Ha senso accumulare ricchezze, dedicare la propria vita a servire o passarla ad istruirsi se poi la morte porrà una fine a tutto? Death Must Die (l’ultimo lavoro dello studio indipendente Realm Archive) cerca di dare un senso a questo quesito portandoci in un mondo in cui, per l’appunto, anche la Morte può morire.

TRAMA

Nascosta nella vetta più alta di tutti i continenti si cela, ironicamente, l’entrata per il “mondo di sotto”, dove le anime tormentate di tutti i defunti ora servono la Morte stessa, andando così a creare l’esercito più grande e letale mai formatosi.

Nonostante non sia affatto un’impresa semplice, chiunque riesca a sopravvivere alle innumerevoli forze oscure sarà infine in grado di fronteggiare la Morte che, se sconfitta, garantirà un enorme potere e la liberazione dal suo fardello.

GLI EROI DI DEATH MUST DIE:

Avoron, il cavaliere, è un devoto soldato in armatura pesante, in grado di colpire ondate di nemici davanti a se con letali fendenti. Sebbene sia rischioso avvicinarsi ai nemici per colpirli, la sua corazza lo rende in grado di sostenere più colpi che stenderebbero chiunque altro.

Dai suoi dialoghi si capisce che la questione in sospeso con la Morte è personale, e che pure lei stessa dovrebbe temere la sua determinazione.

Merris, la maga, usa le proprie conoscenze d’incantamento per scagliare potenti missili magici dalla distanza contro i propri nemici, rimanendo al sicuro e concentrandosi di più sull’utilizzo migliorato degli incantesimi.

Forse la più istruita tra gli eroi, riesce con i suoi modi e il suo carisma a coordinare ed analizzare al meglio la situazione

Nixi, l’assassina, utilizza le sue letali daghe per colpire velocemente i bersagli di fronte a lei, puntando tutto sulla rapidità e la capacità di sterminare i nemici prima che riescano a contrattaccare. Se ciò dovesse succedere, la sua elusività le darebbe comunque una chance di uscirne indenne.

Con la sua tendenza a prendere le distanze e rispondere in maniera fredda e provocatoria, fa inoltre capire di voler sconfiggere la morte per motivi puramente egoistici.

Con modi di fare, obiettivi e personalità completamente diverse, è interessante vedere come questi personaggi leghino tra loro, uniti solamente dalla missione in comune di sconfiggere la morte una volta per tutte. Non mancheranno frecciatine, interessi romantici e racconti di vita, rendendo così le loro relazioni una carinissima parte complementare in quello che altrimenti sarebbe un loop di gioco un po’ ripetitivo.

GLI DÈI

Per quello che riguarda i conflitti tra esseri immortali e potenti, Death Must Die ricorda molto Hades, in quanto i potenziamenti ci verranno consegnati da diversi dèi con l’obiettivo comune di aiutarci ad interrompere il regno di terrore della Morte.

Tempo vuole vedere la morte sconfitta per il suo “furto”, probabilmente riferendosi alla fine inevitabile imposta a tutte le vite dei comuni mortali”.

Ascoltando cosa avranno da dirci, scopriremo i motivi che li spingono ad aiutarci, mentre ci verranno prestati i loro poteri per renderci più forti, ognuno con la propria area di specializzazione.

GAMEPLAY

Death Must Die è riuscito a catturare l’essenza del nuovo genere ispirato a Vampire Survivors, mescolandola alla perfezione con elementi RPG e roguelike ispirati ai più disparati giochi.

Il sistema di rarità del loot con tanto di modificatori randomici e esclusivi per classe ricorda molto Diablo, mentre i potenziamenti effettivi e alcune delle magie sembrano provenire da vari RPG, con qualcosina addirittura di simile a Dota 2.

Questa non vuole essere una critica alla mancanza di creatività, ma piuttosto un elogio al fatto che Death Must Die sia a tutti gli effetti simile ad un parco giochi, in cui potersi sbizzarrire con ogni combo a cui si riesce a pensare.

Gameplay Death Must Die

Le run sono piuttosto brevi (20 minuti) riuscendo comunque a includere frequentemente diverse sfide e momenti clou, per impedire al giocatore di annoiarsi troppo facilmente tra un boss e l’altro.

Inoltre, nella mappa sono presenti vari edifici e monumenti con cui poter interagire per potenziarsi, spingendo il giocatore a muoversi per la mappa anziché stare sempre fermo in un punto, eliminando così un problema frequente dei giochi di questo genere.

Non vi è un vero e proprio sistema di progressione costante o potenziamenti, bensì l’equipaggiamento dell’eroe, in grado di moltiplicare esponenzialmente la forza dei personaggi, dando la libertà al giocatore di creare le proprie build. Con i giusti oggetti, infatti, la maga potrebbe diventare una letale attaccante senza dover dipendere da incantesimi, oppure permettere al cavaliere di concentrarsi puramente sulle evocazioni.

COMPARTO ARTISTICO E TECNICO

Per ciò che riguarda il comparto artistico, la pixel art dei modelli presente in Death Must Die è di ottima qualità, le animazioni sono fluide e nulla risulta fuori luogo. Questa omogeneità nello stile migliora l’immersione e aggiunge un livello di profondità in più a quello che, meccanicamente, è in realtà un gioco molto semplice.

Il comparto tecnico, invece, presenta un po’ di problemini probabilmente dovuti allo stato di gioco in accesso anticipato, come freeze occasionali di qualche secondo causati da alcuni potenziamenti o sinergie particolari.

Inoltre, il gioco punta molto sull’avere molteplici nemici sullo schermo allo stesso momento che, seppure possa sembrare un problema di poco conto visto lo stile grafico semplice, può portare a cali di frame tali da renderlo a malapena giocabile.

Per colpa di problemi di ottimizzazione, nei momenti più intensi, sono stati toccati cali tali da portare i frame al secondo ad una cifra singola, utilizzando una GeForce RTX 3070Ti ed un processore di ultima generazione.

La soundtrack originale di Death Must Die purtroppo non ha molta varietà e alcuni effetti sonori, come gli attacchi o i rantoli di morte dei nemici sono estremamente ripetitivi e costanti (e alcuni proprio strani, come i cavalieri che una volta uccisi faranno lo stesso suono di una bibita frizzante quando si apre la lattina), tanto da avermi portato a mutare tutto e giocare usando la mia musica di sottofondo.

L’unico elemento audio degno di nota è il doppiaggio degli dèi, di qualità piuttosto elevata, seppure sia un aspetto piuttosto marginale su cui non ci si soffermerà nemmeno spesso dopo aver visto tutti i dialoghi più volte.

Ringraziamo Realm Archive per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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RECENSIONE DEATH MUST DIE (PC)
IN CONCLUSIONE:
Death must die offre un altro giro originale in un genere che sta rapidamente rischiando di diventare saturo. L'impegno degli sviluppatori e lo stato di Accesso Anticipato promettono molto bene, mentre il costo relativamente basso e la quantità di contenuti lo rendono un must-have per i fan del genere.
PREGI:
Gameplay soddisfacente e rilassante
Ottima pixel art
Cura nei dettagli
Rapporto qualità/prezzo fenomenale
DIFETTI:
Piccoli problemi di ottimizzazione
Soundtrack e alcuni effetti sonori ripetitivi
7.5
voto