibile cura nei dettagli e nella realizzazione, e Lo stesso si riflette nel design di personaggi e nemici, mai monotoni e sempre caratterizzati da uno stile interessante.
La bellezza dello stile grafico si mantiene ancora oggi, nonostante il passare degli anni, risultando ancor più affascinante sulle console di nuova generazione.
La colonna sonora di ciascuno dei tre capitoli sfrutta al meglio le capacità tecniche dell’allora console principale, il Nintendo DS, creando musiche di diversi generi che si adattano perfettamente ad ogni area che visiteremo.
La colonna sonora di Order of Ecclesia è disponibile su Spotify:
Un aspetto molto interessante della Collection è l’attenzione dedicata alla sezione degli artwork e delle musiche.
Dal menù è possibile consultare in ogni momento sia le colonne sonore che una vasta galleria di bozzetti realizzati per ciascuno dei tre titoli, inclusi contenuti inediti, fumetti, materiale promozionale e gli opuscoli delle edizioni fisiche dei giochi.
Dal punto di vista tecnico, però, si può dire che Konami non abbia prestato molta attenzione alla versione PC del titolo, vista la totale impossibilità di poter giocare o navigare nel menù tramite mouse e tastiera, che troviamo essere una carenza piuttosto grave.
Per quanto riguarda bug o crash, non abbiamo riscontrato alcun problema durante tutta la nostra prova, e la semplicità dello stile grafico consente al titolo di essere giocabile senza difficoltà su qualsiasi configurazione.
Ringraziamo Konami per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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