Nell’articolo di oggi andremo a recensire Death of a Wish, un nuovo titolo indie in cui la componente Hack and Slash ed un artstyle unico e accattivante la fanno da padrona. Rilasciato quest’11 Marzo per PC e Nintendo Switch, sviluppato da “melessthanthree” e pubblicato da Syndicate Atomic LLC, Death of a Wish sembra essere una ventata d’aria fresca in un mercato ormai saturo di di prodotti poco originali.
Sarà il gioco, dunque, stato capace di sorprenderci? Scopriamolo in questa recensione!
TRAMA
Sin da subito, Death of a Wish presenta le proprie vicende in maniera estremamente criptica, lasciando molto all’immaginazione del giocatore. Non si tratta però di un problema in quanto la narrazione, per quanto possa confondere un po’ all’inizio, fa il suo lavoro nel far comprendere le proprie vicende.
La trama segue la storia di Christian, un ragazzino spinto da un forte desiderio di vendetta verso il culto da cui è stato cresciuto. Chris si unirà a diverse persone durante il suo viaggio per sconfiggere i membri del Sanctum, formato da Father, Sister, Cardinal e Priest.
Il titolo si ambienta in un mondo dark e deprimente, in cui la città teocratica di Neo-Sanctum è il punto focale delle vicende e sarà possibile esplorare le esoteriche e abbandonate zone del posto, alla ricerca di alleati che aiuteranno Christian nel suo viaggio.
Chris, però, è vittima di un terribile sortilegio, per il quale viene definito come un “marchiato”. I marchiati sono esseri viventi affliti da una condizione chiamata “corruzione”, che li porta lentamente ad una tragica fine. Per fortuna il nostro protagonista scopre, dopo aver incontrato un certo personaggio, che esiste un modo per fermare il processo attraverso la sconfitta dei Nightmares, i nemici del gioco.
Per farlo, Chris avrà accesso a dei poteri noti come “Aria”, delle sottospecie di incantesimi legati agli elementi, che gli permetteranno di avere una chance contro i terribili mosti che dovrà affrontare.
Un dettaglio interessante è, comunque, la grande ispirazione alla cultura cristiana presente nel titolo. I 4 nemici principali, già menzionati poco sopra, sono definiti le “Fedi”, ed è possibile trovare numerosi riferimenti alla religione anche nei nomi dei personaggi. Lo è un chiaro riferimento anche il nome stesso del protagonista.
Riteniamo, dunque che la componente narrativa del titolo sia semplice ma ben studiata e che, grazie alla sua natura criptica ma mai senza senso, riesce a raccontare una storia interessante e originale.
GAMEPLAY
Death of a Wish è un Hack and Slash con elementi RPG, che vedrà il giocatore esplorare una grande mappa che pullula di nemici, il tutto coronato da un combat system aggressivo e difficile da padroneggiare, ma che ricompensa il giocatore a dovere se si affronta una battaglia con stile.
Come menzionato poco sopra, il gioco mette a disposizione per il giocatore gli Aria, che presentano caratteristiche e usi diversi in battaglia. Principalmente, questi poteri sono variazioni della spada del protagonista, e vanno combinati l’uno con l’altro per uscire vincitori dagli scontri.
Death of a Wish mette molta enfasi sull’aggressione tattica, e vede il giocatore in un costante loop di attacco, parata e schivare gli attacchi, cercando nel mentre di non perdere la propria combo in favore di un punteggio alto. Il giocatore è incentivato ulteriormente nel giocare in questo modo grazie al sopraccitato sistema di corruzione, che salirà notevolmente dopo ogni game over.
L’unico modo di fermare l’accumulo di corruzione è, per l’appunto, ottenere un buon punteggio in battaglia, cosa che comunque non accade in poco tempo. Ogni scontro, difatti, diminuirà di pochissimo i valori della maledizione, rendendo ogni mossa fondamentale ai fini di non cadere vittima del sortilegio.
Il titolo non è dunque tra i più semplici, e questo sentimento si ripropone per tutta la durata del titolo. Nonostante sia possibile modificare la difficoltà, anche a normale (che è come abbiamo giocato noi il gioco), Death of a Wish è crudele. Il gioco non lascia spazio agli errori da parte del giocatore, i nemici colpiscono incredibilmente forte e la morte è una punizione parecchio comune.
Per ovviare alla questione, però, il gioco offre oltre ai comuni item per curarsi, degli oggetti chiamati “Rewind”, che permettono di ricominciare uno scontro dall’inizio senza dover morire. Di default sono disponibili 5 rewind che possono essere ricaricati, assieme alla barra della vita, in uno dei tanti punti di salvataggio sparsi per il mondo di gioco. Una volta raggiunti, un po’ come accade in Dark Souls di From Software, sarà possibile far salire di livello una singola caratteristica a scelta, che può variare dagli HP, alla forza, al potere magico e altre statistiche più comuni in altri RPG.
Il titolo presenta anche la possibilità di equipaggiare abilità e modificatori extra, che sono un grande aiuto in battaglie e permettono di esplorare ulteriormente i singoli Aria, oltre che poter venire utilizzati universalmente per Chris. Death of a Wish incentiva il giocatore nel creare build diversificate per adattarsi alla situazione e uscire vincitori da ogni scontro, cosa che possiamo solo che apprezzare in quanto rende il gameplay incredibilmente variegato.
Che altro dire sul gameplay di Death of a Wish, se non che lo riteniamo a dir poco eccellente? Troviamo che il gioco offra una grande difficoltà senza però essere ingiusto, che fa sentire il giocatore incredibilmente gratificato dopo aver superato una battaglia o una zona particolarmente difficile. Riteniamo promosso a pieni voti il titolo in questa sezione.
COMPARTO GRAFICO E SONORO
È chiaro solo guardandolo che Death of a Wish sia decisamente unico nel suo genere, con un artstyle semplice ma riconoscibile e che, delle volte, può anche risultare incredibilmente dark e grottesco.
I personaggi sono rappresentati in maniera stilizzata, con meno dettagli possibili e definiti da un singolo colore principale, che nel caso di Chris varia in base all’Aria equipaggiato.
Tutto il gioco è realizzato in Pixel Art e le tonalità sono minimalistiche, utilizzando ben poche palette di colori distinti, che variano da toni caldi a toni freddi. Nonostante sia incredibilmente riconoscibile, una volta introdotto nel contesto di un videogioco action movimentato, uno stile del genere rischia di rendere il tutto un po’confusionario, cosa di cui purtroppo Death of a Wish ha colpa. Per fortuna, comunque, questo avviene solo in alcune zone e contesti particolari.
Per quanto riguarda il resto, l’HUD è realizzato molto bene, riuscendo a trasmettere tutte le informazioni necessarie al giocatore, e le interfacce sono molto semplici da navigare.
Ci teniamo a fare anche una menzione anche alla soundtrack, realizzata da Nicolo Telesca, grazie alla quale le battaglie prendono vita in un unione di musica elettronica e strumenti veri e propri, che trasmettono quella sensazione d’ansia e catarsi che il gioco vuole trasmettere.
Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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