Nella recensione di oggi parleremo di Dead Island 2 in occasione del suo rilascio sulla piattaforma di Steam, al termine di un contratto di pubblicazione esclusiva sulla piattaforma Epic Games.
Chi frequenta il mercato videoludico lo saprà, questo titolo ha una storia di sviluppo piuttosto lunga e travagliata, essendo stato vittima di un susseguirsi di cambi di software house e numerosi rimandi che hanno allungato i tempi di oltre 10 anni sulla release originale.
Per questo motivo e per tante altre scelte che analizzeremo in questo articolo, il titolo sembra appartenere almeno parzialmente ad un’epoca videoludica diversa, la cui validità non viene totalmente compromessa quando rapportata ad un gameplay ed un comparto tecnico di buon livello.
E’ il momento migliore per approcciarsi a Dead Island?
Scopriamolo in questa recensione!
Incipit narrativo e trama
Nel giocare un titolo nello spirito creativo di Dead Island non ci si aspetta di certo un comparto narrativo profondo e ricco di spunti di riflessione e questo secondo capitolo (terzo se si conta il meno fortunato Riptide) riprende a piene mani l’impostazione dell’originale di settima generazione.
La trama di DI2 ha inizio come il più classico dei film B-Movie con gli zombies, presentando sei improbabili protagonisti che riescono, in maniera più o meno lecita, ad imbarcarsi su un volo di evacuazione per fuggire da una Los Angeles ormai distrutta dal virus.
Sfortunatamente, l’aereo viene coinvolto in un incidente e gli unici sopravvissuti saranno il protagonista scelto ed un piccolo gruppo di superstiti.
Venendo morso nel tentativo di soccorrere i feriti, questi scoprirà di essere immune al virus e deciderà quindi di utilizzare la nostra predisposizione per dare una speranza di ribalta ad un’umanità allo sbaraglio.
Se l’incipit narrativo non risulta particolarmente originale e neppure tenta di esserlo, ad averci convinto è il modo in cui ciascuna delle sei personalità fra cui avremo modo di scegliere ad inizio partita vivrà gli eventi della trama attraverso reazioni personali dettate da esperienze pregresse e peculiarità di carattere.
Il modo in cui ciascuno di questi sarà in grado di tessere una relazione con le numerosissime personalità secondarie, talvolta esagerate e fuori dagli schemi, sarà fondamentale per il senso di immersione che il gioco riesce perfettamente a trasmettere nonostante le premesse.
Ciò che non convince è invece il modo in cui il titolo si evolve narrativamente nelle fasi conclusive, dimostrando una sicurezza sfacciata nell’affidarsi ad un eventuale seguito per la continuazione di eventi principali che rimangono totalmente irrisolti.
Parliamo a tutti gli effetti di una trama troncata e interrotta in prossimità del primissimo climax, espendiente narrativo che non abbiamo gradito se consideriamo i precedenti di sviluppo di questo titolo.
Situazione che non migliora con il rilascio delle espansioni Haus e SoLa, entrambe improntate all’aggiunta di nuovi elementi narrativi piuttosto che all’esplorazione degli eventi principali.
In sostanza, nonostante abbiamo apprezzato la narrativa e la caratterizzazione esplosiva dei personaggi, non possiamo non menzionare l’amaro in bocca lasciato da un prematuro arrivo dei crediti che lasciano tantissima carne al fuoco per i seguiti.
Gameplay
Ridotto nella sua essenzialità, Dead Island 2 è un classicissimo videogioco action con componenti GDR quali il crafting, le abilità, i livelli ed un certo focus sulla personalizzazione e potenziamento dell’arsenale.
Ciò che lo rende a nostro avviso percettivamente “vecchio” è la stessa struttura del titolo.
Non parliamo infatti di un tipico Open World quanto piuttosto di un susseguirsi di mappe di grandezza limitata entro quale è possibile esplorare più o meno liberamente.
Insomma un sistema Open Map che riprende perfettamente quello dei vecchi capitoli della saga, alternando ambienti più ampi ed esplorabili ad altri lineari e più limitati.
Le missioni, il level up, il loot, il crafting
Dead Island 2, nel corso delle oltre 30 ore necessarie al completamento, porterà il giocatore in un susseguirsi di missioni principali e secondarie fra nuove aree e varie sessioni di backtracking.
In particolare, le secondarie potranno essere svolte per ricevere ricompense sotto forma di XP ed armamenti particolari.
Alcune di queste, segnate di rosso nella mappa, richiederanno di indagare sulla posizione di certe armi uniche attraverso vaghi indizi sulla loro posizione, incoraggiando l’esplorazione delle parti più nascoste della mappa.
Ricevendo sempre più esperienza dall’abbattimento degli zombies, avremo anche modo di avanzare di livello aumentando le statistiche e sbloccando ulteriori slot e nuove carte abilità.
Queste ultime ci permetteranno di personalizzare liberamente il nostro stile di gioco, concedendo particolari poteri da ammazzazombie e bonus passivi a seconda della selezione.
In questo caso, avere la possibilità di gestire e trasformare il nostro deck in qualsiasi momento e senza penalità non farà che rendere il gameplay ancora più versatile e divertente.
Divertimento che deve molto anche alla grandissima varietà di loot e di armi che avremo modo di trovare in giro per l’ambientazione o sotto forma di reward.
Secondariamente, i materiali ci permetteranno di modificare gli equipaggiamenti attraverso un sistema di crafting semplice ma funzionale, che ci permetterà di applicare vari stati elementali e di potenziare particolari statistiche nelle apposite stazioni.
Il risultato va riscontrato in una progressione appena accennata e che accompagna il giocatore senza mai mostrarsi realmente, rendendosi effettiva solo nella necessità di cambiare armamento in favore di un’alternativa di livello superiore per far fronte a minacce zombie sempre più resistenti.
Il combattimento, il melee e lo shooting
La varietà a cui abbiamo accennato in precedenza andrebbe sprecata se non fosse per l’ottimo sistema di combattimento di cui il titolo può vantare, specialmente in funzione della meccanica “F.L.E.S.H.”(Fully Locational Evisceration System for Humanoids) su cui torneremo anche in seguito.
Grazie a quest’ultimo, un combat system fortemente impuntato al melee come quello di Dead Island 2 può regalare delle ottime soddisfazioni, dandoci la possibilità di rallentare i nemici amputando un determinato arto quanto piuttosto di sfruttare l’ambientazione a nostro vantaggio per ridurlo in poltiglia.
L’impatto delle armi è semplicemente straordinario e lo stesso vale per l’utilizzo dei numerosi gadget, lanciabili e abilità offensive a nostra disposizione.
E’ bene specificare che la nostra resa nel combattimento potrebbe variariamente ampiamente in base al personaggio scelto inizialmente, ad esempio, nel nostro caso, il “pompiere” Ryan si è dimostrato un ottimo tank in grado di spezzare le linee avversarie senza curarsi troppo delle conseguenze.
Nonostante vi sia una chiara preponderanza degli armamenti corpo a corpo, il titolo non lesina dal procurarci fucili e pistole in grado di devastare gli avversari anche dalla distanza, potendo vantare anche in questo caso di uno shooting di buona qualità ma non altrettanto spettacolare.
Nel suo funzionamento meccanico, il combattimento di Dead Island non possiede una grande profondità, la quale viene calcata solo dall’introduzione di abilità tramite il sistema di deck.
Esiste ad esempio la possibilità di calciare i nemici, di caricare un colpo melee o di spaccare la testa degli zombie atterrati per finirli prima che si rialzino, ma nulla che impatti seriamente sulla natura stessa degli scontri.
Fortunatamente, una discreta varietà di classi di zombies ci costringerà a dover modificare la nostra strategia ed adottare un approccio più ragionato mentre spesso e volentieri dovremo affrontare avversari con la resistenza ad un particolare tipo di danno, portandoci a dover variare l’utilizzo del nostro equipaggiamento per risultare sempre pronti.
La cooperativa, longevità
Come già accadeva per i vecchi capitoli del franchise, anche Dead Island 2 ci permetterà di affrontare l’interezza dell’avventura in compagnia di un amico.
Il sistema di progresso è stato ben congegnato per scalare i progressi dei giocatori coinvolti e, in tutta sincerità, fare incetta di zombies in compagnia è davvero molto divertente.
Una volta completato il gioco nelle sue missioni principali e secondarie, in un tempo che si aggirerà solitamente intorno alle 35 ore, non rimarrà molto da fare se non esplorare senza meta le decadenti strade di Hell-A.
Se da un lato ci sarebbe piaciuto poter tornare a svolgere qualche attività secondaria extra, ci sentiamo comunque coscienti del fatto che il titolo non avrebbero retto ancora a lungo mantenendo questa struttura di gameplay che, a lungo andare, rischia di diventare molto ripetitiva e poco interessante.
In sostanza, Dead Island 2 svolge un ottimo lavoro nel ridare linfa vitale ad un sistema di gameplay piuttosto classico, non offrendo tuttavia nulla di veramente nuovo o particolarmente originale.
Comparto artistico e tecnico
Uno degli aspetti più apprezzabili del gioco nella sua totalità è senza dubbio il comparto tecnico ed il modo in cui questo si è prestato nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi degli sviluppatori in termini meccanici.
Parliamo nuovamente del sistema F.L.E.S.H. e di come questo permetta di creare ferite e sbudellamenti in maniera procedurale sui corpi dei nostri nemici, regalando una resa del tutto inedita nel panorama videoludico.
Non stupisce quindi che gli zombie possano vantare di una resa semplicemente spettacolare, risultando tra l’altro abbastanza vari e differenziati fra loro nonostante la presenza massiccia su tutto il territorio di Hell-A.
Ed è proprio Hell-A a godere della versatilità del motore Unreal Engine 4 nella costruzione di un’ambientazione che pur sapendo di già visto non è priva di paesaggi suggestivi e decadenti.
Su questi gli sviluppatori hanno riversato una grandissima cura ed attenzione, inserendo dettagli apprezzabili in ogni angolo della mappa.
Di buona fattura anche la colonna sonora, frutto della collaborazione di numerosi artisti fra cui Ryan Leo Williams, Ross Tregenza ed FFM:
Infine, sentiamo la necessità di tessere le lodi del team per aver ottimizzato alla perfezione, offrendo un’esperienza eccezionalmente stabile a dettagli massimi su un PC di fascia alta della scorsa generazione.
Il titolo ha ormai raggiunto la sua piena maturità dopo un anno di patch ed aggiornamenti, perciò se siete interessati è il momento giusto per diventare un ammazzazombie!
Ringraziamo Plaion per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione!
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