Recensione Commandos: Origins – The Boys Are Back in (Nazi) Town

Nata nel 1996 a Madrid, Pyro Studios è stata una delle realtà più sorprendenti e rivoluzionarie della scena videoludica europea del periodo. Fondato da Ignacio Pérez Dolset ( imprenditore, produttore videoludico e cinematografico), lo studio si pose da subito un obiettivo chiaro: realizzare videogiochi di importanza internazionale, partendo dalla Spagna. Un traguardo che, nella seconda metà degli anni ’90, appariva tutt’altro che scontato. Il panorama centroeuropeo del gaming era ancora in una fase embrionale, lontano dai riflettori e spesso ignorato dalle grandi produzioni e dal mercato USA e giapponese, ossia i più importanti dell’epoca. Ma gli sviluppatori iberici seppero imporsi con uno stile e una formula di gioco che avrebbe lasciato un segno indelebile distanziandosi da tutti i titoli del periodo.

Pyro infatti divenne in brevissimo tempo una delle realtà più amate per quanto riguardava i tattici in tempo reale, grazie al rivoluzionario Commandos: Behind Enemy Lines, per quanto le altre IP del gruppo, Praetorians e Imperial Glory, entrambi della prima decade del 2000, sono ancora ricordati come degli ottimi strategici. I tre Commandos (più l’ottima espansione del primo, chiamata Beyond The Call Of Duty) portarono ad un gameplay innovativo, combinando strategia in tempo reale e azione furtiva (con una difficoltà, almeno per il me preadolescente, davvero spietata). I giocatori vengono calati alla guida di un gruppo di commandos, ognuno con abilità uniche, incaricati di missioni dietro le linee naziste.

Il trailer di Commandos: Origins.

La fine della serie avvenne con la sfortunata uscita di Commandos: Strike Force (2006). Una deviazione significativa dalla formula originale che non incontrò il favore dei fan. Una prospettiva in prima persona e il cambio da tattico in tempo reale a sparatutto, per inseguire le mode del momento, non incontrarono il favore del pubblico, portando a una ricezione tiepida e a vendite deludenti. il testimone e i diritti passarono a Kalypso Media nel 2020, che finalmente portò il ”vero” Commandos nel nuovo millennio con una remaster del secondo capitolo e del terzo capitolo della serie.​

il nuovo Commandos: Origins invece, rappresenta un vero e proprio prequel alla saga originale. Il titolo, in uscita il 09 Aprile 2025 sulle ultime due generazioni di casa Sony e Microsoft e su PC, si prefigura di mantenere i punti di forza del primo, indimenticabile Behind The Enemy Lines, svecchiando la formula e smussando alcuni angoli troppo spigolosi per un mercato 2025 decisamente più vario e ricco di alternative in materia di tattici in tempo reale, a favore di un approccio più flessibile e dinamico, ma al contempo anche più ragionato.

Siete pronti a conoscere piu’ a fondo i sei Commandos in questa nuova avventura?


TRAMA

Commandos: Origins inizia con l’Operazione Daybreak, ambientata nel 1940 in Egitto, un anno prima e in un ambientazione radicalmente diversa dalla Finlandia del 1941 ossia l’apertura del Commandos del 1998.

Qui prendiamo il controllo per qualche brevissimo istante del mitico geniere del gruppo: Thomas Hancock. Incaricato di formare un’unità altamente addestrata, pronta a infiltrarsi dietro le linee nemiche, per svolgere missioni apparentemente suicide. Il primo membro scelto da Hancock per questa squadra è Jack O’Hara, noto come il Berretto Verde, che ne diventerà sin da subito il membro più carismatico, nonché catalizzatore per la formazione del team.

Le cutscene realizzate in Unreal Engine non saranno forse dei capolavori di sceneggiatura, ma risultano sono molto belle e dettagliate.

Sfortunatamente, per ora O’Hara si trova in cella presso un avamposto inglese per aver risposto con un pugno agli ordini di un suo superiore, ma il geniere gli dà l’occasione di scappare, mettendo dunque alla prova le sue abilità per determinare se egli sia adatto o meno a quest’unità speciale.
Tutta la prima parte dell’Operazione Daybreak dunque funge da tutorial per le basi del gioco:
Spostarsi attraverso la mappa, muoversi furtivamente e sfruttare i nascondigli, colpire in maniera non letale e usare ogni trucco possibile per distrarre i soldati (alleati) di guardia.

Una volta raggiunto Hancock, che comincerà a spiegarci la sua idea però, l’esercito tedesco farà irruzione nel campo e farà saltare la Jeep di quest’ultimo, mezzo di trasporto che ci avrebbe consentito di lasciare il paese. Il focus si sposta dunque sull’utilizzare le abilità del geniere e sull’imparare a gestire più elementi della squadra in contemporanea, realizzando spettacolari azioni combinate. La missione prosegue tra il tentativo dei due di fuggire, combattendo in vicoli stretti e cercando di tenere un ”basso profilo” per non allertare l’intero plotone nazista, al contempo cercando di aiutare il più possibile i difensori della base.

Nelle successive operazioni di Commandos: Origins, che non seguono un vero e proprio ordine storico preciso (esattamente come i vecchi capitoli) conosceremo gli altri quattro membri del team: Francis T. “il Cecchino” Woolridge, Samuel “il Pilota” Brooklyn, James “il Sommozzatore” Blackwood e Rene “la Spia” Duchamp. In questo capitolo non ci limiteremo ad affrontare soltanto scenari di guerra da superare con astuzia e coordinazione come nei vecchi Commandos, ma diventano veri e propri momenti di scoperta e approfondimento dei legami tra i personaggi. Ogni operazione, infatti, contribuisce a delineare il profilo umano dei sei membri dell’unità, rivelando tratti del loro passato, divergenze caratteriali, tensioni e alleanze nate sul campo. La trama si intreccia così all’azione, dando spessore a ogni scelta tattica e facendo emergere il senso di cameratismo che tiene unito il gruppo anche nei momenti più critici.

Intendiamoci, non stiamo parlando di un videogioco estremamente narrativo, ma l’aggiunta di un pizzico di umanità e di tridimensionalità a quelli che, nei precedenti capitoli (escludendo in minima parte solo Commandos 3 ), erano dei meri burattini nelle vostre mani è fortemente apprezzata.


GAMEPLAY

Come già anticipato nell’introduzione di questa recensione, Kalypso sceglie (a ragione) di non snaturare le meccaniche core della serie, preferendo un approccio più morbido e meno punitivo nei confronti del giocatore, dandogli al tempo stesso molta più liberta esplorativa in mappe meno lineari e più aperte. Per i tanti che non dovessero conoscere la saga di Commandos, il titolo si configura come un tattico stealth based in visuale isometrica, in cui dovremo spostarci tra differenti teatri della WWII.

Commandos: Origins non introduce innovazioni alla formula dei turn-based strategy, cosa che potrebbe frenare i giocatori alla ricerca di novità, ma prende le caratteristiche del genere e le ripropone per lo più decisamente bene, sopratutto se consideriamo che non si tratta di un titolo ad altissimo budget.

Il nostro ruolo sarà quello di guida per sei soldati altamente specializzati, ognuno dotato di abilità uniche che, combinate a quelle degli altri membri del gruppo, serviranno a fronteggiare qualunque situazione ci si pari davanti. Le quattordici operazioni riescono a stupire per varietà e dettagliato: si passa dal caldo torrido e alla visibilità limitata del deserto nordafricano alle pianure gelate dell’Artico, dove il nemico non è solo umano ma anche la natura ostile . Non mancheranno poi incursioni lungo le coste occidentali dell’Europa occupata, tra bunker nazisti e villaggi sotto assedio, fino ad arrivare al fronte orientale, dove i combattimenti si fanno più intensi e le missioni assumeranno un peso morale maggiore. Vediamo riproposti dunque i classici cliché in stile Normandia, ma anche tantissimi biomi che contribuiscono a rendere questo Commandos un titolo che non annoia mai il giocatore.

E se l’interesse non cala mai grazie ai tanti biomi visitabili (resi in maniera superba), lo stesso vale per i tanti modi in cui potremo portare avanti una missione. Vogliamo sterminare l’intera base nemica? beh un’approccio alla Rambo non potrà mai avere successo, ma evitando accuratamente trappole, sentinelle e allarmi, potremo compiere dei massacri niente male. È altresì possibile, esattamente come in Sniper Elite, scegliere un’approccio pacifico, stordendo tutte le truppe tedesche e nascondendole in cespugli, bidoni, mucchi di corde e così via, per evitare che si risveglino e diano l’allarme, oppure adottare una strategia più bilanciata tra i due estremi.

Le mappe molto più open rispetto al passato consentono di variare le vostre tattiche e di adottare diversi ”metodi” per portare a compimento quasi ogni obbiettivo di Commandos. Inoltre esplorare a fondo ogni area vi consentirà di trovare dei collezionabili, che non forniranno alcun bonus in termine di statistiche, potenza e così via, ma che vi forniranno delle interessanti informazioni storiche/bozzetti/artwork e così via.

L’azione di gioco ritorna alla stragrande con dei grossi ma. Pianificare attentamente ogni nostra mossa, muovere furtivamente i nostri eroi, studiare le traiettorie e fargli compiere delle azioni combinate spettacolari risulta ancora una volta maledettamente soddisfacente, peccato solo che i comandi risultino abbastanza clunky, sopratutto se sceglierete da menù opzioni di giocare con quelli ”moderni” (che di moderno in realtà hanno ben poco) e che rallenteranno enormemente il ritmo del gioco. Fortunatamente, la vera novità di questo Commandos ci viene in soccorso, ossia la Modalità Comando, una vera e propria pausa tattica che consentirà con tutta calma di pianificare le nostre mosse e poi farle eseguire, ripristinando il normale scorrere del tempo, per assistere a dei veri e propri momenti di pura poesia strategica.

Forse i puristi della saga storceranno un pochino di fronte a questa innovazione (che in realtà sembra presa di peso dai vecchi crpg Black Isle come Icewind Dale ), ma a noi il risultato finale è piaciuto davvero tanto. Sempre a proposito di comandi, da veri coraggiosi quali siamo abbiamo anche deciso di provare Commandos: Origins usando un joypad, e siamo rimasti abbastanza stupiti da quanto risulti naturale e fluido gestire il gioco in questo modo, tranne per alcune funzioni ahinoi molto importanti, come selezionare velocemente le abilità di ogni singolo commando o il cono che sottolinea al giocatore il campo visivo di ogni singolo nemico.

A proposito di questa meccanica, tipica dei vari Commandos, abbiamo trovato troppo old-style e poco agevole la possibilità di mostrare una sola visuale nemica alla volta. Riuscire a capire con un solo tasto dove sono rivolti e dove arrivano gli sguardi nemici è assolutamente essenziale ai fini del gioco, e la possibilità di poter attivare e disattivare questa funzione per tutti i nemici a schermo (esattamente come con il tasto tab potremo vedere o non vedere tutti i nascondigli e oggetti presenti nella schermata) avrebbe sicuramente sveltito il gioco, rendendolo più fluido e stancando di meno il giocatore, costringendo a fin troppi tentativi e caricamenti dettati dal trial and error.


GRAFICA, PRESTAZIONI E AUDIO

Il passaggio della serie all’Unreal Engine è stata senza dubbio una scelta azzeccatissima, pur non raggiungendo il livello dei Tripla A presenti sul mercato questa nuova incarnazione di Commandos farà sicuramente la felicità degli appassionati. Ritornano prima di tutto delle caratteristiche che hanno fatto la fortuna dei vecchi episodi. Parliamo di quella chiarezza a livello visivo che permetteva al giocatore di capire chiaramente il posizionamento di nemici, nascondigli e oggetti con un solo colpo d’occhio (nonostante i tanti elementi a schermo) e della UI essenziale ma intuitiva.

Le mappe risultano dettagliatissime, piene di elementi distruggibili che faranno la felicità di tutti i piccoli bombaroli che vivono nel nostro subconscio, e per rendere ancora più eccezionale (e intuitiva) l’azione, potremo ruotare la mappa a 360′ con la semplice pressione di un tasto e zoomare a piacimento.

Se a livello di texture Commandos: Origins mostra un pochino il fianco, risultando comunque di livello più che adeguato per un titolo di questo tipo e budget, nulla si può dire sulla qualità di modelli, effetti (bellissime le esplosioni, illuminazione e animazioni. Gli unici bug che abbiamo visto in sede di recensione (oltre a poche compenetrazioni dei nostri personaggi) riguardano proprio alcune esilaranti imprecisioni dei ragdoll dei nemici morenti, che iniziano ad agitarsi come dei tarantolati non appena toccata terra.

A livello prestazionale il fatto che Kalypso abbia scelto l’Unreal Engine per il gioco si fa sentire, ma il gioco rimane assolutamente scalabile e godibile anche su sistemi di livello medio e basso, a patto di rinunciare a tanti (ma non troppi fortunatamente) gustosi dettagli grafici. Molto buoni anche gli effetti sonori e i brani della colonna sonora, non indimenticabile ma di pregevole fattura, un pochino meno il doppiaggio, che abbiamo trovato abbastanza forzato e ci ha fatto perdere un pochino di intensità emotiva nelle varie cutscene.


Commandos: Origins è attualmente disponibile per: PC , Xbox Series S /X, Xbox One, Ps4 e Ps5 . Non è ancora un gioco verificato da Valve per Steam Deck ma è già fruibile sulla handheld.
Ringraziamo Kalypso Media per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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Commandos: Origins
In Conclusione
Commandos: Origins è un ritorno sorprendentemente solido per una delle serie tattiche più amate degli anni '90. Kalypso e Claymore Game Studios sono riusciti a riportare in auge lo spirito della saga, modernizzandolo quel tanto che basta per renderlo appetibile anche a un pubblico più giovane, senza però tradire le aspettative dei fan di vecchia data. La nuova attenzione alla narrazione, il level design aperto e stimolante, la modalità Comando e il passaggio all’Unreal Engine fanno di questo capitolo un'esperienza che riesce a bilanciare bene nostalgia e innovazione. Tuttavia, non tutto è oro quel che luccica: il sistema di controllo va affinato, alcune scelte stilistiche risultano un po' datate (come la gestione del campo visivo nemico), e il doppiaggio non sempre è all’altezza dell’atmosfera bellica che il gioco vorrebbe evocare. Anche se non rivoluziona il genere, Commandos: Origins è una lettera d'amore ben scritta al suo passato, e con un paio di patch e qualche accorgimento in più potrebbe diventare un titolo di riferimento per gli amanti dello stealth tattico.
Pregi
Ottimo ritorno alle origini, con un gameplay fedele e coinvolgente.
Level design variegato, ricco di biomi e approcci differenti alle missioni.
La Modalità Comando è un'ottima aggiunta alle meccaniche classiche
Grafica convincente
Aggiunta di una dimensione narrativa umana apprezzabile
Buona scalabilità su sistemi anche non recentissimi
Supporto al gamepad
Difetti
Comandi macchinosi e scomodi
Gestione del campo visivo nemico non agevole
Doppiaggio poco ispirato
Nessuna reale innovazione nel genere, rischio di sembrare “già visto”
8
Voto