Recensione Everhood 2 – Il polpettone allucinogeno che ci piace

Fra i generi più gettonati e apprezzati nel panorama videoludico, fanno un certo scalpore tutti quei titoli RPG che fanno del loro punto di forza una narrativa fuori dagli schemi, in cui talvolta diventa centrale una riflessione che va ben oltre i confini del contesto virtuale.
In un certo senso, Everhood è un esempio piuttosto estremo di questa tendenza, presentandosi come un titolo in cui si superano, talvolta nei modi più bizzarri e inusuali, tutti preconcetti e i limiti narrativi di una storia classica e attenta alla sensibilità del pubblico più casual.

Se questo valeva in parte per il primo Everhood, questo sequel si rivela ancora più spietato, con tutte le conseguenze positive e negative del caso.

Siete pronti ad incontrare Dio?


Narrativa

Parlare della trama di Everhood 2 è un compito davvero ostico, ma andando con ordine potremo quantomeno contestualizzare la prima fase di gioco. Dunque, ci ritroveremo ad interpretare un’anima smarrita che si ritrova intrappolata al confine tra la vita e la morte.
Prima ancora di iniziare la nostra avventura, ci verranno poste una serie di domande personali e filosofiche che influiranno, almeno in parte, nello stabilire il tono del gioco e ci permetteranno di inquadrare rapidamente le tematiche trattate. Dispersi in una sorta di void surreale, verremo attaccati da una creatura mostruosa, solo per venire salvati da un misterioso corvo parlante che, guarda caso, dice di chiamarsi Raven.

Da questo momento in poi il corvo si proporrà di farci da guida in un viaggio fra mondi onirici ed eventi oltre il limite dell’assurdo, nel tentativo di diventare abbastanza forti da sconfiggere il temibile “Mind Dragon”.
Il titolo ovviamente non si conclude con la realizzazione di questo obiettivo, e questo non è che un piccolo incipit per quella che è un’avventura dai ritmi piuttosto anomali, rendendo molto difficile il compito di tenere traccia dei nostri progressi all’interno di una timeline coerente.

Infatti, se analizzata nel suo insieme, la trama di Everhood 2 risulta estremamente confusa e non stupirebbe affatto arrivare alla conclusione che si tratta di un effetto ben pianificato dal team di sviluppo. Parliamo del resto di un’epopea ricca di esperienze extracorporee, glitch, visioni pseudoreligiose, contenuti esoterici in un mix esplosivo di creatività notevole e talvolta esuberante.

Il world building di Everhood non è affatto costretto a rapportarsi ad una parvenza di logica, e si tratta forse di uno degli aspetti più intriganti del titolo, ma non necessariamente in senso positivo. Il giocatore viene costantemente inondato di rivelazioni, contesti diversi e totalmente scollegati, ed è impossibile non menzionare i vari momenti in cui le riflessioni si fanno di colpo più serie e pesanti.

Se è vero che il tempo tratta tematiche importanti, talvolta anche filosofiche e religiose, il problema più grande sta però nel modo in cui il tutto si evolve con l’avvicinarsi della fine dei conti… in un epilogo a nostro avviso poco elegante e abbastanza deludente, per i nuovi arrivati quanto per i fan della saga. Volendo spezzare una lancia a favore degli aspetti più tradizionali in cui Everhood 2 si cimenta, i pochi personaggi ricorrenti sono effettivamente ben caratterizzati e non sarà difficile affezionarvi loro, proprio come accadeva nel primo capitolo.

In conclusione, al termine delle 13-14 ore che riflettono il tempo necessario a completare una run, vi troverete confusi, forse leggermente infastiditi per alcune implicazioni logiche, ma riuscirete comunque a portarvi nel cuore alcuni degli aspetti chiave che vi hanno fatto apprezzare così tanto l’originale.


Gameplay

Per quanto concerne il gameplay, Everhood 2 è un rythm game piuttosto semplice concettualmente ma davvero difficile nella pratica, anche se giocato nella selezione standard.
Nello scenario tipico (ma non datelo troppo per scontato) il titolo piazza il vostro personaggio su una griglia con il compito di schivare o assorbire i proiettili di un determinato colore per poi rispedirli contro il nemico.

Questo richiede ovviamente delle ottime tempistiche e talvolta anche un po’ di coraggio, poiché assorbire più colpi anziché lanciarli alla prima opportunità significa aumentare il moltiplicatore di danni per annientare prima gli avversari; attenzione però, ogni colpo subito azzererà il counter.
Legato a questo aspetto sta tutta una serie di introduzioni in stile RPG che comunque rimangono veramente superficiali, come le diverse armi potenziabili, ciascuna con le proprie affinità, malus ed eventualmente anche abilità passive. Non mancano neppure vari trinket equipaggiabili per ottenere dei bonus particolari, come la possibilità di resuscitare alla morte ogni tot secondi o resistere occasionalmente al danno.

Molto strano è il modo in cui è stato integrato un sistema basilare di level up, non solo perché la progressione è piuttosto lenta, ma anche perché le statistiche dei nemici sembrano scalare assieme al nostro grado, rendendo il tutto sostanzialmente inutile.
Tutti questi elementi si uniscono in un’amalgama che in fin dei conti funziona bene e soprattutto è divertente, se non fosse per alcune sequenze in cui i nemici si ripetono con eccessiva frequenza, addirittura sotto forma di orde.

Infine, e chi conosce Everhood lo saprà, il team si è divertito spesso e volentieri nel rompere le sue stesse regole, trasformando l’arena e riplasmandola in maniera caotica ed inaspettata.
Insomma, chi sa apprezzare una buona dose di meta-game resterà sicuramente piacevolmente sorpreso da questo titolo.


Comparto artistico e tecnico

Il comparto estetico di Everhood è stato e rimane tutt’ora, estremamente minimalista e funzionale, esplodendo qui e lì in dimostrazioni di grande capacità creativa ed artistica.
Le ambientazioni e personaggi di questo secondo capitolo sono ben disegnati e soprattutto ben animati, dimostrando anche un certo margine di miglioramento sul passato.

Tornano a far parlare di sé anche le tracce musicali, elemento chiave di qualsiasi buon rythm game, che anche in questo caso stupiscono per ritmo e composizione.
Potete ascoltare tutte le tracce incluse nel titolo da Spotify:

Infine, da un punto di vista tecnico ci troviamo di fronte ad un rilascio che ha avuto bisogno di vari ritocchi finali, ma che può ritenersi fortunato di avere dietro un team così rapido e sensibile alle segnalazioni e feedback degli utenti. Noi stessi, rimanendo bloccati in una sezione scriptata, abbiamo segnalato la problematica solo per venire sorpresi dalla rapidità con cui una nuova patch era stata pubblicata per risolverlo un paio d’ore dopo.


Ringraziamo Foreign Gnomes per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

Everhood 2 (PC)
In conclusione...
Everhood 2 si riassume in un'esperienza dal grande impatto visivo ed emotivo che tenta di seguire le orme dell'amatissimo predecessore, riuscendo in alcuni aspetti chiave e fallendo in altri. Forte di un gameplay di base sempre divertente e sorprendentemente dinamico, il gioco scricchiola sotto il peso delle sue ambizioni quando si esamina la narrativa e l'aggiunta di alcune meccaniche dall'efficacia discutibile.
Pregi
Presentazione d'impatto e personaggi interessanti
Estremamente strambo e creativo
Gameplay di base solido e complesso
Comparto visivo e sonoro di livello
Difetti
Trama eccessivamente complicata e febbrile
Alcune meccaniche fuoriluogo e mal funzionanti
Alcune sequenze annacquate
7.8
Voto