Nella recensione di oggi tratteremo di un nuovo titolo pubblicato da 11Bit Studios e sviluppato da Inverge Studios, Creatures of Ava, un’avventura che fa della non violenza il fulcro della sua filosofia di gameplay.
Nel mercato videoludico odierno, è ormai raro trovare un prodotto che non includa meccaniche raffiguranti scontri e, talvolta, crudeltà verso animali e persone, spesso utilizzate per suscitare emozioni.
Dopo questa breve introduzione, siete pronti ad immergervi in questo mondo fantastico pieno di creature da salvare?
Fiondiamoci nella recensione dedicata!
TRAMA
La trama di Creatures of Ava ruota attorno all’avventura di Vic, un’esploratrice che fa parte di un’organizzazione dedicata alla salvaguardia della fauna su pianeti minacciati da un’infezione che si diffonde a macchia d’olio. La nostra protagonista è accompagnata dalla sua assistente Tabitha, incaricata di fornirle istruzioni per l’atterraggio sul corpo celeste Ava.
Sfortunatamente, a causa di un malfunzionamento della navicella, Vic perderà il controllo e si schianterà sulla sua destinazione.
Dopo essersi ripresa, Vic sarà pronta ad esplorare la landa aliena, dove verrà raggiunta da Nim’Ar, un membro della tribù nativa dei Na’am.
Nim’Ar sarà pronto a raccontarle la storia di Ava e dei suoi biomi, descritti in modo dettagliato per invogliare l’esploratrice a visitarli senza tralasciare alcun particolare.
Le scene chiave della storia sono rappresentate con uno stile che richiama l’animazione giapponese, offrendo un modo diverso di raccontare la trama durante le ore di gameplay.
A livello narrativo, il titolo è piuttosto semplice, ma affronta comunque tematiche sociali e culturali molto importanti, come l’estinzione e la cura di molte specie animali.
Inoltre, Creatures of Ava spinge a riflettere sul ruolo cruciale dell’uomo nella salvaguardia della natura, portando il giocatore a porsi domande lungo tutto il viaggio.
GAMEPLAY
All’inizio di questa recensione, abbiamo accennato che Creatures of Ava propone un approccio non violento al gameplay. In un primo esempio, invece di colpire e uccidere le creature infette, useremo un bastone magico chiamato Nafitar, il nostro primo oggetto essenziale per guarire e purificare gli animali affetti dall’infezione.
Quando ingaggeremo un “combattimento,” l’animo pacifista del gioco emergerà chiaramente: le creature corrotte ci attaccheranno senza controllo, mentre noi utilizzeremo il raggio magico del Nafitar, limitandoci a schivare i colpi dei nemici.
L’idea di non nuocere alla fauna è semplice ma efficace, offrendo al giocatore un modo innovativo di affrontare situazioni critiche.
Man mano che progrediamo nella trama, avremo la possibilità di sbloccare nuovi potenziamenti per il Nafitar, come il congelamento e il rallentamento, che faciliteranno il salvataggio degli animali senza infliggere loro alcun danno.
La musica riunisce chiunque
Il secondo elemento chiave che arricchisce il gameplay è l’uso del flauto per ammansire le creature. Sullo schermo verrà proiettata una sequenza di note da riprodurre sopra la testa dell’entità che desideriamo addolcire. L’esecuzione di questo piccolo minigioco non è particolarmente complicata, ma con le creature più potenti la sequenza di note diventerà sempre più veloce, aumentando così la difficoltà in base all’avversario da affrontare.
Questo strumento di “cattura” ci permette di attrarre la fauna, salvandola presso i punti d’estrazione e prendendone il controllo per sfruttarne al meglio le abilità nella risoluzione dei puzzle ambientali.
La dualità di un titolo non sempre al top
Come spiegato da Nim’Ar, il mondo di Ava è suddiviso in quattro aree principali, ciascuna con biomi distinti. Durante l’avventura, tuttavia, non avremo la libertà di esplorare a nostro piacimento, poiché l’accesso alle diverse zone viene sbloccato progressivamente seguendo la trama.
Se da un lato questo approccio favorisce la linearità e la coerenza della storia, dall’altro limita inevitabilmente l’esplorazione libera della mappa di gioco.
Creatures of Ava include un albero delle abilità poco articolato sia per la protagonista che per i suoi strumenti, offrendo comunque alcuni potenziamenti e risvolti importanti nel corso delle ore di gameplay.
In definitiva, il titolo propone uno stile di gioco diverso dal solito, con un approccio non violento per risolvere le situazioni, un’idea che da una parte può essere apprezzata, ma dall’altra rischia di influire negativamente sulla ripetitività.
Merita una menzione speciale anche la meccanica della macchina fotografica, utile per “collezionare” e documentare nel bestiario di Ava le creature incontrate, raccogliendo informazioni sulla loro specie e tipologia. Tuttavia, una critica va al movimento della protagonista, che appare piuttosto legnoso e accompagnato da animazioni non sempre fluide.
COMPARTO ARTISTICO E TECNICO
Uno degli aspetti più rilevanti di Creatures of Ava è sicuramente il comparto artistico, che colpisce per la sua vivacità e originalità. I colori stravaganti e accesi, insieme al design ricercato delle creature e delle tribù, rendono ogni area esplorabile un’esperienza visiva ricca di dettagli, contribuendo a dare profondità e carattere al mondo di gioco.
Sul fronte tecnico, il titolo si comporta bene, senza presentare gravi problemi come bug o crash improvvisi. Abbiamo riscontrato solo un paio di cali di frame rate in aree particolarmente dense di elementi, ma nulla che comprometta seriamente l’esperienza complessiva.
Ringraziamo Terminals.io per averci fornito una chiave ad accesso anticipato per realizzare questa recensione.
Seguiteci sul nostro curatore e sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.