Cos’è la Dread X Collection?

Si sa, il lavoro di squadra è fondamentale nella realizzazione di un progetto, specialmente quando si parla di un industria che tende a premiare il lavoro dei molti rispetto a quello dei pochi.
E cosa succede se il progetto si basa proprio sull’idea di riunire una squadra di creativi indipendenti accomunati da un tema e dell’amore per un particolare genere di videogiochi?
Dread X Collection ne è la risposta.
Difatti oggi andremo a parlare di una collezione di giochi horror ormai giunta al suo quarto capitolo che ogni volta riesce a rinnovarsi grazie alle abilità creative dei suoi partecipanti e alla loro capacità (a volte sofferta) di adattarsi a qualsiasi tematica gli venga affidata.


La Caccia

Dread X The Hunt come quarto capitolo propone la tematica del first person shooter horror, affidata ad un team composto di 7 sviluppatori sotto la direzione creativa di David Szymanski, ideatore dell’ormai celebre videogioco sparatutto Dusk.
Ma non è tutto, il gioco prevede infatti che i titoli siano contestualizzati in quello che da quattro capitoli a questa parte si è rivelato essere il vero legante dell’intero progetto, un hub ricco di puzzle e di importanti spunti narrativi che donano una intrigante ed inaspettata continuità all’intera serie.
Questa volta ci troveremo ad esplorare una base artica ormai in rovina, attratti da un misterioso messaggio che ci spinge ad indagare sulle sorti del team di scienziati al lavoro sulla salvezza del genere umano.
Nel farlo avremo bisogno di esaminare 7 artefatti, collezionandone i codici necessari ad accedere al risultato ultimo della ricerca.


7 giochi in cerca di autore

Di seguito esamineremo i giochi uno ad uno dando una nostra interpretazione alla storia e condividendo qualche nostro pensiero sulla realizzazione di ciascuno di essi.

Uktena 64

Uktena 64 dello sviluppatore KIRA è sicuramente una delle più grandi sorprese di questa collezione.
Si presenterà infatti come un gioco di caccia in stile retrò ( come intuibile dal nome ) trascinandoci stage dopo stage in una spirale ascendente di inquietudine e follia.
In breve la trama ci metterà nei panni di un uomo che accettando un sospettabile lavoro come cacciatore e reporter si ritroverà a scoprire i misteri di una fauna ormai infetta e devastata da una misteriosa malattia.
Con i suoi toni esuberanti e a tratti provocatori, Uktena 64 farà di tutto per lasciarvi un senso di macabro stupore.

Axis Mundi

Axis Mundi di Philip Hesselbäck risulta essere un titolo molto più rilassato rispetto al precedente, pur mantenendo il genere horror di appartenenza.
Ci troveremo a svolgere il lavoro di ghostbuster-viaggiatore del tempo, muniti unicamente della nostra fotocamera, prezioso strumento che utilizzeremo come arma contro gli spettri.
Fra fasi “shooter” sorprendentemente ben realizzate e qualche piccolo enigma di pregio, Axis Mundi è sicuramente un’ottima aggiunta alla lineup di questa DreadX.

The Fruit

The Fruit di Christopher Yabsley è probabilmente il nostro gioco preferito non solo di questa collection ma dell’intera serie.
Ci troveremo a dover esplorare un piccolo villaggio gotico ormai in rovina, alla disperata ricerca del nostro amato scomparso.
Si tratta di un gioco survival, in cui dovremo tentare di ripercorrere la triste storia del luogo e dei suoi abitanti, affrontando ciò che ne resta senza rimetterci la pelle.
La nostra dotazione comprenderà un’ascia, una lampada, un grimorio con cui assimilare le rune magiche e un fucile in grado di sparare un solo colpo alla volta prima di dover essere ricaricato manualmente.
L’atmosfera è cupa e raffinata, il gameplay è vario e divertente, la storia è intrigante quanto toccante… insomma The Fruit è un gioco che avremmo tranquillamente comprato in una ipotetica versione standalone.

Black Relic

Black Relic di Torpledook è probabilmente il titolo meno interessante di questa collezione dal punto di vista ludico, presentandosi come un TPS medievaleggiante ( uscendo quindi dal tema prefissato ) in cui prenderemo i panni di un monaco alle prese con il risveglio di un oscura reliquia.
Ciò che incide negativamente su questa esperienza è sicuramente la rigidità del sistema di combattimento, lento e poco divertente, talvolta frustrante nel ripetersi dei suoi meccanicismi.
Esteticamente potrebbe risultare interessante seppur non si riveli particolarmente variegato in termini di nemici da affrontare.
Un’occasione sprecata per quello che sarebbe potuto essere un’ottima esperienza data la ricchezza di spunti offerti dall’ambientazione medioevale horror.

Rose of Meat

Rose of Meat di Mr.Pink è… qualcosa di indescrivibilmente folle? Abbiamo già cercato di parlare di questo autore in passato, in qualità di creatore di Golden Light, eppure il suo stile carnale e oseremmo dire “surrealista” ci ha impedito di trarre una conclusione approfondita su quali sensazioni egli ama trasmetterci attraverso le sue opere.
La descrizione più appropriata di questo titolo potrebbe essere nella definizione di delirio febbrile, doloroso e fastidioso quanto liberatorio ed intrigante.
La trama di quella che sembrerebbe essere una faida d’amore si trasforma presto in qualcosa di molto più incerto e interpretativo grazie ad un’estetica “particolare” e una narrazione caratterizzata da ritmi irregolari.

Seraphixial

Seraphixial concepito dalla collaborazione di Vidas Games, Aaron Wise e Abbey Smith è forse il gioco più tradizionale di tutti in termini di struttura, si presenterà infatti come un classico FPS lineare in cui dovremo affrontare ondate di creature mostruose sfruttando un arsenale dalla varietà crescente con l’avanzare della trama.
Ancora una volta saremo raggiunti da una lettera che ci metterà alla ricerca della nostra figlia scomparsa da tempo.
L’esperienza si è rivelata essere ben confezionata, donandoci una buona dose di divertimento e anche qualche momento particolarmente spaventoso.

The House of Unrest

The House of Unrest di Dan McGrath è un FPS in cui prenderemo i panni di un esorcista mercenario coinvolto in una possessione demoniaca.
Armati di pistola e crocefisso, il nostro compito sarà porre rimedio al danno compiuto da un vecchio prete, che compiendo un rituale per il raggiungimento della vita eterna ha evocato l’antico demone Asakku.
Uno shooting all’altezza, una estetica retrò piuttosto accattivante e una buona realizzazione degli enigmi lo rendono l’ennesima ottima aggiunta a questa quarta collezione a tema horror.


 

In Conclusione…

DreadX Collection The Hunt è il quarto capitolo di uno dei progetti collettivi più interessanti sul mercato indie, che continua a stupire grazie all’amore che traspare dal lavoro dei suoi partecipanti e al suo innegabile rapporto qualità-prezzo.
Questo quarto capitolo eleva ulteriormente la qualità del prodotto, confermandosi come la migliore collezione dell’intera serie nonché acquisto consigliato a tutti i cultori del genere horror.


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Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.