Nel corso dell’anno, e più in generale nella storia del medium videoludico, abbiamo assistito ad un costante aumento di esperimenti volti a portare sul mercato storie investigative immersive che non risultino troppo “guidate”.
Chi ha seguito questa nicchia di giochi sa bene quanto sia una sfida tutt’altro che semplice: rendere la narrazione immersiva e realistica richiede un equilibrio delicato, con il giocatore che deve sentirsi libero di dedurre informazioni dagli elementi sparsi nell’ambiente in modo autonomo, senza mai avere la sensazione che il percorso sia troppo facile o preconfezionato.
Abbiamo visto titoli che, pur offrendo storie straordinarie, soffrivano di una rigidità eccessiva, progetti ambiziosi che inciampavano sulle proprie promesse, e giochi che, semplicemente, fallivano su ogni fronte.
Ebbene, oggi siamo qui per parlare di Detective – The Motel, un titolo che senza dubbio trova il suo posto nell’ultima delle categorie citate.
Un puzzle narrativo senza forma
DETECTIVE – The Motel propone un incipit tanto semplice quanto intrigante: vestiamo i panni di un detective senza nome, storia o personalità, incaricato di esplorare le stanze di un motel che sembra sospeso nel tempo, privo di presenze umane e persino senza il cadavere che ci aspetteremmo di trovare.
L’obiettivo del gioco consisterà infatti nel rispondere a una serie di domande fondamentali, come “chi è la vittima?”, “chi è l’assassino?” e addirittura a quale dei personaggi coinvolti corrisponde ogni stanza.
Il tutto è costruito intorno a un’esperienza di investigazione che, come ci viene spiegato fin dall’inizio, evita di darci qualsiasi tipo di aiuto, suggerendo di armarci di carta e penna per annotare ogni dettaglio utile al nostro lavoro.
La realtà, purtroppo, è ben diversa. Le risposte alle domande si rivelano di una semplicità disarmante, al punto da lasciarci increduli come non ci sia nessun intrigo o colpo di scena tipico di una buona storia gialla, presentando invece solo soluzioni ovvie che svuotano di significato l’intero processo investigativo.
Il nostro blocco di appunti, riempito con scrupolo di ogni dettaglio raccolto, si è rivelato completamente inutile, sommerso di informazioni superflue che a questo punto ci sembrano essere state disseminate quasi con l’intento di distrarci dalla pochezza delle vere risposte.
I personaggi coinvolti (un numero esiguo di sei figure) offrono storie marginalmente interessanti da scoprire attraverso messaggi, documenti e indizi sparsi.
Tuttavia, anche in questo caso la maggior parte delle informazioni si dimostra irrilevante per la risoluzione del caso, offrendo una narrazione frammentata che si presenta come un puzzle che però non riesce mai a comporsi in una storia coesa e intrigante.
Ne risulta un’esperienza che, invece di stimolare l’ingegno del giocatore, si limita a lasciargli la sensazione di aver investito tempo ed energie in un gioco che non sa valorizzare il suo potenziale, con una trama poco avvincente che, come vedremo, si riflette in un gameplay ancora più deludente.
Quella che dovrebbe essere un’avventura investigativa si rivela un’esperienza superficiale e priva di profondità, dalla durata complessiva di appena una o due ore, che assolutamente non giustifica il prezzo proposto di quasi 11 euro su Steam.
L’illusione di essere detective
In realtà, illustrando l’aspetto narrativo, abbiamo già anticipato buona parte delle meccaniche di gameplay, in quanto purtroppo DETECTIVE – The Motel non offre molto altro. Si presenta infatti come un semplice walking simulator ambientato in un’area estremamente ristretta, dove l’interazione si limita a pochi oggetti evidenziati automaticamente quando vi si posiziona il cursore.
Nonostante la trama banale, pur con qualche spunto interessante, il gioco avrebbe potuto essere salvato mantenendo la promessa di un’esperienza investigativa autentica degna di tale nome.
Purtroppo, non è stato così: l’investigazione si riduce a leggere foglietti e messaggi incredibilmente convenzionali, lasciati in bella vista quasi come se gli abitanti del motel volessero agevolarci.
Ci riferiamo a documenti strategicamente aperti sulla pagina giusta o disegni su lavagnette che una persona reale non lascerebbe mai in una situazione simile, rendendo la scoperta degli indizi artificiale e poco credibile.
Il gameplay inoltre ruota attorno a enigmi che si rivelano spesso ridicoli nel contesto proposto. Invece di farci sentire detective, il gioco evoca più l’atmosfera di un’escape room, con puzzle le cui soluzioni non emergono da un’indagine ragionata ma da indizi palesemente piazzati che sembrano messi lì da qualcuno che vuole aiutarci, senza però darci direttamente la soluzione.
Seppur c’è da dire che alcuni puzzle riescano, a tratti, a richiedere un minimo di creatività e pensiero laterale, la maggior parte si dimostra purtroppo altrettanto banale quanto la trama.
Le soluzioni appaiono forzate, con connessioni che non derivano dalla logica ma dalla vicinanza fisica degli oggetti, rendendo l’intera esperienza priva di soddisfazione.
COMPARTO VISIVO E AUDIO
DETECTIVE – The Motel adotta uno stile visivo che punta al fotorealismo e, tenendo sempre conto delle limitazioni tipiche di un titolo indie privo di un grosso budget, da questo punto di vista va riconosciuto che il comparto grafico risulta uno degli elementi meglio realizzati dell’intera esperienza.
Il motel è reso in modo visivamente gradevole, con una grafica che trasmette efficacemente l’idea di un luogo bloccato nel tempo e sospeso in una calma quasi surreale.
L’atmosfera visiva riesce a immergere il giocatore, anche se la serenità evocata dagli ambienti contrasta in modo straniante con i drammatici eventi che dovrebbero caratterizzarli. L’illuminazione si rivela ben curata, mettendo in risalto i dettagli e distinguendo chiaramente gli oggetti utili dagli elementi puramente decorativi, con texture nitide e coerenti che contribuiscono a rendere l’esplorazione fluida e priva di confusione.
Meno convincente, invece, è il comparto sonoro. La musica ambientale, anziché rafforzare il senso di tensione e mistero, si affida a toni rilassanti che risultano fuori luogo per un titolo che dovrebbe far leva su suspense e deduzione.
Questo contrasto finisce per amplificare la frustrazione quando ci si ritrova bloccati su un enigma, smorzando l’atmosfera investigativa e rendendo l’esperienza ancora meno immersiva.
COMPARTO TECNICO
DETECTIVE – The Motel non può essere di certo considerato un disastro tecnico completo, grazie a una resa complessivamente stabile anche se non esente da alcune occasionali cali di frame-rate brevi e non particolarmente gravi.
Nonostante possano interrompere sporadicamente la fluidità dell’esperienza, infatti, di per sé non riteniamo che compromettano davvero del tutto l’immersività, o almeno non più di quanto venga già ampiamente minata dagli altri aspetti del gioco.
Un aspetto particolarmente deludente è invece rappresentato dalla traduzione italiana, che lascia molto a desiderare. Non solo la qualità dell’adattamento risulta scadente, con frasi poco naturali o mal costruite, ma alcune sezioni del gioco sono rimaste completamente in lingua originale, come se la localizzazione fosse stata abbandonata a metà.
Questo lavoro di traduzione approssimativo contribuisce a rendere l’esperienza ancora meno coinvolgente, dando l’impressione di un lavoro svolto in fretta e furia senza la dovuta attenzione e distruggendo quel poco di credibilità che il gioco avrebbe potuto mantenere.
Ringraziamo Jandusoft per averci fornito una chiave del gioco in anteprima per realizzare questa recensione.
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